Il testo descrive, in forma narrativa ma sulla base di documenti anche
recentissimi
– la pubblicazione del processo di canonizzazione –
l’esperienza di vita di Pietro dal Morrone, divenuto papa con il nome di
Celestino V.
Dagli anni eremitici e monastici agli eventi tumultuosi
che hanno portato alla sua elezione
e poi al suo governo di cinque
mesi.
Si evidenziano le tensioni esterne e le “prove” interiori che lo
hanno portato alla clamorosa rinuncia.
Per poi seguire gli anni delle
sue fughe e la prigionia onorevole e la fine nel castello di Fumone.
Il
testo chiude con la cerimonia della canonizzazione ad opera di papa
Clemente V a Vienne, come “Confessore della fede”, ma non come
pontefice.
Una distinzione dovuta a cause drammatiche che vengono
descritte.
L’ultima parte del testo contiene la documentazione storica
dei fatti.
painting of the pope celestinus V of 1294 |
Celestino V fu il primo papa che volle esercitare il proprio ministero al di fuori dei confini dello Stato Pontificio e il sesto, dopo Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX e Gregorio VI a rinunciare al ministero petrino.
È venerato come santo, con il nome di Pietro Celestino da Morrone, dalla Chiesa cattolica che ne celebra la festa liturgica il 19 maggio. È patrono dei due comuni che ne rivendicano i natali (Isernia e Sant'Angelo Limosano) e compatrono dell'Aquila, di Urbino e del Molise
Eremo di Sant'Onofrio al Morrone dove visse Pietro da Morrone. |
- due suoi discepoli, che hanno scritto la sua biografia, la più antica e accurata, nota come Vita C;
- Jacopone da Todi, che al momento dell'elezione, gli dedicò una nota lauda, in cui si domandava cosa avrebbe fatto il nuovo papa e se fosse stato all'altezza del compito e che inizia così:
«Que farai, Pier da Morrone? Èi venuto al paragone. Vederimo êl lavorato che en cell'ài contemplato. S'el mondo de te è 'ngannato, séquita maledezzone.» |
- Vincenzo Spinelli, che fu abate e procuratore generale dell'ordine, scrisse la Vita di S. Pietro del Morrone Papa detto Celestino V nel 1664;
- Ignazio Silone, che alla vita di Celestino V ha dedicato il libro: L'avventura di un povero cristiano;
- L. Ceccarelli e P. Cautilli, che hanno dedicato ai supposti segreti di Celestino V il libro: La Rivelazione dell'Aquila;
- Angelo De Nicola, che alla sua figura e al suo messaggio di pace, nonché alla Perdonanza, ha dedicato il "romanzo storico virtuale": La missione di Celestino.
https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Celestino_V
(LA)
«Ego Caelestinus Papa Quintus motus ex legittimis causis, idest
causa humilitatis, et melioris vitae, et coscientiae illesae, debilitate
corporis, defectu scientiae, et malignitate Plebis, infirmitate
personae, et ut praeteritae consolationis possim reparare quietem;
sponte, ac libere cedo Papatui, et expresse renuncio loco, et Dignitati,
oneri, et honori, et do plenam, et liberam ex nunc sacro caetui
Cardinalium facultatem eligendi, et providendi duntaxat Canonice
universali Ecclesiae de Pastore.»
|
(IT)
«Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e
debolezza del mio corpo e la malignità della Plebe [di questa città], al
fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la
tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il
Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all'onere e
all'onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro
Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le
leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale.»
| |||
(Celestino V - Bolla pontificia, Napoli, 13 dicembre 1294) |
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