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venerdì 11 marzo 2022

..e mi domandi cosa è la guerra... Antonio Besana, La Tregua di Natale del 1914 - JOYEUX NOËL

Antonio Besana, La Tregua di Natale del 1914 , La Libreria Militare, Milano, 2009.
Prefazione: la nascita di una idea. Antonio Besana, Milano, Novembre 2009
I fatti conosciuti come "La tregua di Natale" (The Christmas Truce) ebbero inizio la vigilia di Natale del 1914, durante il primo anno della prima guerra mondiale.
La notte di Natale 1914, nella parte settentrionale del fronte occidentale, nelle trincee delle Fiandre, a sud di Ypres, in Belgio, ci fu una tregua. Non fu ordinata a seguito di un accordo tra i comandi dei due schieramenti. Fu una tregua spontanea dichiarata dai soldati, francesi, inglesi e tedeschi, che sui due fronti uscirono allo scoperto e si incontrarono nella terra di nessuno. Si parlarono, si strinsero la mano, si abbracciarono, seppellirono i caduti delle due parti. Fu celebrata una messa, ci fu una funzione funebre. I soldati fumarono e cantarono insieme, si scambiarono auguri e doni, capi di vestiario e bottoni delle divise, cibo, tabacco, fotografie degli amici e delle famiglie, e ricordi del tempo di pace. Come è immaginabile, l’episodio mise in difficoltà gli Stati Maggiori di entrambe le parti, che in seguito decisero di sostituire le truppe al fronte con altre unità, le spostarono in altri settori, cancellando la memoria dei fatti.
Testo dello scrittore australiano Aaron Sheperd, tratto da un suo adattamento teatrale per bambini.
"Janet, sorella cara,
sono le due del mattino e la maggior parte degli uomini dorme nelle buche, ma io non posso addormentarmi se prima non ti scrivo dei meravigliosi avvenimenti della vigilia di Natale. In verità, ciò che è avvenuto è quasi una fiaba, e se non l’avessi visto coi miei occhi non ci crederei. Prova a immaginare: mentre tu e la famiglia cantavate gli inni davanti al focolare a Londra, io ho fatto lo stesso con i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia! Le prime battaglie hanno fatto tanti morti che entrambe le parti si sono trincerate in attesa dei rincalzi. Sicché per lo più siamo rimasti nelle trincee ad aspettare.
Ma che attesa tremenda! Ci aspettiamo ogni momento che un obice d’artiglieria ci cada addosso, ammazzando e mutilando uomini. E di giorno non osiamo alzare la testa fuori dalla terra per paura del cecchino. E poi la pioggia: cade quasi ogni giorno. Naturalmente si raccoglie proprio nelle trincee da cui dobbiamo aggottarla con pentole e padelle.
E con la pioggia è venuto il fango, profondo un piede e più. S’appiccica e sporca tutto e ci risucchia gli scarponi. Una recluta ha avuto i piedi bloccati nel fango, e poi anche le mani quando ha cercato di liberarsi. Con tutto questo, non potevamo fare a meno di provare curiosità per i soldati tedeschi di fronte noi. Dopo tutto affrontano gli stessi nostri pericoli, e anche loro sciaguattano nello stesso fango. E la loro trincea è solo cinquanta metri davanti a noi. Tra noi c’è la terra di nessuno, orlata da entrambe le parti di filo spinato, ma sono così vicini che ne sentiamo le voci. Ovviamente li odiamo quando uccidono i nostri compagni.
Ma altre volte scherziamo su di loro e sentiamo di avere qualcosa in comune. E ora risulta che loro hanno gli stessi sentimenti. Ieri mattina, la vigilia, abbiamo avuto la nostra prima gelata. Benché infreddoliti l’abbiamo salutata con gioia, perché almeno ha indurito il fango. Durante la giornata ci sono stati scambi di fucileria.
Ma quando la sera è scesa sulla vigilia, la sparatoria ha smesso interamente. Il nostro primo silenzio totale da mesi! Speravamo che promettesse una festa tranquilla ma non ci contavamo. Soldati che fraternizzano fuori dalle trincee. Di colpo un camerata mi scuote e mi grida: vieni a vedere! Vieni a vedere cosa fanno i tedeschi! Ho preso il fucile, sono andato alla trincea e, con cautela, ho alzato la testa sopra i sacchetti di sabbia. Non credevo ai miei occhi di vedere una cosa più strana e più commovente. Grappoli di piccole luci brillavano lungo tutta la linea tedesca, a destra e a sinistra, a perdita d’occhio. Che cos’è?, ho chiesto al compagno e John ha risposto: ’Alberi di Natale!’ Era vero. I tedeschi avevano disposto degli alberi di Natale di fronte alla loro trincea, illuminati con candele e lumini. E poi abbiamo sentito le loro voci che si levavano in una canzone: ’ stille nacht, heilige nacht [...]. Il canto in Inghilterra non lo conosciamo ma John invece lo conosce e l’ha tradotto: ’notte silente, notte santa’. comune.cinisello-balsamo.mi.it - LA TREGUA DI NATALE
Non ho mai sentito un canto più bello e più significativo in quella notte chiara e silenziosa. Quando il canto è finito gli uomini nella nostra trincea hanno applaudito. Sì, soldati inglesi che applaudivano i tedeschi! Poi uno di noi ha cominciato a cantare e ci siamo tutti uniti a lui: ’the first nowell the angel did say [...]’. Per la verità non eravamo bravi a cantare come i tedeschi con le loro belle armonie. Ma hanno risposto con applausi entusiasti e poi ne hanno attaccato un’altra: ’o tannenbaum, o tannenbaum [...]’. A cui noi abbiamo risposto: ’o come all ye faithful [...]’. E questa volta si sono uniti al nostro coro cantando la stessa canzone, ma in latino: ’adeste fideles [...]’. Inglesi e tedeschi che intonano in coro attraverso la terra di nessuno! Non potevo pensare niente di più stupefacente, ma quello che è avvenuto dopo lo è stato di più. ’Inglesi, uscite fuori!’, li abbiamo sentiti gridare, ’voi non spara, noi non spara!’.
JOYEUX NOËL - UNA VERITÀ DIMENTICATA DALLA STORIA
Regia di Christian Carion. Un film con Diane Kruger, Benno Fürmann, Guillaume Canet, Gary Lewis, Dany Boon, Daniel Brühl. Cast completo Titolo originale: Joyeux Noël. Genere Drammatico - Francia, Belgio, Germania, Gran Bretagna, 2005, durata 115 minuti.


Ispirato a fatti realmente accaduti nelle trincee dell'Artois durante la prima guerra mondiale. Alla vigilia di Natale del 1914 soldati francesi, scozzesi e prussiani interrompono le ostilità per qualche ora e brindano all'anno nuovo tutti insieme. Quella notte cambia la vita di 4 personaggi: un prete anglicano, un tenente francese, un grande tenore tedesco e la donna che ama, un soprano.
Nato e cresciuto da famiglia contadina di uno dei 10 dipartimenti territoriali francesi occupati dai tedeschi tra il 1914 e il 1918, Carion, dopo aver fatto una panoramica sulla vita in trincea - qualunque sia il fronte - fatta di polvere da sparo, sudore, fango, paura (e si era solo all'inizio), riesce a raccontare un fatto commovente romanzandolo ma evitando la trappola del buonismo banale e dando il suo contributo morale e pacifista.


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