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Pagine II

#AnniNOVANTA

domenica 17 novembre 2024

Daniele Autieri - Professione Lolita - Chiarelettere

 
POTERE, CORRUZIONE, DROGA, SESSO. QUESTA E' ROMA. QUESTO IL ROMANZO DI UNA GENERAZIONE RIBELLE E DISPERATA. A quattordici anni JENNY e LALLA si prostituiscono in un appartamento dei PARIOLI. Lo fanno per i soldi e per la coca. A quindici anni FAIRY vomita per essere più magra e meno sola. Per essere ancora più bella. 
È così insicura che finisce nella rete di K, il fotografo delle minorenni adescate nei quartieri bene.
K le convince a fare sesso tra di loro. E scatta. E vende. 
A diciotto anni MALPHAS adora le lame, il Duce e CasaPound. Gestisce lo spaccio e la ricettazione nel cuore della capitale. Deve tutto alla camorra e al patto con i bori di Tor Bella Monaca. Il prezzo che dovrà pagare sarà altissimo. Poi ci sono loro. POLITICI, IMPRENDITORI, GIUDICI. Affamati di carne giovane e di potere. Pronti a sborsare centinaia di euro per una notte con una minorenne. Disposti a tutto per arrivare ancora più in alto. Poi c’è lui. Il CAMALEONTE. Il re di Roma. L’uomo a capo dell’associazione a delinquere che ha messo le mani sugli appalti pubblici assegnati dal comune e dalle sue società controllate. L’uomo responsabile di estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori. L’uomo che vuole arricchirsi anche con il business della prostituzione minorile. Un sistema criminale sul quale indaga il capitano del Nucleo investigativo dei carabinieri EUGENIO MARCHESI. Cresciuto in borgata e in borgata noto a tutti come Markio, oggi il capitano vuole salvare i ragazzini come un tempo è stato salvato lui. Di notte perlustra le strade della capitale a bordo della sua Cbr 1000, nelle orecchie il Notturno di Chopin, sulle spalle un passato ingombrante che non vuole dimenticare. Le sue indagini lo portano sulle tracce di Lalla, Jenny e Malphas. Lui è l’unico che può salvarli e incastrare i burattinai che giocano con le loro vite. www.chiarelettere.it
  • Autore: Daniele Autieri
  • Illustratore: Vincenzo Bizzarri
  • Editore: Chiarelettere
  • Collana: Narrazioni
  • Anno edizione: 2015
  • In commercio dal: 22 gennaio 2015
  • Pagine: 307 p., ill. , Brossura
  • EAN: 9788861906587
«Senti un po’, tu non te muovi oggi? — chiede la madre intercettata dai carabinieri —. E come facciamo? Perché io sto a corto, dobbiamo recuperà. Ma ce la facciamo a recuperare sta settimana?». All’epoca dei fatti, ottobre 2013, le due baby prostitute dei Parioli, Aurora e Azzurra, erano minorenni. Ma la madre di Azzurra sapeva tutto dell’attività della figlia, anzi la sollecitava perché c’era da recuperare sulla tabella degli introiti settimanali. E a nulla valgono le rimostranze della figlia, che ha anche problemi con la scuola. In questi casi si fa fatica a trovare i termini per descrivere «la ragione del micidiale incrocio di vulnerabilità e assenza di valori che costituisce l’humus della vicenda», così come recita la sentenza di condanna di una vicenda che ha avuto grande rilevanza mediatica. «Professione Lolita» è il docufilm scritto da Daniele Autieri e Stefano Pistolini che, attraverso testimonianze dirette, interviste esclusive, riflessioni e fiction, ricompone le tessere di una triste storia caratterizzata da desolante quadro di superficialità e cinismo. www.corriere.it/spettacoli

venerdì 15 novembre 2024

Nino Randisi - “Siano tutti cosa loro” | SimplyBook

Edito da SimplyBook è in pubblicazione il libro “Siano tutti cosa loro” del giornalista professionista Nino Randisi. Il volume racconta dei rischi di chi va in rete e della violazione della privacy da parte dei gestori dei social network, in particolare del notissimo Facebook che raccoglie migliaia di dati degli utenti, effettuando spesso censure gratuite e non oscurando, invece, quelle pagine che inneggiano alle mafie e alla criminalità organizzata.
Il libro, in sintesi, ricostruisce la vicenda che l’autore ha vissuto nel lontano 2009 sul social Facebook, e che poi ha riguardato anche altri giornalisti e politici di livello nazionale che si sono visti inopinatamente bloccare i loro account personali. “ Ho scelto questo titolo “Siamo tutti cosa loro” – afferma Randisi – perché descrive esattamente la situazione degli utenti dei social che vengono “osservati” e “controllati” dai gestori, i quali hanno in mano i nostri dati, anche quelli più intimi e personali, scambiati, ad esempio, attraverso le chat e le comunicazioni che avvengono per mezzo della la messaggistica”. “Il testo probabilmente sfida la convenzione comune che le piattaforme dei social media servono solo a dare spazio alle nostre idee offrendoci una tribuna privilegiata dove far sentire la nostra voce. Per la verità invece i social molto spesso finiscono, se usati in modo spasmodico, per creare seri problemi di dipendenza e di isolamento sociale. Un mondo virtuale slegato dal reale contesto che finisce per creare danni.” – conclude il giornalista Nino Randisi.
Il libro è acquistabile in pre-order a questo link: https://simplybook.online/prodotto/siamo-tutti-cosa-loro/. - Comunicato Stampa

martedì 12 novembre 2024

Alberto Moravia - La cosa e altri racconti - Bompiani, 1998


Pubblicate per la prima volta nel 1983, queste venti "favole erotiche" si configurano come una delle opere più sorprendenti e coraggiose di Moravia.
Tutto il tessuto de La cosa scaturisce da questo invito alla bellezza del possesso non ancora realizzato, e il rimanente desiderio dell’umana speranza non è che un continuo tradimento che nessuna letteratura, per quanto bella e ricca di sorprese, potrà mai colmare.” Giuseppe Marchetti Pubblicate per la prima volta nel 1983, queste venti “favole erotiche” si configurano come una delle opere più sorprendenti e coraggiose di Moravia. Attraverso una fenomenologia redatta con una pazienza da entomologo, l’autore de Gli indifferenti racconta un’idea di sesso liberata da ogni vincolo morale e psicologico, ma proprio per questo indifferente all’erotismo, avventurandosi in spazi iperrealisti nei quali l’amore si impone sul dolore e su ogni forma di lutto. La stessa scrittura diventa uno strumento di conoscenza che tenta di aprire uno spiraglio di autenticità nel confuso agitarsi dell’esistenza: è solo là dove gli uomini e le donne tendono a confondersi che è possibile cogliere la verità umana celata nel segreto della persona.
  • Autore: Alberto Moravia
  • Editore: Bompiani
  • Collana: Tascabili
  • Anno edizione: 1998
  • Formato: Tascabile
  • In commercio dal: 8 aprile 1998
  • Pagine: XXVI-264 p., Brossura
  • EAN: 9788845235696
Alberto Moravia esordì giovanissimo pubblicando, a sue spese, il primo romanzo, Gli indifferenti (1929). Penetrante e spietato ritratto della borghesia italiana agli inizi del fascismo, l’opera rivelò immediatamente, nella incisività di una prosa secca e analitica, la maturità di uno scrittore capace fin da allora di far tesoro delle diverse lezioni dei grandi modelli europei, dalla oggettività di De Foe alla problematicità dei romanzieri russi (specie Dostoevskij), al realismo tipologico dei francesi dell’Ottocento. Il romanzo, accolto con ostilità dalla cultura fascista che ne proibì la diffusione, fu salutato con entusiasmo solo da pochi critici accorti (Borgese, Pancrazi, Solmi). La cosa e altri racconti - Alberto Moravia - Libro - Bompiani

mercoledì 6 novembre 2024

Anna Poerio Riverso - I fratelli Alessandro e Carlo Poerio. Libertà, Patria e Poesia - Armando De Nigris Editore

In queste pagine, unendo lo stile aneddotico-biografico caro alla letteratura del XIX secolo a quello più antico del commentario o delle razos di tradizione trobadorica, Anna Poerio racconta le vite dei due fratelli patrioti di cui condivide il sangue e il retaggio. Vite che sembrano legate da un comune destino ma che, in realtà, viaggiano su strade parallele. Alessandro, il poeta-patriota destinato a morire in battaglia, e Carlo, che vedrà il dopo, deputato (leggi pure condannato) a ricordare i tempi che furono, sognando un mondo diverso, più degno di essere vissuto da tutti coloro che hanno cuore e respiro.

  • Autore: Anna Poerio Riverso
  • Isbn: 9791281105379
  • Editore: Armando De Nigris Editore
  • Disponibile in tutte le librerie e digital store dal 28 ottobre 2024
  • Edizione autografata e numerata sul sito www.armandodenigriseditore.it

L’autrice
Anna Poerio è saggista, traduttrice, pittrice, Vicepresidente per il Sud Italia del Coordinamento Nazionale delle Associazioni Risorgimentali, Presidente Associazione Culturale Alessandro Poerio, fondata nell’anno 2001, affinché sia mantenuto vivo il ricordo degli illustri patrioti Alessandro e Carlo Poerio, i quali insieme al padre, il Barone Giuseppe Poerio, e ad altri insigni esponenti della loro gloriosa famiglia, nel corso delle lotte risorgimentali hanno dato, con il loro alto impegno politico, culturale e civile e con il sacrificio dei loro beni, della loro libertà e della loro vita, un notevole contributo al processo di liberazione e unificazione della nostra Nazione.

Autrice di diversi libri e scritti - tra i quali “Carlo Poerio e William Gladstone. Le due Lettere al Conte di Aberdeen sui processi politici del governo napoletano (1851). I documenti dell'Archivio di Stato di Napoli”, a cura di AnnaPoerio Riverso, con una introduzione di Renata De Lorenzo, editore Rubbettino, 2020; "Carlo Poerio. Una vita per l’Unità d’Italia", MR Editori, 2017, “Alessandro Poerio. Vita e opere”, Casa editrice Fausto Fiorentino - Anna Poerio è artista di fama internazionale, menzionata in numerose pubblicazioni, tra le quali Dizionario Enciclopedico d’Arte Moderna e Contemporanea (Casa ed. Alba Ferrara); Catalogo d’Arte Moderna (Giorgio Mondadori 2005); Enciclopedia Artisti Contemporanei, D’Arte, S. T. M. Italia Edizioni; Atlante dell’Arte Contemporanea, De Agostini, 2019.

martedì 5 novembre 2024

Ciro Cacciola - Maria Francesca Rubino | Il ragazzo dai pantaloni rosa

 
Il libro
Nel 2012, a Roma, Andrea Spezzacatena si tolse la vita dopo essere stato vittima di episodi di bullismo a scuola. Aveva 15 anni.  
Questo romanzo, novellizzazione della sceneggiatura scritta da Roberto Proia per l’omonimo film ispirato al libro di Teresa Manes, madre di Andrea, prodotto da Eagle Pictures e diretto da Margherita Ferri con l’attrice Claudia Pandolfi ed una canzone di Arisa, immagina la vita di Andrea prima del suo tragico epilogo: gli anni piccoli, le vacanze, l’allegria, i giochi, gli amici, la famiglia ancora unita prima della separazione dei suoi genitori, la sua passione per la musica e per il cinema. E poi, inevitabilmente, l’adolescenza, i “pantaloni rosa”, la sua sensibilità, la spietatezza dei giovani coetanei, la persecuzione dei social network, la fine della gioia. La vicenda di Andrea ha rappresentato il primo caso in Italia di bullismo e cyberbullismo che ha portato al suicidio di un minorenne.
Gli autori
Ciro Cacciola (Napoli, 1964), giornalista, dj, autore di libri e curatore di numerosi progetti editoriali, lavora alla radio e si occupa di comunicazione aziendale. Con Graus ha pubblicato: Luoghi Comuni. Cartoline da Napoli (2006), Balla Italia. 150 buoni motivi per ballare italiano da Trieste in giù (2013) e OnDa Road (2023). Responsabile dei progetti speciali della casa editrice, si è impegnato con tutta la passione che contraddistingue il suo stile professionale affinché il libro di Teresa Manes, Andrea oltre il pantalone rosa (Graus, 2013), potesse diventare un film. E, per aderire il più possibile ai mondi immaginati e reali di un’altra generazione, ha voluto condividere l’esperienza di questa novellizzazione con Maria Francesca Rubino (Napoli, 1997), giovane editor alla sua prima esperienza letteraria.  Graus Edizioni 
  • Il ragazzo dai pantaloni rosa
  • di Ciro Cacciola - Maria Francesca Rubino 
  • Graus Edizioni, 2024
  • Collana: Berkana
  • Anno edizione:
  • In commercio dal: 5 ottobre 2024
  • Pagine: 150 p., Brossura
  • EAN: 9791281710504  

lunedì 4 novembre 2024

Mario Moretti - Processo di Giordano Bruno

La vita e, in modo particolare, il processo di Giordano Bruno sono stati oggetto fin dall’Ottocento di narrazioni, romanzi, rappresentazioni teatrali. Basta pensare al breve racconto di Bertolt Brecht, Il mantello dell’eretico. Nell’ambito di questa letteratura spicca il testo teatrale di Mario Moretti pubblicato nel 1970 in una temperie particolare della storia italiana. Il lavoro sporge però oltre il tempo in cui fu scritto per il modo con cui è stato costruito: esso è infatti basato su una utilizzazione assai vasta, e in generale molto corretta, degli atti del processo di Bruno, sia della fase veneta che di quella romana. Ne scaturisce una straordinaria rappresentazione drammatica, potenziata dal genere teatrale entro cui si staglia la figura di Bruno raffigurato nella concretezza della sua vicenda processuale scandita, da un lato, dalla volontà di scampare alla morte, dall’altro, dalla decisione intransigente di mantenere ferme le ragioni fondamentali della sua vita e della sua filosofia, intrecciate l’una all’altra in un crescendo drammatico fino alla decisione di morire sul rogo.

Il Grande Inquisitore è un capitolo del romanzo I fratelli Karamazov, dello scrittore russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij.

Il Grande Inquisitore (noto anche come La leggenda del Grande Inquisitore, che è il titolo di una celebre opera di Rozanov) è un capitolo del romanzo I fratelli Karamazov, dello scrittore russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij.



Emerge l'aspetto psicologico, antropologico e filosofico di Dostoevskij; il racconto può essere analizzato e compreso anche fuori dal contesto del romanzo. Vengono rielaborati temi che riguardano la filosofia morale, la filosofia politica, la filosofia della storia e la filosofia della religione.

Prima di iniziare il racconto, Ivàn descrive le opere poetiche religiose del passato con "irruzioni" celesti nella vita degli uomini. Il più suggestivo e "dantesco" a suo avviso è un poemetto monastico russo tradotto dal greco, La Madre di Dio tra i tormenti, in cui la Madonna visita insieme all'arcangelo Michele un lago infernale bollente, dove sono immersi i dannati che ormai Dio ha dimenticato. Allora ella, inginocchiandosi piangendo, chiede perdono a Dio nel suo trono per tutti i dannati, senza distinzione. Dio le mostra le piaghe delle ferite di Gesù e le chiede come sia possibile perdonare anche i suoi carnefici; ma ella invita tutti i presenti (santi, martiri, angeli) a inginocchiarsi con lei per chiedere perdono per tutti, senza distinzione. Alla fine ottiene che i dannati siano liberati dai tormenti ogni anno, dal giorno di Venerdì Santo fino alla festa della Pentecoste; i peccatori rendono grazie dall'abisso infernale. Come in passi precedenti, anche qui è adombrata l'ipotesi teologica dell'apocatastasi.

Ivàn Karamàzov espone dunque al fratello Aleksej (Alëša) un racconto allegorico di sua invenzione, ambientato in Spagna ai tempi della Santa Inquisizione.

Dopo quindici secoli dalla morte, Cristo fa ritorno sulla terra. Non viene mai menzionato per nome, ma sempre chiamato indirettamente. Pur comparendo furtivamente, viene misteriosamente riconosciuto da tutti, il popolo lo riconosce e lo acclama come salvatore, tuttavia egli viene subito incarcerato per ordine del Grande Inquisitore, proprio mentre ha appena realizzato la resurrezione di una bambina di sette anni, nella bara bianca ancora aperta, pronunziando le sue uniche parole di tutta la narrazione: "Talitha kumi". L'Inquisitore

«è un vecchio di quasi novant'anni, alto e diritto, con il viso scarno e gli occhi infossati, nei quali però riluce una scintilla di fuoco... »

È lo stesso inquisitore a fare arrestare Gesù e subito dopo a recarsi presso di lui nella prigione in cui è stato rinchiuso esordendo con queste parole:

«"Sei tu? Sei tu?" Non ricevendo risposta, aggiunge rapido: "Non rispondere, taci! E poi, che cosa potresti dire? So anche troppo bene quel che diresti. Ma tu non hai il diritto di aggiungere nulla a quel che già dicesti una volta. Perché sei venuto a infastidirci? Perché sai anche tu che sei venuto a infastidirci. Ma sai cosa accadrà domani? Io non so chi tu sia né voglio sapere se tu sia proprio Lui o gli somigli, ma domani ti condannerò, ti brucerò sul rogo come il più empio degli eretici..."[1]»

Poi gli rimprovera di aver voluto portare la libertà ad un popolo che è incapace di usufruirne, un popolo che attraverso il potere della Chiesa pensa d'essere libero. Dopo la sua venuta è stata proprio la Chiesa a farsi carico dell'unica possibilità per rendere gli uomini felici e la sua venuta danneggia quest'ordine raggiunto. Per questa ragione l'inquisitore gli ripete: "Perché sei venuto a infastidirci?".

Poi Alëša chiede cosa significhino le parole dell'inquisitore a Gesù "non ti erano mancati avvertimenti e consigli". E Ivàn fa rispondere al vecchio che quando lo "Spirito intelligente e terribile" (Satana) lo aveva tentato, aveva posto in realtà una previsione sul comportamento umano. Quando lo tentò suggerendogli di convertire le pietre in pane affinché gli uomini credessero facilmente in lui, egli non lo fece, proprio per mantenere una libertà di scelta non imposta da un'evidenza. Ma l'inquisitore immagina poi un Uomo che persegue la scelta della libertà (proprio come suggerita da Gesù) che non conduce gli uomini ad alcuna certezza ma anzi, dopo essersi angustiati sarebbero venuti a cercare coloro che lo avrebbero perseguitato lungamente, affermando che la promessa fattagli non li aveva sfamati.

«Sfamaci, perché coloro che ci avevano promesso il fuoco dei cieli non ce l'hanno dato.»

Così l'inquisitore immagina di dover riprendere il potere facendo credere di farlo nel nome di Gesù: "... e saremo noi a sfamarli, nel nome tuo, dando a credere di farlo nel nome tuo." Così deposta la loro libertà, palesata l'incapacità di suddividere il pane a tutti nella libertà si persuaderanno di non poter essere liberi perché deboli, viziosi, inetti e ribelli. Cristo infatti con il suo messaggio dà all'umanità la libertà, la quale risulta insostenibile per la maggior parte degli uomini perché essi hanno bisogno delle necessità materiali alle quali solo in pochi sanno rinunciare. E aggiunge che gli uomini non vogliono questa libertà perché intollerabile ma soprattutto perché creature semplici e sregolate.

«E se a migliaia e decine di migliaia ti seguiranno in nome del pane celeste, che avverrà dei milioni di miliardi di esseri che non troveranno la forza di disdegnare il pane terreno per quello celeste? O forse a te sono care solo quelle decine di migliaia di esseri grandi e forti, mentre gli altri milioni di deboli - numerosi come granelli di sabbia marina, che tuttavia ti amano - devono essere solo materiale per i grandi e per i forti?»

Il Grande Inquisitore spiega a Cristo come sia necessaria un'autorità forte, quella da lui rappresentata, che dia al popolo più debole i veri bisogni materiali e richieda loro obbedienza, ingannandoli nel nome di Cristo. Ma in questo inganno risiede la vera sofferenza dell'inquisitore:

«Ma noi diremo che obbediamo a te e che governiamo in nome tuo. Così l'inganneremo di nuovo perché non lasceremo più che ti accosti a noi. E appunto in questo inganno starà la nostra sofferenza giàcché dovremo mentire.»

Ormai da otto secoli l'inquisitore e i suoi sono con Lui, con il diavolo, l'unico che può aiutarli a realizzare l'opera della felicità universale, correggendola dalla follia irrealizzabile che Cristo avrebbe voluto, seppur conoscendo il segreto della natura umana basato su questa ebbrezza nauseante per la libertà. Vi sono tre forze in grado di togliere la libertà all'uomo: il miracolo, il mistero e l'autorità. Nella loro veste di sacralità sono le forze su cui si è retta la Chiesa, dal cattolicesimo romano di Costantino al cattolicesimo gesuitico della Controriforma. Secondo l'ortodosso Dostoevskij, il socialismo ateo ha trasformato queste forze nei tre grandi miti di massa della società moderna: la moltiplicazione dell'avere, il valore eminente del fare e la sottomissione universale alla forza organizzativa del potere. Cristo ha rifiutato l'invito di Satana a cambiare le pietre in pane rispondendogli che l'uomo non vive di solo pane. Ma le moltitudini affamate di beni da consumare non vorranno invece vivere soltanto per ciò che hanno o esigono di avere, piuttosto che per la dignità spirituale che contrassegna la loro natura nel mondo delle pietre, delle piante e degli animali? L'uomo diventa così schiavo di ciò che possiede o di ciò che vuol possedere. Il secondo rifiuto di Cristo a Satana, che l'invita a gettarsi dal pinnacolo del Tempio per provare con un miracolo la propria divinità, significa la negazione che l'esorbitante potenza del fare sia la prova della grandezza dell'uomo. L'ultimo dono che il Tentatore offriva a Gesù nel deserto, tutti i regni della terra, viene sdegnosamente rifiutato. Al che, il Grande Inquisitore, facendosi portavoce del diavolo, rinfaccia al Santo la sua ingenuità, riassumendo «…tutto ciò che l'uomo cerca sulla terra, e cioè: a chi inchinarsi, a chi affidare la propria coscienza e in qual modo, infine, unirsi tutti in un formicaio indiscutibilmente comune e concorde, giacché il bisogno di unione universale è il terzo e l'ultimo tormento degli uomini. Sempre l'umanità mirò ad organizzarsi universalmente». D'altronde l'uomo è più legato alla ricerca dei miracoli che di Dio. E se gli vengono a mancare i miracoli se ne crea inchinandosi ai prodigi di un guaritore. Con queste tre forze l'inquisitore dice di aver alleviato gli uomini e di aver pensato realmente agli ultimi, a coloro che non potevano tollerare quel messaggio gravoso di libertà.

«Non amavamo forse l'umanità, riconoscendo con tanta umiltà la sua debolezza, alleviando con amore il suo fardello e permettendo alla sua debole natura di peccare, ma con il nostro consenso? Perché mi fissi in silenzio, con il tuo sguardo mite e penetrante? Adirati, io non voglio il tuo amore perché io stesso non ti amo.» (continua)

domenica 3 novembre 2024

Pino Daniele - E sona mo'

E sona mo' è il secondo album dal vivo pubblicato da Pino Daniele. L'album è ricavato dai nastri registrati nelle esibizioni effettuate a Cava de' Tirreni il 22 e il 23 maggio 1993
Tracce
  1. A me me piace 'o blues – 6:08
  2. Je sto vicino a te – 4:19
  3. Napule è – 5:44
  4. 'Na tazzulella 'e cafè – 2:06
  5. Je so' pazzo – 3:00
  6. Sicily – 5:20
  7. Femmena – 6:13
  8. Quando – 3:35
  9. Ue man! – 1:45
  10. Che soddisfazione – 4:20
  11. Sotto 'o sole – 6:02
  12. Fatte 'na pizza – 4:45
  13. Quanno chiove – 3:45
  14. 'O scarrafone – 3:52
Musicisti
  • Pino Daniele - voce, chitarra
  • Antonio Annona - tastiera, programmazione
  • Carol Steele - percussioni, cori
  • it.wikipedia.org


Fatte 'na pizza
c'a pummarola 'ncoppa
vedrai che il mondo
poi ti sorriderà
Fatte 'na pizza
e crescerai più forte
nessuno
nessuno più ti fermerà
fatte 'na pizza
lievete 'o sfizio

CREDITS

  • Pino Daniele: Lead vocal & guitar
  • Antonio Annona: Keyboards & computer programming
  • Carol Steele: Percussion & backing vocals
  • Lyrics & music by Pino Daniele except “Sicily” by Chick Corea and Pino Daniele
  • Produced by Pino Daniele for Demomusic International S.r.l.
  • Director: Sergio De Angelis
  • Mixed by Tommy Vicari at Suono di Ripetta Recording Studio (Roma)
  • Assistant: Fabrizio Facioni
  • Recorded in Cava dei Tirreni on May 22/23 1993 by Martin Webster
  • Live concert sound mixed by Alberto Butterini
  • Management: Enrico Rovelli – Kono (Milano)
  • Stage manager: Salvatore Jennaco
  • Tour manager: Mario La Vecchia & Riccardo Genovesi
  • Guitar technician for Pino Daniele: Salvatore Jennaco
  • Drum technician: Tony De Grandis