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martedì 28 aprile 2020

Notre Dame de Paris spettacolo musicale scritto da Luc Plamondon, musica scritta da Riccardo Cocciante

Notre Dame de Paris è uno spettacolo musicale scritto da Luc Plamondon, la cui musica scritta da Riccardo Cocciante, tratto dall'omonimo romanzo di Victor Hugo; il libretto in italiano è di Pasquale Panella. Il produttore è David Clemente Zard.
Cocciante e Plamondon, come da loro dichiarato, hanno scritto l'opera per il puro piacere di scrivere musica, senza pensare di realizzarla in forma scenica. A lavoro terminato, tuttavia, il risultato è di tale qualità da spingerli a trasformarlo in uno spettacolo teatrale.
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Il 16 settembre 1998 l'opera debutta a Parigi con la regia di Gilles Maheu, il quale, seguendo i desideri degli autori, anziché sviluppare l'azione teatralmente come in un musical, allestisce uno spettacolo in forma semi-scenica, con scenografie e cantanti in costume, i quali tuttavia interagiscono solo parzialmente, interpretando i brani in forma quasi concertistica, alternandosi al corpo di ballo che esegue le coreografie separatamente.
I brani Vivre, Le Temps des cathédrales, e Belle sono stati presentati come singoli in Francia, ottenendo un buon successo. Live for the One I Love, versione inglese di Vivre è stata incisa da Céline Dion.
Il successo travolgente della produzione parigina spinge gli autori ad esportare lo spettacolo, realizzando adattamenti in numerose nazioni. Dal debutto parigino al 2008 lo spettacolo è stato portato in scena in Francia, Corea del Sud, Belgio, Svizzera, Canada, Russia, Spagna, oltre che in Italia, Regno Unito e USA.
Dio, ma quanto è ingiusto il mondo
Zero a noi e tanto a loro
Se la nostra razza è immonda
Di che razza è il loro cuore?
Sono nati nei merletti
Per far l'amore e la guerra
Ma anche a noi, stracci della terra
La vita piacerebbe bella
Ma da quale parte è Dio
Una prima versione in lingua inglese, con i testi di Will Jennings, è stata presentata, ampiamente tagliata, nel 2000 a Las Vegas, cui è seguita l'edizione integrale che ha debuttato a Londra il 23 maggio dello stesso anno, restando in scena per diciassette mesi nel West End con un certo successo di pubblico (sebbene molto inferiore rispetto all'edizione parigina).
Notre-Dame de Paris (titolo orig. Notre-Dame de Paris. 1482) è un romanzo storico di Victor Hugo, pubblicato nel 1831, quando l'autore aveva 29 anni. Fu il primo grande successo dello scrittore francese: venne infatti immediatamente accolto con grande favore, superando la censura del tempo. Il titolo fa riferimento alla celeberrima cattedrale di Parigi, uno dei luoghi principali dove è ambientato l'intreccio, cuore della Parigi basso medievale, al tempo di re Luigi XI di Francia.
La festa dei folli
Parigi, 6 gennaio 1482. Da tempo immemore in quel giorno vengono festeggiate due solennità: l'Epifania e la festa dei folli, quest'ultima una manifestazione popolare culminante nell'elezione del papa dei folli. Quell'anno, presso il Palazzo di Giustizia viene anche messo in scena un mistero teatrale in onore della principessa Margherita di Fiandra, scritto dallo squattrinato poeta Pierre Gringoire in occasione dell'arrivo a Parigi dell'ambasciata fiamminga. Sfortunatamente per l'autore, ben presto l'attenzione del pubblico si sposta sugli ospiti fiamminghi, uno dei quali, annoiato dalla rappresentazione teatrale, propone di organizzare una gara di smorfie allo scopo di eleggere come papa dei folli colui che avrebbe sfoggiato la smorfia più grottesca. L'idea riscuote grande successo presso gli astanti, entusiasti al punto da partecipare in massa, e la gara termina con l'elezione a papa dei folli di un inconsapevole Quasimodo, deforme campanaro della cattedrale di Notre-Dame, suo malgrado partecipe alla gara. La folla, euforica e oramai del tutto dimentica del lavoro teatrale, abbandona il Palazzo di Giustizia e si precipita nella piazza, attratta dall'esibizione di una giovane zingara, Esmeralda, assieme alla sua graziosa capretta di nome Djali.
Il romanzo finisce con la spiegazione di quanto successo ai personaggi in seguito: il re muore di morte naturale, mentre Phoebus, completamente guarito dalla ferita provocatagli da Frollo, totalmente indifferente alla vicenda e senza alcun senso di colpa, si sposa con la ricca Fleur-de-Lys. Per quello che riguarda la sorte di Quasimodo, invece, il romanzo spiega che una volta raggiunto il corpo esanime dell'amata zingara (accatastato assieme agli altri cadaveri presso il sotterraneo di Montfaucon) si sdraia al suo fianco e si lascia morire, in un eterno ultimo abbraccio. La scena, denominata significativamente Il matrimonio di Quasimodo, viene così descritta:
«[...] si trovarono fra tutte quelle carcasse orrende due scheletri di cui uno teneva l'altro stranamente abbracciato. Uno dei due scheletri, che era di donna, aveva ancora qualche brandello di veste di una stoffa che era stata bianca, e gli si vedeva intorno al collo una collanina di semi di azedarach con un sacchettino di seta, ornato di pietre verdi, aperto e vuoto. Quegli oggetti erano di così scarso valore che il boia probabilmente non aveva saputo che farsene. L'altro, che teneva il primo strettamente abbracciato, era uno scheletro d'uomo. Si notò che aveva la colonna vertebrale deviata, la testa incassata tra le scapole, e una gamba più corta dell'altra. Non presentava d'altronde alcuna frattura vertebrale alla nuca, ed era evidente che non era stato impiccato. L'uomo al quale era appartenuto quello scheletro era dunque venuto in quel luogo, e lì era morto. Quando si volle staccarlo dallo scheletro che stringeva, andò in polvere.»
Analisi su “Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo – Alice Jane Raynor

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