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#AnniNOVANTA

giovedì 30 maggio 2024

Maria Orsini Natale - Francesca e Nunziata

Ambientato alla falde del Vesuvio a Torre Annunziata racconta l'appassionante vicenda di una famiglia di pastai attraverso il XIX secolo fino al 1940.
Un'entusiasmante epopea familiare sullo sfondo di un’Italia in divenire, sempre in trasformazione. Un piccolo gioiello della letteratura italiana: Orsini Natale ha una voce cristallina, evocativa, letteraria, che rende questa saga un vero e proprio cunto di un Mezzogiorno antico, oltre che un tributo alla forza delle donne.
«Francesca e Nunziata è un romanzo che ragiona sulla dimensione femminile in maniera molto moderna. È un romanzo che parla di sororità, del testimone che ci si passa nell’abitare un corpo femminile». Valeria Parrella
In un antico mulino a picco sul mare, mosso da un torrente, «di quelle alture della costa amalfitana dove la terra precipita e dirupa in un cielo capovolto», nasce nel 1849 Francesca. Non si sa quanto antico sia il mulino, che è anche pastificio, perché appartiene a un’età senza tempo. Il mondo di Francesca bambina trascorre tra lavoro, allegria e tenero affetto, «come un pollaio col gallo burbanzoso alto e forte»: il nonno pastaio, imponente figura di artigiano, e una casa di sole donne, moglie, figlie e nipoti. Il nonno ha «trasmesso a Francesca il sentimento del loro lavoro», l’arte del fare pasta; e così comincia l’epopea di una famiglia del Sud, da piccoli artigiani a grandi industriali, che va dal 1849 al 1940, tre generazioni che si affermano sullo sfondo di un’Italia in divenire. Con al centro Francesca, donna complessa e imprenditrice poliedrica, che trasmette la propria maestria alla figlia adottiva Nunziata, la più degna della famiglia a ereditarne l’arte.
Il genio narrativo e lirico, la capacità di raccontare la storia e le storie di Maria Orsini Natale – che esordì negli anni Novanta con questo libro prezioso da cui Lina Wertmüller trasse il film omonimo – testimoniano la sua versatilità. Il racconto ha ritmi diversi: incalzante negli episodi quotidiani, più moderato quando narra i riti e le memorie del passato; e tutto si adagia sopra l’avanzare implacabile della grande Storia. La prosa concreta, colorita dalla cultura e dalla lingua parlata che si fa spesso poetica, si modella su una realtà che i personaggi leggono sempre pregna di simboli. E la fortuna delle due donne non è soltanto il segno di una sororità in una società patriarcale, ma è l’espressione di un’intelligenza che fa convivere la modernizzazione con quell’istinto magico di passata memoria.
Francesca e Nunziata è un grande romanzo che si inscrive in quella parte nobile, forse la più nobile, della letteratura italiana in cui l’unicità delle esistenze individuali si specchia nell’universalità del cammino storico.
Maria Orsini Natale (Torre Annunziata, 1928-2010), scrittrice, poetessa e giornalista, ha esordito a 67 anni con Francesca e Nunziata nel 1995, entrando lo stesso anno nella cinquina del Premio Strega. Ha vinto il Premio Oplonti, il Premio Domenico Rea e il Premio Chianti Ruffino. Tra le altre opere: Il terrazzo della villa rosa (1998), La bambina dietro la porta (2000) e Cieli di Carta (2002). sellerio.it
Il libro ha vinto nel 1995 il Premio Oplonti e il Premio Domenico Rea, nel 1996 il Premio Chianti Ruffino.
Nel 2001 dal romanzo è stato tratto il film Francesca e Nunziata, diretto da Lina Wertmüller e interpretato da Sophia Loren, Giancarlo Giannini, Raul Bova e Claudia Gerini

mercoledì 29 maggio 2024

Nella tana del coniglio di Francesca Fialdini, Leonardo Mendolicchio

 

Quando la lotta con il cibo diventa un’ossessione
Sei incontri intimi, a cuore aperto, con persone affette da disturbi del comportamento alimentare. Sei colloqui delicati e potenti in cui le parole acquistano un valore centrale per riflettere i motivi nascosti di un dolore che trasfigura il corpo ma inizia chissà dove. Martha, Benedetta, Marco, Giulia e Anna ci invitano a guardare cosa c’è dentro la tana in cui sono caduti mentre rincorrevano un mito, un ideale di perfezione, un bisogno d’amore, una visibilità. Come Alice inseguiva il coniglio bianco, così ciascuno di loro inseguiva con tenacia un desiderio, senza accorgersi che la corsa cieca lo stava risucchiando dentro un vortice di ossessioni, dentro un buco senza luce. L’intento di questo libro è portare a chiunque una riflessione sull’uso delle parole quando raccontiamo di anoressia, bulimia, binge eating e altre declinazioni dei disturbi del comportamento alimentare, consapevoli che le parole creano le nostre relazioni, propongono un’immagine di noi stessi e danno forma – come un gioco di specchi – alle nostre ansie e paure più profonde. www.railibri.rai.it
  • Anno 2023
  • Genere Salute, famiglia e benessere personale
  • Pagine 221
  • Listino 19,00
  • ISBN 9788839718778

Utopìa - Thomas More

Utopìa (il titolo originale in latino è Libellus vere aureus, nec minus salutaris quam festivus de optimo rei publicae statu, deque nova insula Utopia), è un romanzo di Thomas More (italianizzato Tommaso Moro) pubblicato in latino aulico nel 1516.

Per la scrittura di questo romanzo, in cui è descritto il viaggio immaginario di Raffaele Itlodeo (Raphael Hythlodaeus nell'originale) in una fittizia isola-repubblica, abitata da una società ideale, Tommaso Moro si è particolarmente ispirato all'opera La Repubblica del filosofo greco Platone, anch'essa scritta in forma dialogica. In Utopia, come nell'opera sopracitata, si ha il progetto di una nazione ideale e vengono trattati argomenti come la filosofia, la politica, il comunitarismo, l'economia, l'etica e, più specificatamente, l'etica medica. Ciò che inizialmente ispirò Tommaso Moro alla stesura di Utopia fu, probabilmente, la traduzione dal greco al latino di alcuni scritti di Luciano che egli operò congiuntamente con Erasmo da Rotterdam, in particolare di un dialogo in cui Menippo, un drammaturgo greco, scende negli Inferi e racconta il suo viaggio. L'opera ricalca pure lo schema dell'opuscolo Il volto della luna dei Moralia di Plutarco

Utopia esprime il sogno rinascimentale di una società pacifica dove è la cultura a dominare e a regolare la vita degli uomini. Giunto alla quarta edizione nel 1519, il romanzo venne poi tradotto in tedesco da Claudio Cantiuncula (1524), in fiorentino da Ortensio Lando (1548), in francese da Jean Le Blond (1550) e solo nel 1551 in inglese (da Ralph Robinson). Il titolo dell'opera è un neologismo coniato da Moro stesso, e presenta un'ambiguità di fondo: "Utopia", infatti, può essere intesa come la latinizzazione dal greco sia di Εὐτοπεία, parola composta dal prefisso greco ευ- che significa bene e τóπος (tópos), che significa luogo, seguito dal suffisso -εία (quindi ottimo luogo), sia di Οὐτοπεία, considerando la U iniziale come la contrazione del greco οὐ (non), e che cioè la parola utopia equivalga a non-luogo, a luogo inesistente o immaginario. Tuttavia, è molto probabile che quest'ambiguità fosse nelle intenzioni di Moro, e che quindi il significato più corretto del neologismo sia la congiunzione delle due accezioni, ovvero "l'ottimo luogo (non è) in alcun luogo", che è divenuto anche il significato moderno della parola utopia. Effettivamente, l'opera narra di un'isola ideale (l'ottimo luogo), pur mettendone in risalto il fatto che esso non possa essere realizzato concretamente (nessun luogo).

Utopia è divisa in 54 città (che rimandano alle 54 contee inglesi), tra le quali la capitale Amauroto. Utopia, a differenza dell'Inghilterra, ha saputo risolvere i suoi contrasti sociali, grazie ad un innovativo sistema di organizzazione politica: la proprietà privata è abolita, i beni sono in comune, il commercio è pressoché inutile, tutto il popolo inoltre è impegnato a lavorare la terra circa sei ore al giorno, fornendo all'isola tutti i beni necessari. Il resto del tempo deve essere dedicato allo studio e al riposo. In questo modo, la comunità di Utopia può sviluppare la propria cultura e vivere in maniera pacifica e tranquilla. L'isola è governata da un principe che ha il potere di coordinare le varie istituzioni e di rappresentare il suo popolo. Il governo è affidato a magistrati eletti dai rappresentanti di ogni famiglia, mentre vige il principio (rivoluzionario per l'epoca) della libertà di parola e di pensiero e soprattutto della tolleranza religiosa, che tuttavia si esprime solo verso i credenti: gli atei non sono puniti, ma sono circondati dal disprezzo degli abitanti di Utopia e sono loro precluse le cariche pubbliche. L'isola si basa su una struttura agricola ed è proprio l'agricoltura a fornire i beni utili per industrie, artigianato, ecc. Si produce solo per il consumo e non per il mercato. Oro e argento sono considerati privi di valore e i cittadini non possiedono denaro ma si servono dei magazzini generali secondo le necessità. La città è pianificata in modo tale che tutti gli edifici siano costruiti in egual modo. Esiste la schiavitù per chi commette dei reati. Anche il numero dei figli è stabilito in modo tale che rimanga lo stesso numero di persone. I figli sono accuditi e allevati in sale comuni e sono le stesse madri a occuparsene. Gli utopiani trascorrono il loro tempo libero leggendo classici e occupandosi di musica, astronomia e geometria.

Ancora una volta Moro presenta un'asprissima critica portata avanti da Itlodeo, il quale ritiene che nessuna Repubblica può essere ben governata dal momento in cui esiste la proprietà privata. La società, per funzionare al meglio, deve basarsi su principi di uguaglianza e di giustizia, caratteristiche che vengono a mancare nel momento in cui pochi cittadini vivono nel lusso e nell'agiatezza e molti, ridotti alla fame, sono costretti a lavorare duramente dalla mattina alla sera per pochi soldi. Per quanto riguarda la politica, gli utopiani si affidano a un sistema basato sulle città: tutti gli anni un gruppo di 30 famiglie elegge un magistrato chiamato filarca, che in passato veniva chiamato sifogrante. Dieci filarchi con le loro trecento famiglie sono soggetti ad un magistrato che in precedenza, come spiega Itlodeo, veniva chiamato traninboro, ma successivamente è stato nominato protofilarca. Per quanto riguarda le elezioni del magistrato supremo, ogni città viene divisa in quattro zone ed in ogni zona viene scelto un aspirante da portare a consiglio. Tutti i sifogranti (duecento), dopo aver giurato che la loro scelta ricadrà su chi ritengono migliore, scelgono a suffragio segreto tra i candidati elencati dal popolo. La carica di magistrato supremo è valida per tutta la vita, a meno che l'eletto non sia sospettato di aspirare alla tirannia: in tal caso viene deposto. I traninbori vengono nominati ogni anno, ma non vengono cambiati se non vi sono buoni motivi per farlo; essi si riuniscono in consiglio con il magistrato supremo ogni tre giorni o più spesso se lo ritengono necessario. Ogni famiglia risponde agli ordini del membro più anziano, il quale ha il compito di recarsi al mercato, situato al centro di ogni città, e di prendere il necessario per la propria famiglia. Vestiti, oggetti ed ogni tipologia di genere alimentare sono completamente gratuiti, ma tutti stanno ben attenti a prendere solamente il necessario, poiché non avrebbe alcun senso prendere più di quanto realmente hanno bisogno dal momento in cui possono prendere ciò che vogliono ogni volta che vogliono.

Utopia viene descritta come una repubblica ideale, perfetta, e l'unica che può essere chiamata repubblica, poiché mentre negli altri paesi si parla di interessi pubblici, in realtà si curano solamente gli interessi privati, mentre a Utopia, non esistendo la proprietà privata, ognuno pensa al bene comune. La proprietà privata porta come conseguenza l'avidità: dato che negli altri stati il singolo individuo non è tutelato, esso ha la necessità di provvedere all'accumulo del suo capitale per evitare di cadere in disgrazia. A Utopia, essendo tutto in comune, non vi è pericolo che a qualcuno manchi il necessario fintanto che i magazzini comuni saranno ricolmi. Ciò che non funziona negli altri paesi è l'arricchimento di pochi, oziosi, nobili che non fanno altro che circondarsi da fannulloni e non svolgono alcun tipo di mestiere, mentre i poveri lavoratori non hanno alcuna tutela nel caso si ammalino e quando, costretti dalla vecchiaia, hanno bisogno di abbandonare il loro lavoro. L'ingiustizia consiste nel fatto che lo stato premia chi vive nell'ozio e nel lusso, anziché chi lavora per il benessere dello stato o della stessa comunità.

  • Thomas More, Utopia (1516),
  • a cura di Luigi Firpo, 
  • collana 'Utopisti 4' diretta da Luigi Firpo, 
  • Guida, Napoli 1979. 
  • Bross. ed. ill., cm 22x14, pp. 330. - 
  • ISBN: 9788870420914

MARIA ROSARIA PUGLIESE - OMICIDIO AD ALTA QUOTA

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Maria Rosaria Pugliese, nasce a Napoli, forse per questo nel suo ultimo giallo “Omicidio ad alta quota”, Frilli editore, la Campania e la costiera non potevano mancare. Brevi cenni ma quei colori, quei profumi, arrivano prepotenti al lettore che può percepirne l’amore e la bellezza

Il commissario Nino de Santis, meridionale di nascita, presta la sua opera alla Questura di Milano, con la moglie meneghina Laura e la figlia Martina. Non ama gli aerei, nutre una profonda paura per quell’aquila d’acciaio che gli impedisce di tenere i piedi ben saldi sulla terra, ma ironia della sorte una morte sospetta avviene proprio ad alta quota.

Giosafat Gori, proprietario della Mondial Glamor ed indiscusso portavoce della moda italiana nel mondo, durante un volo Milano – New York, viene avvelenato. Per il commissario ed il suo braccio destro, l’ispettore Paolo Lezzi, sarà una sfida difficile. Un mondo quello della moda sconosciuto e carico di ipocrisie si svelerà subito ai loro occhi. I soci Galbiati e Castelli saranno i primi sospettati, ma è al privato di Giosafat che il commissario volgerà lo sguardo. In aiuto una vecchia agenda ritrovata per caso dalla figlia Margot. http://www.dalloscaffalealweb.it/2020/03/03/omicidio-ad-alta-quota-di-maria-rosaria-pugliese/

“Stava bene attento alla salute e alla forma fisica. Ci teneva a mantenersi snello. Non dimostrava i suoi cinquantacinque anni e neppure se li sentiva. Nel mondo frivolo della moda, la gradevolezza dell’aspetto è un must”.

Omicidio ad alta quota è un giallo affascinante, ambientato nel difficile e complesso mondo della moda e non solo, descritto con particolare conoscenza. La trama è solida e ben articolata, i personaggi sono ben descritti nelle loro intime caratteristiche. Ne risulta una lettura che trascina il lettore in un vortice di sensazioni e di emozioni, fino al finale che giunge inaspettato e che rende il libro degno di essere gustato a fondo.

BECKETT E IL SUO “FILM” - UN SILENZIO VISIVO di Alberto Castellano e Filomena Saggiomo.

È in tutte le librerie d’Italia e sui canali di distribuzione online il volume BECKETT E IL SUO “FILM” - UN SILENZIO VISIVO di Alberto Castellano e Filomena Saggiomo. Un saggio di circa 100 pagine pubblicato dalla napoletana Phoenix Publishing.

Nel 1964, a 68 anni, Buster Keaton interpretò “Film”, un cortometraggio senza dialoghi scritto da Samuel Beckett, il drammaturgo irlandese autore di “Aspettando Godot”. Anche se fu completato e presentato in anteprima al Festival di Venezia nel 1965, il film si rivelò diverso rispetto a ciò che Beckett, il produttore Barney Rosset, il regista Alan Schneider e il direttore della fotografia Boris Kaufman avevano pianificato. “Film”, poi, dopo molti anni ha avuto un completo restauro digitale in 4K ad opera dell’UCLA Film & Television Archive con la supervisione del regista e restauratore Ross Lipman. Nel 2013, durante il restauro, Lipman e la Milestone cominciarono a lavorare su Notfilm, un documentario lungometraggio che raccontasse la storia travagliata e incredibile che sta dietro la produzione della pellicola e ricostruisse la versione originale di Beckett, utilizzando una sorprendente collezione di ricordi e testimonianze.

Il libro di Alberto Castellano e di Filomena Saggiomo ricostruisce l’avventurosa realizzazione di Notfilm sull’altrettanto avventuroso film con Keaton. La prima parte è dedicata a un’analisi semiologica di “Film”, mentre la seconda documenta il complesso lavoro di restauro di Lipman con un’intervista a lui e comprende anche un saggio sul film. In appendice, Waiting for Silence e Not Sound, due testi del compositore Antonello Paliotti, ispirati dalla singolare congiunzione intellettuale tra Beckett e il musicista americano John Cage, con le relative partiture musicali. 

Alberto Castellano - Saggista e critico cinematografico, ha scritto per circa 20 anni per Il Mattino di Napoli e attualmente collabora con alias (supplemento settimanale de il manifesto). Autore di numerosi saggi e volumi dedicati a Franchi e Ingrassia, Douglas Sirk, Carlo Verdone, Clint Eastwood, Paul Schrader, alla comicità e al doppiaggio, è stato professore a contratto di Semiologia del Cinema all’Università di Fisciano-Salerno e ha fatto parte di giurie Fipresci (Federazione della Critica Internazionale) in numerosi festival.

Filomena Saggiomo - Laureata in lingue e letterature straniere all’Istituto Orientale di Napoli nel 1983, nel 1985 ha collaborato all’elaborazione del progetto Exodus, comunità itinerante per adolescenti tossicodipendenti ideato da Don Antonio Mazzi presso l’Istituto Don Calabria di Milano. È stata docente di Geografia Economica e di Inglese presso l’ITC F. Viganò di Merate (Lecco) e docente di Inglese e di Geografia turistica nei corsi diurni e serali dell’Istituto Alberghiero S.P. Malatesta di Rimini.

Dal 2014 riveste il ruolo di Dirigente scolastico del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti C.P.I.A. 1 di Rimini.

  • Phoenix Publishing
  • Via Raffaele Morghen, 41 80129 Napoli
  • www.phoenixproduzioni.com
  • Beckett e il suo Film – Un silenzio visivo
  • Alberto Castellano, Filomena Saggiomo
  • Collana: Partenope
  • Pagine: 92
  • Formato: 148x210
  • EAN: 978-88-944808-2-5
  • Uscita: maggio 2020

lunedì 27 maggio 2024

Jonathan Safran Foer - SE NIENTE IMPORTA

Jonathan Safran Foer, da piccolo, trascorreva il sabato e la domenica con sua nonna. Quando arrivava, lei lo sollevava per aria stringendolo in un forte abbraccio, e lo stesso faceva quando andava via. Ma non era solo affetto, il suo: dietro c'era la preoccupazione costante di sapere che il nipote avesse mangiato a sufficienza. La preoccupazione di chi è quasi morto di fame durante la guerra, ma che è stato capace di rifiutare della carne di maiale che l'avrebbe tenuto in vita perché non era cibo kosher, perché "se niente importa, non c'è niente da salvare". Il cibo per lei non è solo cibo, è "terrore, dignità, gratitudine, vendetta, gioia, umiliazione, religione, storia e, ovviamente, amore". Una volta diventato padre, Foer ripensa a questo insegnamento e inizia a interrogarsi su cosa sia la carne, perché nutrire suo figlio non è come nutrire se stesso, è più importante.

Questo libro è il frutto di un'indagine durata quasi tre anni che l'ha portato negli allevamenti intensivi, visitati anche nel cuore della notte, che l'ha spinto a raccontare le violenze sugli animali e i venefici trattamenti a base di farmaci che devono subire, a descrivere come vengono uccisi per diventare il nostro cibo quotidiano. In un libro che è insieme racconto, inchiesta e testimonianza, Foer invita tutti alla riflessione, indicando nel dolore degli animali e soprattutto nella nostra sensibilità verso chi è "inerme" e "senza voce" il discrimine fra umano e inumano, fra chi accetta senza discutere le condizioni imposte dall'allevamento industriale e chi le mette in discussione."Gli orrori quotidiani dell'allevamento intensivo sono raccontati in modo così vivido che chiunque, dopo aver letto il libro di Foer, continuasse a consumare i prodotti industriali dovrebbe essere senza cuore o senza raziocinio."  J.M. Coetzee  "L'appello di Foer per un vegetarianismo di tipo etico è molto coinvolgente... Una solida e sconfortante indagine, con una forza di persuasione che scuoterà tutti coloro che mangiano carne." Kirkus Reviews  www.guanda.it

  • ISBN 9788860881137
  • Collana BIBLIOTECA DELLA FENICE
  • Casa Editrice GUANDA
  • Dettagli 370 pagine, Brossura 

mercoledì 22 maggio 2024

Flavio Lucibello - Quei semplici, preziosi attimi di normalità

Due storie lontane, due destini diversi, e un filo rosso che unisce i due racconti.
Quei semplici, preziosi attimi di normalità è la storia di una giovane violinista ebrea che si ritrova a vivere il dramma della Seconda guerra mondiale e dell’olocausto, dall’invasione dell’Austria all’epilogo finale. Qui la musica ha un ruolo centrale, a cui è legato indissolubilmente il destino di Anna, la protagonista. Dalla Filarmonica di Vienna all’Orchestra femminile di Auschwitz-Birkenau, fino al bombardamento di Dresda il violino sarà la zattera a cui aggrapparsi per provare ad attraversare quel mare in tempesta.
Le ultime note è, invece, ambientato nella Berlino moderna, che porta ancora i segni dell’ultima guerra mondiale e dei successivi lunghi anni della Guerra Fredda. In una città che non può e non vuole dimenticare, riaffiorano tracce del passato attraverso uno spartito finito, chissà come, in un pianoforte. Una giovane pianista si trova, casualmente, al centro di fatti che fanno riaffiorare una terribile storia, vissuta da un suo omologo sessanta anni prima www.capponieditore.it
  • Capponi Editore
  • Collana: Narrativa
  • Anno edizione: 2024
  • In commercio dal: 10 aprile 2024
  • Pagine: 148 p., Brossura
  • EAN:9791256380060

martedì 21 maggio 2024

Non chiedere perché - Franco Di Mare

Serve un pizzico di follia per inseguire, nella vita, quello che a tutti appare un sogno irragionevole. Questa storia si sviluppa a Sarajevo, in piena guerra fratricida della ex Jugoslavia, nell'estate del 1992, quando i cecchini sono appostati dietro ogni persiana, le granate dilaniano interi quartieri, persino arrampicarsi su un albero può essere letale: c'è chi muore perché non ha saputo resistere alla tentazione delle ciliegie. Con la ferita di un matrimonio fallito ancora aperta, Marco De Luca è l'unico fra i suoi colleghi giornalisti ad aver accettato l'incarico di inviato per la televisione italiana in questo inferno. Raccontare la complessità dei Balcani in novanta secondi al Tg è impossibile, perciò non resta che denunciare l'inaudita barbarie. Come quella del bombardamento sull'orfanotrofio, dove Marco si precipita a realizzare un servizio. Ma questa volta il filmato, paradossalmente, non ha nulla di drammatico. Come è possibile? In quella camerata piena di culle, Marco è rimasto colpito da un particolare che nessuno ha notato: c'è un'unica bimba bruna, mentre tutti gli altri sono biondi. E proprio quella bimba bruna lo spinge a inseguire, con un pizzico di follia, quello che a tutti appare un sogno irragionevole. Questa storia, ispirata a vicende realmente accadute, ruota attorno a un formidabile atto d'amore che, a dispetto delle bombe e della burocrazia, si è potuto compiere grazie all'aiuto provvidenziale di due donne e alla determinazione incrollabile di un uomo. www.ibs.it
:
  • Non chiedere perché - Franco Di Mare
  • Editore: Rizzoli
  • Collana: BUR Best BUR
  • Anno edizione: 2015
  • Formato: Tascabile
  • In commercio dal: 15 gennaio 2015
  • Pagine: 304 p., Brossura
  • EAN: 9788817079440
  • Franco Di Mare Non chiedere perchè  

“Un passo alla volta. Oggi è andata bene, e domani sarà lo stesso. Tu affrontala così e tutto andrà bene. Anche per andare lontano bisogna mettere un piede avanti all’altro. E sempre uno alla volta”

sabato 18 maggio 2024

:Andrea Vitali - Di Ilde ce n'è una sola

In luglio a Bellano fa un caldo della malora. L’aria è densa di umidità e il cielo una cappa di afa. Eppure l’acqua che scorre rombando tra le rocce dell’Orrido è capace di tagliare in due il respiro, perché è fredda gelata, certo, ma anche perché nelle viscere della roccia il fiume cattura da sempre i segreti, le passioni, gli imbrogli, le bugie e le verità che poi vorrebbe correre a disperdere nel lago, sempre che qualcuno non ne trovi prima gli indizi. Come per esempio una carta d’identità finita nell’acqua chissà come e chissà perché. Brutta faccenda. Questione da sbrigare negli uffici del comune o c’è sotto qualcosa che compete invece ai carabinieri? Alla fine, a sbrogliare la matassa ci pensa Oscar, operaio generico, capace cioè di fare tutto ma niente di preciso, che da sei mesi è in cassa integrazione e snocciola le giornate sul divano con addosso le scarpe da lavoro, con la punta grossa. In quel luglio del 1970, offuscato dal caldo e dalle ombre tetre della crisi economica, armato della sua curiosità ottusa Oscar fa luce sui movimenti un po’ sospetti di Ilde, la giovane moglie dal caratterino per niente facile, che forse sta solo cercando il modo di tirare la fine del mese come può. In Di Ilde ce n’è una sola, Andrea Vitali torna ai fatidici anni Settanta, alle ristrettezze che seguono il boom economico, alle fatiche di far quadrare il bilancio di casa, all’irridente spavalderia di chi invece ce l’ha fatta e crede di aver domato il mondo e l’avvenire. Con l’umorismo spesso salace della sua scrittura, Vitali ci regala un’altra pagina del suo interminabile romanzo lacustre, specchio di vite semplici e reali in cui può riconoscersi ognuno di noi.  www.garzanti.it
  • Editore: Garzanti
  • Collana: Super G
  • Anno edizione: 2022
  • Formato: Tascabile
  • In commercio dal: 24 febbraio 2022
  • Pagine:160 p., Brossura
  • EAN: 9788811812760
«Chapeau a Andrea Vitali, inesauribile tessitore di trame.»
ttL La Stampa - Bruno Quaranta

«Secondo me, Vitali sorpassa con la sua levità Guareschi.»
«Il suo è puro gioco narrativo con momenti di alto virtuosismo.»
Antonio D'Orrico, «La lettura – Corriere della Sera»

«Un grande narratore che, come Piero Chiara e Mario Soldati, sa raccontare la profondità della superficie.»
Bruno Quaranta, «Tuttolibri»

«La forza delle storie di Andrea Vitali nasce da una innata capacità di ascolto delle vicende della gente comune che egli trasforma in prodigiosa azione romanzesca.»
Fulvio Panzeri, «Avvenire»
Andrea Vitali è nato a Bellano nel 1956. Medico di professione, ha esordito nel 1989 con il romanzo Il procuratore, che si è aggiudicato l’anno seguente il premio Montblanc per il romanzo giovane. Nel 1996 ha vinto il premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti. Approdato alla Garzanti nel 2003 con Una finestra vistalago (premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio Bruno Gioffrè 2004), ha continuato a riscuotere ampio consenso di pubblico e di critica con i romanzi che si sono succeduti, costantemente presenti nelle classifiche dei libri più venduti, ottenendo, tra gli altri, il premio Bancarella nel 2006 (La figlia del podestà), il premio Ernest Hemingway nel 2008 (La modista), il premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante, il premio Campiello sezione giuria dei letterati nel 2009, quando è stato anche finalista del premio Strega (Almeno il cappello), il premio internazionale di letteratura Alda Merini, premio dei lettori, nel 2011 (Olive comprese). Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia, nel 2015 il premio De Sica e nel 2019 il Premio Giovannino Guareschi per l’Umorismo nella Letteratura.

Premio Bancarella Sport 2024

Il volume “Al di là del muro - storie e leggende del volley azzurro” di Maurizio Nicita è tra i sei finalisti del Premio Bancarella Sport 2024. Il libro scritto dal giornalista catanese e patrocinato dalla Federazione Italiana Pallavolo, racconta sia le leggendarie imprese di Ferdinando De Giorgi e dei suoi compagni di prima e degli allievi di poi, sia quelle messe in atto da Eleonora Lo Bianco, Elisa Togut e compagne dopo lo storico trionfo ai Campionati del Mondo del 2002.
Un attento focus anche da Andrea Zorzi ad Alessandro Michieletto, da Francesca Piccinini a Miriam Sylla; nel libro, tra gli altri, è stata raccontata anche la storia del nostro Paese, per scoprire, in realtà, tutto quello che c’è al di là del muro.

La fortunata collaborazione tra Maurizio Nicita, la casa editrice Minerva e la Fipav, ha permesso a un libro dedicato alla pallavolo di entrare per la prima volta nella storia tra i finalisti del prestigioso premio. 

Oltre ad “Al di là del muro – storie e leggende del volley azzurro”, i vincitori del 61° Premio Selezione Bancarella Sport che si contenderanno il gradino più alto del podio il 20 luglio sono:
  • 8.000 metri di vita” di Simone Moro (Alpinismo)
  • I tre - Federer, Nadal, Djokovic e il futuro del tennis” di Sandro Modeo (Tennis)
  • La Piuma del Ghetto” di Antonello Capurso (Pugilato)
  • Luciano Spalletti - il vincente” di Enzo Bucchioni (Calcio)
  • Un altro calcio è ancora possibile” di Riccardo Cucchi (Calcio)

I vincitori dell’ultima edizione sono stati Sara Simeoni e Marco Franzelli con “Una vita in alto”. www.federvolley.it
AL DI LÀ DEL MURO Storie e leggende del volley azzurro
Le donne, i cavalier, i muri e le schiacciate. Immergetevi in un racconto che vi renderà orgogliosi di essere italiani. Le Nazionali azzurre di pallavolo da quasi mezzo secolo sono fra le più forti al mondo e vantano quattro titoli iridati con gli uomini e uno con le donne. Nessuna disciplina in Italia è così inclusiva, paritaria e vincente: un movimento popolare e capillare nella sua presenza sul territorio. Qui raccontiamo delle imprese leggendarie di De Giorgi e dei suoi compagni di prima e degli allievi di poi. E di Lo Bianco, Togut e quelle splendide ragazze che si sono prese il mondo. Da Zorzi a Michieletto, da Piccinini a Sylla, attraversiamo la storia anche del nostro Paese per scoprire tutto quello che c’è al di là del muro.

venerdì 17 maggio 2024

Franco Di Mare - Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi

La guerra è la malattia del mondo. Appena scoppia, è causa immediata di dolori infiniti, disastri, morte.

Ma le guerre continuano a mietere vittime anche dopo che finiscono. Ne è un tragico esempio la “Sindrome dei Balcani”, la lunga serie di malattie provocate dall’esposizione ai proiettili con uranio impoverito o dall’inalazione di particelle d’amianto rilasciate nell’aria in seguito alla distruzione di palazzi e complessi industriali. È accaduto durante i conflitti esplosi in ex Jugoslavia e Kosovo: piccole particelle infinitesimali, invisibili agli occhi, che una volta entrate nel corpo di soldati, civili e persino reporter non lasciano scampo. A distanza di molti anni si ripresentano quasi fossero un prolungamento dell’orrore bellico, e colpiscono. Proprio come è successo all’autore del libro che stringete tra le mani.

In questo breve ma densissimo volume Franco Di Mare passa in rassegna parole-chiave quali “assenza”, “memoria”, “resilienza”, “amore”, “storia”. E nel farlo affianca alle riflessioni la potenza del racconto, nutrito dalle emblematiche vicende a cui ha assistito sul campo nei tanti anni da inviato: vicende che lo hanno segnato e adesso riecheggiano nella battaglia contro il male dentro di lui.

Le parole per dirlo raccoglie il vissuto di chi ha attraversato la Storia mentre questa scriveva le sue pagine più dure. Ma è anche il diario di bordo di una vita costellata di incontri esemplari, capaci di urlare il loro sdegno per la guerra e restituire il senso più profondo dell’amicizia, dell’affetto e della solidarietà tra esseri umani.

“Ci confermiamo comunità umana ogni volta che riusciamo a leggere il bisogno negli occhi di un altro, e lo aiutiamo a sottrarsi alla propria assenza.”www.semlibri.com/libri

  • Data di pubblicazione: 30 Aprile 2024
  • Pagine 112
  • Prezzo: 15,00 €
  • ISBN: 9788893906166
  • ISBN Ebook:m9788893906470
  • giovedì 16 maggio 2024

    Hanif Kureishi - Uno zero


    • Uno zero
    • di Hanif Kureishi (Autore)
    • Davide Tortorella (Traduttore)
    • Bompiani, 2017

    Waldo, celebre regista con una vita vorticosa e una carriera di successi e premi alle spalle, per nulla rassegnato alla mortificazione di dover passare la vecchiaia da recluso in casa, è intossicato dal sospetto che la devota moglie Zee, ancora bellissima e molto più giovane di lui, abbia un amante, Eddie: un giornalista cinematografico più sveglio che competente, un parassita annidatosi nelle loro esistenze con il pretesto di rendersi utile. Diventato voyeur della propria dimora e della propria quotidianità, l'udito amplificato da un apparecchio e teso a interpretare qualunque fruscio, Waldo accumula con pazienza le prove del tradimento e medita una vendetta squisita. "Com'è banale, e sconvolgente e rassicurante, svegliarsi e scoprire che la tua amata è diventata un'estranea che ama un estraneo." E com'è sorprendente la maniera in cui Kureishi punta il suo sguardo corrosivo sulla condizione umana, su come si affronta il passare del tempo, sulla vita di coppia messa alla prova dalla vita come dalla prospettiva della morte. Una commedia nera di sesso e perdono, rabbia e narcisismo, decadenza e consolazione.  www.ibs.it

    Jean-Michel Guenassia - La vita sognata di Ernesto G.

    Joseph Kaplan, ebreo praghese, viene spinto dal padre a specializzarsi a Parigi in Biologia.Il prestigioso istituto Pasteur gli offre una posizione di ricercatore nella sede di Algeri e qui incontra Christine, la fidanzata di un amico, attrice teatrale e femminista intransigente.Brillante e infaticabile, Kaplan si guadagna la stima del direttore dell’istituto, che allo scattare delle leggi razziali istituite dal governo Pétain lo spedisce in un remoto avamposto di ricerca, salvandogli la vita. Ad Algeri, a guerra finita, Joseph ritrova Christine e le chiede di partire con lui: destinazione Praga, dove spera di ritrovare il padre di cui non aveva più notizie da anni. Nella Praga della ricostruzione e dell’ideale socialista, Joseph e Christine trovano amici e un equilibrio che culmina nella nascita di due bambini. Kaplan viene eletto deputato, è un medico stimato e conosciuto. Hanno inizio però le purghe interne al Partito: Christine scompare con il figlio più piccolo e accanto a Joseph rimangono Helena, la figlia maggiore, e Tereza, la moglie dell’amico Pavel. È questa lacomposizione della famiglia di Kaplan quando lo ritroviamo, direttore di un sanatorio in campagna,alle prese con un paziente moribondo inviatogli direttamente dai vertici del Governo. Il paziente misterioso è Ernesto G., e tra lui e Helena nasce un amore. Impossibile.
    “ Il vantaggio, con le persone che ti amano, è che ti capiscono meglio di te stesso. E, se proprio non ti capiscono, resta il fatto che ti amano” (pag.179).
    • Francesco Bruno (Traduttore) 
    • Salani editore, 2013
    • COLLANA ROMANZI SALANI
    • GENERE Narrativa generale, Graphic, fumetti e umorismo
    • EAN 9788867153077
    • PAGINE 514
    • FORMATO Brossura fresata con alette

    mercoledì 15 maggio 2024

    "Libri di Primavera - 2024" | Comune di Arce

     Appuntamenti: LIBRI DI PRIMAVERA
    Sabato 18 maggio
    🕞Ore 18
    👉Sala Teatro Corso Umberto I
    💥💥ANGELO RUBANO💥💥
    📕Nonno, mi racconti la Guerra? - Editore Centro Documentazione e Studi Cassinati
    📆Domenica 19 maggio
    🕞Ore 18
    👉Sala Teatro Corso Umberto I
    💥💥TERESA CUSANO💥💥
    📕Il Mare del Silenzio - Editore Biblios Comune di Arce
     
    Sabato 11 maggio

    • Ore 18
    • 👉Sala Teatro Corso Umberto I
    • 💥💥Paul Thiebault - Raimondo Rotondi💥💥
    • 📕L'Invasione francese nel Regno di Napoli
    • D'amico Editore
    Sabato 11 maggio
    • 🕞Ore 21
    • 👉Sala Teatro Corso Umberto I
    • 💥💥Sigfrido Ranucci💥💥
    • 📕La Scelta
    • Editore Bompiani
    Domenica 12 maggio
    • 🕞Ore 18
    • 👉Sala Teatro Corso Umberto I
    • 💥💥Alessio Marzilli💥💥
    • 📕Cercasi Piddì disperatamente
    • Editore Cairo

    Arce protagonista di un altro importante appuntamento culturale che vede la partecipazione di personalità di grande rilievo.
    L’Amministrazione comunale, tramite l’Assessorato alla Cultura, dopo il successo della scorsa edizione, presenta da sabato 11 maggio a sabato 1° giugno la rassegna letteraria "Libri di Primavera - 2024".
    L'iniziativa si inserisce nella campagna nazionale di sensibilizzazione al valore della lettura promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo nel mese di maggio e si avvale del patrocinio della Regione Lazio e la collaborazione dell'Associazione Culturale "La Lanterna". Comune di Arce

    mercoledì 8 maggio 2024

    Frans De Waal - L'ultimo abbraccio. Che cosa ci dicono di noi le emozioni degli animali

    «Un libro commovente e generoso, traboccante di informazioni sulla vita degli animali, uomo compreso.» - Yuval Noah Harari, New York Times

    “Chiunque dichiari di sapere che cosa provano gli animali non ha la scienza dalla sua parte.” È con questa premessa che l’autore racconta di numerosi studi sugli scimpanzé che mettono in luce aspetti incredibili su questa specie così diversa da noi, ma nel contempo simile.. 

    “La paura che prova un pesce è la stessa che prova un cavallo?” Questa è una delle tante domande che de Waal ci sprona a porci per ragionare fuori dai nostri schemi da umani. Ad esempio, potremmo pensare che l’autocontrollo riguardi solo noi. Considerare spesso gli animali come creature istintive, prive dei freni inibitori che solo noi siamo capaci di applicare. Secondo alcuni filosofi, infatti, a contraddistinguere la nostra specie sarebbe proprio la capacità di controllare e sopprimere gli impulsi. L’autore spiega che seguire ciecamente le proprie emozioni risulterebbe tutt’altro che adattativo per qualsiasi specie animale. Sarebbe qualcosa di paragonabile a una mina vagante? Se un gatto agisse sempre d’impulso rincorrendo la preda anziché facendo l’agguato, i suoi tentativi non andrebbero quasi mai a buon fine.

    Frans de Waal, etologo e primatologo di fama internazionale, ha scelto qui di approfondire il tema straordinariamente affascinante della vita emotiva degli animali. Il libro inizia con la morte di Mama, la scimpanzé legata da una profonda amicizia al biologo Jan van Hoof. Quando Mama era in punto di morte, van Hoof ha deciso di congedarsi da lei con un ultimo abbraccio, a cui Mama ha risposto con un sorriso. Questa e altre vicende simili formano il nucleo della tesi dell’autore: gli esseri umani non sono l’unica specie capace di esprimere amore, odio, paura, vergogna, disgusto ed empatia.

    De Waal sottolinea la continuità esistente tra noi e le altre specie, proponendo un’interpretazione radicale per cui le emozioni sarebbero come i nostri organi: gli esseri umani non hanno nessun organo in più rispetto agli altri animali, e lo stesso vale per le emozioni. L’invito è ad aprire il cuore e la mente, a notare le moltissime connessioni esistenti tra la nostra e le altre specie e a cambiare il modo di vedere il mondo che abbiamo intorno. con 25 disegni e un dodicesimo di figure b/n fuori testo www.ibs.it

    • Allegra Panini (Traduttore) 
    • Raffaello Cortina Editore, 2020
    • Collana: Scienza e idee
    • Anno edizione: 2020
    • Pagine: 390 p., ill. , Brossura
    • EAN: 9788832851496

    lunedì 6 maggio 2024

    Premio nazionale di Poesia dialettale “Silvana Mottura” 2024

     PREMIO NAZIONALE DI POESIA DIALETTALE “SILVANA MOTTURA” 6a EDIZIONE 2024

    L’Amministrazione Comunale di Tuglie (Lecce) – Assessorato alla Cultura, la Biblioteca Comunale “Fiore Tommaso Gnoni” di Tuglie, il Servizio Civile Universale, gli operatori volontari del “La Compagnia del Libro”, in collaborazione con la famiglia Campa-Mottura, al fine di valorizzare le risorse dialettali, patrimonio inestimabile di cultura e strumento di identità territoriali, promuovono e organizzano la 6a edizione del Premio nazionale di Poesia dialettale “Silvana Mottura”, in memoria della compianta poetessa e maestra. La manifestazione si svolge sotto l’egida dell’Università del Salento. - Biblioteca Comunale "F.T.Gnoni" di Tuglie

    BANDO E REGOLAMENTO

    1. Il concorso letterario è rivolto a tutti coloro che abbiano compiuto il 18° anno di età, residenti in Italia o all’estero.


    2. Il concorrente dovrà inviare due componimenti in lingua dialettale che non siano stati presentati nelle precedenti edizioni del Premio. Sono ammessi tutti i dialetti nazionali. Ciascun testo non dovrà superare approssimativamente i cinquanta versi. 


    3. Il tema dei componimenti è libero.


    4. I componimenti dovranno essere accompagnati dalla traduzione in italiano.


    5. Le opere dovranno essere frutto dell’ingegno dell’autore partecipante. Si chiede, pertanto, di compilare l’allegato 1 presente a fine bando. 


    6. La partecipazione al concorso vale come espressa e indiscussa autorizzazione ai soggetti organizzatori a pubblicare le opere premiate sui siti e pagine social collegati all’evento e per eventuali pubblicazioni (vedi allegato 1).


    7. La Biblioteca comunale di Tuglie e i suoi partner di progetto non sono responsabili di eventuali plagi.


    8. Coloro che intendono partecipare al concorso dovranno inviare alla Segreteria dello stesso il file digitale dei componimenti comprensivo della traduzione in italiano, SENZA LA FIRMA DELL’AUTORE e NECESSARIAMENTE IN FORMATO .WORD, all’indirizzo di posta elettronica concorsosilvanamottura@comune.tuglie.le.it, con richiesta di conferma e lettura. Il mancato rispetto delle prescrizioni di formato pregiudica la partecipazione.


    9. Le opere dovranno pervenire in formato digitale come sopra indicato entro le ore 18.00 del 20 MAGGIO 2024, pena l’esclusione dal concorso.

    10. La Segreteria del Premio provvederà a registrare riservatamente la documentazione pervenuta e a mettere a disposizione della Giuria i soli testi poetici coperti da anonimato.


    11. Le opere saranno valutate da un’apposita giuria nazionale di esperti, nominata dai Responsabili del Progetto, che selezioneranno i finalisti, i quali verranno premiati nel corso della serata conclusiva. I componenti della Giuria saranno resi noti il giorno della premiazione.


    12. Il giudizio della Giuria è insindacabile.


    13. I nomi dei finalisti e dei concorrenti eventualmente segnalati per menzioni di merito saranno comunicati tramite mail e resi noti sulle pagine social della Biblioteca. 


    14. Al vincitore assoluto verrà assegnato un premio di euro 500, al secondo classificato un premio di euro 300 e al terzo di euro 200. Il montepremi è messo in palio dalla famiglia Campa-Mottura. A tutti i premiati verrà rilasciato un attestato di merito.


    15. La partecipazione al Concorso è gratuita; non sono previste quote di partecipazione.


    16. La data, il luogo e le modalità della cerimonia di premiazione saranno comunicate a tempo debito a tutti i partecipanti. 


    In conclusione e per maggiore chiarezza, l’e-mail, che avrà per oggetto la dicitura “Premio Silvana Mottura”, dovrà contenere in un unico file:

    1. i due componimenti in lingua dialettale in formato .word e senza la firma dell’autore;

    2. le relative traduzioni in italiano in formato .word e senza la firma dell’autore;

    3. allegato 1: domanda di partecipazione, con relative dichiarazioni di cui al bando.

    I Responsabili del Progetto
    Massimo Campa - Famiglia Campa Mottura 

    Massimo Stamerra – Sindaco
    Silvia Romano - Assessore alla Cultura 

    Gabriella Gnoni – Direttrice Onoraria della Biblioteca
    Antonio Rima – Responsabile OLP dello SCU
    Irene Pisanello - Docente Istituto Comprensivo Collepasso/Tuglie
    Rossella Gnoni - Rappresentante "Compagnia del Libro APS"
    Ilaria Pisanello –  Coordinatrice del progetto

    Consulenza Scientifica

    Prof.ssa Sabina Tuzzo – Ordinario di Lingua e letteratura latina presso l’Università del Salento

    Prof. Giovanni Leuzzi – Ordinario di lingua e letteratura italiana nei licei, scrittore e studioso di lingua dialettale e storia delle tradizioni popolari

    Prof.ssa Annalucia Cudazzo – Dottoranda presso il Dipartimento di Scienze cognitive dell’Università di Messina


    domenica 5 maggio 2024

    Capua il Luogo della Lingua festival 2024

    La diciannovesima edizione del Festival letterario che dal 2005 parla dei linguaggi contemporanei nella città del #placitocapuano si apre con quattro giorni dedicati a quattro protagonisti del nostro tempo:

    il musicista, artista e compositore, docente al Conservatorio Marco Zurzolo, (mercoledì 22 alle 18,30 all'Auditorium Martucci - Gesú Gonfalone), la scrittrice e attivista dei diritti umani Sabrına Efıonay (giovedì 23 alle 18,30 al Museo campano), il giornalista Lorenzo Tosa, tra i più seguiti sul web, (venerdì 24 alle 18,30 al Museo Campano), il giornalista d'inchiesta autore e conduttore di Report, il programma televisivo che ha fatto la storia nell'ambito del giornalismo investigativo in tv, Sigfrido Ranucci (sabato 25 ore 18,30 al Museo campano) che riceverà il Premio Placito Capuano 2024.
    Attraverso i loro libri, come sempre, senza dimenticare il passato, cercheremo di indagare sul presente per immaginare un futuro possibile.
    Lo faremo insieme al pubblico affezionato e ai giovani studenti di tutte le scuole superiori di #capua, il LICEO Salvatore PIZZI, il Liceo Musicale di Capua "L. Garofano", l'IT Giulio Cesare Falco, l' ISIS Federico II Capua, quest'anno ancora di più vicine al nostro Festival grazie al #pattoperlalettura di #capuacittàchelegge che con il Centro per il libro e la lettura celebra IlMaggioDeiLibri
    Lo faremo in collaborazione con: Centro Diurno del Dipartimento di Salute mentale di Capua, Città Irene - Cooperativa di solidarietà sociale ONLUS, Centro Fernandes, Associazione culturale Giuseppe Martucci, con il sostegno del Circolo dei lettori di Capua e Mater bistrot - Cose d'Interni Libri e della BCC Terra di Lavoro.
    Gli incontri seguiti dalle telecamere di Grand Tour Campania si svolgeranno in due luoghi importanti della nostra città:
    l' Auditorium Martucci del Gesú Gonfalone, tempio della musica a #capua e il Museo Campano, simbolo del ruolo di capoluogo culturale che la Città di Capua ha sempre avuto come testimone privilegiata del passaggio della Storia nella nostra Provincia di Caserta e che quest''anno celebra i 150 anni dell'istituzione del Museo, oggi diretto da Gianni Solino.
    Presto il programma completo su