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mercoledì 9 luglio 2025

Marianna Meles - "La Stanza Illuminata" (IlViandante Edizioni)

Disponibile in tutte le librerie e store digitali "La Stanza Illuminata" (IlViandante Edizioni), emozionante romanzo d'esordio di Marianna Meles, scrittrice originaria di Scano di Montiferro e residente a Cagliari. Un'opera profonda e toccante, destinata a conquistare i lettori con la sua intensa narrazione.

Il libro ci immerge nella vita di Nella, la cui esistenza, inizialmente serena, viene sconvolta dal padre dispotico e dalla debole opposizione della madre. La vita della protagonista si dipana tra sfide e successi professionali, culminati nell'affermazione della sua sartoria. Tuttavia, la scomparsa del padre riaccende un passato irrisolto, minando le conquiste raggiunte. Intrappolata nelle proprie paure, Nella scivola in una spirale di fragilità mentale. Di fronte alla gravità del suo stato, Maria Luisa - amica e socia dell'atelier, con cui ha condiviso gli orrori dei bombardamenti su Cagliari del 1943, si vede costretta a farla ricoverare nel manicomio di Villa Clara. Il romanzo della Meles si concentra sulla figura di Nella, la cui storia è un luogo di accoglienza, ma anche di sofferenza. Il lettore è invitato ad esplorare un'ambientazione che muta al ritmo delle vicende della protagonista. L'autrice delinea con minuzia un percorso emotivo che affronta confusione e sopraffazione.

Le donne sono le assolute protagoniste di questa storia. Si confrontano con una realtà difficile che, riga dopo riga, mette in luce la forza inestimabile dell'amicizia e della solidarietà che le unisce. Questi sentimenti le spingono a superare la malattia e i pregiudizi sociali, affermando la propria identità e indipendenza. Nonostante il peso del ricovero, la loro connessione trascende le mura, offrendo un commovente ritratto di affetto e sostegno reciproco, permettendo loro di trovare la forza per respirare una nuova speranza.

"Il titolo è una metafora con la quale ho inteso denominare una qualsiasi passione che porta a motivare la vita di un individuo”, spiega la Meles. “Ognuno di noi ha una sua stanza illuminata che ogni giorno gli dà la forza e l'entusiasmo per affrontare la quotidianità".

Marianna Meles, laureata in Scienze dell'Educazione presso l'Università degli Studi di Cagliari, dove vive con il marito, ha sempre nutrito una profonda passione per i libri, affinata attraverso corsi di scrittura creativa all'Accademia di Giorgio Binnella. Già nel 2017, due suoi racconti sono apparsi nell'antologia "Giochi, giocattoli e giorni lontani". "La Stanza Illuminata" segna il suo debutto nel mondo del romanzo.

L'autrice ha espresso la sua gratitudine a coloro che l'hanno sostenuta in questo percorso: "Un ringraziamento speciale a Giorgio Binnella, per avermi incoraggiato e supportato nella stesura di questa storia; a Franco, mio marito, la cui presenza costante e paziente mi ha aiutato a superare i momenti di incertezza. E un ringraziamento particolare a Francesca Sabbagh, che con la sua generosa disponibilità mi ha introdotto nel mondo dei cappelli, svelandomi gli affascinanti segreti della loro lavorazione."

martedì 8 luglio 2025

Alessandra Hropich - “La doppia vita (segreta) dei VIP e non solo…”

“Ho detto no tante volte, e ho perso tutto. Tranne me stessa”. Alessandra Hropich rompe il silenzio: un libro e una testimonianza sulla discriminazione di genere per aver detto “no” a uomini potenti
— Dopo oltre trentacinque anni di silenzio, Alessandra Hropich, scrittrice ed esperta di comunicazione sociale, racconta la propria esperienza di discriminazione professionale: esclusioni, porte chiuse e umiliazioni subite per aver rifiutato avances e richieste inopportune da parte di uomini potenti incontrati sul lavoro.
«Per anni — scrive — ho lavorato a stretto contatto con uomini famosi e rispettati, chiedendo solo una firma, una liberatoria, la disponibilità a partecipare a eventi. Ma troppo spesso, in cambio, mi veniva chiesto altro: amore, sesso, disponibilità immediata. Ho sempre risposto no. E quel no è stato pagato carissimo».
Il suo racconto descrive un mondo ipocrita: uomini ammirati in pubblico che, a porte chiuse, si spogliavano delle maschere rivelando una parte piccola, abusante, squallida. «Ho taciuto per anni, convinta che fosse la cosa giusta, temendo di non essere creduta. Ma il prezzo è stato altissimo: isolamento, perdita di opportunità, cicatrici profonde. È una violenza invisibile, difficile da dimostrare ma devastante», afferma.
Con il libro “La doppia vita (segreta) dei VIP e non solo…”, Hropich rompe il silenzio e restituisce dignità alla propria esperienza e a quella di tante altre donne. «Racconto le doppie vite di uomini che in pubblico predicano valori e in privato vivono tra contraddizioni, manipolazioni e abusi di potere. Racconto ipocrisie, compromessi taciuti, debolezze nascoste. E soprattutto racconto la mia verità: fatta di no, di resistenza, di coraggio, di grandi umiliazioni».
L’autrice denuncia una realtà ancora troppo diffusa: donne emarginate e umiliate solo per aver detto no. «Mi hanno esclusa da ciò che amavo di più: organizzare eventi, costruire connessioni culturali e sociali. Hanno tolto tutto a me, tranne me stessa», racconta.
E aggiunge una riflessione amara: *«Un rifiuto a un VIP famoso, ma anche a un uomo comune, non è mai un gesto perdonato. Il maschio che vuole conquistare subito la “preda” non tollera il no e punisce, in qualsiasi modo, la donna che osa rifiutare. Nessuna ne parla, perché dire certe cose — soprattutto se riguardano il mondo del lavoro — è considerato come qualcosa di imperdonabile. Un uomo comune avverte il rifiuto come un affronto alla sua virilità, un uomo noto, si sente doppiamente mortificato, perché tanti personaggi vip, sentono di essere su un piedistallo e di aver diritto a fare sesso quando, dove e con chi vogliono loro senza dover aspettare o corteggiare una donna, già dal primo incontro, bisogna concedersi al vip famoso (secondo lui) perché la notorietà fa sentire gli uomini più in alto dei comuni cittadini. Il vip non chiede, vuole e basta, in tanti casi è esattamente così. Con un vip bisogna trombare in fretta, perché lui ha l’ immagine specchiata di marito innamorato e padre modello, lui non può permettersi i paparazzi sotto l’ ufficio. Bisogna fare tutto di nascosto.
La doppia vita (segreta) dei VIP e non solo… è un viaggio nel lato nascosto di uomini potenti, personaggi noti e uomini comuni: tutti, allo stesso livello, quando si tratta di vivere di nascosto il sesso tra ipocrisie, abusi e contraddizioni. Un racconto autentico e coraggioso, che apre gli occhi su quanto poco gli uomini sappiano accettare un rifiuto e quanto invece siano pronti a punirlo.
Alessandra Hropich è scrittrice, esperta di comunicazione efficace e sensibile ai diritti umani, con una solida formazione giuridica. Laureata in legge, ha scelto di accantonare l’aspirazione di diventare avvocato per dedicarsi completamente alla scrittura e alla comunicazione sociale.
Da oltre quindici anni racconta storie vere e affronta con coraggio temi delicati e spesso trascurati. Attraverso libri, articoli e interviste, tratta argomenti profondi come disabilità, disagi psicologici, difficoltà affettive, traumi relazionali, bullismo, discriminazioni. Lo fa con uno stile diretto, empatico e autentico, capace di raggiungere il cuore del lettore, offrendo conforto, consapevolezza e verità.
Per il suo impegno nella diffusione di messaggi di solidarietà, speranza e sostegno alle persone in difficoltà, ha ricevuto un riconoscimento speciale dall’Accademia Culturale Internazionale Cartagine.
È curatrice della rubrica “La posta del cuore” sul giornale online www.cavalierenews.it, dove da anni accoglie le confidenze più intime dei lettori. Le sue risposte rappresentano uno spazio sicuro di ascolto, confronto e riflessione, in cui si affrontano anche temi legati all’identità, al rispetto, alla libertà personale e al rifiuto di ogni discriminazione.
Alessandra partecipa regolarmente come relatrice a convegni su tematiche sociali e umanitarie, distinguendosi per la capacità di comunicare senza filtri e con profonda umanità.
Le sue pubblicazioni, vere e toccanti, aiutano chi legge a sentirsi meno solo e più compreso. Attraverso ogni pagina, ogni rubrica e ogni incontro, Alessandra Hropich si conferma una voce autorevole e profondamente umana nel panorama della comunicazione sociale, capace di aprire gli occhi e il cuore di chi la incontra. Comunicato Stampa

domenica 6 luglio 2025

Carlotta Del Principe - “La bellezza a tutti i costi”. Nel labirinto della perfezione: l’anima dietro il filtro”

UNA LETTURA URGENTE SULLA SOCIETÀ DELL’IMMAGINE
Il libro dell’estate. Condiviso, commentato, citato sui Social, sta conquistando lettori e lettrici di tutte le età, grazie al suo stile diretto e alle frasi provocatorie che stanno facendo discutere.
"La bellezza oggi non è libertà: è dovere. È prestazione. È guerra quotidiana contro sé stessi." Con questa frase d’apertura, l’autrice inaugura un viaggio lucido e spietato attraverso i meccanismi psicologici, sociali ed economici che trasformano la bellezza in una prigione. La bellezza a tutti i costi è un saggio potente che scava sotto la superficie dell’apparenza e interroga senza sconti i miti dell’estetica contemporanea. Attraverso un linguaggio incisivo e appassionato, l’autrice analizza fenomeni come la chirurgia estetica di massa, i filtri dei social, il dismorfismo corporeo e il capitalismo dell’identità. Chi decide oggi cosa significa essere belle? Quanto vale la nostra immagine? Cosa siamo disposti a sacrificare per piacere? Perché continuiamo a sentirci “sbagliati” anche quando raggiungiamo la perfezione? “Il like non è più un gesto. È un verdetto.”
Scritto con un tono crudo ma profondamente empatico, La bellezza a tutti i costi è un manifesto culturale che denuncia le derive dell’apparenza e rivendica il diritto alla fragilità, all’imperfezione, alla verità. Contro il terrorismo degli Haters. Una lettura fondamentale per chi cresce sui Social.

Carlotta Del Principe professionista di origine abruzzese, dal profilo multidisciplinare, unisce competenze cliniche, sensibilità estetica e talento comunicativo. Chirurgo orale, patologo e specialista in medicina estetica e rigenerativa, vanta una solida esperienza nella chirurgia implantare e nel trattamento di pazienti oncologici e osteometabolici. Svolge attività accademica come tutor presso l’Università di Bologna, affiancando alla didattica un’intensa attività libero-professionale nel campo della medicina estetica avanzata, con un approccio centrato su benessere, armonia e salute. Oltre alla pratica medica, è Content Creator, apprezzata per il suo stile autentico e la capacità di coniugare moda, scienza e riflessione culturale. Appassionata di scrittura, utilizza la parola come strumento per ispirare e raccontare una visione evoluta e consapevole della bellezza. Una voce contemporanea, elegante e competente nel panorama della medicina estetica, della comunicazione e dei Social. Radio Parco COMUNICATO STAMPA

mercoledì 25 giugno 2025

“La Biblioteca incontra 2024/2025” - Biblioteca Consorziale Di Viterbo | aprile > giugno 2025

Venerdì 𝟮𝟰 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼, alle 𝟭𝟳.𝟯𝟬, per l’ultimo appuntamento di stagione della rassegna “La Biblioteca incontra” avremo ospite l’architetto 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗖𝘂𝗰𝗶𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 che ci presenterà il suo libro 𝘊𝘪𝘵𝘵𝘢̀ 𝘧𝘰𝘳𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘶𝘮𝘢𝘯𝘢. 𝘓’𝘦𝘮𝘱𝘢𝘵𝘪𝘢 𝘤𝘪 𝘢𝘪𝘶𝘵𝘢 𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘢𝘳𝘦, scritto in collaborazione con la giornalista Serena Uccello.
L’incontro si svolgerà, come di consueto, presso la sede della Biblioteca consorziale nella sala conferenze “Vincenzo Cardarelli” di viale Trento, 18/E.
L’AUTORE
𝗠𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗖𝘂𝗰𝗶𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮, architetto e designer, si laurea a Genova con Giancarlo De Carlo nel 1987. Dal 1987 al 1992 lavora nello studio di Renzo Piano a Genova e a Parigi, come responsabile di progetto. Nel 1992 fonda lo studio internazionale MCA – Mario Cucinella Architects, che oggi ha sede a Bologna (1999) e Milano (2019). Lo studio possiede una solida esperienza nella progettazione architettonica e integra strategie ambientali ed energetiche, portando avanti ricerche sui temi della sostenibilità secondo un approccio olistico. Nel 2015 fonda SOS – School of Sustainability, una scuola per giovani professionisti neolaureati che ha l’obiettivo di fornire loro gli strumenti necessari per affrontare le questioni ambientali con un approccio aperto, olistico e guidato dalla ricerca. Nel 2017 cura il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2018. Cucinella ha di recente curato il Padiglione Italia di Expo 2025 attualmente in corso a Osaka.
IL LIBRO
𝗠𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗖𝘂𝗰𝗶𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝗦𝗲𝗿𝗲𝗻𝗮 𝗨𝗰𝗰𝗲𝗹𝗹𝗼, 𝘾𝙞𝙩𝙩𝙖̀ 𝙛𝙤𝙧𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙪𝙢𝙖𝙣𝙖. 𝙇’𝙚𝙢𝙥𝙖𝙩𝙞𝙖 𝙘𝙞 𝙖𝙞𝙪𝙩𝙖 𝙖 𝙥𝙧𝙤𝙜𝙚𝙩𝙩𝙖𝙧𝙚, 𝗘𝗶𝗻𝗮𝘂𝗱𝗶
Mario Cucinella, uno degli architetti e designer italiani di maggior fama internazionale, si racconta, descrivendo al contempo la sua idea di progetto. Un filo rosso che lega l’intera sua riflessione è quello della sostenibilità; le piante sono infatti una fondamentale fonte di ispirazione nel progettare, anche per la loro straordinaria capacità di adattamento. In questo Cucinella è un pioniere e sembra interpretare perfettamente lo spirito del nostro tempo: l’attenzione verso la natura e contro il consumo di risorse. Parlare di sostenibilità oggi significa parlare di empatia. È proprio l’empatia con i luoghi, con lo studio del clima e della materia che ci permette di adattare una forma alle condizioni che la circonderanno. In questo senso le sue opere sono un laboratorio di empatia con la natura.
L’incontro sarà anche trasmesso in diretta sul nostro canale YouTube: https://www.youtube.com/@bibliotecaconsorzialeviterbo - Biblioteca Consorziale Di Viterbo
M𝗮𝗿𝘁𝗲𝗱𝗶̀ 𝟮𝟰 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼, alle 𝟭𝟳.𝟯𝟬, per il penultimo appuntamento di stagione della rassegna “La Biblioteca incontra”, proponiamo un incontro doppio con 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗙𝗲𝗱𝗲𝗿𝗶𝗰𝗶 𝗦𝗼𝗹𝗮𝗿𝗶 che presenterà il libro di 𝗙𝗿𝗲́𝗱𝗲́𝗿𝗶𝗰 𝗣𝗮𝗷𝗮𝗸, 𝘕𝘪𝘦𝘵𝘻𝘴𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘭 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘰, e 𝗟𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼 𝗙𝗹𝗮𝗯𝗯𝗶 per il libro di 𝗚𝗲𝗼𝗳𝗳𝗿𝗼𝘆 𝗱𝗲 𝗟𝗮𝗴𝗮𝘀𝗻𝗲𝗿𝗶𝗲, 3. 𝘜𝘯’𝘢𝘴𝘱𝘪𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘭 𝘧𝘶𝘰𝘳𝘪.
L’incontro si svolgerà, come di consueto, presso la sede della Biblioteca consorziale nella sala conferenze “Vincenzo Cardarelli” di viale Trento, 18/E.
GLI AUTORI
Nato in Francia nel 1955, 𝗙𝗿𝗲́𝗱𝗲́𝗿𝗶𝗰 𝗣𝗮𝗷𝗮𝗸 ha avuto un’esistenza assai tribolata. Ha conosciuto la povertà più disperata e una solitudine cui riuscirà a sfuggire soltanto grazie alla scrittura, alla poesia e al disegno. I libri della serie 𝘔𝘢𝘯𝘪𝘧𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘪𝘯𝘤𝘦𝘳𝘵𝘰, l’impresa letteraria di una vita, intessono esistenze, parole e immagini di grandi figure dell’arte e del pensiero del XIX e del XX secolo. Tradotti in oltre dieci Paesi, dagli Stati Uniti alla Corea del Sud, dalla Russia alla Germania, hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti come il premio Médicis per il saggio 2014 e il premio Goncourt per la biografia 2019 e, nel 2021, il Gran premio svizzero di letteratura e il premio di saggistica “Città delle Rose”.
𝗚𝗲𝗼𝗳𝗳𝗿𝗼𝘆 𝗱𝗲 𝗟𝗮𝗴𝗮𝘀𝗻𝗲𝗿𝗶𝗲 (1981) è un filosofo e sociologo francese. Autore di numerosi libri, articoli e conferenze, si occupa di filosofia sociale e politica, epistemologia e sociologia della cultura. Collabora regolarmente con giornali e riviste, ed è tra gli intellettuali più ascoltati della sua generazione.
I LIBRI
𝗙𝗿𝗲́𝗱𝗲́𝗿𝗶𝗰 𝗣𝗮𝗷𝗮𝗸, 𝙉𝙞𝙚𝙩𝙯𝙨𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙡 𝙥𝙞𝙖𝙣𝙤, 𝗟’𝗼𝗿𝗺𝗮 𝗲𝗱𝗶𝘁𝗼𝗿𝗲
Friedrich Nietzsche si dichiarava musicista prima ancora che filosofo. Iniziò a prendere lezioni di piano da bambino e non abbandonò più lo strumento su cui improvvisava con ardore e trasporto. Compose e abbozzò sonate, corali e inni. In una lettera a un amico scrisse: «La vita senza musica è semplicemente un errore, una fatica, un esilio».
A una straordinaria sensibilità di ascoltatore e interprete – i contemporanei ne ricordano il tocco capace di evocare un’intera orchestra – non corrispondeva un equiparabile talento creativo. In questa impasse si consumò il suo viscerale legame con la musica.
Nietzsche al piano ricostruisce la storia di questa passione dominante: il rapporto di amore e odio con Wagner, l’incapricciamento per Bizet, le straordinarie riflessioni estetiche, fino alla discesa nel silenzio degli ultimi anni in cui ancora sfogava la propria follia sulla tastiera di un vecchio pianoforte.
𝗚𝗲𝗼𝗳𝗳𝗿𝗼𝘆 𝗱𝗲 𝗟𝗮𝗴𝗮𝘀𝗻𝗲𝗿𝗶𝗲, 𝟯. 𝙐𝙣’𝙖𝙨𝙥𝙞𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙖𝙡 𝙛𝙪𝙤𝙧𝙞, 𝗟’𝗼𝗿𝗺𝗮 𝗲𝗱𝗶𝘁𝗼𝗿𝗲
Con lo scrittore Édouard Louis e il sociologo Didier Eribon, Geoffroy de Lagasnerie ha sviluppato una relazione profonda che dura da oltre dieci anni, ha inventato un modo di condividere le idee e il mondo, caratterizzato da riti, luoghi, temporalità, e connessioni culturali e sociali. 3 è il racconto di questo rapporto irripetibile e la rivendicazione di una forma d’esistenza alternativa che contrappone la curiosità e l’apertura alle chiusure di ogni familismo, chiamando in causa Cicerone, Montaigne e Barthes, ma anche Patti Smith. Prendendo spunto dal proprio vissuto, de Lagasnerie ci invita a rivendicare affetti e incontri che la società rischia di sminuire e a cui non sa, o non vuole, ancora riconoscere diritti.
In un’epoca di aspirazioni normalizzate, 3 ci provoca a ripensare la vita attraverso le coordinate intellettuali di un’utopia concreta e vissuta quotidianamente.
L’incontro sarà anche trasmesso in diretta sul nostro canale YouTube: https://www.youtube.com/@bibliotecaconsorzialeviterbo - Biblioteca Consorziale Di Viterbo 
  • Venerdì 𝟭𝟯 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼, alle 𝟭𝟳.𝟯𝟬, la rassegna “La Biblioteca incontra” ospiterà un incontro di particolare interesse con 𝗖𝗮𝗿𝗹𝗼 e 𝗥𝗲𝗻𝘇𝗼 𝗣𝗶𝗮𝗻𝗼 che, insieme a 𝗠𝗮𝘂𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗠𝗶𝗹𝗮𝗻, presenteranno i rispettivi libri 𝘈𝘵𝘭𝘢𝘯𝘵𝘪𝘥𝘦 e 𝘈𝘧𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘴𝘵𝘳𝘶𝘵𝘵𝘶𝘳𝘢𝘭𝘪 in dialogo con il commissario straordinario Paolo Pelliccia.L’incontro si svolgerà, come di consueto, presso la sede della Biblioteca consorziale nella sala conferenze “Vincenzo Cardarelli” di viale Trento, 18/E.
    𝗖𝗮𝗿𝗹𝗼 𝗣𝗶𝗮𝗻𝗼 è nato a Genova nel 1965. Nel 1998 aveva seguito il caso Bilancia come inviato di un quotidiano nazionale. Collabora con Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX. In combutta con il padre Renzo ha scritto 𝘈𝘵𝘭𝘢𝘯𝘵𝘪𝘥𝘦 per Feltrinelli.
    Per le Edizioni e/o ha pubblicato 𝘐𝘭 𝘤𝘢𝘯𝘵𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘉𝘦𝘳𝘵𝘰. 𝘐𝘭 𝘳𝘰𝘮𝘢𝘯𝘻𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘱𝘰𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘎𝘦𝘯𝘰𝘷𝘢 e 𝘐𝘭 𝘵𝘰𝘳𝘵𝘰. 𝘋𝘪𝘤𝘪𝘢𝘴𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘨𝘳𝘢𝘥𝘪𝘯𝘪 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭’𝘪𝘯𝘧𝘦𝘳𝘯𝘰 (premio Scerbanenco 2023).
    𝗥𝗲𝗻𝘇𝗼 𝗣𝗶𝗮𝗻𝗼 (Genova, 1937) è una figura chiave dell’architettura internazionale degli ultimi quarant’anni. Tra le sue opere: la Collezione Menil a Houston; il progetto Unesco con laboratorio a Otranto; la Cité Internationale a Lione; il Museo della scienza e della tecnica ad Amsterdam; il Museo Paul Klee a Berna, il City Tech Tower, il grattacielo più alto di Brooklyn, e lo Shard a Londra, il più alto d’Europa.
    Molte delle sue opere più celebri sono in Italia: lo stadio di Bari, la chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, le stazioni della metropolitana di Genova, il centro multiservizi di Nola, il Lingotto di Torino.
    𝗠𝗮𝘂𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗠𝗶𝗹𝗮𝗻 (Mirano, 1952) è un ingegnere italiano. Collabora con architetti di fama internazionale come Gerkan, Marg and Partners, Arata Isozaki, Rem Koolhaas, Herzog & de Meuron, Michele De Lucchi, Matteo Thun, Bolles+Wilson, Mario Cucinella, Jean-Michel Wilmotte.
    Consulente storico di Renzo Piano partecipa alla realizzazione di molti progetti del progettista genovese.
    I LIBRI
    𝗖𝗮𝗿𝗹𝗼 𝗲 𝗥𝗲𝗻𝘇𝗼 𝗣𝗶𝗮𝗻𝗼,𝘼𝙩𝙡𝙖𝙣𝙩𝙞𝙙𝙚. 𝙑𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙧𝙞𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙗𝙚𝙡𝙡𝙚𝙯𝙯𝙖, 𝗙𝗲𝗹𝘁𝗿𝗶𝗻𝗲𝗹𝗹𝗶
    Comincia un giorno d’estate al porto di Genova, a pochi passi dallo studio di Punta Nave, il lungo viaggio per mare di Renzo Piano e di suo figlio Carlo. A guidarli è un desiderio mitico e ancestrale. Vogliono trovare Atlantide. Atlantide è la città perfetta, perché ospita una società perfetta. E come tale, è il sogno di ogni architetto, l’idea regolativa che muove la sua creatività. Per trovarla, Piano ritorna nei luoghi in cui per tutta la vita ha inseguito la perfezione, costruendo nel mondo intero le proprie opere.
    Naviga con il figlio nel mezzo del Pacifico, sulle rive del Tamigi, ad Atene, a San Francisco. Raggiunge l’isola costruita nella baia di Osaka per ospitare l’aeroporto da lui progettato. Che cosa significa cercare la perfezione? E perché cercarla ritornando a luoghi modificati dal tempo? Perché il senso del costruire di Renzo Piano resiste alle pericolose illusioni della modernità di cui la ferita del Ponte Morandi di Genova è uno dei tragici simboli.
    Ogni opera architettonica conserva le memorie e le tradizioni, si innesta nel paesaggio e cambia insieme all’ambiente circostante. Per questo progettare significa innanzitutto prendersi cura del territorio e dei suoi abitanti.
    𝗠𝗮𝘂𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗠𝗶𝗹𝗮𝗻, 𝘼𝙛𝙛𝙞𝙣𝙞𝙩𝙖̀ 𝙨𝙩𝙧𝙪𝙩𝙩𝙪𝙧𝙖𝙡𝙞. 𝙐𝙣𝙖 𝙫𝙞𝙩𝙖 𝙩𝙧𝙖 𝙥𝙧𝙤𝙜𝙚𝙩𝙩𝙞 𝙚 𝙘𝙖𝙣𝙩𝙞𝙚𝙧𝙞 𝙘𝙤𝙣 𝙍𝙚𝙣𝙯𝙤 𝙋𝙞𝙖𝙣𝙤, 𝗕𝗼𝗺𝗽𝗶𝗮𝗻𝗶
    Ci sono incontri che cambiano la vita, come quello tra l’ingegnere Maurizio Milan e l’architetto Renzo Piano. I loro destini si sono incrociati a Venezia nel 1983 e da allora i due professionisti hanno avviato una collaborazione per progetti straordinari nel mondo: dallo stadio San Nicola di Bari alla basilica di San Pio, dal museo della Scienza di Trento all’ospedale di Entebbe in Uganda, fino al campus del Politecnico di Milano alla Bovisa.
    Il lavoro spalla a spalla, spesso in contesti complessi e pieni di criticità, ha rafforzato con il tempo un’intesa straordinaria. Un sodalizio duraturo che unisce l’approccio pragmatico ingegneristico con la creatività artistica, costantemente alimentato da una fortissima affinità umana. Il motto di Milan è da sempre “soluzioni semplici ai problemi complessi” e in questo viaggio sulle ali della memoria si può ritrovare tutta la dedizione alla sperimentazione di due eccellenze italiane conosciute a livello internazionale, impegnate nella creazione di soluzioni di grande impatto che hanno dato vita a opere all’avanguardia.
    Affinità strutturali offre uno sguardo avvincente sul mondo dell’architettura e dell’ingegneria, un invito a esplorare l’animo pulsante di due geni creativi che hanno lasciato un’impronta indelebile nel patrimonio urbano e paesaggistico mondiale.
    L’incontro sarà anche trasmesso in diretta sul nostro canale YouTube: https://www.youtube.com/@bibliotecaconsorzialeviterbo
  • M𝗮𝗿𝘁𝗲𝗱𝗶̀ 𝟭𝟬 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼, alle 𝟭𝟳.𝟯𝟬, la rassegna "La Biblioteca incontra" vedrà il gradito ritorno di 𝗟𝘂𝗶𝗴𝗶 𝗦𝗲𝗿𝗮𝗳𝗶𝗻𝗶 che, in dialogo con 𝗙𝗶𝗹𝗶𝗽𝗽𝗼 𝗚𝗼𝗹𝗶𝗮, presenterà il libro 𝘐𝘭 𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘓𝘶𝘪𝘨𝘪 𝘚𝘦𝘳𝘢𝘧𝘪𝘯𝘪, catalogo della recente mostra al MART di Rovereto.
L’incontro si svolgerà, come di consueto, presso la sede della Biblioteca consorziale nella sala conferenze “Vincenzo Cardarelli” di viale Trento, 18/E.
𝗟𝘂𝗶𝗴𝗶 𝗦𝗲𝗿𝗮𝗳𝗶𝗻𝗶 (Roma, 1949) è un artista, architetto, autore e designer, la cui ricerca si è sempre sviluppata al di fuori dei contesti più convenzionali dell’arte.
Il 𝘊𝘰𝘥𝘦𝘹 𝘚𝘦𝘳𝘢𝘱𝘩𝘪𝘯𝘪𝘢𝘯𝘶𝘴 è la sua più nota opera editoriale, pubblicato nel 1981 da Franco Maria Ricci e, più di recente, da Rizzoli. Ha inoltre pubblicato 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦 𝘕𝘢𝘵𝘶𝘳𝘢𝘭𝘪 e 𝘗𝘶𝘭𝘤𝘪𝘯𝘦𝘭𝘭𝘰𝘱𝘢𝘦𝘥𝘪𝘢, quest’ultima ancora in libreria. Le sue opere sono state esposte in molte sedi internazionale, da ultimo al Mart di Rovereto (2024). Una selezione delle sue opere è presente nella permanente del FRACGrand Large di Dunkerque. A Parigi è Satrape Transcendent du Collège de ‘Pataphysique, unico italiano.
𝙄𝙡 𝙨𝙤𝙜𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙇𝙪𝙞𝙜𝙞 𝙎𝙚𝙧𝙖𝙛𝙞𝙣𝙞, 𝗦𝗶𝗹𝘃𝗮𝗻𝗮 𝗘𝗱𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮𝗹𝗲
Con il titolo 𝘚𝘰𝘮𝘯𝘪𝘶𝘮 𝘚𝘤𝘪𝘱𝘪𝘰𝘯𝘪𝘴 circolò dal Medioevo il frammento di un trattato di Cicerone che ossessionò, fra gli altri, Raffaello e Mozart. Vi si leggeva della natura immortale e onnipotente dell’anima. Tanto tempo dopo, appare in sogno un altro libro: un libro impossibile nel quale i pesci sono occhi che ci guardano dai flutti, gli amplessi generano esseri anfibi, e ogni parola innalza un edificio fantastico. Un libro che non si può leggere, e che tutti sanno a memoria. Con il 𝘊𝘰𝘥𝘦𝘹 𝘚𝘦𝘳𝘢𝘱𝘩𝘪𝘯𝘪𝘢𝘯𝘶𝘴 – enciclopedia d’invenzione stampata nel 1981 da Franco Maria Ricci, e da allora libro di culto per intellettuali e ragazzi di tutto il mondo – iniziava il sogno di Luigi Serafini.
Un sogno che si è materializzato in una mostra e ora di nuovo in un libro, questo (con la più ampia riproduzione delle opere dell’artista, commentate da saggi, con una ricca cronologia e conversazioni). Il sogno di un’arte senza nome che plasma insieme architettura, disegno, scrittura, pittura, scultura, musica e design. Davvero è un Marziano quello sbarcato al Mart: casa ideale che, proprio come in un sogno, ospita la riproduzione virtuale della prodigiosa casa-studio reale dell’artista, la cui salvaguardia è oggi oggetto di un’avventurosa disputa legale. Così ci si rivela la doppia valenza del genitivo. Il sogno fatto mezzo secolo fa da Serafini è il sogno che oggi tutti facciamo immaginandocelo, forse inventandolo. Perché, come ha dichiarato di recente, «io esisto solo negli occhi degli altri».
Da un’idea di Vittorio Sgarbi.
L’incontro sarà anche trasmesso in diretta sul nostro canale YouTube: https://www.youtube.com/@bibliotecaconsorzialeviterbo - Biblioteca Consorziale Di Viterbo 

domenica 22 giugno 2025

Chiara Grasso - Irene Penazzi | Il tasso e la bambina (ABOCA KIDS)

L’etologa Chiara Grasso ci regala una favola moderna perfetta per i bambini dai 7 anni in su, per imparare a convivere con gli animali selvatici arricchita dalle illustrazioni di Irene Penazzi, amatissima nel panorama della letteratura per ragazzi.

Nel Bosco è tornata la primavera… ma qualcosa profuma di mistero! Un odore mai sentito prima attira cerbiatti, volpi, tassi e perfino i corvi fino al Borgo degli Umani, dove – udite udite! – qualcuno ha cominciato a lasciare cibo in giro. Mentre molti animali si lasciano tentare, Vecchia Lupa e Papà Tasso non ne vogliono sapere: il bosco è casa loro! Ma Papà Tasso ha un problema più urgente… ha perso il suo cucciolo!

E proprio quando tutto sembra complicarsi, ecco spuntare Bambina, che con i suoi occhi curiosi e il cuore grande potrebbe cambiare tutto… per sempre.

Personalmente non amo le storie in cui gli animali parlano, si confrontano e condividono opinioni proprio come farebbero gli umani. Sono un’etologa e non posso fare a meno di pensare che in natura i tassi non scrivono diari, le volpi non chiacchierano con i lupi e le riunioni tra prede e predatori non finiscono in tranquille discussioni. Ma stavolta ho deciso di chiudere un occhio, perché la storia che avevo fra le mani poteva dire qualcosa di davvero importante: gli animali selvatici vanno rispettati e osservati da lontano, senza interferire con la loro vita, prima di tutto evitando di dargli da mangiare. In questo libro, a parte le chiacchierate fra tassi e bambine, tutto è stato pensato con attenzione mantenendo un solido legame con la realtà del mondo naturale. Alla fine troverete anche un approfondimento scientifico, per continuare a esplorare quello che avrete scoperto lungo la storia. Buona lettura e buon viaggio nel bosco.

  • Formato: cm 14 x 19
  • Pagine: 72 pp
  • Prezzo: 16 €
  • Età: 7+
  • Genere: Albo illustrato fiction
  • ISBN: 9788855233262
LE RECENSIONI

mercoledì 18 giugno 2025

Salerno Letteratura Festival 2025

Programma del giorno 17 giugno.
In faccia ai maligni e ai superbi.
Programma di LUNEDÌ 16 giugno 2025
PROLUSIONE SALERNO LETTERATURA 2025
con la scrittrice Melania Mazzucco.
Sabato 14 giugno ore 20:00
Atrio del Duomo
Introduce Paolo Di Paolo.

domenica 1 giugno 2025

Flip 2025 - Festival della Letteratura Indipendente Pomigliano d'Arco

𝐈𝐥 𝟐𝟔, 𝟐𝟕, 𝟐𝟖 𝐞 𝟐𝟗 𝐠𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟓 torna il 𝐅𝐋𝐈𝐏 – 𝐅𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐚𝐥 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐋𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐈𝐧𝐝𝐢𝐩𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐏𝐨𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐝’𝐀𝐫𝐜𝐨 per la sua 𝐪𝐮𝐢𝐧𝐭𝐚 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, al 𝐏𝐚𝐫𝐜𝐨 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨 𝐆𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐈𝐈 di Pomigliano d'Arco!
Non una sola direzione, non una sola mappa.
Andare, scorrere, cercare: la letteratura è movimento, strada, rotta da tracciare verso sé stessi e verso l'altro.
Siamo arrivati alla quinta edizione ormai consapevoli di quanto possano essere potenti le vibrazioni di più universi letterari che si avvicinano. Ma non smetteremo mai di sorprenderci e di ricercare la scoperta, l’esplosione e l’incontro tra gli ignoti intimi ed estranei. Per questo la parola bussola del FLiP 25 sarà 𝐄𝐒𝐏𝐋𝐎𝐑𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈 .
E allora via, tra porti, naufragi, sogni e parole che ricuciono o strappano, voci che si cercano.
Il FLIP 2025 sarà un’esperienza viva del racconto e del suo potere trasformativo
Non immaginate quante cose abbiamo da dirvi... Flip - Festival della Letteratura Indipendente Pomigliano d'Arco
Inizia ufficialmente la campagna di reclutamento per i volontari del FLIP – Festival della Letteratura Indipendente di Pomigliano d’Arco 2025!

La call è aperta a tutti gli appassionati e appassionate del FLiP che desidererebbero aiutare attivamente l'organizzazione durante i 4 giorni di Festival
Accoglienza, logistica, trasporti, social: così potrete aiutarci e vivere il festival dall'interno!
Hai più di 18 anni e voglia di far parte di tutto questo?
Inviaci una tua breve presentazione entro il 16 giugno indicando le attività che ti piacerebbe svolgere
Scarica il bando al seguente link per tutte le info! https://linktr.ee/flip_festival...

giovedì 22 maggio 2025

Andrea Camilleri - Un mese con Montalbano | Sellerio Editore Palermo, 2017

Trenta storie, divertenti e sorprendenti, con protagonista Montalbano. «Ladri, suicidi veri e suicidi non veri, un morto vivente, delitti e vari tentativi criminali, un diavolo che diavolo non è, acrobati, un re pastore e una veggente, figli e padri difficili, storie varie d’amore con colpi di scena imprevedibili: un rompicapo dietro l’altro, per il commissario, in un «romanzo» lungo un mese» (Salvatore Silvano Nigro).
Montalbano ha talvolta una franchezza insolente. È capace di rispostacce. Ma anche di una scanzonata levità. Lo soccorre l’ironia. E l’autoironia. Il commissario vanta «sangue di sbirro», senza frenesie però. Si prodiga persino in indagini «a ritroso nel tempo», che lo convincono a lasciare sepolto nelle macerie della storia il tragico segreto da lui scoperto; oppure preferisce condurre un’inchiesta parallela, stando nell’ombra, con la consueta vigilanza, con un sorriso arguto, e una sollecitudine anonima. Arriva a sentire inappropriata la divisa del detective armato di binocolo. L’indossa, solo per ridicolizzarsi: «Era atterrito all’idea che qualcuno del paìsi potesse vederlo col coppo... e un binocolo da teatro in mano intento a scrutare, proprio in cima al molo, non l’orizzonte, ma gli scogli che stavano sotto a lui». Ricorre all’«inquadratura» dei particolari più invisibili, ma «a fiuto» e «a pelle», con l’intuito e i sensi: «In questo consistevano il suo privilegio e la sua maledizione di sbirro: cogliere, a pelle, a vento, a naso, l’anomalia, il dettaglio macari impercettibile che non quatrava con l’insieme... 
Nel mondo che il suo occhio inquadrava qualcosa stonava». La collaborazione tra l’olfatto, la vista, e il tatto, lo dota di percezioni sinestesiche; gli fa incrociare sfere sensoriali diverse: «l’angoscia densa, la desolazione palpabile, la disperazione visibile... fetevano di un giallo marcio». Montalbano non dismette le «travediate». Ma ricorre anche a un marchingegno letterario. 
Ordina in racconto convincente i risultati della sua filologia investigativa (attenta pure a quella singola parola che apre «un abisso di sottintesi»); e garbatamente mette in campo la «storia» raccontata per accordare le parti in causa sulla verità dei fatti: e capita che la verità esiga l’indulgenza di Montalbano per l’umana debolezza. «E ora che fare?». 
La verità è stata acquisita. «E poi?», dice Montalbano: doveva essere, sempre e comunque, un giustiziere? Il turbamento del commissario ha la profondità morale dell’ansia notturna dell’Innominato nei Promessi sposi: «E poi? che farò... che farò?». Un mese con Montalbano è una raccolta di trenta racconti, già pubblicata da Mondadori nel 1998. Se è vero che il racconto sta al romanzo come una fotografia sta a un film, è anche vero che la sequenza delle «situazioni» del libro si configura come un film-romanzo in trenta episodi-capitoli. Qualche flashback sugli anni giovanili del commissario completa e arricchisce il «romanzo», dentro il quale convivono ladri, suicidi veri e suicidi non veri (e non è detto che un omicidio sia davvero omicidio), un morto vivente, delitti e vari tentativi criminali, un diavolo che diavolo non è, acrobati, un re pastore e una veggente, figli e padri difficili, storie varie d’amore con colpi di scena imprevedibili: un rompicapo dietro l’altro, per il commissario, in un «romanzo» lungo un mese.      Salvatore Silvano Nigro
Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925-Roma, 2019), regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore. Ha insegnato regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Ha pubblicato numerosi saggi sullo spettacolo e il volume, I teatri stabili in Italia (1898-1918). Il suo primo romanzo, Il corso delle cose, del 1978, è stato trasmesso in tre puntate dalla TV col titolo La mano sugli occhi. Con questa casa editrice ha pubblicato: La strage dimenticata (1984), La stagione della caccia (1992), La bolla di componenda (1993), Il birraio di Preston (1995), Un filo di fumo (1997), Il gioco della mosca (1997), La concessione del telefono (1998), Il corso delle cose (1998), Il re di Girgenti (2001), La presa di Macallè (2003), Privo di titolo (2005), Le pecore e il pastore (2007), Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009), La rizzagliata (2009), Il nipote del Negus (2010, anche in versione audiolibro), Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta (2011), La setta degli angeli (2011), La Regina di Pomerania e altre storie di Vigàta (2012), La rivoluzione della luna (2013), La banda Sacco (2013), Inseguendo un'ombra (2014), Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema (2015), Le vichinghe volanti e altre storie d'amore a Vigàta (2015), La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (2016), La mossa del cavallo (2017), La scomparsa di Patò (2018), Conversazione su Tiresia (2019), Autodifesa di Caino (2019), La Pensione Eva (2021), La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigàta (2022), Il teatro certamente. Dialogo con Giuseppe Dipasquale (2023), Un sabato, con gli amici (2024); e inoltre i romanzi e racconti con protagonista il commissario Salvo Montalbano: La forma dell'acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L'odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d'agosto (2006), Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio (2008), L'età del dubbio (2008), La danza del gabbiano (2009), La caccia al tesoro (2010), Il sorriso di Angelica (2010), Il gioco degli specchi (2011), Una lama di luce (2012), Una voce di notte (2012), Un covo di vipere (2013), La piramide di fango (2014), Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano (2014), La giostra degli scambi (2015), L'altro capo del filo (2016), La rete di protezione (2017), Un mese con Montalbano (2017), Il metodo Catalanotti (2018), Gli arancini di Montalbano (2018), Il cuoco dell'Alcyon (2019), Riccardino (2020), La prima indagine di Montalbano (2021), La coscienza di Montalbano (2022), La paura di Montalbano (2023).
Premio Campiello 2011 alla Carriera, Premio Chandler 2011 alla Carriera, Premio Fregene Letteratura - Opera Complessiva 2013, Premio Pepe Carvalho 2014, Premio Gogol’ 2015. www.sellerio.it
  • Collana: La memoria
  • Anno edizione: 2017
  • In commercio dal: 9 novembre 2017
  • Pagine: 512 p., Brossura
  • EAN: 9788838937101

martedì 20 maggio 2025

Il cavallo di Torino film del 2011 diretto da Béla Tarr e Ágnes Hranitzky.

Il cavallo di Torino è un film del 2011 diretto da Béla Tarr e Ágnes Hranitzky.

Il film, premiato con l'Orso d'argento al Festival di Berlino, prende spunto da un episodio della vita di Friedrich Nietzsche.

All'uscita dalla sua abitazione di Torino, il 3 gennaio 1889, il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche vede un vetturino frustare il suo cavallo estenuato, che rifiuta di muoversi. Nietzsche rimane impressionato dalla violenza dell'uomo e dalla sua volontà di dominare il mondo. Si precipita a fermare il vetturino e singhiozzando abbraccia il cavallo. Il proseguimento del film si collega a questo aneddoto, chiedendosi quale possa essere stato il destino dell'animale.

Un vetturino con un cavallo torna nella sua abitazione di campagna, dove lo aspetta la giovane figlia. Il vento incessante tormenta le loro giornate, che passano tra la monotonia e la pesantezza della loro misera esistenza. Sembra che i protagonisti siano rassegnati, non arriverà mai qualcosa che possa cambiare la loro vita. Un conoscente passa per la loro abitazione e dichiara che la città vicina è in rovina. Denuncia che gli uomini meschini e subdoli hanno corrotto il mondo con le loro azioni e hanno avvelenato la terra; gli uomini nobili e eccellenti si sono estinti, la loro esistenza non ha senso in un mondo in cui l'avidità umana non ha limiti.

Un gruppo di Rom si avvicina alla casa, attinge dell'acqua dal pozzo e vorrebbe portar la ragazza via, con loro. Essi rappresentano la voglia di libertà, il desiderio di fuga verso un mondo migliore, ma non vi è alcuna speranza e il lento deperire di tutto quello che li circonda è una specie di ribellione della natura nei confronti dell'immoralità dell'uomo. Il cavallo smette di nutrirsi, il pozzo si secca, la brace finisce, la luce del sole si spegne.

«Vi è un'insistenza patologica nel riprodurre costantemente le stesse azioni nell'attesa che qualcosa di nuovo accada. È una tendenza tipica dell'essere umano. Quello che ho fatto nel mio film è stato riprodurre la vita.» (Béla Tarr)

Secondo il regista Béla Tarr il tema centrale del film è “la pesantezza dell'esistenza umana”. Non si concentra sulla mortalità ma sulla vita quotidiana: «Volevamo vedere quanto è difficile e terribile quando ogni giorno devi andare a prendere l'acqua al pozzo, in estate, in inverno … sempre. La ripetizione giornaliera delle stesse azioni ci dà la possibilità di mostrare che c'è qualcosa di sbagliato nel loro mondo. È molto semplice e puro».

Tarr descrive anche Il cavallo di Torino come l'ultimo passo di uno sviluppo che ha attraversato la sua carriera: «Nei miei primi film sono partito dalla mia sensibilità sociale e volevo cambiare il mondo. Poi ho dovuto capire che i problemi sono più complicati. Ora posso solo dire che è molto pesante e non so cosa succederà, ma vedo qualcosa di molto vicino. La fine. Prima di girarlo sapevo sarebbe stato il mio ultimo film».

Secondo Tarr, il libro che la donna riceve dai Rom è una “anti-bibbia”. Il testo è dello sceneggiatore del film, László Krasznahorkai, e contiene riferimenti a Nietzsche. Tarr descrive il visitatore nel film come “una sorta di ombra nietzschana”, ma sottolinea come questo differisce da Nietzsche poiché non afferma che Dio è morto, ma biasima sia gli uomini che Dio: «Il punto è che l'umanità, tutti noi, me incluso, siamo responsabili della distruzione del mondo. Ma c'è anche una forza al di sopra degli umani che agisce - il vento che soffia per tutto il film - e anch'essa sta distruggendo il mondo. Quindi sia l'umanità che una forza superiore stanno distruggendo il mondo».

Il cavallo di Torino è la storia di un padre e sua figlia, due “umiliati e offesi” isolati in un luogo (forse) al di fuori dello spazio e del tempo: una sorta di ultimi rappresentati di un’umanità sterile – non possono, almeno eticamente, procreare -, bloccata dall’accidia, condannata ad un’esistenza sempre uguale a se stessa. Fuori dalle porte della loro casa, il vento incessante corrode la materia ancora esistente. Se messo a confronto con l’episodio narrato dalla voce over nell’incipit del film, le due ore e mezza che seguono possono risultare l’ideale – e immaginifico – proseguimento.

– Perché non sei andato in città? – Il vento l’ha spazzata via. – Come mai? – E’ andata in rovina. – Perché mai sarebbe andata in rovina? – Perché tutto è in rovina, tutto si è degradato, ma potrei dire che loro hanno rovinato e degradato tutto. Perché questo non è il tipo di cataclisma che avviene con l’aiuto per così dire innocente degli uomini. Al contrario si tratta del giudizio dell’uomo, il proprio giudizio su sé stesso, nel quale ovviamente Dio mette mano, o oserei dire: ne partecipa, e qualunque cosa di cui egli partecipa è la creazione più orribile che si possa immaginare. Perché vedi, il mondo è stato corrotto. Perciò non importa cosa dico, perché tutto ciò che hanno acquisito è stato corrotto, e dato che hanno acquisito tutto in una subdola, scorretta battaglia, hanno corrotto tutto. Perché qualunque cosa hanno toccato – e loro toccano tutto – lo hanno corrotto. Così è stato sino alla vittoria finale. Sino al finale trionfante. Acquisire, corrompere, corrompere, acquisire. O posso mettertela in un altro modo, se vuoi: Toccare, corrompere e quindi acquisire o toccare, acquisire e quindi corrompere. È andata avanti così per secoli, avanti, avanti e avanti. Questo e nient’altro, a volte di nascosto, a volte bruscamente, a volte con delicatezza, a volte brutalmente, ma è andata avanti così. Eppure, in un solo modo, come un assalto di ratti da un’imboscata. Perché per questa vittoria è necessario che l’altra parte, quella alta grande e nobile, non debba entrare in nessuna disputa. Non doveva esserci alcun tipo di lotta, solo l’improvvisa scomparsa di una parte, ossia la scomparsa dell’eccelso, del grandioso e del nobile. Così che ora i vincitori che attaccano dall’imboscata comandano la terra, e non c’è un solo minuscolo angolo dove si possa nascondere loro qualcosa, perché tutto ciò su cui posano le mani è loro. Anche ciò che pensiamo non possano raggiungere – ma che loro raggiungono – è loro. Perché il cielo è già loro, e tutti nostri sogni. Loro è il momento, la natura, l’infinito silenzio. Anche l’immortalità è loro, capisci? Tutto, tutto è perso per sempre! E i tanti nobili, grandiosi ed eccelsi stettero lì fermi, se così si può dire. Si sono fermati a questo punto, e dovettero comprendere ed accettare che non ci sono né dio né dei. E gli eccelsi, i grandiosi e i nobili dovevano comprendere ciò sin dall’inizio. Ma ovviamente, erano piuttosto incapaci a comprenderlo. Ci credevano e lo accettavano, ma non lo comprendevano. Se ne stettero lì, disorientati ma non rassegnati, finché qualcosa – una scintilla dal cervello – finalmente li illuminò. E d’un tratto si resero conto che non ci sono né dio né dei. D’un tratto videro che non esiste né bene né male. Poi videro e compresero che se così era, allora nemmeno loro stessi esistevano! Vedi, secondo me questo potrebbe essere stato il momento in cui possiamo dire che si sono estinti, si sono spenti. Estinti, spenti come il fuoco lasciato bruciare nel prato. Uno perdeva costantemente, l’altro vinceva costantemente. Sconfitta, vittoria, sconfitta, vittoria, e un giorno – qui nei dintorni – ho dovuto realizzare, e ho realizzato, che mi sbagliavo, davvero mi sbagliavo quando pensavo che non c’è mai stato e non poteva esserci alcun cambiamento qui sulla Terra. Perché credimi, ora so che questo cambiamento si è davvero verificato. specchioscuro.it

domenica 18 maggio 2025

Simone Cristicchi - HappyNext. Alla ricerca della felicità | La nave di Teseo +

Ispirandosi a "Comizi d'amore" di Pasolini, Simone Cristicchi crea per il lettore un percorso in sette parole chiave – attenzione, lentezza, umiltà, cambiamento, memoria, talento, noi – in cui trovano spazio aneddoti, racconti e interviste, che ci accompagna nella sorprendente scoperta del senso profondo di questa ricerca per ciascuno di noi.

Felicità: cosa significa davvero? In cosa risiede? Da sempre il genere umano concentra i suoi sforzi per afferrarla, per coglierla tanto nel fascino delle grandi idee quando nella meraviglia delle piccole cose. Eppure, raramente si può dire di esserci riusciti. In questo libro – parte di un progetto più ampio, che comprende anche uno spettacolo teatrale dal titolo omonimo e un film documentario di Andrea Cocchi – si sceglie di provare a spiegare cosa la felicità rappresenti, al riparo da facili entusiasmi e conclusioni affrettate. La ricerca della felicità si sposa, infatti, con l'inesauribile curiosità di Simone Cristicchi, qui viaggiatore insieme al lettore, il quale, attraverso la filosofia, la meditazione e la fede, ci parla della bellezza, della vitalità, del tempo, del senso di appartenenza e di comunità, di musica e di storie.

  • Autore: Simone Cristicchi
  • Editore: La nave di Teseo +
  • Anno edizione: 2021
  • In commercio dal: 20 aprile 2021
  • Pagine: 156 p., Brossura
  • EAN: 9788893950893
  • www.ibs.it

sabato 10 maggio 2025

Giampaolo Pansa - Ti condurrò fuori dalla notte | Sperling & Kupfer

ISBN: 9788820027452
EDITORE: Sperling & Kupfer
AUTORE: Giampaolo Pansa
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1998
COLLANA: Narrativa
Nel centro di Parigi, in una grande casa da ricchi, vive Angela Mercier, una giovane donna dal corpo malizioso e dallo sguardo determinato. Un giorno del febbraio 1997, Angela apprende che in Italia è sparito all’improvviso il famoso giornalista Bruno Viotti. Molti lo danno per morto, ma la ragazza, spinta da una ragione che soltanto lei conosce, si mette in caccia per trovarlo e fargli pagare un conto che riguarda la propria vita. Viotti è ancora in grado di saldare il debito?
Angela tenta di scoprirlo con un viaggio a ritroso nell’esistenza del giornalista, per capire quale uomo sia stato e sciogliere l’enigma che avvolge la sua fuga dal mondo. Una forza sconosciuta, nient’altro che il destino, la spinge ad approdare in Sardegna, sulla costa delle miniere scomparse. Un pianeta dalla bellezza intatta e anche un luogo di magie, di premonizioni e di fantasmi, che emergono dalle viscere di quell’Eldorado barbarico dove, un tempo, si celavano tesori d’argento, di piombo e di zinco e dove migliaia di uomini e di donne hanno lavorato e sofferto come schiavi. Fra le dune di Piscinas, un immenso altare di sabbia eretto dal vento, e il cupo castello di Ingurtosu, Angela risolve il suo problema, ma ne incontra un altro: la ferocia di una guerra che lei non ha conosciuto, quella del terrorismo che ha insanguinato l’Italia per vent’anni. Viotti è stato inghiottito da questa notte interminabile, piena di morti che ritornano, gonfia di ossessioni capaci di tormentare chi ha assistito impotente a tanti delitti... 
Più ancora che nei precedenti romanzi, Pansa sa fondere qui l’invenzione narrativa e la storia di una strage senza fine. Da piazza Fontana all’ultimo crimine delle Brigate rosse, le figure create dalla sua fantasia s’intrecciano con le persone vere che hanno sofferto per uno scontro folle, ingaggiato da una parte sola. Bisogna ricordare tutto o è più saggio dimenticare? Toccherà ad Angela rispondere al dilemma e condurre fuori dalla notte quel Bruno Viotti tanto cercato: un cinquantenne bizzarro, forte e debole, testardo e impaurito, al quale la ragazza di Parigi è legata da un segreto che neppure lui immagina. Sarà questo segreto ad aspettare al varco i lettori, per prenderli di soppiatto, come in un agguato. E qui, ad attenderli, troveranno una vicenda d’amore di un genere speciale, che tutti noi abbiamo in qualche modo vissuto.