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#AnniNOVANTA

sabato 30 novembre 2019

Henri Cartier-Bresson. Lo sguardo del secolo. Ediz. illustrata Clément Chéroux

Henri Cartier-Bresson. Lo sguardo del secolo. Ediz. illustrata
"Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira testa, occhio e cuore. È un modo di vivere", questa la sintesi di Henri Cartier-Bresson, cofondatore nel 1947 della celebre agenzia Magnum, figura mitica della fotografia del Novecento. Nel 1931, dopo aver studiato pittura, aver frequentato i surrealisti e intrapreso il primo viaggio in Africa, prende la decisione di dedicarsi alla fotografia. Da Città del Messico a New York, dall'India di Gandhi alla Cuba di Fidel Castro, dalla Cina ormai comunista all'Unione Sovietica degli anni Cinquanta, non cesserà di percorrere il mondo con la fedele Leica inchiodata all'occhio. Clément Chéroux ci invita a seguire il tiro fotografico di questo instancabile viaggiatore che, rifuggendo dal sensazionalismo e difendendo l'integrità delle proprie fotografie, darà prestigio alla fotografia di reportage e renderà l'"immaginario secondo natura" un'etica. E un'estetica. https://www.ibs.it/
 
Traduttore: Guia Boni
Editore: Contrasto
Collana: Logos
Anno edizione: 2008
Pagine: 159 p., ill. , Brossura
EAN: 9788869651588

domenica 24 novembre 2019

Vasco Rossi, Michele Monina Non Stop – le mie emozioni da Modena Park a qui

Vasco Rossi, Michele Monina
Non Stop – le mie emozioni da Modena Park a qui
Genere: Biografie e Memoir
ISBN: 9788804720102
152 pagine
In vendita dal 23 luglio 2019
Negli ultimi tempi mi guardo intorno e vedo la disperazione della gente. Ecco, io voglio fare qualcosa contro questa disperazione, e la sola cosa che posso fare, che possiamo fare insieme, è cantare, suonare, stare bene.” Vasco è un libro aperto. Nel senso letterale del termine: questo libro. Che è il suo racconto – parola per parola, foto per foto – della grande impresa appena compiuta: il Vasco NonStop Live 019.
Non Stop – le mie emozioni da Modena Park a qui
Un libro che è un concentrato di Vasco pensiero registrato dallo scrittore e critico musicale Michele Monina in tempo reale, mentre si sta allestendo il tour, mentre il tour si sta svolgendo, fino all’ultima data, fino all’ultimo fuoco d’artificio. Un diario in presa diretta del tour più emozionante di sempre. Una lunghissima chiacchierata iniziata subito dopo il concerto record del Modena Park e che affronta non solo la musica, ma tutte le tematiche sociali che per oltre quarant’anni hanno accompagnato la sua produzione e la sua carriera. Dall’emarginazione al pregiudizio, dalla voglia di libertà alla volontà di contrastare con tutte le forze e l’ironia l’idea ottusa che vuole l’altro da sé sempre e comunque peggiore.
Un Vasco a tutto tondo, sempre più diretto, incisivo, come nei testi delle sue canzoni. Un Vasco anche più risolto, quello di questo secondo tempo della sua carriera, certo non meno arrabbiato, ma più deciso a farsi portavoce di un disperato bisogno di felicità proprio oggi, nell’epoca degli hater e del razzismo prêt-à-porter.
Dai preparativi del suo ennesimo record, sei sold out di fila a San Siro, alla chiusura in bellezza con la magica trasferta in Sardegna, rivivrete le tappe del Tour grazie ai commenti di Vasco e alle emozionanti immagini dell’album fotografico che completa il libro. https://www.libri

venerdì 22 novembre 2019

Il mio calcio libero di Barbara Bonansea, Marco Pastonesi Editore:Rizzoli

A poco più di vent’anni da quell’indimenticabile pomeriggio, Barbara è diventata una delle calciatrici italiane più riconosciute e apprezzate, ha conquistato il secondo scudetto consecutivo con la Juventus ed è stata protagonista con l’Italia, nel giugno 2019, del Mondiale francese che ha avvicinato milioni di tifosi al calcio femminile. Il mio calcio libero, scritto con Marco Pastonesi, non è solo il racconto della storia di Barbara, da Bricherasio alla Nazionale. È una dichiarazione d’amore, è un viaggio nei campi un po’ sgangherati del calcio cosiddetto minore, è un libro tecnico e romantico nel quale si spiega mirabilmente il gioco – “il rigore è un giallo, il cross è una poesia, il dribbling è acrobazia, volteggio, funambolismo”. È, in definitiva, un libro che trabocca di passione autentica, assoluta, e che Barbara ha scritto per tutte le bambine, per tutte le ragazze, per tutte le donne che, proprio come lei, si trovano a essere le prime o le uniche in un mondo quasi totalmente al maschile. Che si sono stufate di guardare gli altri giocare. Che un giorno hanno deciso di entrare in campo e di non uscirne più.
Bonansea Cover 300 Dpi
Editore:Rizzoli
Collana:Varia
Data di Pubblicazione:novembre 2019
EAN:9788817144292
ISBN:8817144290
Pagine:240
Formato:rilegato
La storia della calciatrice più rappresentativa della Nazionale, un libro di ispirazione per tutte le ragazze che inseguono i loro sogni.
«Mio padre mi portava con lui a ogni singolo allenamento di mio fratello, e a tutte le partite della domenica. Ero sempre a bordocampo, e una volta l’allenatore mi disse di smetterla di starmene lì a guardare e di entrare in campo. È cominciata così.» Vent’anni dopo quel rocambolesco esordio, Barbara ha vinto il secondo Scudetto consecutivo con la Juventus e, soprattutto, è stata protagonista del Mondiale che ha avvicinato milioni di tifosi e appassionati al calcio femminile. E in "Il mio calcio libero" si racconta per la prima volta a tutto campo a Marco Pastonesi in un libro rivolto anche e soprattutto a tutte le ragazze che con forza e determinazione inseguono i propri sogni.

giovedì 21 novembre 2019

INTRAMONTABILE ELISABETTA ANTONIO CAPRARICA

INTRAMONTABILE ELISABETTA
ANTONIO CAPRARICA
Una biografia che ripercorre le cadute e i trionfi di oltre sessant'anni di regno, indaga sulla magia che circonda la monarchia britannica e narra, al tempo stesso, una stupenda favola d'altri tempi.
Per i detrattori è « Elisabetta la Lunga », la sovrana senza qualità particolari, dotata della sola virtù della longevità. Per la grande maggioranza degli inglesi, e anche per qualche convinto repubblicano, è l'amato e indiscusso simbolo della nazione e della grandezza del Paese. Per i media è un'icona mondiale. Chi è dunque, e chi è stata, nei novant'anni della sua vita, Elizabeth Alexandra Mary Windsor ? Per rispondere a questa curiosità Antonio Caprarica , che ha avuto più occasioni d'incontrarla, ne ha esplorato la storia a partire dalla nascita nella casa londinese di Bruton Street, il 21 aprile 1926, e dall' infanzia trascorsa a Buckingham Palace insieme ai nonni, dai quali ha ereditato la parsimonia fino alla tirchieria e il maniacale rispetto della forma e dei ranghi che ancora oggi le vengono rimproverati. Ha seguito Elisabetta nei viaggi giovanili con Filippo e nelle stanze dove, ad appena ventisei anni, ha imparato l'arte di regnare. L'ha osservata nelle occasioni ufficiali e nelle crisi famigliari ricostruite attraverso le indiscrezioni di corte. L'ha raccontata, in un ritratto minuzioso e gustosissimo – completato da un inserto fotografico –, nella solenne cerimonia dell'incoronazione, nella quotidianità delle residenze reali e nelle scorribande in compagnia di cani e cavalli, gli unici esseri ai quali riserva, dicono i maligni, qualche manifestazione d'affetto. Una biografia che ripercorre le cadute e i trionfi di oltre sessant'anni di regno , indaga sulla magia che circonda la monarchia britannica e narra, al tempo stesso, una stupenda favola d'altri tempi. https://www.ibs.it/
«La mia obiezione al simbolo reale è che è morto; è un’otturazione d’oro in una bocca piena di carie. [...] Mi angoscia che ci siano così tanti cervelli vuoti, così tante vite vuote in Gran Bretagna da sostenere questa sciocca industria; che nessuno debba avere l’arguzia di cancellarne l’esistenza con una risata o l’onestà di resistervi.»
JOHN OSBORNE, ottobre 1957
Il giorno che cinse la corona, Elisabetta II non solo decise di bandire il marito Filippo dal talamo nuziale, almeno per qualche anno, ma si impose pure di cancellare dal volto ogni moto dell’animo, ogni segno di turbamento o esultanza, allegria o tristezza. Tutto sacrificato all’alta missione – così almeno la sentiva – cui era chiamata. Da quel momento ha costretto i suoi muscoli facciali ad assumere quell’espressione perennemente serena e distante, inalterabile, solo ogni tanto interrotta da un sorriso che, quando appare, dona ancor oggi grazia e bellezza al suo viso.
Se di ridere non se ne parla, almeno non pubblicamente, tanto meno di piangere. Credo di essere tra i pochissimi che hanno avuto la chance di registrare due furtive lacrime di Sua Maestà nell’arco di un ventennio. La prima accompagnò il decommissioning, ovvero il disarmo del reale panfilo Britannia, quando nel 1997 quell’ingrato del Parlamento stabilì che mantenerlo costava ormai troppo ai contribuenti. Il punto di vista di Elisabetta era radicalmente diverso. L’istinto demagogico delle democrazie faceva apparire un lusso inutile, e dunque superfluo, quello che ai suoi occhi era invece un segno di status, e di conseguenza uno strumento di lavoro. I reali d’Inghilterra avevano sempre avuto un panfilo a disposizione sin da quello donato dai sudditi a Carlo II al suo ritorno sul trono, nel 1660. Sul Britannia Elisabetta non aveva solo trascorso vacanze e momenti felici ma aveva anche compiuto visite ufficiali e ospitato capi di Stato, facendo dello yacht un tributo alle memorie marinare dello scomparso Impero.
Collana: Saggi
Anno edizione: 2016
Pagine: 391 p., ill. , Rilegato
EAN: 9788820060022
ANTONIO CAPRARICA ha accumulato la sua vasta esperienza internazionale in trent'anni di reportage televisivi dall'estero: per la Rai è stato prima inviato di guerra in Afghanistan e Iraq, poi corrispondente da Gerusalemme, Il Cairo, Mosca, Parigi e Londra. Ha lavorato anche nella carta stampata, come commentatore politico dell'Unità e di Epoca e condirettore di Paese Sera, e in radio, come direttore dei Giornali Radio Rai e Radio 1. Per la sua attività ha ricevuto i più prestigiosi premi di giornalismo. È autore di romanzi, racconti di viaggio e saggi. Tra i suoi titoli di maggior successo, tutti pubblicati da Sperling & Kupfer, La ragazza dei passi perduti, Dio ci salvi dagli inglesi… o no!?, C'era una volta in Italia, Il romanzo dei Windsor, Il romanzo di Londra, Intramontabile Elisabetta e L'ultima estate di Diana.

domenica 17 novembre 2019

Il mio filo rosso. Mamma e papà non si vogliono più bene Séverine Vidal, Louis Thomas

Il mio filo rosso. Mamma e papà non si vogliono più bene
Editore: La Margherita
Collana: L'orango rosa
Anno edizione: 2019
Pagine: 48 p., ill. , Rilegato
EAN: 9788865323007 
“Una settimana è tanto tempo. Ben sette giorni, centinaia di ore, milioni di secondi (…)”.
La nuova collana L’orango rosa si occupa di tematiche di attualità e problematiche psicologiche e sociali. In questo libro viene affrontato il problema del divorzio attraverso le emozioni, le difficoltà, il “lutto” della piccola protagonista, che a soli sei anni si trova con una vita affettiva e pratica tagliata in due. Ogni settimana è costretta a cambiare casa e genitore, ogni volta si sforza di non mostrare le sue difficoltà alla mamma e al papà per non rattristarli, per evitare che provino ogni volta il dolore del distacco da lei. Lei questo dolore, questo smarrimento lo prova sempre, ogni settimana soffre l’assenza di uno dei genitori. Ad aumentare il suo disagio interviene l’imbarazzo e la freddezza con cui ancora questi si rapportano fra loro e il desiderio più grande della bambina non è quello che “facciano la pace”, non nel senso di ricucire un legame che si è spezzato irrimediabilmente, ma almeno che possano raggiungere un rapporto civile e magari cordiale. Un libro nel quale i piccoli possono rispecchiarsi, i grandi trarre spunti per la riflessione.

venerdì 15 novembre 2019

Il trionfo del sole Wilbur Smith

Il trionfo del sole (titolo originale The Triumph of the Sun) è un romanzo di Wilbur Smith, pubblicato nel 2005.
Nel 1884 a Karthoum, la città degli elefanti, vivono tre sorelle, figlie del console britannico Benbrook: la giovane Rebecca e le piccole gemelle Amber e Saffron, che conosceranno cosa sia la morte e l'orrore. Durante tranquille giornate passate insieme faranno la conoscenza di Ryder Courtney e di Penrod Ballantyne, due uomini che segneranno la loro vita. Sotto l'attacco del nuovo leader religioso, Mahdi, durante l'assedio perdono il padre, la speranza e sé stesse; ma il destino vorrà che le gemelle riescano ad uscire vive ed incolumi, grazie al sacrificio di Rebecca, che si convertirà all'Islam e, dopo la morte del Mahdi, diventerà la moglie di colui che ha portato la morte a gente innocente ed al padre: Osman Atalan. Tutto ciò accade lì dove il Nilo ha origine, alla confluenza tra il Nilo Azzurro ed il Nilo Bianco, un luogo dove l'unico a vincere è sempre il sole.
Il trionfo del sole
ISBN 9788850244454
Autore Wilbur Smith
Casa Editrice TEA
586 pagine, Brossura
«Il più importante scrittore di avventure del nostro tempo.» 
Fernanda Pivano, Corriere della Sera

mercoledì 13 novembre 2019

La scienza e i tempi del costruire Renato Sparacio

La storia della tecnica delle costruzioni non è soltanto una rassegna di stili e di tipologie, né una pura esposizione di nozioni, di meccanica o di geometria. Renato Sparacio costruisce perciò un ponte tra i due aspetti, realizzando un'originale sintesi; l'altra parte analizza il progresso tecnologico interdisciplinare, utilissima per chi opera per la conservazione e il restauro dei beni architettonici. Una parte del volume prende in considerazione le discipline base e l'opera dei grandi scienziati, seguendo il loro affermarsi lungo il corso della storia del pensiero; l'altra parte analizza il progresso tecnologico delle costruzioni architettoniche. Il volume è completato da un capitolo sulla storia dei materiali utilizzati nelle costruzioni fin dall'antichità
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Editore: CLEAN
Formato: PDF con DRM
Testo in italiano
Cloud: Sì Scopri di più
Dimensioni: 6,37 MB
EAN: 9788884975430

domenica 10 novembre 2019

Il Codice da Vinci Dan Brown

Il codice da Vinci (The Da Vinci Code) è il quarto romanzothriller dello scrittore Dan Brown, scritto nel 2003 e pubblicato in Italia nel 2004. Il libro è un best seller internazionale, avendo venduto globalmente oltre 80 milioni di copie.
A Parigi, il curatore del Louvre, Jacques Saunière, viene ucciso per mano di uno strano monaco albino appartenente all'Opus Dei. Lo studioso di simbologia, il professor Robert Langdon, viene a sapere dell'omicidio e, condotto al Louvre, viene interrogato, poiché ritenuto colpevole della morte del curatore. Langdon, affiancato da Sophie Neveu, nipote del curatore ucciso, e successivamente anche dallo studioso sir Leigh Teabing, dovrà ripercorrere attraverso indizi nascosti in importanti opere d'arte, enigmi e misteriosi artefatti, il percorso del Santo Graal, uno dei più grandi misteri della storia. Tale percorso si incrocia con quello di un'antica e misteriosa società segreta nota come Priorato di Sion di cui Saunière faceva parte come Gran Maestro (livello più elevato), che nasconde un inconcepibile segreto che, se rivelato, potrebbe compromettere i fondamenti stessi del Cristianesimo, nella versione tramandata dalla Chiesa cattolica.
Dopo il grande successo del romanzo ne è stato realizzato un film diretto da Ron Howard e distribuito dalla Sony Pictures Entertainment, uscito in contemporanea nelle sale di tutto il mondo il 19 maggio 2006, dopo l'anteprima al Festival di Cannes 2006 il 16 maggio.
Il Codice da Vinci
Traduttore: Riccardo Valla
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Anno edizione: 2003
Pagine: 523 p., Rilegato
EAN: 9788804523413
dal libro "Il Codice Da Vinci" di Dan Brown
«Dove sono?» La sua voce aveva un timbro cavernoso.
«A Oviedo. Nel Nord della Spagna.»
«Come sono arrivato qui?»
«Qualcuno ti ha lasciato sulla mia soglia. Eri malato e ti ho dato da mangiare. Sei qui da alcuni giorni.»
Il codice da Vinci (The Da Vinci Code) è un film thriller del 2006, diretto da Ron Howard e basato sull'omonimo romanzobest seller di Dan Brown.
Il film, distribuito dalla Sony Pictures Entertainment, è uscito in contemporanea nelle sale di tutto il mondo il 19 maggio 2006, dopo l'anteprima al Festival di Cannes 2006 il 16 maggio.
  

Fey von Hassell I figli strappati. Prefazione di Giuliano Vassalli

I figli strappati
Prefazione di Giuliano Vassalli
Pagine 332
Euro 12,91
 
L’autrice, Fey von Hassell, sposata Pirzio-Biroli, è figlia di Ulrich von Hassell, già ambasciatore tedesco a Roma negli anni trenta, "giustiziato" dai nazisti nel 1944 per la sua coraggiosa partecipazione alla resistenza contro Hitler. Attraverso lettere, pagine di diario e ricordi personali, Fey von Hassell rievoca qui la propria sconvolgente vicenda familiare, dalla società "bene" della Roma anteguerra alla prigionia in Germania, alla disperata ricerca - dopo la liberazione - dei due figli (di quattro e due anni) che le SS avevano strappato alla madre e di cui si era perduta ogni traccia. Protagonisti e semplici testimoni di quegli eventi drammatici, italiani, tedeschi, inglesi, americani, esponenti o gregari del Terzo Reich, colpevoli o innocenti, vittime o carnefici, guardiani dei Lager o prigionieri (fra questi ultimi l’intera famiglia di Claus von Stauffenberg, l’autore del fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944) vengono qui descritti nella loro reale condizione umana con una acutezza psicologica che sovente attenua la drammaticità degli eventi facendo sapiente ricorso a un innato senso dell’umorismo. Questo, insomma, più ancora che un libro "di" storia, è un libro "nella storia", documento umano che, seguendo l’itinerario della tenace battaglia d’una madre per riavere i "figli strappati", meglio aiuta a comprendere quanto avvenne in quegli anni cruciali e terribili, premessa necessaria per dare senso e coscienza all’impegno attuale verso l’unità della comune patria europea.
Fey von Hassel
Berlino 1919 - Brazzà 2010
Fey von Hassell, dopo il matrimonio con il conte friulano Detalmo Pirzio-Biroli, fa il suo ingresso a Brazzà, nella villa del castello Savorgnan-Pirzio-Biroli, a circa mezzo secolo dopo Cora Slocomb, antesignana dell’emancipazione femminile e come lei, proveniente da un altro Paese. 
Dalle finestre del lungo corridoio, si gode il panorama delle montagne friulane che fanno da cornice al grande parco fatto realizzare da Cora a fine Ottocento, con il laghetto a forma di trifoglio, il castello di Brazzacco con la rocca di Braitan, la torre maestra e la casa del Capitano, la chiesetta gentilizia di San Leonardo, il santo liberatore dei prigionieri, venerato dalla famiglia Pirzio-Biroli per le vicissitudini di guerra e deportazione.
Il salottino adombrato dove Fey il 28 marzo 2008 ha ricevuto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è custode di molte memorie antiche e storie più recenti, non meno importanti.

L' incubo degli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale, attraverso la separazione forzata dai figli, la prigionia nei campi di concentramento, la disperata ricerca dei bambini. La vera storia della contessa Fey von Hassell, figlia di uno dei partecipanti al fallito attentato del 20 luglio 1944 contro Hitler, dopo essere stata raccontata dalla donna in un diario (I figli strappati, Edizioni dell' Altana) è diventata un film diretto da Massimo Spano con Antonia Liskova e Daniele Pecci. Fey, l' eroina della storia, oggi ultranovantenne, è infatti la figlia di Ulrich von Hassell (interpretato nella fiction da Michael Mendl), ambasciatore tedesco in Italia negli anni '30, giustiziato nel 1944 in Germania, dopo aver preso parte alla congiura contro il Fuhrer, incredibilmente scampato all' esplosione della bomba piazzata dal capo del gruppo di cospiratori, il colonnello Claus von Staffenberg.
Antonia Liskova, una Fey coraggiosa e intensa, ha incontrato la contessa Von Hassell: «Fey ha passato tutte queste pene a causa del padre, ma in tutta la sua vita non l' ha mai odiato nemmeno per un secondo, anzi, ha sempre combattuto per lui. La mia soddisfazione è che, guardando alcune scene del film si sia commossa. 
Fey, figlia di Ulrich von Hassell, ambasciatore tedesco a Roma negli anni Trenta giustiziato nel 1944, ha chiacchierato amichevolmente con forte accento tedesco con il Capo dello Stato. Sforando il tempo previsto dal cerimoniale, Napolitano si è soffermato sulle foto, prevalentemente seppiate e in bianco e nero, che ritraggono i vari personaggi delle Famiglie Savorgnan-Pirzio-Biroli: l’Ammiraglio tedesco Alfred von Tirpitz, nonno di Fey, segretario di Stato del Ministero della Marina imperiale del secondo Reich, la Kriegsmarine, l’uomo della Guerra sottomarina indiscriminata per mezzo degli U-Boot; la contessa Cora Slocomb con un bel cappello e la mantellina di pizzo sulle spalle, sposa di Detalmo Savorgnan di Brazzà, l’inventore della macchina affrancatrice.  
Ulrich von Hassell, padre di Fey, durante la prima guerra mondiale, era stato ispettore militare nell’esercito nella Battaglia della Marna. Profondamente contrariato dalla caduta del vecchio regime e dall’avvento della Repubblica di Weimar, inizialmente vide nel nascente partito nazista l’unica possibilità di ripristinare le vecchie tradizioni. Fu così che venne nominato ambasciatore a Roma. In seguito, inorridito dalla violenta presa di potere del nazismo e del fascismo, lasciò il partito. Egli annota nel suo diario segreto l’odio e il disappunto contro gli orrori di Hitler, del nazismo, e il rancore contro il pogrom condotto dalle SS nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 in Germania, Austria e Cecoslovacchia. Ancora di stanza a Roma, benché i crimini compiuti oltr’Alpe aleggino nell’aria, von Hassell è impotente contro l’Olocausto. Il 15 maggio 1943 scrive che «Hitler ha trasformato i tedeschi in animali selvaggi esecrati nel mondo intero». Invano il barone cospira per dividere Duce e Fürher. Fey nel suo diario, durante il soggiorno romano, scrive della sofferenza dei genitori che, spiati in casa, devono convivere con il Gotha tedesco. 
Fey von Hassell, scomparsa il 14 febbraio 2010, riposa nella tomba di Famiglia nel piccolo cimitero di Santa Margherita del Gruagno, in comune di Moruzzo (UD). Come sua sorella Almuth, era una donna esile e longilinea, dai lineamenti nordici e l’incarnato chiaro, bellissimi e profondi occhi azzurri, ereditati dal figlio minore Roberto. Lei stessa dichiarerà l’istinto della giustizia che ha orientato tutta la sua esistenza: «Opporsi sempre alla dittatura, anche in situazioni disperate». Fonte: http://www.enciclopediadelledonne.it/

Franco Cardini Francesco d’Assisi

Franco Cardini
Francesco d’Assisi

Editore: Mondadori
Collana: Oscar storia
Anno edizione: 2013
Formato: Tascabile
Pagine: 252 p.
EAN: 9788804626831

Il vasto e perdurante interesse suscitato da Francesco d'Assisi - vissuto a cavallo fra il XII e il XIII secolo - scaturisce dalla sua continua tensione verso una prassi che realizzi il modello di vita proposto dal Vangelo. Sulla figura di Francesco si sono stratificate le interpretazioni più disparate e contrastanti; ciò si deve alla scarsità e all'eterogeneità delle fonti storiche, ma anche al fatto che spesso sono state lette in modo ingenuo e capzioso. In questo libro, Franco Cardini ci restituisce un'immagine viva e affascinante del Povero d'Assisi, senza semplificarne gli aspetti problematici.

Il gioco delle parti. Travestimenti e paure sociali tra Otto e Novecento Laura Schettini

Dalla metà dell'Ottocento importanti cambiamenti nel mondo dell'editoria, della cultura scientifica, di costume e sociali, fanno dei travestimenti di genere una questione che accende gli animi, di cui si occupano l'opinione pubblica, la stampa, la pubblica sicurezza, la comunità scientifica. Nello stesso periodo nuovi attori sociali, come le "donne nuove" o gli omosessuali, ricorrono ampiamente al travestitismo come pratica di costruzione e svelamento dell'identità, sfidando sul piano simbolico i modelli di mascolinità e femminilità dominanti. Attraverso un copioso e vario apparato documentario questo libro ricostruisce come il campo dei travestimenti, al crocevia di importanti processi sociali, finisca per rappresentare nell'Italia fin de siécle uno dei terreni più importanti di confronto/conflitto tra istanze di rinnovamento e di conservazione rispetto ai modelli di sessualità e di genere.
Anno edizione: 2011
Pagine: VI-250 p.
EAN: 9788800740722
L’autrice, Laura Schettini, ha conseguito il Dottorato di ricerca internazionale in Storia delle donne e dell’identità di genere (Università di Napoli l’Orientale) nel 2005. Ha successivamente insegnato storia contemporanea come docente a contratto presso Sapienza, Università di Roma, collaborato a progetti di ricerca nazionali, di ateneo e di istituti di ricerca, tenuto lezioni e laboratori teorici, scritto sulle pagine culturali del settimanale “Left-Avvenimenti”.
Si è occupata inizialmente di storia della psichiatria e degli internamenti femminili e successivamente di storia culturale e sociale dei modelli di genere in età contemporanea e della storia della polizia scientifica. Nell’ultimo anno ha lavorato, per la Società italiana delle Storiche, sul precariato intellettuale femminile. Per nove anni, dal 2002 al 2010, è stata una delle organizzatrici del festival internazionale di cinema indipendente Tekfestival. Ai confini del mondo… dentro l’Occidente, particolarmente sensibile alle questioni di genere, alle migrazioni, al rapporto centri/periferie. 10 Maggio 2012 Fonte: http://www.decanteronline.it

Il gioco delle parti. Guida illustrata al tuo mondo interiore Tom Holmes, Lauri Holmes

Nelle più disparate situazioni della nostra esistenza lasciamo che di volta in volta parti diverse della nostra personalità operino liberamente. Ma spesso il loro comportamento abituale può metterci in difficoltà: la loro reazione agli eventi può essere controproducente, inopportuna o, addirittura, del tutto sbagliata. Il gioco delle parti descrive il nostro mondo psicologico interiore, con il supporto di disegni talvolta evocativi, stimolanti, divertenti e spesso pungenti. Mostra come possiamo allontanarci da certi modelli consolidati che sono soliti crearci dei problemi e offre suggerimenti più efficaci per dare risalto al nostro specifico talento e al nostro personalissimo stile per vivere una vita più piena. Attraverso esempi pratici e storie di esperienze cliniche, il libro ci invita a ritrovare il nostro Sé più autentico, migliorando così anche il nostro rapporto con gli altri.
Traduttore: Paolo Poli
Editore: Feltrinelli
Collana: Urra
Anno edizione: 2015
Pagine: 141 p., ill. , Brossura
EAN: 9788807090677

sabato 9 novembre 2019

Il silenzio dell’onda Gianrico Carofiglio

un conto è aspettare l’onda, un conto è alzarsi sulla tavola quando arriva.
Da mesi, il lunedì e il giovedì, Roberto Marias attraversa a piedi il centro di Roma per raggiungere lo studio di uno psichiatra. Si siede davanti a lui, e spesso rimane in silenzio. Talvolta i ricordi affiorano. E lo riportano al tempo in cui lui e suo padre affrontavano le onde dell'oceano sulla tavola da surf. Lo riportano agli anni rischiosi del suo lavoro di agente sotto copertura, quando ha conosciuto il cinismo, la corruzione, l'orrore. Fuori, ma anche dentro di sé. Di professione fantasma, ha imparato a ingannare, a tradire, a sparire senza lasciare traccia. Una vita che lo ha ubriacato e travolto. Le parole del dottore, le passeggiate ipnotiche in una Roma che lentamente si svela ai suoi occhi, l'incontro con Emma, come lui danneggiata dall'indicibilità della colpa, gli permettono di tornare in superficie. E quando Giacomo gli chiede aiuto contro i suoi incubi di undicenne, Roberto scopre una strada di riscatto e di rinascita.
Il silenzio dell'onda - Gianrico Carofiglio - copertina
Ne Il silenzio dell’onda (Rizzoli, 2011), finalista al Premio Strega 2012, Gianrico Carofiglio descrive il percorso di un uomo che in qualche modo, quasi inconsapevolmente, crea quel baratro da cui sembra non esserci uscita e dal quale con l’aiuto di uno psichiatra cerca di uscire per poter rivedere quella stessa luce che vedeva un tempo, quando ancora non aveva iniziato a scavare nessuna buca nei pressi del precipizio, quando ancora viveva con la famiglia un’infanzia felice. Una luce riflessa dalle onde che da piccolo solcava per governarle, per lasciarsi andare, per sentirsi libero. Da Roberto, il carabiniere protagonista, allo psichiatra, da Emma, la ex attrice, al piccolo Giacomo, la storia ruota attorno a delle personalità spesso in bilico e costrette ad affrontare situazioni certamente non semplici e che possono condizionare, colpire duro fino a disintegrare una vita intera. https://www.sololibri.net/
Il silenzio dell’onda
Collana: Best BUR
Anno edizione: 2016
Formato: Tascabile
Pagine: 299 p., Brossura
  • EAN: 9788817089258

venerdì 8 novembre 2019

La città delle spine. Nove vite nel campo profughi più grande del mondo, Ben Rawlence

«"La Città delle Spine" è un docu-novel, una forma ibrida che recupera ciò che è accaduto prima dell'escalation del terrore.» - Mauro Garofalo, Il Sole 24 ore Per gli operatori umanitari il campo profughi di Dadaab è una profonda crisi umanitaria; per il Governo del Kenya è un "asilo per terroristi"; per i media occidentali un luogo da evitare. Ma per le cinquecentomila persone che ci abitano è la loro ultima speranza. Situata nel deserto del Kenya settentrionale, Dadaab è una città desolata dove crescono solo cespugli spinosi. Per quattro anni Ben Rawlence ne è stato testimone diretto e ha conosciuto molti dei suoi rifugiati. Tra loro ci sono Guled, un ex bambino soldato appassionato di calcio; Nisho, che raschia l'esistenza spingendo una carriola ma sognando infinite ricchezze; e Kheyro, una studentessa che ha deciso di fondare sull'educazione il proprio futuro. Rawlence intreccia le storie di nove giovani per raccontare la vita nel campo e per denunciare le ben più influenti forze politiche che ne determinano le sorti. Il risultato è un reportage vivido e illuminante.
La città delle spine. Nove vite nel campo profughi più grande del mondo
Traduttore: Elena Balzano
Editore: Brioschi
Anno edizione: 2018
Pagine: 442 p., Brossura
EAN: 9788899612160
https://www.ibs.it
 
CRESCIUTO in modo disordinato, rifugio da chi fugge da guerre e occupazioni militari e dagli attentati di al-Shaabab, si è trasformato in una città con le sue regole, il suo mercato, i suoi servizi, i campi da calcio, le diatribe e i conflitti sociali, economici, tribali. Un non-luogo che stenta a farsi luogo e che Ben Rawlence racconta nel suo libro La città delle spine dopo anni di ricerche in una metropoli che non appare in nessuna mappa.

Franca Tarantino, Vincenzo Santoro, Il ballo della pizzica pizzica, Itinerarti 2019

Franca Tarantino, Vincenzo Santoro, Il ballo della pizzica pizzica, Itinerarti 2019
Seconda pubblicazione del marchio editoriale ItinerArti Edizioni (nella collana Percorsi immateriali), il volume costituisce il primo testo didattico sulla pizzica pizzica, un agile supporto pratico per chi voglia accostarsi correttamente al ballo popolare più noto del Salento. Una pubblicazione attesa dai molti frequentatori delle ronde e dagli amanti della cultura salentina.
Grazie a uno studio puntuale ne vengono distinte le diverse tipologie, associate ai relativi contesti, precisandone le trasformazioni storiche fino alle innovazioni del ballo di “reinvenzione”.

Divenuta tratto culturale distintivo, il ballo della pizzica pizzica continua ad affermarsi come pratica estremamente attrattiva: modalità di espressione personale e di socializzazione, fonte di ispirazioni artistiche e identitarie e occasione di promozione territoriale. Distinguendo le diverse forme coreutiche salentine si descrivono, anche con l’ausilio di immagini, le posture e le dinamiche della pizzica pizzica in un prezioso compendio per chi voglia conoscere e praticare il ballo popolare della festa. Nell’intersezione di storie di vita e percorsi professionali si ricostruiscono vicende e fortuna di questa danza poco documentata, reinventata, restaurata e globalizzata, dalla consuetudine comunitaria alla sua declinazione festivaliera, attraversando i mutamenti dei contesti culturali di riferimento.
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Franca Tarantino: Psicoterapeuta, danzamovimentoterapeuta, ricercatrice e studiosa di danze tradizionali dell’Italia meridionale, è membro dell’International Dance Council-CID. Da diversi anni svolge incontri e corsi formativi nelle scuole, in ambito clinico e nei folk festival. Ha danzato con alcuni dei principali gruppi di musica popolare: Antonio Infantino, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Tony Esposito, Encardia (Grecia), Uccio Aloisi Gruppu, Uaragniaun, Ivano Fortuna, Scantu de Core, Malicanti. Ha fatto parte del corpo di danza della Notte della Taranta 2010, maestro concertatore Ludovico Einaudi.
Vincenzo Santoro: è impegnato da molti anni nell’organizzazione di iniziative ed eventi sulle musiche e culture popolari del Mezzogiorno. Le sue pubblicazioni più importanti in questo campo sono: Il ritmo meridiano. La pizzica e le identità danzanti del Salento (con Sergio Torsello), Edizioni Aramirè 2002; Uccio Aloisi. I colori della terra. Canti e racconti di un musicista popolare (con Sergio Torsello e Roberto Raheli), Edizioni Aramirè 2004; Il Salento di Giovanna Marini (con Roberto Raheli), cd doppio, Edizioni Aramirè 2004; Il ritorno della taranta. Storia della rinascita della musica popolare salentina, Squilibri 2009; Memorie della terra. Racconti e canti di lavoro e di lotta del Salento, libro e cd audio, Squilibri 2010; Odino nelle terre del rimorso. Eugenio Barba e l’Odin Teatret in Salento e Sardegna (1973-1975), libro e dvd, Squilibri 2017. Rito e passione. Conversazioni intorno alla musica popolare salentina, Itinerarti 2019. Attualmente è responsabile del Dipartimento Cultura e Turismo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. http://lnx.vincenzosantoro.it
ItinerArti
ItinerArti Impresa Sociale s.r.l. è una start-up salentina, diretta da Antonio Santoro e vincitrice del concorso "PIN" - Pugliesi Innovativi, promosso dalle Politiche Giovanili della Regione Puglia e ARTI. Nata con l'obiettivo di costruire una nuova idea di turismo e cultura che coniughi in modo inedito tradizione e innovazione. Come gli itineraria antichi e medievali da cui il nome trae ispirazione, descrive e racconta itinerari culturali materiali e immateriali del Salento e ne crea di nuovi. Percorsi reali e immaginari di interesse culturale e turistico, da percorrere a piedi, in bicicletta o anche solo con la mente.
ItinerArti ha vinto il bando della Fondazione con il Sud (in partnership con altre realtà) per la valorizzazione dell'ex Convento dei Carmelitani di Nardò, che diverrà un importante contenitore di attività legate alla promozione della cultura e del turismo creativo, attraverso il progetto “Creativitour. Percorsi per un turismo creativo”.
All'interno delle attività di ItinerArti, anche il marchio editoriale ItinerArti Edizioni, che si concentra sul patrimonio culturale del territorio.

giovedì 7 novembre 2019

Io e topo Gigio. Vita artistica e privata di una donna straordinaria Maria Perego

All'inizio degli anni '60 appare in TV un personaggio romantico, innocente e con un forte senso dell'ironia e dell'umorismo, che accompagnerà famiglie e numerose generazioni attraverso l'infanzia e l'adolescenza, che ha intrattenuto e intrattiene fan in tutto il mondo. Famiglie, ragazzini e teenager che sono cresciuti e crescono portandosi dentro quel piccolo personaggio, alto poco più di venti centimetri. Stiamo parlando di Topo Gigio, il compagno e l'amico fedele di tutti noi. Questa è la storia della sua creatrice, che ci racconta la nascita e l'evoluzione di Gigio partendo dalla sua stessa vita piena di fascino e di magia attraverso gli avvenimenti più salienti dalla seconda metà del Novecento sino ai giorni nostri, una girandola di eventi e incontri. Artisti e icone mondiali, come Ed Sullivan, Louis Armstrong, Ichikawa, Hugo Pratt, Michael Jackson, Lucio Dalla, John Wayne e tanti altri, tutti compagni di viaggio e sinceri ammiratori di un personaggio semplice eppure profondo e molto coinvolgente. Maria Perego racconta con sincero divertimento e umiltà il suo grande successo mondiale senza tuttavia tralasciare le difficoltà e le rinunce esistenziali che tale successo ha inevitabilmente portato con sé.
Io e topo Gigio. Vita artistica e privata di una donna straordinaria
Maria Perego
Io e topo Gigio. Vita artistica e privata di una donna straordinaria - Maria Perego - copertina
Editore: Marsilio
Collana: Gli specchi
Anno edizione: 2015
In commercio dal: 2 luglio 2015
Pagine: 285 p., ill. , Brossura
EAN: 9788831721363 
«Come le è nata l’idea delle marionette?» è la domanda che mi è stata rivolta più di ogni altra da giornalisti di tutto il mondo. La prima risposta è sempre stata: «Non marionette, questo è il nome che genericamente comprende tutti i tipi di movimento, le marionette mosse attraverso i fili, i burattini mossi infilando un braccio dentro una guaina e, da qualche anno a questa parte, anche il pupazzo.
«Pupazzo definisce il tipo di movimento che io ho creato ed è un neologismo nato con il mio lavoro.»
Il novantanove per cento dei giornalisti a questo punto alza la penna dal taccuino e mi guarda come se stesse aspettando altre informazioni utili, così vado avanti e sempre mi sforzo di rispondere sinceramente: «L’idea della marionetta è una storia maturata lentamente, ricca di avventure, tutte accadute dentro la mia testa. Ho dovuto valutare le mie attitudini, la psicologia sperimentale, la narrativa a fumetti, i miei doveri sociali, la differenza fra cartapesta, caolino, gommapiuma e polietilene espanso, e tra Goldoni e Gozzi, Pirandello e Zavattini, Klee e Steinberg.»
Parlo, racconto. Oggi anche ricordo. https://www.ibs.it

Cosa mi dici, cosa mi di cosa mi dici, mi dici mai cosa mi dici, 
cosa mi di cosa mi dici, mi dici mai

mercoledì 6 novembre 2019

Fiabe centimetropolitane Elio

Fiabe centimetropolitane
Formato 13 x 18
Legatura Cartonato con sovraccoperta
Pagine 128
Surreale è tutto ciò che non potrebbe mai succedere. 
Ma se poi succedesse lo stesso? A questa domanda Elio ha sempre cercato di rispondere, con le sue canzoni e ogni altro mezzo, costruendo castelli di ipotesi in aria che acquistavano realtà via via che sollevavano pinnacoli immaginari: oggi nessuno più dubita dell'esistenza di un vitello dai piedi di balsa. Trenta secoli di buon senso ci hanno fatto credere che una fiaba con animali, da Esopo in poi, sia solo un modo cifrato di parlare della realtà: la cosiddetta allegoria. Ma c'è ben altro nel dare la parola alle bestie. Una minaccia per l'ordine delle cose, e una speranza di riscatto per tutti gli universi paralleli. Se poi la fiaba finisce nel mirino alieno di uno scrittore (e scrittore Elio lo è sempre stato, almeno da quando lo è diventato) per il quale il surreale non ha niente di irreale, allora le storie si tendono al verosimile, le bestie non spacciano più pillole di velato buon senso, ma si limitano a vivere la loro vita quietamente assurda infischiandosene di noi lettori stupiti ed esilarati, e la lettura si trasforma in una specie di iniziazione. La zoologia del pianeta Elio non contiene solo giraffe, pettirossi e grillitalpa, ma opera innesti nei regni cosiddetti naturali, e genera alberi antropomorfi, nobiluomini di cristallo e di cotone, autoarticolati ambiziosi, ammaestratori di cozze, coccodrilli idrosolubili e via surrealizzando. Si ride molto, ma anche per difendersi, giacché sotto sotto serpeggia la stessa inquietudine che circola nei capolavori di Lewis Carroll: che il surreale sia soltanto il reale di qualcun altro. (Davide Tortorella) https://www.bompiani.it/catalogo/
C’era una volta un signore, di nome Forghetti Claudio, molto distinto, vestiva sempre in modo impeccabile, elegante ma con gusto, senza ostentazione benché fosse molto ricco, oltreché molto intelligente, e quindi avrebbe potuto comprarsi gli abiti più costosi e appariscenti, ma non lo faceva poiché aveva classe.
Quale non era quindi la meraviglia di coloro che lo frequentavano quando, accomiatandosi, non ricevevano risposta al saluto.
“Arrivederci Forghetti.” Niente
“Buonasera signor Forghetti.” Silenzio.
“Ciao Claudio.” Nulla.
Qualcuno cominciò a dire che il signore era un gran maleducato, e c’era chi minacciava di non frequentarlo più perché i suoi modi erano inurbani. Accadde però un giorno che nel corso di una conferenza sull’imbarbarimento dei costumi nella società del XXI secolo, nel silenzio generale Forghetti fisse:”Arrivederci a tutti”. Un’altra volta, in pieno giorno, mentre era dal panettiere e stava ordinando un mezzo pugliese, disse:”Buonasera a lei”. E una volta, mentre era a cena con amici, improvvisamente disse:”Ciao”, e poi continuo il discorso.
Fu allora chiaro che non era vero che non salutava mai: salutava in ritardo.
Tratto da: “Fiabe centimetropolitane”

lunedì 4 novembre 2019

Mare al mattino Margaret Mazzantini

"Faid non ha mai visto il mare, non c’è mai entrato dentro
Lo ha immaginato tante volte. Punteggiato di stelle come il mantello di un pascià. Azzurro come il muro azzurro della città morta(...)
Vito cammina sugli scogli, scende nelle insenature di sabbia. Si è lasciato il paese alle spalle, il rumore di una radio accesa, di una donna che urla in dialetto"
Mare al mattino
Categoria: Narrativa Italiana
Anno di pubblicazione: 2011
C’è un tratto di mare che è ponte e confine tra due Paesi. Farid lo vede per la prima volta la notte che fugge dalla sua casa ai confini del deserto, lasciandosi alle spalle la gazzella che mangiava dalle sue mani. Vito, dalla Sicilia, guarda quello stesso mare come una discarica di avanzi e di barche mai arrivate. Ne raccoglie le grida, ne conserva le tracce. Sono pezzi di memoria: la sua, quella di Farid e di tutti quelli che saranno i suoi e i nostri figli.
E poi ci sono le madri. Angelina, che di quel mare ha lo stesso sguardo liquido, la stessa calma, e dentro la tempesta. E Jamila, che spera di veder morire suo figlio prima di lei per non lasciarlo morire da solo. C’è tutta la gente che ha sognato «una terra facile, senza armi. Una benedizione. Non sapeva che fosse senza fine, che gridasse da tutte le parti».
Dagli italiani spinti in Africa dal fascismo alla cacciata dei Tripolini nel 1970, fino alle migrazioni imposte da una guerra ancora in corso, Margaret Mazzantini dà voce a chi è sempre costretto a lasciare, perdere, rinunciare, a volte in cambio di niente. Una favola viva e pulsante, capace di trasformare il dolore in letteratura.
 
Vito ci ha pensato qualche volta al gigante che organizza il mondo. Si è chiesto se è fatto di persone, tante persone una sull'altra. E se lui sarà una di quelle persone minuscole ma decisive.
E' quello che un ragazzo dovrebbe sperare, partecipare all'organizzazione del mondo. Lui è sempre stato uno studente in fuga, e non solo dalla scuola. Da ogni forma di apprendimento.
Abbassa la testa. Si vergogna di queste ambizioni improvvise. 
Non farà niente di buono, di rimarchevole. 
E' più facile che accada così, che la sua vita passi inosservata

domenica 3 novembre 2019

Il duello Anton Cechov

"Il duello" (1891) è certamente tra i capolavori della narrativa di Anton Cechov (1860-1904), e forse il lungo racconto che più di ogni altro possiede le caratteristiche di un vero romanzo. Protagonisti sono due giovani, Laevskij e von Koren, quasi due opposti per temperamento e cultura. Il primo ha tutti i tratti di un discendente di quella ricca galleria di "uomini superflui" che venne inaugurata nella letteratura russa da Puskin e da Lermontov; il secondo, invece, pare un'emanazione diretta di quelle teorie di impronta darwinista che ebbero larga fortuna, anche in Russia, nella seconda metà dell'Ottocento. E non va dimenticato che anche ne "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij, che iniziarono ad essere pubblicati poco più di una decina di anni prima, c'è, magari sottotraccia ma costante, una netta polemica nei confronti di quel darwinismo sociale tendente a giustificare la prevalenza del più forte sul debole. Intorno alle figure dei due giovani, ruotano gli altri personaggi, a cominciare dalle due protagoniste femminili, Nadezda Fédorovna e Mar'ja Konstantinovna, la prima tutta persa nella sua vanità, la seconda letteralmente intrisa di una convenzionalità sconcertante. Come scrive Marilena Rea nella prefazione: «Il duello è la storia di una contesa tra due uomini, è lo scontro ideologico tra le grandi teorie ottocentesche sull'uomo, è un'immensa partita a due che si gioca contemporaneamente su più livelli, fino alla resa finale che, per quanto priva di quei colpi di scena che l'autore aveva così in odio, risulta comunque inaspettata e, soprattutto, inconsueta nel panorama della produzione cechoviana».
Curatore: Marilena Rea
Editore: Passigli
Anno edizione: 2017 
Pagine: 153 p., Brossura 
EAN: 9788836816019 

FRANK SINATRA HA IL RAFFREDDORE Gay Telese

Copertina di: Frank Sinatra ha il raffreddore
New York è una città fatta di cose che passano inosservate. I gatti dormono sotto le automobili parcheggiate, due armadilli in pietra si arrampicano silenziosi sulle mura esterne della cattedrale di San Patrizio, milioni di persone – quasi come fossero formiche – guardano lo skyline della città dalla parte superiore dell’Empire State Building. New York è il paradiso degli eccentrici, il luogo dove possono trovare ospitalità i diversi, dove ci sono centinaia di venditori di caldarroste e oltre seicento monumenti. New York è una città che ti pulsa nelle vene. È senza tempo… Frank Sinatra è in piedi in un angolo buio del bar. In una mano un bicchiere di bourbon e nell’altra una sigaretta. È cupo e silenzioso. Sta quasi per compiere cinquant’anni, è innervosito dal suo ultimo film girato – che un tempo gli piaceva e che ora non sopporta più – schiva le domande a proposito della sua relazione con la ventenne Mia Farrow. “The Voice” ha il raffreddore ed è come “un Picasso senza colori, come una Ferrari senza benzina”… Fidel Castro incontra a l’Avana Muhammad Ali, il più grande campione di box che il mondo conosca, l’uomo che si è opposto alla guerra in Vietnam e che, dopo aver abbracciato la fede islamica, ha cambiato il suo nome. Due icone l’una di fronte all’altra a chiacchierare….
Che hanno in comune la città di New York, Frank Sinatra, Fidel Castro e Muhammad Ali? Hanno avuto il privilegio di essere stati raccontati, assieme ad altri personaggi famosi – si pensi, solo per citarne un paio, a Peter O’Toole e Joe Di Maggio – e gente comune – portieri degli alberghi, pescatori, sarti siciliani – da Gay Talese. Frank Sinatra ha il raffreddore è una collettanea dei racconti e degli articoli più noti e interessanti del reporter americano, colui che è il padre, secondo Tom Wolfe, del New Journalism. Gay Talese ha scritto sul New York Times, su Esquire, è riuscito a raccontare l’America degli anni Cinquanta e Sessanta come pochi altri scrittori e giornalisti sono stati in gradi di fare. Leggendo i pezzi si viene catapultati negli anni d’oro del sogno americano. Si respira l’odore dei sigari fumati passeggiando in piena notte, dell’asfalto della Grande Mela, dei sogni rivoluzionari cubani. Ma ci si imbatte anche nella vita quotidiana della gente comune, nella routine di chiunque, nella Sicilia dei ricordi di Talese stesso. Il modo di fare giornalismo dello scrittore americano si basa a suo dire sull’ “arte del praticare” e sulla curiosità. Esiste un discrimine netto tra l’avvicinarsi alla vita in modo curioso ed essere indiscreti gettando fango sui personaggi famosi Serena Adesso
FRANK SINATRA HA IL RAFFREDDORE
TRADUZIONE DI: 
GENERE: 
EDITORE: 
«Quando lui si siede per mangiare, i suoi amici più fidati gli sono accanto; e non importa dove si trovi o quanto il posto sia elegante, nell’aria aleggia sempre qualcosa dell’atmosfera del quartiere perché Sinatra, non importa quanto lontano sia arrivato, in fondo è ancora il ragazzo del quartiere… solo che adesso può portarselo dietro, il quartiere»
Frank Sinatra - interno

venerdì 1 novembre 2019

Michel Bussi Mai dimenticare

Mai dimenticare 
novembre 2017, pp. 464 
ISBN: 9788866328919
Traduzione: Alberto Bracci Testasecca
Area geografica: Letteratura francese
Collana: Dal Mondo
Il libro
«Incontrate una bella ragazza sul ciglio di una scogliera? Non tendetele la mano! Potrebbero credere che l’avete spinta». 
È quello che succede a Jamal Salaoui, trentenne sportivo con una protesi di carbonio al posto della gamba sinistra, che ciò nonostante si allena ogni giorno correndo su e giù per le bianche scogliere di Yport, grazioso paesino affacciato sulla Manica dal lato francese, con l’obiettivo di essere il primo atleta portatore di handicap a partecipare all’Ultra-Trail del Monte Bianco, la più dura corsa campestre del mondo.
Il suicidio della ragazza interrompe i suoi progetti. La incontra, bellissima e disperata, in cima alla scogliera, cerca di salvarla, ma lei si butta lo stesso, e quando Jamal scende alla spiaggia, centoventi metri più in basso, viene accusato di essere stato lui a ucciderla.
Qual è la verità? Chi è l’assassino? Lo sapremo dopo una girandola di colpi di scena come solo Michel Bussi, maestro dell’alchimia e della manipolazione, dell’emozione e della suspense, sa orchestrare. 
«Trascinàti dentro un meccanismo a orologeria, i lettori non lasceranno il libro fino all’ultimo. Il finale non lo dimenticheranno mai».
L’Est républicain 
«Ritmo sostenuto, intrecci, colpi di scena... Il meccanismo a orologeria funziona al massimo».
Le Figaro 
L'autore 
Michel Bussi è l’autore francese di gialli attualmente più venduto oltralpe. È nato in Normandia, dove sono ambientati diversi suoi romanzi e dove ha insegnato geografia all’Università di Rouen. Ninfee nere (Edizioni E/O 2016) è stato il romanzo giallo che nel 2011, anno della sua pubblicazione in Francia, ha avuto il maggior numero di premi: Prix Polar Michel Lebrun, Grand Prix Gustave Flaubert, Prix polar méditerranéen, Prix des lecteurs du festival Polar de Cognac, Prix Goutte de Sang d’encre de Vienne. Nel 2016 le Edizioni E/O hanno pubblicato Tempo assassino, nel 2017 Non lasciare la mia mano e Mai dimenticare, nel 2018 Il quaderno rosso e La doppia madre e, nel 2019, La Follia Mazzarino. https://www.edizionieo.it

Theodore Zeldin Ventotto domande per affrontare il futuro. Un nuovo modo per ricordare il passato e immaginare l’avvenire

Theodore Zeldin
Ventotto domande per affrontare il futuro. Un nuovo modo per ricordare il passato e immaginare l’avvenire
Traduzione dall'inglese di Roberto Serrai
Titolo originale: The Hidden Pleasures of Life. A New Way of Remembering the Past and Imagining the Future 2015
Il contesto n. 63
472 pagine
EAN 9788838933950
«Theodore Zeldin, con un atteggiamento molto poco accademico, si è preso l’impegno di scrivere un libro che mira a cambiare le nostre vite… un trionfo» (Alain de Botton).
Un invito alla curiosità e all’immaginazione, secondo uno dei più originali pensatori contemporanei.
In questo singolare e modernissimo trattato Theodore Zeldin prende l’avvio da una constatazione in apparenza molto semplice: qual è il meglio che la vita può offrirci nel nostro mondo attuale, così iniquo, violento, inquinato e corrotto? E cosa possiamo fare come individui, coppie, collettività per immaginare una nuova arte del vivere?
Tale ricerca ha a che fare con il piacere, con i piaceri smarriti a causa della vita abitudinaria, della pigrizia intellettuale, della mancanza di desideri. Per riscoprirli Zeldin non possiede una ricetta infallibile, ma propone un metodo, un orientamento, che ha nella curiosità, nella sorpresa, nella capacità di aprirsi al dialogo e alle idee la sua ragion d’essere. La sua indagine prende molteplici forme, evita le costrizioni di una disciplina, e si presenta di volta in volta come un manuale di economia, un discorso sull’amore contemporaneo, un saggio di filosofia esistenziale, uno zibaldone di pensieri illuminanti. Perché per Zeldin tutta la vita è nelle idee, e l’intelligenza sta nella costante esplorazione dei nostri limiti e delle nostre capacità.
Le sue riflessioni collezionano aneddoti e provocazioni inaspettate, fulminei slanci nel futuro, inedite incursioni nel passato e nella storia, e sono organizzate in una serie di inusuali domande: 
«A che scopo lavorare tanto?»; 
«Esistono modi più divertenti per guadagnarsi da vivere?»; 
«È sufficiente restare giovani dentro per non invecchiare?»; 
«Cosa può dire il povero al ricco?»; 
«Cosa potrebbe dire il ricco al povero?»
I capitoli iniziano con la voce di una persona che proviene da un’epoca e da una civiltà diversa e che risponde con il racconto della propria esperienza alle grandi decisioni che ognuno nel corso della vita è tenuto a prendere. La storia per Zeldin diventa così non solo la testimonianza di ciò che è accaduto e del perché è accaduto ma soprattutto uno strumento per provocare l’immaginazione e affrontare il futuro. La nostra felicità, le nostre opportunità, risiedono allora proprio in questa scintilla, nella capacità di stimolare e scatenare un’idea nuova, e di lavorare per realizzarla.
Ogni domanda, ogni risposta, creano l’occasione per una riflessione, e sono un invito al dialogo. Prima silenzioso, con l’autore, con le pagine che ha scritto, poi con noi stessi e con gli altri. In questa possibilità di una conversazione stanno secondo lo studioso inglese i semi della felicità: se sapremo dire cose mai dette, forse saremo in grado di immaginare un futuro migliore. https://sellerio.it/
L'egoismo e il narcisismo ha impedito all'uomo di rendersi conto di ciò che potrebbe fare per l'altro. Quei piacere perduti potrà tornare ad averli solo se sarà curioso, solo se saprà sorprendersi e sorprendere ancora, se sarà capace di aprirsi al dialogo con l'altro, anche con chi è diverso da lui. Se all'inizio, la prima cosa che si pensa è di amare sé stessi, di nasconderci e di dimenticarci del resto del mondo, ("la soluzione più comune che arriva dall'America"), in realtà, bisogna fare esattamente l'opposto. "Bisogna provare ad amare gli altri, cercare di essere più comprensivi accettando le diversità, come vivono e quali soluzioni hanno adottato nella loro vita. Non si deve avere paura, visto che di solito l'abbiamo verso tutti coloro che sono diversi da noi. Il diverso fa paura e questo è sbagliato. Bisogna essere curiosi in quello che si fa ma, soprattutto, non farci governare dalla paura e farla in mille pezzettini. La nostra felicità, le nostre opportunità, risiedono allora proprio nella capacità di stimolare e scatenare un'idea nuova e di lavorare per realizzarla avendo la consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre capacità. Solo così potrà sparire e potremo vivere al meglio". https://www.huffingtonpost.it/giuseppe-fantasia/

Pentirsi di essere madri. Storie di donne che tornerebbero indietro. Sociologia di un tabù Orna Donath

Pentirsi di essere madri. 
Storie di donne che tornerebbero indietro. Sociologia di un tabù
Traduttore: Sabrina Placidi
Anno edizione: 2017
In commercio dal: 23 febbraio 2017
Pagine: 205 p., Brossura
EAN: 9788833928333
«Doveva essere un "paper" che analizzavo un inesplorato ambito della genitorialità, destinato per lo più agli studiosi. Invece è uscito dall'ambito degli specialisti e ha fatto il giro del mondo.» - La Repubblica
«Un'indagine che sfida i tabù della società, perché ogni rimorso è tollerato, tranne quello di avere messo al mondo dei figli.» - Vanity Fair
«Con la sua ricerca e con il suo libro, Donath ha reso visibile una cosa che fino a oggi era rimasta confinata alle confessioni tra amiche o sui lettini degli psicoterapeuti». - Der Spiegel
"Se poteste tornare indietro nel tempo, decidereste ancora di diventare madri?". Questa domanda, posta dalla giovane sociologa israeliana Orna Donath a un certo numero di donne ebree israeliane, ha ricevuto in ventitré casi come risposta un "no" deciso. E si è rotto un tabù, quello della donna "naturalmente" protesa ad essere madre. Con gli strumenti della sociologia, Donath ha allora intervistato in profondità queste donne (e molte altre in seguito) e ha riportato le loro risposte, analizzandole in dettaglio e mettendole in contesto, in questo libro.
Se i governi facessero sforzi maggiori nel sostegno alla maternità, ci sarebbero comunque madri “pentite”?
«Mi auguro che le politiche di sostengo alla maternità siano sempre più vaste, ma non credo che questo sradicherebbe il problema. Ho chiesto a molte donne che non vogliono figli se sarebbero disposte a cambiare idea in un contesto ideale per generare: tutte mi hanno risposto di no». https://d.repubblica.it/l