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giovedì 10 aprile 2025

Biblioteca Universitaria di Napoli - giovedì 12 gennaio 2023 - presentazione del libro di Ferruccio Diozzi "L'innovazione in biblioteca", Editrice Bibliografica.

Giovedì 12 gennaio 2023 alle ore 16.00, presso la BUN - Biblioteca Universitaria di Napoli - via G. Paladino, 39 - sarà presentato il nuovo libro di Ferruccio Diozzi

"L'innovazione in biblioteca", edito da Editrice Bibliografica (2022).

Interverranno:

  • - Maria Pia Cacace, Presidente Associazione Italiana Biblioteche, sez. Campania 
  • - Raffaele De Magistris, già Direttore Biblioteca Universitaria di Napoli 
  • - Chiara Migheli, Formatrice manageriale e coach trainer
  • Coordinerà gli interventi:
  • Maria Lucia Siragusa, Direttore Biblioteca Universitaria di Napoli
  • Sarà presente l’autore.

Il libro - Da concetto e metodo dotato di una sua propria caratterizzazione disciplinare all’interno della scienza organizzativa, l’innovazione ha assunto oggi una centralità assoluta nell’analisi della società, nell’agire politico, nella vita di tutti i giorni: promuoverla e realizzarla è diventata una priorità nel consorzio umano. Un contributo al concretizzarsi di fenomeni e processi innovativi proviene anche dalle biblioteche, organismi caratterizzati da capacità rilevanti nella gestione dei processi di cambiamento e dalla ricerca di nuovi approcci e di nuovi paradigmi che consentano loro di ri-affermarne la funzione nel contesto contemporaneo.  Questo lavoro offre un inquadramento generale del concetto di innovazione, ricostruendone l’origine storico-culturale e le successive evoluzioni. Approfondisce inoltre approcci e metodologie correnti che la supportano e illustra casi specifici nel settore delle biblioteche, con una metodologia di analisi che consenta il continuo confronto con il contesto in evoluzione, evidenziando i punti di forza e le debolezze delle proposte innovative.

L’autore  - Già responsabile del Centro documentazione del CIRA, Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, da anni attivo nel campo della biblioteconomia e della scienza dell’informazione, Ferruccio Diozzi ha al suo attivo circa 250 pubblicazioni tra cui Il nuovo glossario di biblioteconomia e scienza dell'informazione e Come garantire la continuità operativa in biblioteca, entrambi per Editrice Bibliografica. È direttore di “AIB Notizie” e presidente dell’associazione “Amici di Città della Scienza”. L'innovazione in biblioteca

La Biblioteca  - L'istituzione di una libreria fornita di una quantità bastante di libri di tutte le scienze e dotata di apposita regolamentazione – la prima in Italia – risale alla riforma degli studi universitari varata da Pedro Fernandez de Castro, conte di Lemos, viceré di Napoli dal 1610 al 1616, sul modello dell'Università di Salamanca. Per la nuova sede dell'Ateneo - in quel momento alloggiato nel monastero di S. Domenico Maggiore - viene incaricato l'architetto Giulio Cesare Fontana che avvia la ristrutturazione della vecchia cavallerizza fuori porta Costantinopoli. Il Palazzo degli Studi (oggi sede del Museo Archeologico Nazionale di Napoli) viene inaugurato, a lavori non ancora ultimati, il 14 giugno 1615 con un variopinto corteo di dignitari e accademici. La biblioteca, in base alla prammatica De Regimine Studiorum Civitatis Neapolis del 30 novembre 1616, gode del diritto di prelazione nella cessione di librerie private e di vendita dei doppi esemplari per ricavare i fondi necessari per i futuri incrementi. La gestione della libreria, aperta alla pubblica consultazione due ore la mattina e due la sera per comodo degli Scolari, viene demandata ad un Librajo molto intelligente ed esperto, incaricato dell'ordinamento e della sorveglianza dei volumi incatenati ne' banchi all'uso delle biblioteche rinascimentali. Carlo di Borbone, una volta asceso al trono di Napoli, dietro la sollecitazione degli Eletti della Città, ordina la ripresa dei lavori del Palazzo degli Studi; le misure adottate negli anni seguenti mirano a restituire al complesso universitario decoro e funzionalità fino al suo definitivo trasferimento nel 1777, sotto Ferdinando IV, all'interno del soppresso Collegio Massimo dei Gesuiti.


La soppressione di tutti gli ordini religiosi, decretata durante il governo di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat, il cd. decennio francese (1805-1815), pone le concrete premesse per l’attivazione di un centro librario fruibile da un’utenza di livello universitario: tra il 1808 e il 1810 il Prefetto della Biblioteca, il fisico e naturalista Giuseppe Antonio Ruffa, incamera i libri provenienti dai monasteri di S. Lorenzo, di S. Maria degli Angeli, di S. Pietro Martire, della S. Maria della Sanità, dei SS. Apostoli, di S. Brigida, di S. Domenico Maggiore, secondo quanto stabilito dal decreto del 27 settembre 1808 firmato da Giuseppe Capecelatro, ministro degli Interni. Purtroppo l'erogazione dei finanziamenti e dei materiali, accatastati senz'ordine e senza alcuna inventariazione (e quindi di fatto inconsultabili), viene interrotta a favore del nuovo progetto di Gioacchino Murat che prevede la fondazione di una Biblioteca Municipale nell'antico monastero di Monteoliveto, detta Gioacchina perchè intitolata al sovrano francese; per essa si acquistano nel 1812 le raccolte del marchese Francesco Taccone e di Francesco Orlando, insigni bibliofili. La restaurazione dei Borbone nel 1815 segna il definitivo tramonto della Biblioteca Gioacchina e, al contrario, il rilancio di quella dei Regi Studi a cui viene destinato il grande salone al primo piano nell'ex Collegio Massimo e, inizialmente, tutto il patrimonio librario accumulato nella Biblioteca Gioacchina. Nel 1819, però, un editto reale obbliga la Biblioteca degli Studi a consegnare alla Biblioteca Reale tutti i libri di maggior pregio bibliografico. Nel 1822 l'Ateneo procede alla nomina del nuovo responsabile, il matematico Vincenzo Flauti (o Flaùti), a cui spetta il compito di impiantare una struttura moderna ed efficiente: si ordinano i materiali nelle scaffalature trasportate da Monteoliveto (oggi visibili nel Salone di Lettura), si avvia la stampa del catalogo per autori, si formula una idonea regolamentazione esemplata su quella della Reale. Nel gennaio 1827 la Biblioteca viene aperta al pubblico: l'avvenimento viene riportato dalla stampa ufficiale.

In occasione dei lavori del VII Congresso degli Scienziati del 1845, il rettore dell'Università Michele Tenore, botanico di fama internazionale, dota la Biblioteca di un fondo speciale per l'abbonamento a giornali e periodici scientifici italiani e stranieri, aggiornando così il suo patrimonio bibliografico. All'indomani dell'Unità, l'Universitaria di Napoli entra nel novero delle biblioteche governative di prima classe, ossia le 13 biblioteche di carattere generale con trattamento economico più elevato, sia per la dotazione necessaria all'acquisto dei libri che per la classificazione e la retribuzione dei dipendenti, rispetto a quelle di seconda classe, di carattere speciale (Regio Decreto 25 novembre 1869, n. 5368, art. 3-5). Alla carica di direttore si succedono famosi bibliotecari e studiosi: Carlo Neri (1861), Tommaso Gar (1863), Giulio Minervini (1867-1886). Sono gli anni in cui la Biblioteca assume una particolare fisionomia culturale registrando un notevole incremento dei volumi sia per l'acquisizione di fondi librari delle corporazioni religiose soppresse nel 1861, sia per spontanee donazioni di docenti, ma soprattutto per un progressivo aumento della dotazione finanziaria che consente l'acquisto di importanti collezioni. La Biblioteca si arricchisce delle raccolte di Filippo e Carlo Cassola (chimica), di Francesco Briganti (scienze naturali), di Paolo Panceri (zoologia e anatomia comparata, 1874), di Oronzo Gabriele Costa (paleontologia), di Celestino Cavedoni (filologia e archeologia, 1865). Particolarmente rilevanti anche la collezione dantesca donata, nel 1872, da Alfonso della Valle di Casanova, ricca di antiche e pregevoli edizioni; la libreria di Vittorio Imbriani, di prevalente interesse letterario e linguistico, donata dalla vedova Gigia Rosnati Imbriani nel 1891; la cospicua raccolta di opere e opuscoli a carattere giuridico e letterario offerta, negli ultimi dell'Ottocento, da Domenico De Pilla (1896) e Domenico Viti (1898). Alla direzione del matematico Dino Padelletti (1887), a cui si deve il riordino dei periodici, degli incunaboli e delle aldine con la compilazione di cataloghi speciali, succedono quella di Alessandro Moroni (1888-1895) con il quale collabora Salvatore Di Giacomo (1894-1898), Giuseppe Fumagalli (1895-1897), Emidio Martini (fino al 1900), Alfonso Miola (fino al 1912), Mariano Fava (1913-1922), Gaetano Burgada (1923-1925), Giuseppe d'Elia (fino al 1929) e Giovanni Bresciano fino al 1933. Tra fine Ottocento ed inzi Novecento vengono acquisite le donazioni Padelletti (matematica, 1892), Battaglini (matematica, 1907) e Aievoli (medicina) che rafforzano quell'identità scientifica conferita alla Biblioteca fin dalla direzione del Flauti.

Nel 1936 divenne direttrice Maria Giuseppina Castellano Lanzara che innanzitutto si adoperò per la riapertura al pubblico della Biblioteca (dicembre 1937), seriamente danneggiata dal terremoto del 1930. La Castellano Lanzara mostrò il suo grande impegno morale e civile soprattutto negli anni della guerra quando, insieme a pochissimi impiegati, mantenne sempre aperta la Biblioteca, impedì che fosse occupata dalle truppe alleate e mise in salvo le collezioni più preziose. Questo materiale, trasportato su camion in ricoveri ritenuti sicuri (l’Abbazia di Monteverginee di Mercogliano, il convento dei Frati Minori di San Francesco a Minturno), era vigilato durante i viaggi dalla stessa direttrice e da alcuni collaboratori, incuranti del pericolo di possibili bombardamenti. Purtroppo alla fine del conflitto circa 700 opere tra quelle ricoverate a Minturno (pregevoli cinquecentine, bodoniane e volumi della raccolta dantesca Casanova) risultarono disperse. Nel dopoguerra la Castellano Lanzara organizzò importanti mostre bibliografiche: la prima nel 1948, in occasione del bicentenario degli Scavi di Pompei, sulla bibliografia pompeiana e sulla stamperia reale di Napoli visitata anche da Benedetto Croce; la seconda, in occasione del XIV congresso di anatomia, tenutosi a Napoli nel 1952, sulle opere di anatomia. Tra il 1957 e il 1964 fece iniziare e seguì i lavori di ampliamento di alcuni locali e di consolidamento statico dell’intero edificio; nel 1965 andò in pensione, proseguendo i suoi studi sul ruolo delle biblioteche e la sua attività di bibliotecaria nell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB).

Tra il 2019 e 2020 la Biblioteca Universitaria ha voluto celebrare la sua straordinaria direttrice attraverso varie iniziative: l’intitolazione del Salone monumentale di lettura, una visita guidata teatralizzata in cui rivestiva il ruolo del personaggio centrale, la costituzione del Fondo Castellano Lanzara (grazie alla donazione del suo prezioso archivio da parte della famiglia) e l’intitolazione di uno slargo nella zona universitaria. Nel 2018, dopo 11 anni di lavori di ristrutturazione, la Biblioteca si è rappropriata di tutti i suoi spazi, coniugando armonicamente la monumentalità della sede storica con la modernità dei servizi. Finalmente è di nuovo visibile la bellezza della sua facciata, del Cortile delle Statue e del Loggiato Monumentale. Ma non solo: nei magazzini sono riaffiorati alcuni resti archeologici relativi alla prima chiesa edificata dai Gesuiti nel Cinquecento. Tanta ricchezza e bellezza è a disposizione di tutti: la Biblioteca si adopera quotidianamente affinché la cultura sia facilmente accessibilee i suoi spazi siano accoglienti, un luogo piacevole di incontro e di crescita sociale. Si cerca di rispondere alle esigenze e agli interessi di un pubblico ampio e diversificato(studenti, ricercatori, scolaresche, appassionati, turisti), attraverso i servizi base - sempre più fruibili anche da remoto - il sito web e i canali social - che sono costantemente aggiornati – ed iniziative culturali non solo di carattere scientifico - come mostre, convegni, presentazioni di libri, seminari - ma anche divulgativo e ricreativo: visite guidate, visite teatralizzate, concerti. Biblioteca Universitaria di Napoli (BUN)

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