16 GIUGNO 2019
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Fondazione Ebris
Una festa a cura di Gian Mario Villalta nata dalla collaborazione tra Salerno Letteratura e Pordenonelegge.
Partecipano: Mariano Bàino (Campania), Domenico Brancale (Basilicata), Ivan Crico (Friuli-Venezia Giulia), Anna Maria Farabbi (Umbria), Francesco Gemini (Marche), Marcello Marciani (Abruzzo), Vincenzo Mastropirro (Puglia), Giuseppe Nibali (Sicilia), Alfredo Panetta (Calabria), Anna Cristina Serra (Sardegna), Patrizia Stefanelli (Lazio), Annalisa Teodorani (Emilia Romagna), Giovanni Tesio (Piemonte), Gian Mario Villalta (Veneto), Edoardo Zuccato (Lombardia). Interventi musicali dell’ Electric Ethno Jazz Trio (Stefano Giuliano al sax, Domenico Andria al basso, Pietro Ciuccio alle percussioni). In uno dei luoghi più panoramici della città di Salerno, quasi un rave party letterario, con i reading dei poeti, la musica a contrappuntarli, e tutte le possibili interazioni fra autori e pubblico. “Un viaggio fino al termine della notte. E il viaggio inizia di fronte al mare, ma non è il mare che attraverseremo. Saranno le ore della notte a scandire le voci dei poeti. Si arriverà alla prima luce, con le poesie e i racconti delle poesie. Si arriverà al silenzio e alle parole e ancora alla musica dopo il silenzio...” Le guide Adriano De Falco e Angelo Mattia Rocco dell’associazione Il Duomo Trekking Salerno accompagneranno gli ospiti del festival fino alla fondazione Ebris in occasione della Notte bianca della poesia. L’escursione “Ai piedi del Principe” si snoderà sulle tracce dell’antico percorso di origine longobarda che collegava il centro storico al castello. Difficoltà facile. Lunghezza: 2 Km. Partenza ore 23,30 dal Duomo. |
05:30
Fondazione Ebris
Esecuzione della Sunrise Mass di Ola Gjeilo.
Con i musicisti dell’ Ensemble Lirico Italiano diretto da Mariano Patti e il Coro Estro Armonico diretto da Silvana Noschese. A cura dell’Associazione culturale Estro Armonico. La Sunrise Mass (Messa del sole che sorge) del compositore norvegese Ola Gjeilo venne presentata la prima volta nel novembre 2008 a Oslo dai cori che ’avevano commissionata e da un ensemble di 24 archi, guidati dal direttore Tore Erik Mohn. “La ragione per cui per i movimenti di questa Messa ho usato titoli in inglese, dunque non in relazione con i classici testi in latino, ha a che fare col desiderio che il suo sviluppo musicale andasse da qualcosa di trasparente e spazioso a qualcosa di molto terreno e dalle radici ben salde; dal nebuloso e immacolato a qualcosa di più emotivo e drammatico e alla fine caldo e solido, come una metafora dello sviluppo umano dall’infanzia all’età adulta, o come un viaggio spirituale. Cerco un’evoluzione positiva; e voglio andare oltre i limiti del conflitto e la dissonanza, attraversandoli invece che evitandoli”. Gjeilo, nato nel 1978, nel 2001 si è trasferito a New York, dove ha conseguito un master in Composizione alla Juilliard School. Scrivere musica per coro, orchestra sinfonica e pianoforte è la sua passione. Come pianista, invece, ama l’improvvisazione, sia come solista sia sulle sue opere d’insieme. I suoi album “crossover” Stone Rose (2007) e Piano Improvisations (2012) sono disponibili su iTunes.
11:00
Palazzo Fruscione
Incontro con Omar Di Monopoli, autore di Uomini e cani (Adelphi) e Rosa Teruzzi, autrice di Ultimo tango all’Ortica (Sonzogno). Conduce Luca Crovi.
A Languore, immaginaria cittadina del Salento, non esistono buoni e cattivi, ma solo individui che lottano per la sopravvivenza. Sparatorie, violenze, stupri, sopraffazioni di ogni genere si susseguono, né c’è vera differenza tra gli uomini e i cani, tutti sono feroci e ottusi. Sullo sfondo di una natura riarsa, in una terra che sembra posta agli estremi confini del mondo, si consuma una serie di drammi strettamente intrecciati fra loro. E a raccontare quest’umanità sconfitta e allucinata c’è la lingua di Di Monopoli, che è stata definita “tornita, barocca e dialettale”... Intanto, in una sera umida di fine agosto, alla periferia di Milano, in una balera dell’Ortica, tutti gli sguardi sono puntati sul corpo sinuoso di Katy, che danza un tango allacciata al suo cavaliere e poi, appena la musica finisce, fugge via. Quella stessa notte, fuori dal locale, viene trovato il cadavere di un giovane assassinato a colpi di pistola: è un ex di Katy, geloso e molesto, che la pedinava e la perseguitava. Chi l’ha ucciso? La polizia arresta un insospettabile, il maggiordomo di una dama dell’alta società. Sarà proprio lei ad assoldare Libera, la fioraia detective, e la sua eccentrica madre Iole, perché lo tirino fuori dai guai. Comincia così la quarta indagine delle Miss Marple del Giambellino, stravagante coppia di investigatrici dilettanti, stavolta impegnate a risolvere un caso che le riguarda da vicino e le metterà in competizione con la polizia.
11:30
Chiesa dell'Addolorata
Incontro con Elena Polidori, autrice di Amatrice non c’è più, ma c’è ancora (Neri Pozza) e Roberta Scorranese, autrice di Portami dove sei nata (Bompiani). Conduce Francesco Durante.
Due giornaliste, due paesi che distano fra loro 75 km, due regioni, due terremoti. Quando ci fu la catastrofe, Elena Polidori, de “la Repubblica”, figlia dell’ex sindaco di Amatrice, si salvò con marito, figlia e cane. La casa venne giù la volta successiva, il 30 ottobre 2016, con una scossa ancor più forte. Lei era al telefono con la signora che accudiva il giardino e la sentì urlare e piangere, e udì anche il rumore delle pietre che cadevano. Amatrice oggi è fatta di casette provvisorie e spera in una rigenerazione che è già in ritardo e inciampa ovunque... Roberta Scorranese, del “Corriere della Sera”, nata a Valle San Giovanni in provincia di Teramo, torna nel suo Abruzzo dieci anni dopo la tragedia dell’Aquila in cerca di una memoria che unisca passato e presente, perché le pare che il futuro non sia neanche pensabile se non ci si può guardare indietro, persi nella “illogica normalità” di macerie e prefabbricati che è ormai diventata vita quotidiana...
12:00
Due giornaliste, due paesi che distano fra loro 75 km, due regioni, due terremoti. Quando ci fu la catastrofe, Elena Polidori, de “la Repubblica”, figlia dell’ex sindaco di Amatrice, si salvò con marito, figlia e cane. La casa venne giù la volta successiva, il 30 ottobre 2016, con una scossa ancor più forte. Lei era al telefono con la signora che accudiva il giardino e la sentì urlare e piangere, e udì anche il rumore delle pietre che cadevano. Amatrice oggi è fatta di casette provvisorie e spera in una rigenerazione che è già in ritardo e inciampa ovunque... Roberta Scorranese, del “Corriere della Sera”, nata a Valle San Giovanni in provincia di Teramo, torna nel suo Abruzzo dieci anni dopo la tragedia dell’Aquila in cerca di una memoria che unisca passato e presente, perché le pare che il futuro non sia neanche pensabile se non ci si può guardare indietro, persi nella “illogica normalità” di macerie e prefabbricati che è ormai diventata vita quotidiana...
12:00
Palazzo Fruscione
Incontro con Raffaele Nigro, autore di Il mondo che so. Viaggi in Italia (Hacca). Conduce Rosa Giulio.
Nigro racconta i suoi incontri con i monumenti, le culture, le manifestazioni che fanno ricche le città e le campagne d’Italia, ma soprattutto con gli uomini che hanno fatto grande il nostro paese. Dalla Genova di De Andrè e dei Doria alle Langhe di Lorenzo Mondo e Pavese, alla Lombardia di Raffaele Crovi, di Maurizio Cucchi e di Peppo Pontiggia, giù giù lungo l’Appennino verso Roma, dove ha coltivato l’amicizia di scrittori e registi. Fino a Napoli e al mondo narrato da Prisco e Rea, con cui ha coltivato una lunga affettuosa amicizia, e poi in Puglia e Basilicata, regioni nelle quali si è principalmente svolta la sua esistenza. E qui come non parlare di Scotellaro e Sinisgalli, di Carlo Levi, di Lucio Dalla alle Tremiti e della Matera della povertà sociale e della ricchezza culturale? Da Melfi, sua città natale, al crinale del Pollino e giù fino a Reggio e a Palermo, per incontrare Tornatore e la Maraini e chiudere questo viaggio nel passato e nel presente con la memoria di un altro viaggio, quello mitico della salma di Federico II, nume tutelare della storia meridionale, da Foggia fino a Palermo, città della sua infanzia e della formazione di quel regno fondato dai Normanni quando quei discendenti dei Vichinghi unirono le storie del Mediterraneo a quelle del Mare del Nord.
Nigro racconta i suoi incontri con i monumenti, le culture, le manifestazioni che fanno ricche le città e le campagne d’Italia, ma soprattutto con gli uomini che hanno fatto grande il nostro paese. Dalla Genova di De Andrè e dei Doria alle Langhe di Lorenzo Mondo e Pavese, alla Lombardia di Raffaele Crovi, di Maurizio Cucchi e di Peppo Pontiggia, giù giù lungo l’Appennino verso Roma, dove ha coltivato l’amicizia di scrittori e registi. Fino a Napoli e al mondo narrato da Prisco e Rea, con cui ha coltivato una lunga affettuosa amicizia, e poi in Puglia e Basilicata, regioni nelle quali si è principalmente svolta la sua esistenza. E qui come non parlare di Scotellaro e Sinisgalli, di Carlo Levi, di Lucio Dalla alle Tremiti e della Matera della povertà sociale e della ricchezza culturale? Da Melfi, sua città natale, al crinale del Pollino e giù fino a Reggio e a Palermo, per incontrare Tornatore e la Maraini e chiudere questo viaggio nel passato e nel presente con la memoria di un altro viaggio, quello mitico della salma di Federico II, nume tutelare della storia meridionale, da Foggia fino a Palermo, città della sua infanzia e della formazione di quel regno fondato dai Normanni quando quei discendenti dei Vichinghi unirono le storie del Mediterraneo a quelle del Mare del Nord.
12:30
Chiesa dell'Addolorata
Lezione multimediale di Giuseppe Antonelli, autore di Il museo della lingua italiana (Mondadori).
La lingua italiana, a differenza di altre, non ha mai avuto un suo museo. E il libro di Antonelli, storico della lingua e firma ben nota ai lettori del “Corriere della Sera”, è un modo per realizzarlo. È una storia fatta di parole e di oggetti, 60 pezzi distribuiti in 15 sale su tre piani corrispondenti ad altrettante epoche: l’italiano antico, moderno e contemporaneo. Quando l’Italia ancora non esisteva, Dante definì gli italiani come “le genti del bel paese là dove ‘l sì suona”: la lingua come essenziale punto di riferimento e il suono di quella parola (che serve a esprimere accordo e consenso) a base di una comune identità. L’italiano è stato per secoli una lingua fondata sul prestigio letterario, mentre il parlato era dei dialetti. Ma attraverso la lingua non passa solo la cultura intellettuale, bensì l’intera vita di una comunità, l’immaginario collettivo, le abitudini individuali. Ecco perché il viaggio non può fermarsi alla lingua letteraria, e deve prevedere molte tappe nei territori di quella comune e della cultura materiale. I 60 pezzi del museo virtuale ci accompagnano in un percorso che dalle più antiche testimonianze scritte passa alla lingua dei predicatori e dei mercanti medievali, all’italiano degli emigranti di fine ‘800 e dei soldati della Grande Guerra, a quello pop della pubblicità, della tv e della musica leggera fino a quello dei social.
La lingua italiana, a differenza di altre, non ha mai avuto un suo museo. E il libro di Antonelli, storico della lingua e firma ben nota ai lettori del “Corriere della Sera”, è un modo per realizzarlo. È una storia fatta di parole e di oggetti, 60 pezzi distribuiti in 15 sale su tre piani corrispondenti ad altrettante epoche: l’italiano antico, moderno e contemporaneo. Quando l’Italia ancora non esisteva, Dante definì gli italiani come “le genti del bel paese là dove ‘l sì suona”: la lingua come essenziale punto di riferimento e il suono di quella parola (che serve a esprimere accordo e consenso) a base di una comune identità. L’italiano è stato per secoli una lingua fondata sul prestigio letterario, mentre il parlato era dei dialetti. Ma attraverso la lingua non passa solo la cultura intellettuale, bensì l’intera vita di una comunità, l’immaginario collettivo, le abitudini individuali. Ecco perché il viaggio non può fermarsi alla lingua letteraria, e deve prevedere molte tappe nei territori di quella comune e della cultura materiale. I 60 pezzi del museo virtuale ci accompagnano in un percorso che dalle più antiche testimonianze scritte passa alla lingua dei predicatori e dei mercanti medievali, all’italiano degli emigranti di fine ‘800 e dei soldati della Grande Guerra, a quello pop della pubblicità, della tv e della musica leggera fino a quello dei social.
17:00
Palazzo Fruscione
Partecipano: Laura Brignoli, Daniela Fabrizi, Stefano Tonietto, Eliana Vicari.
Giochi di parole e suggerimenti di giochi di parole. Tutti rigorosamente à contrainte, cioè vincolati a qualche obbligo che, apparentemente, sembrerebbe limitare le possibilità creative, ma che in realtà finisce per esaltarle, proiettandole nelle direzioni più sorprendenti e impensate. Un gruppo di “oplepiani” (soci dell’Opificio di Letteratura Potenziale) condivide con il pubblico i piaceri e i segreti della ludolinguistica letteraria. E propone un “allenamento” in attesa che nella stessa giornata (alle 23) vengano premiate le creazioni “potenziali” più interessanti elaborate dal pubblico di Salerno Letteratura 2019.
Giochi di parole e suggerimenti di giochi di parole. Tutti rigorosamente à contrainte, cioè vincolati a qualche obbligo che, apparentemente, sembrerebbe limitare le possibilità creative, ma che in realtà finisce per esaltarle, proiettandole nelle direzioni più sorprendenti e impensate. Un gruppo di “oplepiani” (soci dell’Opificio di Letteratura Potenziale) condivide con il pubblico i piaceri e i segreti della ludolinguistica letteraria. E propone un “allenamento” in attesa che nella stessa giornata (alle 23) vengano premiate le creazioni “potenziali” più interessanti elaborate dal pubblico di Salerno Letteratura 2019.
17:30
Villa Comunale
A cura di Saremo Alberi Libroteca.
Un’ora di fiabe, racconti e altre letture per i più piccoli, nella cornice del nostro giardino più bello.
Un’ora di fiabe, racconti e altre letture per i più piccoli, nella cornice del nostro giardino più bello.
18:00
Palazzo Fruscione
Incontro con Raffaele Aragona, autore di Enigmi e dintorni (in riga edizioni). Conduce Stefano Tonietto.
Dalle sciarade ai rebus, dagli indovinelli agli anagrammi, dalle crittografie mnemoniche ai lucchetti e a mille altri giochi, una raccolta quasi enciclopedica di brevi testi a coprire tutto intero l’ampio ventaglio della “ludolinguistica”, ovvero la possibilità di divertirsi con le parole, sia nel senso dell’enigmistica classica, sia in una direzione più marcatamente letteraria. Ciascun testo è accompagnato da commenti di carattere storico e illustrativo. Riecheggiano in queste pagine, opera di un ingegnere che è anche uno dei fondatori dell’Opificio di Letteratura Potenziale, i nomi di divulgatori come Giampaolo Dossena, Stefano Bartezzaghi ed Ennio Peres, ma anche quelli di studiosi e scrittori - da Umberto Eco ai principali esponenti dell’Oulipo - che alle squisite invenzioni dell’enigmistica classica hanno saputo aggiungere una sofisticata profondità estetica.
Dalle sciarade ai rebus, dagli indovinelli agli anagrammi, dalle crittografie mnemoniche ai lucchetti e a mille altri giochi, una raccolta quasi enciclopedica di brevi testi a coprire tutto intero l’ampio ventaglio della “ludolinguistica”, ovvero la possibilità di divertirsi con le parole, sia nel senso dell’enigmistica classica, sia in una direzione più marcatamente letteraria. Ciascun testo è accompagnato da commenti di carattere storico e illustrativo. Riecheggiano in queste pagine, opera di un ingegnere che è anche uno dei fondatori dell’Opificio di Letteratura Potenziale, i nomi di divulgatori come Giampaolo Dossena, Stefano Bartezzaghi ed Ennio Peres, ma anche quelli di studiosi e scrittori - da Umberto Eco ai principali esponenti dell’Oulipo - che alle squisite invenzioni dell’enigmistica classica hanno saputo aggiungere una sofisticata profondità estetica.
18:00
Villa Comunale
Spettacolo di narrazione di Flavia D’Aiello, con l’autrice e Claudia Di Cresce (4 repliche, l’ultima alle ore 20,30).
CircoLib(e)ro è un progetto nato dall’incontro di una burattinaia con una libraia, e gioca sulla presentazione del libro come animale strano, come un freak, un fenomeno da baraccone in un mondo di tecnologia e velocità che sembra incoraggiare la distrazione e il vuoto dei contenuti.
In questo circo si esibiscono i libri, la cultura e perfino la libraia, specie in via d’estinzione nell’epoca di Amazon e dei megasconti spietati praticati dalle catene della grande distribuzione. I libri, i prodotti e gli operatori della cultura si esibiscono come? Mostrandoci ciò che sanno fare, cioè, come suggerisce il titolo dello spettacolo con la sua parentesi malandrina, renderci liberi. La cultura libera dai pregiudizi: ecco che sotto il tendone di Circolib(e)ro sfilano personaggi insolitamente alti, grassi, piccoli, strani, a sfidare le distinzioni tra “normale” e “diverso”. La cultura libera dalla paura: i libri possono volare e ce lo dimostrano con acrobazie e numeri spericolati, trascinandoci sulle loro ali o consentendoci di sollevarci con loro più leggeri dell’aria. La cultura sfama e disseta: la si può amare così tanto da divorare, letteralmente, i libri. La cultura aiuta a superare prove di equilibrio, di forza, di resistenza in ogni momento della vita: i libri si esibiranno camminando sulla fune e volando sul trapezio e ci insegneranno come fare.
Per tutte le età.
18:00
In questo circo si esibiscono i libri, la cultura e perfino la libraia, specie in via d’estinzione nell’epoca di Amazon e dei megasconti spietati praticati dalle catene della grande distribuzione. I libri, i prodotti e gli operatori della cultura si esibiscono come? Mostrandoci ciò che sanno fare, cioè, come suggerisce il titolo dello spettacolo con la sua parentesi malandrina, renderci liberi. La cultura libera dai pregiudizi: ecco che sotto il tendone di Circolib(e)ro sfilano personaggi insolitamente alti, grassi, piccoli, strani, a sfidare le distinzioni tra “normale” e “diverso”. La cultura libera dalla paura: i libri possono volare e ce lo dimostrano con acrobazie e numeri spericolati, trascinandoci sulle loro ali o consentendoci di sollevarci con loro più leggeri dell’aria. La cultura sfama e disseta: la si può amare così tanto da divorare, letteralmente, i libri. La cultura aiuta a superare prove di equilibrio, di forza, di resistenza in ogni momento della vita: i libri si esibiranno camminando sulla fune e volando sul trapezio e ci insegneranno come fare.
Per tutte le età.
18:00
Chiesa dell'Addolorata
Incontro con Eva Cantarella, autrice di Gli amori degli altri (La Nave di Teseo). Conduce Angelo Meriani.
Trenta storie d’amore per conoscere meglio i greci e i romani, e per capire meglio i nostri rapporti con gli “altri”, lontani da noi nel tempo e nello spazio. La prima parte del libro è dedicata alla Grecia, a partire dalle avventure amorose di Zeus, il primo molestatore seriale della storia occidentale. La seconda, dedicata ai romani, arriva alle conquiste di Cesare, “il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti”. Questi racconti, così diversi tra loro, mostrano le tante analogie ma anche le non trascurabili diversità nel modo di concepire e vivere il sentimento amoroso nelle diverse culture e contribuiscono a comprenderne la ragione. Infine, alla constatazione della relatività dei sentimenti – ivi compreso l’amore, abitualmente considerato immutabile – segue il tentativo di individuare se, all’interno degli infiniti debiti che la cultura europea ha nei confronti dei nostri più lontani antenati, sia sopravvissuta qualche traccia della “alterità” antica in quel campo, e quale essa sia.
Trenta storie d’amore per conoscere meglio i greci e i romani, e per capire meglio i nostri rapporti con gli “altri”, lontani da noi nel tempo e nello spazio. La prima parte del libro è dedicata alla Grecia, a partire dalle avventure amorose di Zeus, il primo molestatore seriale della storia occidentale. La seconda, dedicata ai romani, arriva alle conquiste di Cesare, “il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti”. Questi racconti, così diversi tra loro, mostrano le tante analogie ma anche le non trascurabili diversità nel modo di concepire e vivere il sentimento amoroso nelle diverse culture e contribuiscono a comprenderne la ragione. Infine, alla constatazione della relatività dei sentimenti – ivi compreso l’amore, abitualmente considerato immutabile – segue il tentativo di individuare se, all’interno degli infiniti debiti che la cultura europea ha nei confronti dei nostri più lontani antenati, sia sopravvissuta qualche traccia della “alterità” antica in quel campo, e quale essa sia.
18:30
Chiesa dell'Addolorata
Incontro con Ragnar Jónasson, autore di I giorni del vulcano (Marsilio). Conduce Sabrina Prisco.
In un fiordo nel Nord dell’Islanda, in una bella giornata di giugno, un turista s’imbatte nel corpo di un uomo figurato. Qualcuno lo ha ucciso con un’asse di legno. Il caso passa alla polizia locale e tocca ad Ari Þór fare ricerche sulla vittima. Si tratta di Elías Freysson, per tutti “una persona a posto”, un forestiero impegnato in attività benefiche e coinvolto nella costruzione del nuovo tunnel che spezzerà l’isolamento ma anche l’incanto di Siglufjörður. Mentre nubi di cenere avvolgono il Sud dell’isola, colpito da una serie di eruzioni vulcaniche, a seguire l’indagine arriva dalla capitale Ísrún, misteriosa inviata della redazione del telegiornale, il cui interesse per il delitto sembra andare oltre la caccia allo scoop. Forse la beneficenza di Elías e i suoi viaggi nascondevano altro? O è la stessa Ísrún a custodire un segreto? Il caso s’ingarbuglia: l’unica possibilità per venirne a capo è risalire alle radici del male. Perché quella terra magica dalla natura primitiva e impetuosa, custodisce eventi drammatici che, a lungo taciuti, hanno generato istinti violenti e sensi di colpa, tanto che per qualcuno anche le notti più luminose sono le più buie.
In un fiordo nel Nord dell’Islanda, in una bella giornata di giugno, un turista s’imbatte nel corpo di un uomo figurato. Qualcuno lo ha ucciso con un’asse di legno. Il caso passa alla polizia locale e tocca ad Ari Þór fare ricerche sulla vittima. Si tratta di Elías Freysson, per tutti “una persona a posto”, un forestiero impegnato in attività benefiche e coinvolto nella costruzione del nuovo tunnel che spezzerà l’isolamento ma anche l’incanto di Siglufjörður. Mentre nubi di cenere avvolgono il Sud dell’isola, colpito da una serie di eruzioni vulcaniche, a seguire l’indagine arriva dalla capitale Ísrún, misteriosa inviata della redazione del telegiornale, il cui interesse per il delitto sembra andare oltre la caccia allo scoop. Forse la beneficenza di Elías e i suoi viaggi nascondevano altro? O è la stessa Ísrún a custodire un segreto? Il caso s’ingarbuglia: l’unica possibilità per venirne a capo è risalire alle radici del male. Perché quella terra magica dalla natura primitiva e impetuosa, custodisce eventi drammatici che, a lungo taciuti, hanno generato istinti violenti e sensi di colpa, tanto che per qualcuno anche le notti più luminose sono le più buie.
18:30
Arco Catalano di Palazzo Pinto
Incontro con Christian Hill, autore di Il ladro dei cieli (Rizzoli). Conduce Francesco Cicale.
Nel 1971 un uomo dalle false generalità di nome D.B. Cooper dirottò un aereo di linea americano e chiese che venissero caricati a bordo duecentomila dollari e un paracadute. Trentacinque anni più tardi, il quindicenne Rusty tira avanti tra una banda di teppisti, un padre assente e una madre tossicodipendente. La storia vera dell’unico caso irrisolto di pirateria aerea nella storia dell’aviazione americana si intreccia quindi con quella di un adolescente dall’esistenza problematica. Rusty racconta le sue vicende in prima persona: lo vedremo barcamenarsi tra il lavoro che il vecchio Carter gli ha insegnato per tenerlo lontano dai guai e i suoi genitori irrisolti. Fino a quando la madre di Rusty ha una crisi e il ragazzo, preso dal panico, usa la pistola della banda. Sembrerebbe tutto finito, ma c’è sempre una seconda possibilità.
Età 11+
19:00
Età 11+
19:00
Chiesa dell'Addolorata
Un dialogo tra Donatella Di Cesare, autrice di Sulla vocazione politica della filosofia (Bollati Boringhieri) e Roberto Esposito, autore di Termini della politica (Mimesis). Conduce Gennaro Carillo.
Mentre da più parti viene richiamata alla sua vocazione politica, la filosofia è spinta a non dimenticare la sua eccentricità, la sua “atopia”. Nata dalla morte di Socrate, figlia di quella condanna politica, rischia oggi di essere ancella non solo della scienza, ma anche di una democrazia svuotata, che la confina a un ruolo normativo. Tra esistenzialismo radicale e nuovo anarchismo, Donatella Di Cesare riflette sul rientro della filosofia nella pólis ormai globale. Non bastano critica e dissenso. I filosofi tornano per stringere un’alleanza con gli sconfitti, per risvegliarne i sogni. E per parlare al mondo. I loro “termini” sono, nel libro di Roberto Esposito, le grandi parole che per secoli hanno definito il senso della politica, ora investiti da una sempre più rapida mutazione che rischia di esaurirne il senso. Ma sono anche i confini della politica, oltre i quali si situa ciò che di volta in volta si è considerato la sua alterità (la sfera privata, lo stato di natura, la vita biologica). A lungo è stato questo “fuori” a indicare per contrasto cosa dovesse intendersi per “politica”. Ma cosa accade quando tale fuori penetra all’interno di essa, fino a diventarne il contenuto prevalente?
Mentre da più parti viene richiamata alla sua vocazione politica, la filosofia è spinta a non dimenticare la sua eccentricità, la sua “atopia”. Nata dalla morte di Socrate, figlia di quella condanna politica, rischia oggi di essere ancella non solo della scienza, ma anche di una democrazia svuotata, che la confina a un ruolo normativo. Tra esistenzialismo radicale e nuovo anarchismo, Donatella Di Cesare riflette sul rientro della filosofia nella pólis ormai globale. Non bastano critica e dissenso. I filosofi tornano per stringere un’alleanza con gli sconfitti, per risvegliarne i sogni. E per parlare al mondo. I loro “termini” sono, nel libro di Roberto Esposito, le grandi parole che per secoli hanno definito il senso della politica, ora investiti da una sempre più rapida mutazione che rischia di esaurirne il senso. Ma sono anche i confini della politica, oltre i quali si situa ciò che di volta in volta si è considerato la sua alterità (la sfera privata, lo stato di natura, la vita biologica). A lungo è stato questo “fuori” a indicare per contrasto cosa dovesse intendersi per “politica”. Ma cosa accade quando tale fuori penetra all’interno di essa, fino a diventarne il contenuto prevalente?
19:30
Chiesa di Santa Maria De Lama
Incontro con Anthony Cartwright, autore di Il taglio (66th and 2nd). Conduce Paolo Di Paolo.
A pochi giorni dal referendum sulla Brexit, Cairo Jukes, operaio ed ex pugile dilettante, e Grace Trevithick, giovane film-maker di Londra, si conoscono e si innamorano a Dudley, nel Black Country, dove la donna si è trasferita per catturare in un documentario l’umore dell’elettorato. L’attesa dell’esito del voto si trasforma così nel viaggio in una terra di mezzo dove permangono solo le tracce di un passato che ormai non esiste più, sostituito da un senso di tradimento e di abbandono che prelude a “una vendetta su scala enorme, ma futile”. Un libro potente che racconta le vere ragioni del voltafaccia di una nazione contro l’Europa, e prima ancora contro i fantasmi di un governo che ha annientato le speranze di intere generazioni di inglesi del Nord. Anthony Cartwright è la coscienza critica della working class inglese. Elogiato da colleghi come David Peace e Jonathan Coe, Cartwright si dichiara onorato di appartenere alla famiglia del realismo sociale britannico, benché i suoi modelli siano soprattutto americani, da Don DeLillo a James Ellroy. Autore prolifico, nella sua bibliografia figura Il giorno perduto (2015), un viaggio nella memoria della strage dell’Heysel scritto insieme a Gian Luca Favetto.
A pochi giorni dal referendum sulla Brexit, Cairo Jukes, operaio ed ex pugile dilettante, e Grace Trevithick, giovane film-maker di Londra, si conoscono e si innamorano a Dudley, nel Black Country, dove la donna si è trasferita per catturare in un documentario l’umore dell’elettorato. L’attesa dell’esito del voto si trasforma così nel viaggio in una terra di mezzo dove permangono solo le tracce di un passato che ormai non esiste più, sostituito da un senso di tradimento e di abbandono che prelude a “una vendetta su scala enorme, ma futile”. Un libro potente che racconta le vere ragioni del voltafaccia di una nazione contro l’Europa, e prima ancora contro i fantasmi di un governo che ha annientato le speranze di intere generazioni di inglesi del Nord. Anthony Cartwright è la coscienza critica della working class inglese. Elogiato da colleghi come David Peace e Jonathan Coe, Cartwright si dichiara onorato di appartenere alla famiglia del realismo sociale britannico, benché i suoi modelli siano soprattutto americani, da Don DeLillo a James Ellroy. Autore prolifico, nella sua bibliografia figura Il giorno perduto (2015), un viaggio nella memoria della strage dell’Heysel scritto insieme a Gian Luca Favetto.
19:30
Tempio di Pomona
Incontro con Silvia Ciompi, autrice di Tutto il mare è nei tuoi occhi (Sperling & Kupfer). Conduce Daria Limatola.
La stretta cerchia di amici di Teschio e Camille, il gruppo di Ultras sfegatati che non perde una partita, fa da cornice anche a questo secondo romanzo di un’autrice che ha già appassionato migliaia di adolescenti. Il protagonista stavolta è Bolognini Mirko, detto Bolo. Una di quelle persone, dice Ciompi, che vedi una volta e ti lasciano subito il segno, come se ti firmassero la pelle con il loro nome e si mischiassero alle tue molecole. Con i suoi tatuaggi sbiaditi, i ricci scombinati e il sorriso più strafottente dell’universo, è entrato nella vita di Gheghe senza avvisare, un pomeriggio d’inverno, mentre fuori il cielo grigio minacciava pioggia, e da lì non è più andato via. Le vite di Gheghe e Bolo si intrecciano, con il loro corredo di questioni irrisolte, recrudescenze adolescenziali e l’irruenza tipica dei vent’anni.
Età 15+.
20:00
Chiesa dell'Addolorata
Incontro con Angelo Guglielmi, autore di Sfido a riconoscermi. Racconti sparsi e tre saggi su Gadda (La Nave di Teseo). Conduce Giuseppe D’Antonio.
“Non ho mai scritto di me, ho in odio l’autobiografia ritenendola il male degli ultimi trent’anni della narrativa italiana, ma sento il bisogno di esternare alcuni ricordi della mia vita di bambino e di adolescente, che per la loro diciamo singolarità sono decisivi per dare il giusto significato alla performance, le incertezze e i fallimenti della mia vita di adulto. Giacché molte cose non tornano nella mia vita, e ciò che pare certo diventa pericolante né impedisce esiti finali indesiderati. Forse il contenuto di quei ricordi ci fornisce qualche luce di chiarimento. Dunque un piccolo breviario laico, da prendere e abbandonare all’occasione, costituito di ricordi autobiografici, giudizi e considerazioni sulla letteratura italiana da metà del secolo scorso a oggi, sulla televisione, sul cinema, sulla politica (che sono i quattro ambiti in cui mi sono impegnato nella mia lunga carriera di lavoro).” Il libro sorprendente del grande intellettuale che ha inventato RaiTre: un bel modo di festeggiare i suoi novant’anni.
“Non ho mai scritto di me, ho in odio l’autobiografia ritenendola il male degli ultimi trent’anni della narrativa italiana, ma sento il bisogno di esternare alcuni ricordi della mia vita di bambino e di adolescente, che per la loro diciamo singolarità sono decisivi per dare il giusto significato alla performance, le incertezze e i fallimenti della mia vita di adulto. Giacché molte cose non tornano nella mia vita, e ciò che pare certo diventa pericolante né impedisce esiti finali indesiderati. Forse il contenuto di quei ricordi ci fornisce qualche luce di chiarimento. Dunque un piccolo breviario laico, da prendere e abbandonare all’occasione, costituito di ricordi autobiografici, giudizi e considerazioni sulla letteratura italiana da metà del secolo scorso a oggi, sulla televisione, sul cinema, sulla politica (che sono i quattro ambiti in cui mi sono impegnato nella mia lunga carriera di lavoro).” Il libro sorprendente del grande intellettuale che ha inventato RaiTre: un bel modo di festeggiare i suoi novant’anni.
21:00
Chiesa di Santa Maria De Lama
Incontro con Elena Loewenthal, autrice di Nessuno ritorna a Baghdad (Bompiani). Conduce Paolo Di Paolo.
La memoria è fatta di dettagli, parole, piccoli cortocircuiti. Il ricordo più bizzarro e remoto riaffiora in un certo cibo, in un taglio di luce londinese che pure nulla ha a che vedere con il bagliore abbacinante del deserto, oppure mentre si risponde al telefono, che anche senza fili continua a unire chi ha scelto di andare lontano e chi si è fatto portare lontano da qualcun altro. Tutto è cominciato lì, a Baghdad, all’inizio del ‘900, o forse qualche millennio prima; a Baghdad, dove Flora, Ameer e Violette sono rimasti giovanissimi e soli quando Norma, madre inquieta destinata a mutarsi in matriarca senza età, è partita, prima di tutti gli altri, per inventarsi un’altra vita oltreoceano. New York, Milano, Gerusalemme, Londra, Haifa, Teheran, Madrid: il mondo è piccolo per chi ha la diaspora nel sangue e sa da sempre che ci sono viaggi senza ritorno. Miraggi e incontri, scorci di storia e storie minime si compongono in un grande affresco che attraversa un secolo e oltre: un romanzo di nostalgia e umorismo, delusioni e speranze per una famiglia di ebrei di Baghdad che affronta a testa alta un destino collettivo di viaggio, sradicamento e - forse - riconciliazione.
La memoria è fatta di dettagli, parole, piccoli cortocircuiti. Il ricordo più bizzarro e remoto riaffiora in un certo cibo, in un taglio di luce londinese che pure nulla ha a che vedere con il bagliore abbacinante del deserto, oppure mentre si risponde al telefono, che anche senza fili continua a unire chi ha scelto di andare lontano e chi si è fatto portare lontano da qualcun altro. Tutto è cominciato lì, a Baghdad, all’inizio del ‘900, o forse qualche millennio prima; a Baghdad, dove Flora, Ameer e Violette sono rimasti giovanissimi e soli quando Norma, madre inquieta destinata a mutarsi in matriarca senza età, è partita, prima di tutti gli altri, per inventarsi un’altra vita oltreoceano. New York, Milano, Gerusalemme, Londra, Haifa, Teheran, Madrid: il mondo è piccolo per chi ha la diaspora nel sangue e sa da sempre che ci sono viaggi senza ritorno. Miraggi e incontri, scorci di storia e storie minime si compongono in un grande affresco che attraversa un secolo e oltre: un romanzo di nostalgia e umorismo, delusioni e speranze per una famiglia di ebrei di Baghdad che affronta a testa alta un destino collettivo di viaggio, sradicamento e - forse - riconciliazione.
21:00
Largo Barbuti
Incontro con Fabio Canino, autore di Le parole che mancano al cuore (SEM). Conduce Francesca Salemme.
Per Matteo l’amore è fatto solo d’incontri segreti, ragazzi che poi spariscono nel buio da cui sono arrivati. D’altronde, Matteo è un calciatore di serie A, e “i calciatori di serie A gay non esistono”: lo dicono gli stadi, lo dice la stampa, a volte persino certi allenatori. Poi, però, con l’inizio del nuovo anno, ecco arrivare Thiago, il “fenomeno” scoperto da uno scout nelle favelas brasiliane quand’era ancora un bambino e poi passato di squadra in squadra fino al Real Madrid, per approdare infine in Italia, nella stessa società di Matteo. Tra i due c’è subito intesa, qualche sguardo improvviso, un abbraccio più lungo del solito, e quella passione per i videogiochi che li avvicina... Canino scrive un romanzo che è sì un viaggio attraverso le ipocrisie del mondo del calcio, ma soprattutto una struggente storia d’amore: com’è possibile che questo sentimento, per molti la cosa più semplice del mondo, per due personaggi come questi possa rivelarsi tanto complicato?
Per Matteo l’amore è fatto solo d’incontri segreti, ragazzi che poi spariscono nel buio da cui sono arrivati. D’altronde, Matteo è un calciatore di serie A, e “i calciatori di serie A gay non esistono”: lo dicono gli stadi, lo dice la stampa, a volte persino certi allenatori. Poi, però, con l’inizio del nuovo anno, ecco arrivare Thiago, il “fenomeno” scoperto da uno scout nelle favelas brasiliane quand’era ancora un bambino e poi passato di squadra in squadra fino al Real Madrid, per approdare infine in Italia, nella stessa società di Matteo. Tra i due c’è subito intesa, qualche sguardo improvviso, un abbraccio più lungo del solito, e quella passione per i videogiochi che li avvicina... Canino scrive un romanzo che è sì un viaggio attraverso le ipocrisie del mondo del calcio, ma soprattutto una struggente storia d’amore: com’è possibile che questo sentimento, per molti la cosa più semplice del mondo, per due personaggi come questi possa rivelarsi tanto complicato?
21:00
Tempio di Pomona
Incontro con Piero Macola, autore di Gli Indesiderati (Oblomov). Conduce Erminia Pellecchia.
Italia, pianura padana, oggi. Bruno è il giovane guardiano del pedaggio sul ponte Italia. Bruno vive da solo e la sua ossessione è quella di non farsi notare. Bruno visita regolarmente Maria e la aiuta a svuotare la capanna vicino al fiume. Dalla morte di suo marito, Maria vive da sola con il suo cane. C’è un odore confortante nella sua casa. Un odore di cose immobili. La figlia di Maria vuole convincerla a trasferirsi vicino a lei in città. È pericoloso restare nella sua casa isolata. Ci sono sempre più furti con scasso, per non parlare del traffico sul fiume che continua ad aumentare. Si dice che sia colpa degli stranieri in cerca di rifugio nelle vecchie fattorie abbandonate. Anton è in Italia da 9 mesi. Vive di piccoli espedienti e lavori al nero nei cantieri, e un giorno si rompe una gamba mentre cade da un’impalcatura. Di andare in ospedale non se ne parla, e dopo aver rubato dei soldi si rifugia nella capanna di Maria. Quando Bruno lo scoprirà dovrà confrontarsi con una realtà sconosciuta e situazioni inattese, ma anche con i suoi vecchi demoni. Piero Macola coi suoi disegni racconta il mondo di Anton e degli stranieri che come lui sono vittime del sistema del caporalato, e il mondo del protagonista, Bruno, un personaggio in bilico, rinchiuso nei suoi timori.
Italia, pianura padana, oggi. Bruno è il giovane guardiano del pedaggio sul ponte Italia. Bruno vive da solo e la sua ossessione è quella di non farsi notare. Bruno visita regolarmente Maria e la aiuta a svuotare la capanna vicino al fiume. Dalla morte di suo marito, Maria vive da sola con il suo cane. C’è un odore confortante nella sua casa. Un odore di cose immobili. La figlia di Maria vuole convincerla a trasferirsi vicino a lei in città. È pericoloso restare nella sua casa isolata. Ci sono sempre più furti con scasso, per non parlare del traffico sul fiume che continua ad aumentare. Si dice che sia colpa degli stranieri in cerca di rifugio nelle vecchie fattorie abbandonate. Anton è in Italia da 9 mesi. Vive di piccoli espedienti e lavori al nero nei cantieri, e un giorno si rompe una gamba mentre cade da un’impalcatura. Di andare in ospedale non se ne parla, e dopo aver rubato dei soldi si rifugia nella capanna di Maria. Quando Bruno lo scoprirà dovrà confrontarsi con una realtà sconosciuta e situazioni inattese, ma anche con i suoi vecchi demoni. Piero Macola coi suoi disegni racconta il mondo di Anton e degli stranieri che come lui sono vittime del sistema del caporalato, e il mondo del protagonista, Bruno, un personaggio in bilico, rinchiuso nei suoi timori.
22:00
Atrio del Duomo di Salerno
Uno spettacolo di e con Wanda Marasco. Scene di Armando Alovisi; costumi Annalisa Ciaramella; luci Arturo Scognamiglio; musiche Mario Autore; regista assistente Anna Bocchino; regia Ettore Nigro. Produzione Unaltroteatro.
Una nutrice, metafora del teatro, annuncia che interpreterà la storia di quattro donne. Le definisce bambine invecchiate e mai morte. Sono Giulietta, Medea, Filumena e Nora, figure capitali del teatro di William Shakespeare, Euripide, Eduardo De Filippo ed Henrik Ibsen, evocate perché raccontino incanti e illusioni del proprio destino. Confesseranno le verità più segrete, smontando la tradizione dei racconti. Nelle loro parole un’eterna perdita, paradossalmente unificata a un’ostinata ricreazione delle passioni. Maschere in autogenesi, nel monologo scritto e interpretato dalla scrittrice Wanda Marasco (autrice dei fortunati romanzi Il genio dell’abbandono e La compagnia delle anime finte) realizzano sulla scena “il punto di sutura tra poesia e teatro”.
Biglietto 10 Euro.
23:00
Biglietto 10 Euro.
23:00
Arco Catalano di Palazzo Pinto
Reading/spettacolo a cura di Opificio di Letteratura Potenziale. Partecipano: Raffaele Aragona, Laura Brignoli, Daniela Fabrizi, Stefano Tonietto, Eliana Vicari.
Gli Esercizi di stile di Raymond Queneau sono uno dei vertici assoluti nella produzione del leggendario Oulipo (Ouvroir de Littérature Potentielle). A dare lettura di una scelta dei 99 piccoli testi originali saranno alcuni tra i soci della sezione italiana dell’Oulipo. Nel corso della serata sarà di scena anche un altro piccolo gioiello di letteratura potenziale, i Punti di vista della Gioconda di Hervé Le Tellier, con le imprevedibili epifanie/interpretazioni del capolavoro di Leonardo che ci dimostrano come la parola sia in grado di modificare in maniera decisiva anche ciò che sembra definitivamente acquisito. Al termine, premiazione dei migliori elaborati pervenuti dal pubblico. In palio, tre cospicue raccolte di letteratura potenziale.
Gli Esercizi di stile di Raymond Queneau sono uno dei vertici assoluti nella produzione del leggendario Oulipo (Ouvroir de Littérature Potentielle). A dare lettura di una scelta dei 99 piccoli testi originali saranno alcuni tra i soci della sezione italiana dell’Oulipo. Nel corso della serata sarà di scena anche un altro piccolo gioiello di letteratura potenziale, i Punti di vista della Gioconda di Hervé Le Tellier, con le imprevedibili epifanie/interpretazioni del capolavoro di Leonardo che ci dimostrano come la parola sia in grado di modificare in maniera decisiva anche ciò che sembra definitivamente acquisito. Al termine, premiazione dei migliori elaborati pervenuti dal pubblico. In palio, tre cospicue raccolte di letteratura potenziale.
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