#Ritratti #Storie
#Ieri #Oggi
Una canzone dedicata ad un vero resistente, il cabarettista ed autore satirico americano (ed ebreo) Lenny Bruce, uno che non stava zitto e che gliele cantava sembre chiare e forti al Potere, ai ricchi, agli ipocriti, ai guerrafondai, ai razzisti.
Fu per questo perseguitato, contro di lui per anni si accanirono gli sgherri in divisa amici del cardinale Spellman, il tetro arcivescovo di New York protagonista di The Cardinal di Tom Paxton.
Non riuscirono a ridurlo al silenzio.
Fu lui che nel 1966, a soli 40 anni, si chiamò fuori uccidendosi con una overdose di morfina.
I suoi nemici non ebbero pietà di lui nemmeno dopo morto: non appena rinvenuto il cadavere, la polizia fece entrare subito giornalisti e fotografi che per mezz’ora buona poterono immortalare il “perfido giudeo comunista” finalmente vinto.
L’amico Dick Schaap scrisse un breve necrologio su Playboy, la rivista per adulti che aveva pubblicato a puntate l’autobiografia di Bruce: “One last four-letter word for Lenny: Dead. At forty. That's obscene.”, “Un’ultima parola per Lenny Bruce, solo di quattro lettere: Morto. A quarant’anni. Questa è cosa oscena”, facendo riferimento alle diverse condanne per oscenità collezionate dal cabarettista durante la sua breve ed intensissima carriera.
Solo nel 2003 il governatore di New York George Pataki dichiarò infondate e decadute tutte le accuse giudiziarie mosse contro Lenny Bruce.
Combattè una guerra su un campo di battaglia dove ogni vittoria fa male
Lenny Bruce era cattivo, era il fratello che non hai mai avuto
He fought a war on a battlefield where every victory hurts.
Lenny Bruce was bad, he was the brother that you never had.
Bob Dylan - Lenny Bruce
Nessun commento:
Posta un commento