I Donadieu sono un possente clan della Rochelle. Vivono trincerati tra i ninnoli della loro vasta magione e fra i vani oscuri dei loro uffici. E, quando vanno a messa la domenica, formano «una processione dove l’unico assente era il buon Dio». A osservarli, i loro movimenti apparivano «predisposti in modo così rigido che avrebbero potuto scandire la vita della Rochelle con la stessa precisione delle lancette del grande orologio della Torre». Ma un giorno il capotribù, Oscar l’Armatore, scompare. Da allora ha inizio questa cronaca grandiosa e minuziosa, storia di una disgregazione che investe prima La Rochelle per diramarsi poi a Parigi, passando dal torpido ritmo di una città della profonda provincia battuta dal mare all’effervescenza avvelenata della metropoli. Con la stessa sicurezza con cui si manteneva, «l’ordine Donadieu» crolla. E trascina nel crollo non soltanto il clan, ma colui che era stato il freddo agente della rovina: l’arrivista Philippe, il cuneo che si era insinuato fra le giunture del clan.
Il testamento Donadieu è un romanzo di Georges Simenon, scritto tra luglio e agosto del 1936 nella villa "La Tamaris" di Porquerolles e pubblicato da Gallimard nel marzo 1937. È uscito poi a puntate su «Les feuillets bleus», dal 1° al 22 aprile 1939 (4 puntate, numeri 497-500) e in traduzione italiana di Alfredo Segre, presso Mondadori (“Libri arancio”) nel 1940. Nel 1988 è uscito con la traduzione di Paola Zallio Messori, nella collana “Biblioteca Adelphi” nº 192 di Adelphi.
Georges Simenon
Traduzione di Paola Zallio Messori
Biblioteca Adelphi, 192
1988, 12ª ediz., pp. 393
isbn: 9788845902598
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