Se un ragazzo di diciannove anni vuole amare una donna di cinquantadue, è follia pura o è la normalità del nostro ambiente? Non giudicate prima di aver letto questa strana, inquietante, normalissima storia: tutti gli schemi possono saltare, quando il ragazzo è un extracomunitario che in comune con gli altri non ha niente e la donna è una Dama disegnata che gli appare, e gli parla, dallo schermo di un computer.
Carmen Covito - Benvenuti in questo ambiente
romanzo Bompiani 1997
ISBN 88-452-3522-X
Nureddin, certo, dubita che questa bella Dama sia quel che dice di essere: un Agente elettronico, sia pur dotato di una vivacissima anima artificiale, potrebbe avere seduzioni e vezzi talmente femminili? Forse sì: i proprietari della ricca e fredda villa dove il giovane clandestino è stato appena assunto sono due litigiosi fratelli, il dottor Ugo, noto chirurgo estetico, e sua sorella Sandrina, titolare di un'avviata ditta di informatica e dunque suscettibile di colpi di genio digitale...
Ma chissà poi per quale colpo di testa o urgenza i due fratelli hanno lasciato solo in casa Nureddin: sono partiti in fretta e furia, insieme, proprio loro che non vanno mai d'accordo... Qui c'è sotto qualcosa. O magari qualcuno.
Fra situazioni virtualmente estreme e delicate indagini nella realtà dei sentimenti, ironiche tensioni da giallo e sfumature di rosa acidissime, Carmen Covito ci conduce in una sovversiva ricostruzione dell'idea stessa di "normalità", allestendo un romanzo da camera con molte, molte finestre aperte sull'Italia di oggi.
L'intervista di Ludina Barzini
(estratto da "Il Tempo", domenica 9 novembre 1997)
Com'è nata l'idea per questo nuovo libro?
Ci sono delle immagini che mi hanno perseguitata tutta la vita e che avevano bisogno di essere inserite in una storia. Una di queste è l'Artemide di Efeso nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli: è una specie di madonna arcaica, nera perché è in basalto e alabastro... La sua abbondanza di seni - che a me fanno un po' senso - rappresenta l'immagine della grande madre mediterranea, e io mi sono chiesta come integrare questo concetto con la mente delle donne contemporanee. Cioè, che rapporto ci può essere fra questo senso della fertilità, della maternità un po' selvaggia, con le nuove tecnologie. Mi è quindi venuta in mente questa storia dell'incontro tra il Sud del mondo e il Nord-Est italiano. Ho scoperto una Silicon Valley nel Veneto... mi intrigava molto l'idea di ambientare un romanzo tra Desenzano, Vicenza, Verona e Padova. È proprio in questa zona che si stanno sviluppando molte fabbrichette e aziende dedicate alle nuove tecnologie, che però coesistono con una mentalità molto spesso chiusa, razzista. Per questo ho ambientato lì questa storia di un ragazzo tunisino di 19 anni, immigrato clandestino, che si trova ad essere assunto in prova da una coppia di fratelli. Lui, Ugo, è un chirurgo estetico e quindi incarna una certa tendenza della nostra società che è quella di rifarsi, di occuparsi del corpo come immagine; la sorella, Sandrina, è invece una giovanissima imprenditrice, una specie di Bill Gates in sedicesimo, che litiga con il fratello furiosamente... sono un po' come il corpo e la mente, il materiale e l'immateriale... ma in realtà sono estremamente legati.
- Come comincia la storia?
Il ragazzo tunisino, Nureddin, si trova da solo nella casa, piena di computer che Sandrina ha piazzato ovunque. Il ragazzo tocca un tasto e gli compare dallo schermo un'immagine di donna - bellissima, perché è ricavata dall'immagine della Venere di Botticelli con qualcosa rubato ad altri quadri. Comincia un dialogo e nasce una storia tra l'agente elettronico e il ragazzo...
- C'è una morale?
Mah. Una delle cose che voglio dire con questo libro la dice Nureddin: "in genere noi vediamo solamente le cose che ci aspettiamo di vedere". Quando vediamo un nordafricano, tendiamo a vedere il nostro stereotipo mentale, ed è perciò che ce li immaginiamo tutti uguali fra loro. Questo Nureddin invece è un individuo, è singolare, diversissimo, talmente diverso che è un clandestino assoluto... voglio dire che è un clandestino anche nel suo stesso paese. Nel romanzo, è un personaggio che ha un po' la funzione della cartina di tornasole. https://www.carmencovito.com/
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