Nostalgia degli dei
Anno di pubblicazione: 2019
Editore: Marsilio
Una visione del mondo in dieci idee
Per la prima volta collegati in una compiuta visione del mondo, Marcello Veneziani propone in Nostalgia degli dei i temi affrontati nell’arco di quarant’anni di studio e ricerca. Nel corso dei secoli, le divinità si sono fatte idee, principi fondamentali per la vita e per la morte, amore per ciò che è superiore, permanente e degno di venerazione. Oggi una società schiacciata su un presente assoluto, in cui nessuna differenza è accettata, sembra aver spazzato via anche gli ultimi limiti necessari alla loro sopravvivenza: il confine che protegge, il pudore che preserva, la fede che è amore per la Luce. Come in una galleria di gigantesche figure di marmo, l’autore osserva e racconta le dieci divinità che hanno fondato il pensiero e l’esistenza dell’uomo. E nel tracciarne i profili ne svela il senso recondito, la loro necessità fuor di metafora per ricominciare a «pensare anziché limitarci a funzionare» nella vita di tutti i giorni. Attingendo a una costellazione di pensatori che da Platone e Plotino passa per Vico e Nietzsche, fino ad arrivare a Florenskij ed Evola, nel suo lungo percorso di scrittore Veneziani conserva quella nostalgia del sacro che consente agli uomini di uscire dal loro mondo e dal loro tempo, di riconoscere i propri limiti e trascenderli, di trovare orizzonti, tutori e aperture oltre la caducità della nostra esistenza.
Per propiziare il Ritorno è necessario recuperare uno sguardo di luce sul mondo, oltre il dominio della tecno-scienza, esito della metafisica dell’Occidente. Lo sguardo luminoso può fornirlo il dio Mito, custode del precedente autorevole cui ogni ethnos, al fine di aver contezza del proprio da- dove ma anche del proprio per-dove, deve tornare a guardare. Il Mito guarda il mondo sub specie aeternitatis, è occhio assoluto e risponde pienamente alla dea nella quale, neo-platonicamente, da sempre, in quanto corpi, abitiamo, l’Anima. Il suo tralucere è il filo aureo che ci ricongiunge al Principio, all’Uno, cui aneliamo eroticamente ritornare. Vogliamo le stelle: il nostro infinito de-siderare, come intuì magistralmente il genio italico di Leopardi, è nostalgia delle stelle. Plotino sostenne che la visione del cielo stellato: «rende celeste l’anima di colui che lo fissa e stellari i suoi occhi» (p. 19). Ecco, abbiamo bisogno di ritrovare nel caelum ermetico, nell’azzurro del firmamento, la rappresentazione vivente di una ragione cosmologica, metessica, quale sfondo sul quale gli dei torneranno ad essere le potestates di un mondo persuaso e sensato. Solo il Ritorno a tale visione del mondo consentirà, come comprese Jünger, di lasciarci alle spalle il disastro della modernità. Essa è fondamentalmente disancoraggio dalle dee-stelle. Questa la lezione che si evince dalle pagine di Veneziani.
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