Titolo: La sfida Autore: Norman Mailer
Pubblicato: Giugno 2012 da Einaudi
Genere: Sport Collana:Stile libero big
Formato: BrossuraPagine: 260
1974 Zaire. George Foreman, 25 anni, giovane, grintoso e, soprattutto, imbattuto, disputa con Muhammad Ali, 32 anni, più anziano e più esperto, il match sul ring di Kinshasa per il titolo dei pesi massimi. Forza e tecnica, due rivali, due modi diversi di intendere la boxe, due personalità e due modi di intendere la vita.
Un solo vincitore.
Ne La sfida si fondono più livelli di narrazione: due campioni a confronto, due uomini diversi, il loro mondo della boxe e la cultura africana. Il racconto diviene un mezzo per far conoscere e apprezzare questo sport, generalmente e superficialmente conosciuto solo per la violenza e la brutalità, ma ricco di filosofia, tecnica e disciplina che lo avvicinano ad un’arte.
La narrazione, realizzata come un reportage, alterna momenti emozionanti a racconti un po’ confusi o complessi da seguire, forse più facilmente ricostruibili dai veri appassionati, ma che per il lettore medio risultano privi di un filo logico. La lettura diventa pertanto lenta e a tratti faticosa da seguire.
La parte più emozionante e carica di suspence per chi, come me, non ne conosceva la storia, inizia dal capitolo 12 in cui l’attenzione si sposta proprio sul ring del match finale: i due pugili, azioni, reazioni e pensieri.
Pur nella sua frammentarietà ho trovato interessante le descrizioni degli aspetti che ruotano attorno al match: gli allenamenti, i preparativi, il clima e la tensione che precedono un incontro ma troppo dispersivi i riferimenti antropologici del mondo africano…
Più accessibile per i veri appassionati di questo sport o dei protagonisti in particolare, La sfida sicuramente riesce nell’intento di incuriosire il lettore nei confronti di questa sfida, celebrandone i protagonisti da campioni, al di là della dualità di vincitore/vinto e trasmettendo la consapevolezza che “Se mai un pugile era stato in grado di dimostrare che la boxe era un’arte del XX secolo, quello era Ali”.
#ascoltando
George McCrae - Rock Your Baby
1974
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