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sabato 21 marzo 2020

Peppe Lanzetta "TROPICO DI NAPOLI" - (2000)

Peppe Lanzetta
FELTRINELLI
Data d’uscita: Gennaio, 2000
Collana: I Canguri
Pagine: 200
Prezzo: 12,91€
ISBN: 9788807701207
Genere: Narrativa
L'anima, il dolore, la rabbiae gli odori, le folle e il caldo torrido dell'estate senza fine di carmine Santijanni, il cattivotenente, stritolato dai debiti, dagli assegni a vuoto, dai prestiti per riparare prestiti, dalla tensione e dall'angoscia. Il denaro, filo conduttore della sua storia, è il deux ex machina che intreccia, lega, sovrappone quelle di tanti altri: del vecchio e stimato usuraio Don Antonio; di Tonini detto Jonnybigud, il cantante devastato dalla cocaina; di Umberto, laido portiere di un albergo a ore; degli inseparabili Scintillone e Vincenzo, piccoli spaccaitori schiacciati da una vita fatta di furti, trucchi, fughe e poi le storie tristi, esasperate ma vive e carnali dei travestiti, dei femminellio Sciaronst", Evakant, Prettivumen, la signora Tàccer. Nella scrittura ossessiva, incalzante, senza pace di Peppe Lanzetta il grido e la pietas si fondono: nei bassi dei Quartieri Spagnoli, dove si sogna l'America, si muore per uno sgarro e si lotta per una vita decente che non arriva mai, in una Napoli che diventa la casbah del Cairo, i ghetti di Los Angeles, le favelas di Rio de Janeiro.
Mattoni, calce, putrelle,pale,betoniere, terreno, piastrelle, carriole, cemento, mattoni, cemento, caldo, cantiere, macchina nuova,Punto,blu o rossa, cemento, blu più bella, cemento, Annuccia, gradini Gesù e Maria e lui vicolo olivella a monte santo un po’ più in là, cemento, calce, mattoni, capomastro, vestiti sporchi, Annuccia incinta, la macchina nuova, la fatica non la sente Gennaro, pensa all’auto nuova, calce, cardar elle, pietre, pietre, mattoni, sant’anna, gesù e maria, una doccia, le paste,i babà, Gennaro e Annuccia seduti fuori al basso sulle scale,”ti amo ti amo non ti lascerò mai e chi ci potrà dividere, e come lo chiamiamo e se è femmina? No sarà maschio me lo sento… sarà maschio…”
Lanzetta, un quarantenne nella citta' - pentola
Lanzetta, un quarantenne nella citta' - pentola Lanzetta proviene dalla pressione di una citta' - pentola, con folla insaccata nella piu' alta densita' abitativa. A lei puo' applicarsi la formula di assedio che si legge in Ezechiele: "Lei (la citta' ) e' la pentola e noi siamo la carne" (II, 3). Lanzetta da vari libri e anni scrive la folla che gli brulica intorno e lascia nelle sue pagine l' unto del loro strusciarsi. In quest' ultima storia, "Tropico di Napoli", affiora una schiuma di facce, di esistenze fissate in poche righe, un arrembaggio di miserie scosse da desideri. Insieme producono l' energia termica aggiunta a un suolo gia' vulcanico di suo. Non provo nemmeno a dar conto della varieta' umana prelevata da Lanzetta nella zona della ferrovia napoletana, dove campeggia la piu' triste e la piu' ignorata del mondo tra le statue di Garibaldi. Per traccia continua si segue l' ansia di un quarantenne sgangherato dai debiti, addentato da strozzini e truffatori. Con colpi di forbice da montatore di pellicole, Lanzetta smuove intorno al suo minimo eroe un popolo illegale, clandestino, sessuale per ossessione di esaudirsi almeno in quello. Il sesso qui e' un antinfiammatorio, una spremuta ormonale che deve dare al corpo in guerra l' armistizio di uno svuotamento. Sesso e' l' accordatura dei nervi dei vivi e causa piu' o meno diretta di mortalita' . Lanzetta sa che un romanzo e' una raccolta di biografie, ma a lui non bastano, lui deve da esse estrarre la biologia, la meccanica nuda della vita. Nella sua citta' - pentola gorgogliano gli umori corporali, una furia di ghiandole e secrezioni endocrine di esseri umani che si cercano per amarsi, uccidersi, spremersi fino all' ultima risorsa. Lanzetta racconta ma non ha l' aria di essere il supponente padrone delle storie, al contrario il loro servo che le accompagna con fedelta' anche se sono losche, infami, perche' lui a nessuno dei suoi nega una striscia di tenerezza. E si arriva alla fine del libro che si e' rimasti in pochi: le facce emerse vengono sommerse da una mortalita' brusca e fantasiosa, perche' la morte nella citta' di Lanzetta non e' una vecchia che si trascina per ospedali, ma una ragazza che va per la strada e afferra in mezzo al mucchio della vita fresca, guizzante come dentro la vasca dei capitoni. Lanzetta puo' pure sbandare forte dietro la sua scrittura, picchiata piu' da un batterista che da un dattilografo, ma si salva con l' estremismo dei sentimenti che lo perseguitano a scrivere. Finche' non si addomestichera' a scrittor da allori, le vene della citta' avranno come liquido di contrasto il suo inchiostro che ne restituisce la cupa luminescenza.
Erri De Luca 
(16 febbraio 2000) - Corriere della Sera 
Risultato immagini per peppe lanzetta tropico di napoli
Maledetto di un cattivo tenente, sempre più sudamericano che vedevi la tua America lontana, lontana e non ti più i Platters di Only You e di Smoke gets in your eyes, no, non ti bastano più i balli per salutare gli anni scolastici, l’ingresso ai college, dove cazzo sta questa tua America del cazzo, te la sei persa in un attimo in questa notte fatta di rumba di solitudine e di te, che non hai nessuna voglia di essere nostalgico anche se lo sei, lo sei maledettamente e abbassi la testa sul volante della tua macchina che vuole essere americana ma non lo è e nemmeno tu sei americano, sei solo un disperato che cerca di accendere la miccia della sua fantasia e farsi compagnia con i tuoi fratelli di celluloide, pieni di gelatina, muscoli, bicipiti primi baci, carezze promesse di non lasciarsi mai più e pomiciate in una macchina infinita mentre Lupo Solitario ti manda la sua musica inconfondibile…

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