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#AnniNOVANTA

martedì 29 ottobre 2024

Daniela D’Andrea - La Tribù dei piedi scalzi e il mistero di Punta Leucosia

"La Tribù dei piedi scalzi e il mistero di Punta Leucosia” è il nuovo libro della scrittrice Daniela D’Andrea. Con una prefazione del giornalista Nino Randisi, il volume edito da da Rossini del gruppo Santelli, narra la storia di “ una terra baciata dagli dèi, che conserva ancora intatte le sue bellezze naturali” che è il Cilento
Qui un piccolo gruppo di bambini vive avventure incredibili e fantastiche. Dove finisca la realtà ed inizi la fantasia nessuno lo sa: storia, mito e leggenda si fondono e si confondono in un intreccio appassionante di indizi e misteri. 
Protagonisti inconsapevoli di eventi che affiorano da un antico passato, sono quattro ragazzini (che amano farsi chiamare la Tribù dei Piedi Scalzi) che affrontano mille pericoli e peripezie. 
L'AUTRICE
Daniela D'Andrea nata a Napoli nel 1975, ha avuto la fortuna di trascorrere 4 mesi all’anno, dall’infanzia all’adolescenza, nella terra nella quale è ambientato il romanzo: il Cilento. Le motivazioni che l’hanno spinta a scrivere sono sostanzialmente due: l'amore viscerale per questa regione, per la sua storia, per  le sue leggende e per la sua gente e il desiderio di far appassionare bambini e ragazzi (ma anche e soprattutto gli adulti!) alla tutela e alla conservazione del suo patrimonio storico, artistico, archeologico e marino. Nel romanzo sono presenti tutte le sue passioni tra le quali: il mare, la vela, l’archeologia classica e subacquea, la storia, i miti classici e greci, la tutela ambientale delle biodiversità di fauna e flora, l’astronomia, la botanica e le ricette antiche di cucina tradizionale.
Le illustrazioni al testo sono di Yanez Fallacara.
Il volume è già in preordine all’indirizzo:
La tribù dei Piedi Scalzi e il mistero di Punta Leucosia Comunicato Stampa
  • Genere Narrativa
  • Editore Rossini
  • Data uscita 11/12/2024
  • EAN 9791259695314
  • Pagine 249
  • Formato 14 x 21, brossura
  • Lingua Italiano
  • santellionline.it

domenica 27 ottobre 2024

Giuseppe Morici - Crescere è una cosa da grandi. Perché le intenzioni di un'azienda contano più delle sue dimensioni

Esistono aziende piccole che si pongono domande grandi, e aziende grandi che si pongono domande piccole. Esistono anche aziende grandi che sono state pensate in grande fin da quando erano piccole, e altre che lo sono diventate loro malgrado. O aziende piccole dove si respira l’aria fresca di montagna e altre dove non si respira perché non ci sono le finestre.
Come giudichiamo le dimensioni di un’azienda? 
Calcoliamo il numero di dipendenti, ci basiamo sul suo fatturato? 
Oppure esistono anche fattori meno definibili e sfumati che ne condizionano la vita e l’evoluzione? 
E qual è la differenza fondamentale tra grandi e piccole aziende? Crescere per un’azienda non è una questione puramente economica, ma di postura, di sguardo sul mondo. Quel che conta è la mentalità, la cultura, il modo di stare al mondo e soprattutto il modo di gestire la conversazione interna, tra le persone che vi lavorano. Una “grande” azienda non cessa mai di ripensarsi, immagina il proprio futuro prima che questo accada, ma in esso include il suo passato, senza mai dimenticare di gestire con cura anche il presente. Per questo quel che conta di più è l’equilibrio, l’atteggiamento dell’imprenditore e dei manager: più delle risposte sono importanti le domande, quelle domande che rendono un’azienda longeva e matura, e che consentono di bilanciare davvero identità e crescita. Con la sua esperienza di manager e con il suo racconto personale ricco di aneddoti, Giuseppe Morici continua le sue riflessioni sul mondo delle imprese e ci guida con equilibrio alla scoperta e alla comprensione del complesso universo aziendale. Che differenza c’è tra una grande azienda e una piccola? Crescere per un’azienda non è questione solo di numeri. Crescere ha a che fare con la cultura, con le parole, con le esperienze, con gli incontri. E soprattutto con la possibilità che concediamo a tutti questi fattori di influenzarci e di cambiarci.
  • Autore: Giuseppe Morici
  • Editore: Feltrinelli
  • Collana: Scintille
  • Anno edizione: 2024
  • In commercio dal: 19 marzo 2024
  • Pagine: 160 p., Brossura
  • EAN: 9788807174278

sabato 26 ottobre 2024

Carlo Meo - Food marketing: Creare esperienze nel mondo dei foodies

 
Perché Carlo Cracco cucina per i poliziotti della Questura di Milano per festeggiare il patrono della Polizia di Stato? Perché i vostri figli vi chiedono di partecipare a Junior MasterChef? Perché i vostri migliori amici girano il mondo volando low cost, ma collezionando cene stellate nelle nazioni europee? Perché il vostro collega ha fatto il corso per barman, dopo essersi comprato la macchina professionale, quella che non ha neanche il bar sotto casa? Il food è diventata la nuova religione di consumo, la cultura dei giovani, l’argomento mediatico vincente, Expo incluso, ma ancora esiste un grande divario tra il successo del fenomeno e la sua interpretazione.
Questo volume analizza le nuove tendenze di consumo dei foodies e contemporaneamente suggerisce alle aziende e agli imprenditori come operare in questi mercati sia per avere successo, sia per evitare dei guai: essere italiani aiuta, ma non è sufficiente! Il settore food è forse il più complesso nel quale operare, quello che richiede maggior equilibrio tra creatività e utilizzo di regole ormai consolidate e scientifiche. L’innovazione, vista come capacità di leggere i nuovi significati di consumo nel mondo alimentare, è la chiave per avere successo insieme al coraggio e alla coerenza imprenditoriale. E questo libro si propone come una risorsa operativa di riferimento nel settore. www.hoeplieditore.it
  • Carlo Meo     
  • Food marketing
  • Creare esperienze nel mondo dei foodies
  • Brossura
  • Dimensioni: 15,5 x 23
  • Pagine: VIII-152
  • ISBN: 9788820366865

Vittorio Bertola - Stefano Quintarelli | Internet fatta a pezzi. Sovranità digitale, nazionalismi e big tech

Proprio come il mondo è delimitato da confini e frontiere, lo stesso vale per Internet. L’utente il più delle volte neppure lo sa, ma Internet non è «tutto il mondo», è un ambiente frammentato, in feroce competizione economica, spesso in guerra.
La promessa di contenuti universali della rete è svanita da tempo.
Eppure l’avventura era partita in maniera diversa. Inizialmente nata come infrastruttura intrinsecamente priva di barriere, negli anni novanta la rete aveva ospitato una prima comunità di internauti che pensavano a un sogno di fratellanza universale, indipendente da qualsiasi potere economico o politico. Quando però le istituzioni hanno iniziato a comprendere il potenziale commerciale e strategico di Internet le cose sono cambiate. Con sistemi differenti a seconda della zona geografica e del sistema sociale, la rete è andata via via frammentandosi, sono sorti enormi monopoli tecnologici in grado di orientarla, con guadagni colossali, e si sono formate barriere geografiche più o meno evidenti sotto diretto controllo dell’autorità politica.
Quello che viviamo oggi è un rapporto irrisolto tra un’infrastruttura globale e una struttura politica del mondo basata sugli Stati nazionali, con tutte le tensioni che ne derivano.
Ma la partita è in corso e il governo di Internet è uno dei punti nodali del futuro assetto del mondo e ci riguarda tutti. Bertola e Quintarelli ne narrano la storia e indicano possibili futuri, alla ricerca di una via che possa tenere insieme le libertà personali e le esigenze di una società pacifica, democratica e sicura. www.bollatiboringhieri.it
  • Titolo INTERNET FATTA A PEZZI
  • Vittorio Bertola, Stefano Quintarelli
  • Editore: Bollati Boringhieri
  • Collana: Temi
  • Anno edizione: 2023
  • In commercio dal:
  • 24 marzo 2023
  • Pagine: 144 p., Brossura
  • EAN: 9788833942018

Mariastella Eisenberg, - Il tempo fa il suo mestiere


In quel groviglio di ansia e timore si fece strada all’improvviso un pensiero che veniva da casa, un consiglio del padre che andava spesso ripetendo alla sua piccola tribù: «I versetti della gioia nella Bibbia sono ottocento, e se Dio per ben ottocento volte ci ha esortato a rallegrarci deve essere importante sforzarsi di farlo!». Non gli aveva mai dato troppo peso, le erano sembrate parole da vecchio, per una ragazza di sedici anni un padre è sempre già vecchio... eppure ora quella frase le era tornata in mente imprevista e prepotente, e pareva chiederle ragione della sua tristezza.
Sara è un’adolescente ombrosa e inquieta. Ha solo sedici anni quando, una mattina di fine febbraio, s’imbatte in Giuseppe, ragazzo schivo e taciturno. I due si amano. Nove mesi dopo vengono alla luce due gemelli, una maledizione per chi nasce in Moldavia. Un neonato, Tobia, viene fatto passare come figlio dei genitori di Sara; l’altro, Simone, viene prima affidato alle cure di un orfanotrofio, poi adottato da una coppia francese che lo conduce a Lione.
Sintesi felice di molti generi – romanzo, testimonianza, denuncia – Il tempo fa il suo mestiere è una saga familiare intessuta su silenzi colpevoli, rancori sotterranei, sentimenti granitici. Ai giorni nostri, a Gerusalemme, città sacra a ebrei, cristiani e musulmani, si scioglieranno i nodi di questa appassionante vicenda umana, che prende il via nel 1912 in Romania e trova il suo sviluppo negli anni Cinquanta in Italia, nell’incanto del golfo di Napoli. Due guerre mondiali sconvolgono il vecchio continente e milioni di esseri umani, durante e dopo i conflitti, devono fare i conti con tutti i peccati della Terra. «La morte era “un maestro tedesco”, ma aveva uno zelante apprendista rumeno. Ancora oggi in Romania tutto questo viene taciuto e distorto, più di quanto non venga ammesso». Così scrive il Premio Nobel Herta Müller. Mariastella Eisenberg racconta dei Rosenberg, famiglia ebrea di etnia tedesca, attraversando i tormenti del Ventesimo secolo, laddove le ragioni della storia cedono il passo ai diritti del cuore e del vissuto quotidiano. E lo fa con lo stile che le è proprio, con «l’immediatezza delle immagini, la prosa agile e mai retorica» (la Repubblica).
L’autrice
Mariastella Eisenberg è nata a Napoli da un medico ebreo rumeno di etnia tedesca, laureato a Montpellier e riparato in Italia a causa delle leggi razziali, e da una giovane pianista napoletana. Già insegnante e dirigente scolastico, dal 2004 si dedica alla scrittura e all’impegno sociale. Ha pubblicato Perché ancora i Promessi Sposi (Marimar 1989); Sara (Guida 2005); Carovita (Lettere arti scienze 2009); Chiedi alle mani (Sovera 2009); Alfabetando (L’Aperia 2011, prefazione di Luigi Trucillo); Cantico nella parola svelata (Compagnia dei Trovatori 2013, prefazione di Silvio Perrella, nota di Bruno Galluccio); Madri vestite di sole (Interlinea 2013, prefazione di Giampiero Neri, nota di Andrea Renzi); Viaggi al fondo della notte (Oèdipus 2015, prefazione di Ugo Piscopo, nota di Maram Al-Masri).
  • IL TEMPO FA IL SUO MESTIERE
  • EISENBERG STELLA
  • La saga dei Rosenberg
  • Pubblicazione: 14 aprile 2016
  • Collana: Dissensi
  • Pagine: 288
  • ISBN: 9788896350546

venerdì 25 ottobre 2024

Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato | Francis Scott Fitzgerald - Il grande Gatsby

Il grande Gatsby (The Great Gatsby) è un romanzo di Francis Scott Fitzgerald pubblicato per la prima volta a New York il 10 aprile 1925 e definito da T.S. Eliot «il primo passo in avanti fatto dalla narrativa americana dopo Henry James». Ambientato a New York e a Long Island durante l'estate del 1922, 
Il grande Gatsby è il più acuto ritratto dell'anima dell'età del jazz, con le sue  contraddizioni, il suo vittimismo e la sua tragicità. La storia, che seguendo la tecnica di Henry James viene raccontata da uno dei personaggi, narra la tragedia del mito americano che aveva retto il paese dai tempi dello sbarco a Plymouth Rock e può essere considerata l'autobiografia spirituale di Fitzgerald che, ad un certo punto della sua vita, chiuso con l'alcolismo e con la vita da playboy, voleva capire quali fossero stati gli ostacoli che avevano fatto inabissare la sua esistenza.
In questo libro, come scrive il suo biografo Andrew Le Vot, Fitzgerald «riflette, meglio che in tutti i suoi scritti autobiografici, il cuore dei problemi che lui e la sua generazione dovettero affrontare… In Gatsby, pervaso com'è da un senso del peccato e della caduta, Fitzgerald assume su di sé tutta la debolezza e la depravazione della natura umana».
«La sua vita era stata confusa e disordinata… Ma se poteva ritornare a un certo punto di partenza e ricominciare lentamente tutto da capo, sarebbe riuscito a scoprire qual era la cosa che cercava.»
L'adolescente James Gatz, figlio di poveri contadini del Nord Dakota, fugge dalla famiglia convinto di poter trasformare sé stesso e costruirsi una nuova identità.
«La mia casa era all'estremità del West Egg, a una cinquantina di metri soltanto dallo stretto, presa tra due edifici enormi […]. Quello alla mia destra era qualcosa di colossale sotto tutti i punti di vista: una copia accurata di qualche Hôtel de Ville della Normandia, con una torre da una parte, incredibilmente nuova sotto una barba rada di edera ancora giovane, una piscina di marmo e più di venti ettari di prato e giardino. Era il palazzo di Gatsby. […] Quanto alla mia casa, era un pugno in un occhio, ma un pugno tanto piccolo da essere trascurabile, così avevo il panorama sul mare, una vista parziale sul prato del mio vicino e la rassicurante prossimità di gente milionaria, tutto per ottanta dollari al mese»
«E mentre meditavo sull'antico mondo sconosciuto, pensai allo stupore di Gatsby la prima volta che individuò la luce verde all'estremità del molo di Daisy. Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non poter più sfuggire. Non sapeva che il sogno era già alle sue spalle, in quella vasta oscurità dietro la città dove i campi oscuri della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C'è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia … e una bella mattina…»
In questi puntini di sospensione si sente l'attimo di disperazione di Nick e poi la ricerca di un mito che dia senso all'assurdità dell'esistenza. Il romanzo si conclude con un'ultima frase che sembra essere un poscritto:
«Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.» 
Il romanzo venne tradotto per la prima volta in Italia nel 1936 da C. Giardini con il titolo Gatsby il magnifico e nel 1950 da Fernanda Pivano con il titolo Il grande Gatsby.
Il libro venne rappresentato sulle scene nel 1926 dal drammaturgo Owen Davis e in opera musicale nel 1999 da John Harbison. Da esso furono tratte anche quattro versioni cinematografiche: 
  • la versione muta del 1926, 
  • la versione del 1949 del regista Elliott Nugent interpretato da Alan Ladd 
  • quella del 1974 con la regia di Jack Clayton e la sceneggiatura di Francis Ford Coppola interpretato da Robert Redford e Mia Farrow; 
  • la quarta versione cinematografica è uscita nelle sale italiane il 16 maggio 2013 a firma del regista Baz Luhrmann con Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire e Carey Mulligan. Questa pellicola ha inaugurato il 66º Festival di Cannes.

John Fowles - La donna del tenente francese (The French Lieutenant's Woman)

La donna del tenente francese (The French Lieutenant's Woman) è un romanzo dello scrittore britannico John Fowles, pubblicato nel 1969.
Il romanzo godette di un grandissimo successo fin dalla sua apparizione ed è considerato uno dei capolavori della letteratura in inglese del Novecento. La trama è, in estrema sintesi, una delle classiche storie d'amore quali si possono trovare nei romanzi vittoriani, sullo sfondo di nobili e ricche famiglie e di vari
intrighi. La narrazione tuttavia è post-moderna, nel senso che lo scrittore non si mostra distaccato, non esitando per esempio a intervenire per spiegare quanto sia difficile mantenere il controllo dei personaggi da lui stesso creati; si possono individuare citazioni e riferimenti a Darwin, Marx, Freud e McLuhan.
Vengono descritti i valori fondamentali dell'età vittoriana, quali la riservatezza, la discrezione, l'autocontrollo, l'obbedienza al dovere. Agli stessi valori è ancorato un giovane gentiluomo inglese, Charles, paleontologo dilettante che si occupa di recuperare fossili lungo la costa. Queste certezze sono destinate a traballare quando il protagonista incontra la donna del tenente francese, che è rimasta vittima del perbenismo dominante.
Personaggi
Il narratore: come in altre opere di metanarrativa, la voce del narratore interviene frequentemente nella storia con una propria personalità. Anche se la voce sembra essere quella di Fowles, Magali Cornier Michael nota che il capitolo 13, che esamina il ruolo dell'autore e del narratore nella narrativa, distingue tra il ruolo dell'autore nel testo e quello del narratore. Alice Ferrebe caratterizza il narratore sia come una lente per criticare i tradizionali ruoli di genere, sia come una perpetuazione delle prospettive sull'identità di genere dovute allo "sguardo maschile".
Sarah Woodruff: la protagonista, secondo il narratore. Un tempo governante, la sua reputazione viene distrutta e viene considerata una donna disonorata dopo una relazione illecita, ma non consumata, con un ufficiale di marina francese ferito. La critica femminista Magali Cornier Michael sostiene che è più un artificio narrativo che un vero personaggio, perché i suoi pensieri e motivazioni sono interpretati soltanto dal punto di vista di personaggi maschili esterni a lei. Sarah offre una rappresentazione del mito o del simbolo all'interno di un punto di vista maschile sulle donne.
Charles Smithson: il principale personaggio maschile. Anche se nato in una famiglia con stretti legami con la nobiltà, Charles non possiede un titolo nobiliare (seppure il narratore si riferisca spesso a lui chiamandolo gentiluomo), ma ha un reddito notevole e un'istruzione considerevole. All'inizio del romanzo è presentato sia come naturalista dilettante sia come darwinista. Egli tenta di divenire un individuo illuminato e progressista, ma il narratore spesso sottolinea, commentando le azioni e le situazioni in cui Smithson si trova, che la sua identità è fortemente radicata nel sistema sociale tradizionale. Inoltre le sue identificazioni conflittuali con forze sociali come la scienza e la religione lo portano a una crisi esistenziale.
Ernestina Freeman: fidanzata di Smithson e figlia del ricco proprietario di una catena di grandi magazzini. Rispetto a Sarah, Ernestina ha una personalità molto meno complessa e più spontanea.
Sam Farrow: originario del quartiere londinese di Hackney, è il domestico di Smithson, e aspira a diventare merciaio. Nel romanzo Sam è il modello delle persone appartenenti alla classe lavoratrice della Gran Bretagna vittoriana, e mette a confronto l'identità di Sam con l'ignoranza che Charles ha di quella cultura. Secondo il critico David Landrum, la tensione tra Sam e Charles rappresenta in modo cospicuo la lotta di classe in senso marxista, anche se ciò è spesso trascurato dalla critica che si concentra sulla relazione tra Charles e Sarah.
Dott. Grogan: medico di origine irlandese che vive a Lyme Regis, ha tra i suoi clienti varie famiglie di classe sociale elevata nella cittadina e diviene consigliere di Charles. Il suo grado di istruzione e il suo interesse per Darwin lo rendono un buon compagno per Charles.
Il sig. Freeman: padre di Ernestina, si è considerevolmente arricchito come proprietario di una catena di negozi di tessuti e abiti con sede a Londra. "Rappresenta la classe imprenditoriale in ascesa in Inghilterra" che contrasta nettamente con le tradizionali classi ricche dalle quali proviene Smithson.
Zia Tranter: donna che ha una posizione considerevole nella società di Lyme Regis, è amica di Grogan e ospita Ernestina in quanto sua zia materna.
Mrs. Poulteney: vedova ricca e bigotta; all'inizio del romanzo Sarah lavora in casa sua come governante. Ipocrita e ipersensibile, il suo personaggio risponde all'archetipo della cattiveria dell'alta società.
Mary: cameriera di Zia Tranter e di Ernestina, corrisponde allo stereotipo della serva di classe sociale bassa. Verso la fine del romanzo diviene la moglie di Sam Farrow.

  • Nel 1981 dal romanzo fu ricavato un film con lo stesso titolo con sceneggiatura scritta dal noto drammaturgo Harold Pinter, diretto da Karel Reisz e interpretato da Meryl Streep e Jeremy Irons. Il film ha ricevuto notevole consenso dalla critica e diversi premi, tra cui BAFTA, Golden Globe e David di Donatello.
  • Nel 2006 il romanzo è stato adattato per il palcoscenico da Mark Healy, in una versione rappresentata in diversi teatri del Regno Unito.
  • it.wikipedia.org