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giovedì 21 novembre 2019

INTRAMONTABILE ELISABETTA ANTONIO CAPRARICA

INTRAMONTABILE ELISABETTA
ANTONIO CAPRARICA
Una biografia che ripercorre le cadute e i trionfi di oltre sessant'anni di regno, indaga sulla magia che circonda la monarchia britannica e narra, al tempo stesso, una stupenda favola d'altri tempi.
Per i detrattori è « Elisabetta la Lunga », la sovrana senza qualità particolari, dotata della sola virtù della longevità. Per la grande maggioranza degli inglesi, e anche per qualche convinto repubblicano, è l'amato e indiscusso simbolo della nazione e della grandezza del Paese. Per i media è un'icona mondiale. Chi è dunque, e chi è stata, nei novant'anni della sua vita, Elizabeth Alexandra Mary Windsor ? Per rispondere a questa curiosità Antonio Caprarica , che ha avuto più occasioni d'incontrarla, ne ha esplorato la storia a partire dalla nascita nella casa londinese di Bruton Street, il 21 aprile 1926, e dall' infanzia trascorsa a Buckingham Palace insieme ai nonni, dai quali ha ereditato la parsimonia fino alla tirchieria e il maniacale rispetto della forma e dei ranghi che ancora oggi le vengono rimproverati. Ha seguito Elisabetta nei viaggi giovanili con Filippo e nelle stanze dove, ad appena ventisei anni, ha imparato l'arte di regnare. L'ha osservata nelle occasioni ufficiali e nelle crisi famigliari ricostruite attraverso le indiscrezioni di corte. L'ha raccontata, in un ritratto minuzioso e gustosissimo – completato da un inserto fotografico –, nella solenne cerimonia dell'incoronazione, nella quotidianità delle residenze reali e nelle scorribande in compagnia di cani e cavalli, gli unici esseri ai quali riserva, dicono i maligni, qualche manifestazione d'affetto. Una biografia che ripercorre le cadute e i trionfi di oltre sessant'anni di regno , indaga sulla magia che circonda la monarchia britannica e narra, al tempo stesso, una stupenda favola d'altri tempi. https://www.ibs.it/
«La mia obiezione al simbolo reale è che è morto; è un’otturazione d’oro in una bocca piena di carie. [...] Mi angoscia che ci siano così tanti cervelli vuoti, così tante vite vuote in Gran Bretagna da sostenere questa sciocca industria; che nessuno debba avere l’arguzia di cancellarne l’esistenza con una risata o l’onestà di resistervi.»
JOHN OSBORNE, ottobre 1957
Il giorno che cinse la corona, Elisabetta II non solo decise di bandire il marito Filippo dal talamo nuziale, almeno per qualche anno, ma si impose pure di cancellare dal volto ogni moto dell’animo, ogni segno di turbamento o esultanza, allegria o tristezza. Tutto sacrificato all’alta missione – così almeno la sentiva – cui era chiamata. Da quel momento ha costretto i suoi muscoli facciali ad assumere quell’espressione perennemente serena e distante, inalterabile, solo ogni tanto interrotta da un sorriso che, quando appare, dona ancor oggi grazia e bellezza al suo viso.
Se di ridere non se ne parla, almeno non pubblicamente, tanto meno di piangere. Credo di essere tra i pochissimi che hanno avuto la chance di registrare due furtive lacrime di Sua Maestà nell’arco di un ventennio. La prima accompagnò il decommissioning, ovvero il disarmo del reale panfilo Britannia, quando nel 1997 quell’ingrato del Parlamento stabilì che mantenerlo costava ormai troppo ai contribuenti. Il punto di vista di Elisabetta era radicalmente diverso. L’istinto demagogico delle democrazie faceva apparire un lusso inutile, e dunque superfluo, quello che ai suoi occhi era invece un segno di status, e di conseguenza uno strumento di lavoro. I reali d’Inghilterra avevano sempre avuto un panfilo a disposizione sin da quello donato dai sudditi a Carlo II al suo ritorno sul trono, nel 1660. Sul Britannia Elisabetta non aveva solo trascorso vacanze e momenti felici ma aveva anche compiuto visite ufficiali e ospitato capi di Stato, facendo dello yacht un tributo alle memorie marinare dello scomparso Impero.
Collana: Saggi
Anno edizione: 2016
Pagine: 391 p., ill. , Rilegato
EAN: 9788820060022
ANTONIO CAPRARICA ha accumulato la sua vasta esperienza internazionale in trent'anni di reportage televisivi dall'estero: per la Rai è stato prima inviato di guerra in Afghanistan e Iraq, poi corrispondente da Gerusalemme, Il Cairo, Mosca, Parigi e Londra. Ha lavorato anche nella carta stampata, come commentatore politico dell'Unità e di Epoca e condirettore di Paese Sera, e in radio, come direttore dei Giornali Radio Rai e Radio 1. Per la sua attività ha ricevuto i più prestigiosi premi di giornalismo. È autore di romanzi, racconti di viaggio e saggi. Tra i suoi titoli di maggior successo, tutti pubblicati da Sperling & Kupfer, La ragazza dei passi perduti, Dio ci salvi dagli inglesi… o no!?, C'era una volta in Italia, Il romanzo dei Windsor, Il romanzo di Londra, Intramontabile Elisabetta e L'ultima estate di Diana.

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