Pagine

Pagine II

#AnniNOVANTA

domenica 15 gennaio 2023

Wolf Erlbruch, Oren Lavie L’orso che non c’era

C’era una volta, Tanto Tempo Fa, un Prurito. Non era un Prurito grandissimo. Non era un Prurito da niente. Era un Prurito normale. E il Prurito desiderava una bella grattatina. Tanto Tempo Fa. Dopo un po’, diciamo più o meno un quarto d'ora dopo Tanto Tempo Fa, il Prurito vide un albero, e subito cominciò a grattarsi contro la sua corteccia. Ma a quel punto accadde una cosa molto strana: il Prurito cominciò a crescere. In effetti, più si grattava e più cresceva. “Divertente” pensò il Prurito continuando a grattarsi. Non passò neanche un minuto che il Prurito cominciò a ricoprirsi di pelliccia, e alla pelliccia spuntarono braccia e gambe e persino un naso. E dopo pochissimi istanti il Prurito cominciò ad assomigliare moltissimo a… un orso.  

UN ORSO??? Be’, tutti sanno che gli orsi si grattano quando sentono prurito, ma non molte persone sanno che i Pruriti si grattano perché sono Orsi! E infatti, più il Prurito si grattava, più diventava un Orso, finché alla fine, dove prima non c'era nessun orso, fece la sua comparsa un Orso che Non C’era! L’Orso aprì gli occhi e sorrise. «Oh sìsìsì!» disse, poiché era un orso molto ottimista. Si guardò a destra e a manca e si accorse di essere tutto solo. “Sono forse il primo?” pensò. “O sono l'ultimo?” e si chiese se fosse meglio essere il primo o l'ultimo quando si era tutti soli.  

Poi scoprì di avere una tasca.

Infilò la mano dentro la tasca e ci trovò un pezzo di carta, ripiegato. Il biglietto diceva: Tu sei me? L'Orso si grattò la testa. “Ottima domanda”. Continuò a leggere: 

  1. 1. sono un orso molto gentile 
  2. 2. sono un orso felice 
  3. 3. e anche molto bello «Wow!» disse l’Orso, «spero proprio di essere me». E iniziò a camminare    

Una Fantastica Foresta stava crescendo intorno all’Orso ovunque gli capitasse di guardare, e l’Orso non poté fare a meno di chiedersi se la foresta crescesse proprio mentre lui non guardava, e dunque chiuse gli occhi. Però così non riusciva più a vedere. Perciò sbirciò: la foresta stava crescendo. E pensò: PIÙ GUARDO E MENO SO SE ALBERI E FIORI CRESCONO O NO QUANDO NON MI GUARDO INTORNO PER CONTROLLARE COSA FA IL MONDO. Era un bel pensiero, e l’Orso lo mise per iscritto con una matita che aveva trovato dietro il suo orecchio.

La Fantastica Foresta era molto silenziosa, al tempo di Tanto Tempo Fa. E l’Orso riusciva a distinguere diversi tipi di silenzio. C'era il piccolo silenzio delle foglie, e il profondo silenzio del terreno, e l'antico silenzio degli alberi. E poi c'era un silenzio che era il più silenzioso di tutti ed era anche il più difficile da individuare: quello dell’orso stesso. L’orso ascoltò attentamente e seguì il suono del suo stesso silenzio, che lo condusse nel cuore della foresta. All'improvviso vide da lontano una strana figura

La strana figura gli stava facendo ciao con la mano. In realtà quella strana figura si rivelò essere non una, ma due strane figure sedute una sull’altra. Erano la Mucca Mollacciona e il Ramarro Rilassato. La Mucca Mollacciona era una grossa, morbida mucca che assomigliava a un divano. Si sarebbe anche potuto dire che era un grosso, morbido divano con la personalità di una mucca. Era una mucca con cui era facile andare d'accordo. Ed era anche un divano con cui era facile andare d'accordo. Il Ramarro Rilassato, invece, era un ramarro tutto pelle e ossa, vestito con un completo stropicciato. Se ne stava seduto come al solito un po’ assonnato sulla schiena della Mucca Mollacciona, fumando pigramente il suo gran sigaro. Era troppo pigro per camminare per conto suo. Era troppo pigro per stare in piedi per conto suo. Era troppo pigro per stare seduto per conto suo. Talvolta riusciva a cadere per conto suo, ma solo da altezze molto molto piccole. «Salve» disse l'Orso.

«Salve a te, Orso» disse la Mucca, «è bello vederti». «Ma tu mi conosci?» chiese l’Orso. «Certo che sì» rispose la Mucca con un sorriso. L'Orso si grattò la testa: «E io… io ti conosco?». «Assolutamente sì» disse la Mucca.

  • Wolf Erlbruch, Oren Lavie
  • L’orso che non c’era

La storia di un orso in cerca della propria identità. Gira per il bosco chiedendo agli altri animali: "Chi sono? Sono felice? Sono bello? Siamo amici? A cosa stai pensando? Posso pensare assieme a te?". Incontra la Mucca Mollacciona, il Ramarro Rilassato, il Penultimo Pinguino, la Taxi-Tartaruga e nella Fantastica Foresta si chiede quali sono i vari tipi di silenzio.

  • Traduzione: Silvia Manfredo Collana: Il Baleno 

Nessun commento:

Posta un commento