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martedì 31 marzo 2020

Carmen Covito - Benvenuti in questo ambiente

Se un ragazzo di diciannove anni vuole amare una donna di cinquantadue, è follia pura o è la normalità del nostro ambiente? Non giudicate prima di aver letto questa strana, inquietante, normalissima storia: tutti gli schemi possono saltare, quando il ragazzo è un extracomunitario che in comune con gli altri non ha niente e la donna è una Dama disegnata che gli appare, e gli parla, dallo schermo di un computer.
Carmen Covito - Benvenuti in questo ambiente
romanzo Bompiani 1997
ISBN 88-452-3522-X
Nureddin, certo, dubita che questa bella Dama sia quel che dice di essere: un Agente elettronico, sia pur dotato di una vivacissima anima artificiale, potrebbe avere seduzioni e vezzi talmente femminili? Forse sì: i proprietari della ricca e fredda villa dove il giovane clandestino è stato appena assunto sono due litigiosi fratelli, il dottor Ugo, noto chirurgo estetico, e sua sorella Sandrina, titolare di un'avviata ditta di informatica e dunque suscettibile di colpi di genio digitale...
Ma chissà poi per quale colpo di testa o urgenza i due fratelli hanno lasciato solo in casa Nureddin: sono partiti in fretta e furia, insieme, proprio loro che non vanno mai d'accordo... Qui c'è sotto qualcosa. O magari qualcuno.
Fra situazioni virtualmente estreme e delicate indagini nella realtà dei sentimenti, ironiche tensioni da giallo e sfumature di rosa acidissime, Carmen Covito ci conduce in una sovversiva ricostruzione dell'idea stessa di "normalità", allestendo un romanzo da camera con molte, molte finestre aperte sull'Italia di oggi.
L'intervista di Ludina Barzini
(estratto da "Il Tempo", domenica 9 novembre 1997)
Com'è nata l'idea per questo nuovo libro?
Ci sono delle immagini che mi hanno perseguitata tutta la vita e che avevano bisogno di essere inserite in una storia. Una di queste è l'Artemide di Efeso nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli: è una specie di madonna arcaica, nera perché è in basalto e alabastro... La sua abbondanza di seni - che a me fanno un po' senso - rappresenta l'immagine della grande madre mediterranea, e io mi sono chiesta come integrare questo concetto con la mente delle donne contemporanee. Cioè, che rapporto ci può essere fra questo senso della fertilità, della maternità un po' selvaggia, con le nuove tecnologie. Mi è quindi venuta in mente questa storia dell'incontro tra il Sud del mondo e il Nord-Est italiano. Ho scoperto una Silicon Valley nel Veneto... mi intrigava molto l'idea di ambientare un romanzo tra Desenzano, Vicenza, Verona e Padova. È proprio in questa zona che si stanno sviluppando molte fabbrichette e aziende dedicate alle nuove tecnologie, che però coesistono con una mentalità molto spesso chiusa, razzista. Per questo ho ambientato lì questa storia di un ragazzo tunisino di 19 anni, immigrato clandestino, che si trova ad essere assunto in prova da una coppia di fratelli. Lui, Ugo, è un chirurgo estetico e quindi incarna una certa tendenza della nostra società che è quella di rifarsi, di occuparsi del corpo come immagine; la sorella, Sandrina, è invece una giovanissima imprenditrice, una specie di Bill Gates in sedicesimo, che litiga con il fratello furiosamente... sono un po' come il corpo e la mente, il materiale e l'immateriale... ma in realtà sono estremamente legati.
- Come comincia la storia?
Il ragazzo tunisino, Nureddin, si trova da solo nella casa, piena di computer che Sandrina ha piazzato ovunque. Il ragazzo tocca un tasto e gli compare dallo schermo un'immagine di donna - bellissima, perché è ricavata dall'immagine della Venere di Botticelli con qualcosa rubato ad altri quadri. Comincia un dialogo e nasce una storia tra l'agente elettronico e il ragazzo...
- C'è una morale?
Mah. Una delle cose che voglio dire con questo libro la dice Nureddin: "in genere noi vediamo solamente le cose che ci aspettiamo di vedere". Quando vediamo un nordafricano, tendiamo a vedere il nostro stereotipo mentale, ed è perciò che ce li immaginiamo tutti uguali fra loro. Questo Nureddin invece è un individuo, è singolare, diversissimo, talmente diverso che è un clandestino assoluto... voglio dire che è un clandestino anche nel suo stesso paese. Nel romanzo, è un personaggio che ha un po' la funzione della cartina di tornasole. https://www.carmencovito.com/

domenica 29 marzo 2020

Stendhal - Dell’amore

Un amore intenso e appassionato, ma infelice, ispirò a Stendhal quest’opera. Dell’amore, pubblicato nel 1822, è il frutto di quell’esperienza dolorosa. Che cos’è questo sentimento, si domanda Stendhal, che può tormentare, trasformare, travolgere? Può l’uomo, così spesso schiacciato da questa tirannica forza, chiamarla a un confronto diretto che ne metta a nudo l’essere e le forme, l’agire e le leggi? Una vocazione prevalentemente conoscitiva connota il progetto stendhaliano di una fisiologia dell’amore fuori dalla retorica e dalle idealizzazioni correnti. Ne risulta una sorta di saggio romanzato in cui l’intento analitico si misura con il dato autobiografico e la passionalità dell’autore: «Voglio imporre il silenzio al mio cuore. Ho sempre paura di non aver scritto altro che un sospiro mentre credevo di aver colto una verità».
Anno di prima pubblicazione: 1822
 Dell’amore
Autore Stendhal
ISBN 9788811361725
Casa Editrice GARZANTI
Dettagli 320 pagine, Brossura
“La più grande felicità che l'amore possa dare, è stringere per la prima volta la mano di una donna che si ama.”
“Ho sempre il timore di non aver scritto che un sospiro, quando credo di aver notato una verità.”
“La più grande gioia che può dare l'amore è la prima stretta di mano della donna amata.”
“Niente i mediocri odiano più della superiorità dell'ingegno: questa ai giorni nostri è la vera sorgente dell'odio.”

"Studiavamo per capire il mondo, essere all'altezza dei compiti futuri", Vittorio Foa: Lettere della giovinezza Dal carcere 1935-1943

Copertina del libro Lettere della giovinezza di Vittorio Foa
Lettere della giovinezza
Dal carcere 1935-1943
Editore: Einaudi
Collana: Gli struzzi
Anno edizione: 1998
In commercio dal: 1 gennaio 1996
Pagine: 1111 p.
EAN: 9788806148409
Mentre tutto il mondo cambiava attraverso guerre, stermini e odi razziali, Foa affermava con le sue lettere, settimana dopo settimana, la volontà di dare comunque un senso alla propria vita e di costruire un futuro. E il carcere consentiva al giovanissimo cospiratore torinese di «Giustizia e Libertà» di approfondire la propria formazione, soprattutto attraverso lo studio con uomini come Riccardo Bauer e Ernesto Rossi. Fu un esercizio della mente come scelta radicale e assoluta: piú stretta era la costrizione, piú determinata la voglia di provare nuovi percorsi, Nelle lettere del 1938-39 i commenti sulla campagna razziale italiana sono una singolare eccezione al silenzio imposto agli ebrei di quel tempo. Paradossalmente la sola libertà di giudizio venne dal fondo di un carcere. Nell’insieme queste lettere costituiscono un sorprendente documento, ricco di spunti sempre sorretti da un linguaggio privo di retorica: la loro lettura viene a riempire di nuove ragioni il delicato passaggio dell’ltalia dal fascismo alla democrazia. Molte delle lettere di Foa subirono l’operato della censura. Alcuni passi resi illeggibili dall’inchiostro coprente sono stati per la prima volta letti in occasione di questa edizione grazie ad apparecchi in dotazione alla Polizia scientifica. Un atto certamente simbolico di necessaria riparazione. https://www.einaudi.it/
Vittorio Foa è stato un politico e giornalista italiano. È considerato uno dei Padri fondatori della Repubblica.
Scrive il 29 febbraio 1936 subito dopo la condanna: "La mia mentalità giuridica non riesce in alcun modo a giustificare la sentenza che sotto ogni aspetto di diritto e di fatto è errata; per quel che mi riguarda modestia impone che io riconosca di non avere meritato in alcun modo la particolare qualifica di cui hanno voluto gratificarmi" .Si riferisce alla pena aggravata perché considerato un dirigente torinese di Giustizia e libertà. E incoraggiando i genitori: "Saranno molto meno di quindici gli anni che passerò in carcere: ne ho l'incrollabile certezza.Perciò state tranquilli come io sono". E, ancora: "Ho fatto un ottimo viaggio, in uno scompartimento piccolo piccolo per me solo, ché in due non ci si sarebbe stati", scrive il 7 giugno 1935 a seguito del trasferimento a Roma.L'accenno rievoca i particolari scompartimenti per detenuti "in traduzione", vere e proprie bare, oggi scomparsi.
Fra gli aspetti del modo di vivere il carcere colpisce, tra gli altri, la determinazione allo studio, tenacemente perseguita, non senza ragione. "Studiavamo per capire il mondo, essere all'altezza dei compiti futuri", scrive Foa nella presentazione. Ma anche questa attività trovava ostacoli. Non era consentito avere carta per appunti. Per questo, spesso, la lettera ai famigliari si interrompeva: "E adesso tollerate qualche appunto". E seguivano, nel pur già limitato spazio disponibile (tutto in un solo foglio!), le annotazioni sugli argomenti più vari e complessi studiati. Una riprova della volontà di vivere quell'esperienza non casuale di privazione della libertà con la volontà di essere comunque presente e partecipe alla realtà sociale. Partendo magari dall'esame di problemi del passato. Ai genitori il 28 maggio 1937: "Vi esorto a leggere un bel libro 'L'affare Dreyfus' [di] Bruno Revel (...) L'impressione dominante che resta, a libro finito, è quella della bellezza di una lotta in cui gli ideali sonanti di verità e di giustizia (...) presero corpo e forma in una concreta battaglia politica". recensione di Guidetti Serra, B., L'Indice 1998, n. 9 https://www.ibs.it

venerdì 27 marzo 2020

#RipercorrendoInsieme: Centomila gavette di ghiaccio - Giulio Bedeschi

Amazon.it: Centomila gavette di ghiaccio - Bedeschi, Giulio - Libri
Centomila gavette di ghiaccio è un romanzo autobiografico di Giulio Bedeschi composto tra il 1945 ed il 1946 e pubblicato originalmente nel febbraio 1963 per l'editore Mursia. Nel 1964 vinse il Premio Bancarella
Composto tra il 1945 ed il 1946, Centomila gavette di ghiaccio venne rifiutato da sedici editori italiani prima che Mursia decidesse di pubblicarlo: da allora è diventato una delle opere culto della letteratura di guerra con circa tre milioni di copie vendute in 130 ristampe e nuove edizioni e traduzioni in francese, spagnolo, portoghese ed olandese. Nel 2011 l'editore ha annunciato che l'opera ha superato i quattro milioni e mezzo di copie vendute.
«La visibilità divenne nulla, come ciechi i marciatori continuarono a camminare affondando fino al ginocchio, piangendo, bestemmiando, con estrema fatica avanzando di trecento metri in mezz'ora. Come ad ogni notte ciascuno credeva di morire di sfinimento sulla neve, qualcuno veramente s'abbatteva e veniva ingoiato dalla mostruosa nemica, ma la colonna proseguì nel nero cuore della notte.»
(passaggio tratto da Centomila gavette di ghiaccio)
Centomila gavette di ghiaccio tratta dell'esperienza bellica del sottotenente medico Italo Serri (pseudonimo dietro il quale si cela Bedeschi stesso) durante la seconda guerra mondiale.
Inizialmente assegnato al II Battaglione dell'11º Reggimento fanteria inquadrato nella Divisione "Casale", Serri viene impiegato sul fronte greco-albanese a partire da metà marzo 1941. Partecipa all'avanzata finale fino al confine greco-albanese, dove assiste al termine della campagna. Successivamente, dopo un periodo di servizio presso un ospedaletto da campo, viene trasferito ad una batteria di artiglieria: la 13ª appartenente al Gruppo "Conegliano" del 3º Reggimento artiglieria da montagna inquadrato nella Divisione alpina "Julia".
Prima nota: durante la seconda guerra mondiale gli ufficiali medici erano assegnati di norma ai battaglioni, se non ai reggimenti, salvo che per le truppe alpine dove erano assegnati molto spesso alle compagnie/batterie. Questo perché esse operavano staccate ed isolate. Seconda nota: nel romanzo l'autore non nasconde la sua gioia di essere assegnato ad un reparto della Julia. Beninteso il romanzo fu scritto nel dopoguerra in clima di reducismo eroico, ma resta il fatto che la Julia si era guadagnata durante la Campagna di Grecia una enorme popolarità per i grandi sacrifici sostenuti.
Bedeschi scelse di utilizzare nomi fittizi per quasi tutti personaggi del libro e tutelare così la loro privacy
Bedeschi, quel maledetto inverno 1942-1943, ha curato tanti compagni di sventura in condizioni disperate senza disporre degli strumenti adatti, tra ferite purulente, cancrene, sangue. Ha sperimentato oltre mille chilometri di ritirata a piedi con la neve alta fino alle ginocchia. Accerchiati dai russi, tra ogni sorta di privazioni e assenza totale di riposo.
Cosi nasceva il canto.
Mormorato all'inizio, quasi sèguito di pensieri accorati, gonfio di contenuto respiro, lamento più che grido poiché mai dissociato dal rimpianto per coloro che non cantano più attorno ai fuochi. Un'infinita nostalgia di cose perdute piangeva fra gli alpini immobili e gravi; pareva allora veramente, nel tenebroso silenzio del bosco, che innanzi alle rosse lingue guizzanti le parole e le voci venissero a sciogliersi grondando sangue e lacrime. Ma non importava, si sentiva che il bosco era diventato la casa, per gli alpini; c'era qualcosa di loro, ormai, che s'era posato su ogni foglia e aveva reso accogliente la coltre muscosa.
La canzone si spegneva poi più tardi, nel silenzio, mentre i volti palpitavano d'ombre per la mobilità della fiamma, smemorati e intenti; ma una voce intonava una seconda canzone, allegra questa, e gli alpini cantando caricavano le pipe perché sapevano che la canzone, alla fine, lasciava fumare e ridere, del queto e saggio riso di gente che si contenta. Potevano ragliare allegri anche i muli se erano in vena, non avrebbero dato fastidio: nel bosco ormai si stava benone, si poteva lasciar spegnere tranquillamente il fuoco e infilarsi sotto la tenda, restarsene sdraiati in pace fino all'alba.

martedì 24 marzo 2020

Il Promesso Sposo. Romanzo Popolare - Barbara Alberti

Il Promesso Sposo. Romanzo Popolare
Editore: Sonzogo
Collana: Gli arcobaleni
Tipologia: Libro usato vintage
Anno edizione: 1994
Pagine: 289 p., ill. 
Il promesso sposo (1994), un profilo dedicato al critico d'arte e personaggio televisivo Vittorio Sgarbi e presentato sotto le spoglie di un'autobiografia “mancata”.
Quale lo scopo della prima ''biografia autorizzata'' di Sgarbi? ''
Quello di farla leggere a Sgarbi'', afferma la scrittrice Barbara Alberti, sua convinta sostenitrice. ''Di più non posso dire, anche se tante saranno le notizie inedite -aggiunge-. Un intero capitolo sara' dedicato al rapporto con le donne e un altro alla rivoluzione televisiva di cui Vittorio e' stato protagonista assoluto''.
La vita romanzata del critico ferrarese ha richiesto all'autrice ''tre anni di fanatici pedinamenti''. 
L'Alberti ha infatti seguito Sgarbi in tutte le sue peregrinazioni per l'Italia, nelle sue innumerevoli apparizioni televisivi, partecipando anche alle lunghe ''conversazioni'' notturne all'hotel Majestic di Roma, dove per gioco una sera e' nata l'idea del libro. AdnAgenzia . 1993 . 07 . 10

lunedì 23 marzo 2020

Adriatico di Raffaele Nigro


Adriatico è la storia di una comunità, una saga familiare e un intenso romanzo di formazione. Con un affascinante affresco narrativo, Nigro ci racconta mezzo secolo di storia del Meridione. Passato e presente si alternano in un intreccio realistico-visionario, tra miti ancestrali e utopie politiche. Ed è nel cuore di una regione ''bianca'', con i suoi riti propiziatori fra religione e politica, che i protagonisti vivono l'avventura del cambiamento della società meridionale, dall'occupazione delle terre all'industrializzazione mancata, alla contestazione giovanile, fino alla disillusione del presente. 
Riconoscimenti: Finalista al Premio Strega 1998.
Adriatico - Raffaele Nigro - copertina
Adriatico
Editore: Giunti Editore
Data di Pubblicazione: aprile 1999
EAN: 9788809212701
ISBN: 8809212703
Pagine: 240
Cinquant'anni di storia italiana, visti da un Sud non più retrovia ma avamposto, sfociano idealmente nell'Adriatico delle grandi ondate migratorie che nessuna della ideologie e profezie novecentesche ha saputo intuire.https://www.lastampa.it/

#RipercorrendoInsieme: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (Historia de una gaviota y del gato que le enseñó a volar) è un romanzo di Luis Sepúlveda pubblicato nel 1996.
«Una bellissima fiaba fatta per diventare un cult per quanti - adulti o bambini - adorano gli animali e vorrebbero salvare il mondo dalle malefatte degli uomini.» Giulia Borgese

Dopo essere capitata in una macchia di petrolio nelle acque del mar Nero, la gabbiana Kengah atterra in fin di vita sul balcone del gatto Zorba, al quale strappa tre promesse solenni: di non mangiare l’uovo che lei sta per deporre, di averne cura e di insegnare a volare al piccolo che nascerà. Così, alla morte di Kengah, Zorba cova l’uovo e, quando si schiude, accoglie la neonata gabbianella nella buffa e affiatata comunità felina del porto di Amburgo. Ma come può un gatto insegnare a volare? Per mantenere la terza promessa, Zorba dovrà ricorrere all’aiuto di tutti, anche a quello di un uomo. In una storia che ha la grazia di una fiaba e la forza di una parabola, il grande scrittore cileno tocca i temi a lui più cari: l’amore per la natura, la generosità disinteressata e la solidarietà, anche fra «diversi».
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
ISBN 9788823503342
Collana LE GABBIANELLE
Casa Editrice GUANDA
144 pagine, Cartonato
«Le migliori favole portano messaggi universali con leggerezza e Luis Sepúlveda lo sa.» Alessandro Beretta, Corriere della Sera
Risultato immagini per la gabbianella e il gatto libro
La gabbianella e il gatto è un film d'animazione italiano del 1998 realizzato da Cecchi Gori Group e diretto da Enzo D'Alò, basato sul romanzo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare dello scrittore cileno Luis Sepúlveda.
Le musiche originali del film sono di David Rhodes. Il brano principale della colonna sonora, So volare, è stato scritto e interpretato da Ivana Spagna e lanciato come singolo nelle radio in concomitanza con l'uscita del film. Ivana Spagna canta anche Canto di Kengah. Altri brani della colonna sonora sono Non sono un gatto di Leda Battisti, Siamo gatti di Samuele Bersani, Duro lavoro e Noi siamo i topi di Gaetano Curreri e Antonio Albanese.
Quello è il petrolio, la maledizione degli umani. (Igor)
Nastro d'argento speciale a Enzo D'Alò per un film d'animazione prodotto in Italia
Premio della Giuria a Enzo D'Alò per il film più originale 
Vuoi sentire come ho cambiato la poesia sui gabbiani? "Ma il loro piccolo cuore, | lo stesso degli equilibristi, | per nulla sospira tanto, | come per quella pioggia sciocca, | che quasi sempre porta il vento, | che quasi sempre porta il sol." (Poeta)

domenica 22 marzo 2020

Hans Magnus Enzensberger Il mago dei numeri

Il mago dei numeri è un libro per bambini ed adolescenti di Hans Magnus Enzensberger che esplora la matematica.
Questo libro è stato un best seller.
A volte mi chiedo dove finisca la matematica e dove inizi la magia. 
Pag. 138
Risultato immagini per il mago dei numeri
Il libro racconta la storia di un ragazzino di undici anni di nome Roberto, stremato dai suoi tremendi incubi, che trova la matematica odiosa e incomprensibile, soprattutto a causa del suo insegnante, il professor Mandibola, un individuo enorme e incapace di insegnare che non fa altro che mangiare ciambelle e assegnare problemi stupidi ed inutili. Una notte, in sogno, Roberto incontra un anziano signore piccolo e rosso che dichiara di essere il Mago dei numeri. Per le dodici notti successive, Roberto continua a sognare il Mago e scoprirà in modo divertente le meraviglie della matematica: il Mago richiama la necessità della precisione, ma sottolinea anche che i numeri sono semplici e possono essere anche divertenti. Si parla dello zero, dell'importanza delle potenze: «Eh sì, i numeri sono creature davvero fantastiche. Sai, in fondo di banali non ce ne sono. Ciascuno ha un suo profilo, i suoi segreti. Non si riesce mai a scoprire tutti i loro trucchetti.». Si apre un nuovo universo: le divisioni, le frazioni, i numeri primi, i conigli di Leonardo Fibonacci (che diventano lepri), il triangolo di Tartaglia con le sue magie nascoste, il calcolo combinatorio, l'importanza e la necessità della dimostrazione, gli appassionanti fattoriali. Alla fine del libro Roberto, sempre in sogno, viene invitato a una cerimonia in cui viene al primo livello degli Apprendisti dei Numeri e gli viene conferita, come onorificenza, una collana con una stella che si ritroverà al collo anche nella realtà una volta svegliatosi.
Il mago dei numeri. Un libro da leggere prima di addormentarsi, dedicato a chi ha paura della matematica
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Tipologia: Libro usato vintage
Anno edizione: 2005
Pagine: 264 p.

La linea d'ombra (The Shadow Line: A Confession) - Joseph Conrad

La linea d'ombra (The Shadow Line: A Confession) è un romanzo di formazione breve dello scrittore Joseph Conrad, pubblicato nel 1917 per l'editore Joseph Malaby Dent.
L'espressione linea d'ombra è «quella che ci avverte di dover lasciare alle spalle le ragioni della prima gioventù». Alle prime avvisaglie di giovinezza finita il protagonista decide di lasciare il mare e i tropici, ma nell'alloggio dove attende il rimpatrio gli si presenta la grande occasione: assumere il posto da capitano, su una nave orientale, un veliero stregato dal ricordo del precedente capitano, morto pazzo. Il viaggio procede su un mare disperatamente immobile, con un equipaggio estenuato dalle febbri, marinai ridotti all'impotenza, attendendo un soffio di vento che possa spezzare l'incantesimo che grava.
Libro La linea d'ombra 
“Sono lunghe tutte le strade che conducono a ciò che il cuore brama.”
Il romanzo è spesso citato come una metafora della 
prima guerra mondiale, a causa di tematiche come l'importanza del cameratismo e ai riferimenti temporali. Questa ipotesi è anche supportata dal fatto che il figlio di Conrad, Boris, abbia preso parte al conflitto, rimanendo ferito. Altri punti di vista sottolineano invece il forte riferimento al soprannaturale, in particolare rifacendosi al tema del "fantasma" del precedente capitano che avrebbe maledetto la nave o alla pazzia del 1º ufficiale Burns. Lo stesso Conrad ha però respinto queste interpretazioni nella "nota dell'autore", sostenendo che "ci sono misteri e meraviglie a sufficienza nel mondo reale per andare a scomodare le follie del soprannaturale".
La linea d'ombra (libro)
La storia viene narrata in prima persona dal protagonista: costui, primo ufficiale in servizio su una nave a vapore nei mari d'oriente (in realtà il "Vidar" non menzionato nel romanzo), improvvisamente, senza alcun motivo riconoscibile agli altri e a se stesso, si licenzia in cerca di qualcosa di più dalla vita, fino a quel momento vuota e priva di obiettivi.
Sceso a terra, alloggiato nella casa dell'ufficiale e del marinaio di Singapore e in preda della noia verso tutto e tutti (che considera universalmente stupidi e poco interessanti), fortunatamente, grazie all'aiuto del capitano Giles, ha l'opportunità della vita sotto forma dell'offerta del comando di un veliero (in realtà il brigantino "Otago" non menzionato nel romanzo), situato a Bangkok il cui capitano precedente è morto.
Il protagonista parte immediatamente con il vapore "Melita" per Bangkok, essendo più che certo di essere l'uomo giusto per l'incarico e felice di avere saltato tutta la gavetta che si era immaginato di dover svolgere prima di avere la possibilità di arrivare a un incarico del genere.
Imbarcato sulla nave, comincia subito ad entrare in conflitto con il primo ufficiale Burns, che sospetta aspirasse ad assumere il ruolo del defunto comandante con il quale aveva avuto una durissima discussione, poco prima della sua morte. In tale diverbio l'ex comandante aveva maledetto la nave.
Jovanotti scrisse la canzone La linea d'ombra ispirandosi al romanzo di Conrad, presente nell'album "Lorenzo 1997 - L'albero".
Accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una
Scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la
Partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura
Pure di mangiare mi perdo nelle letture, I libri dello zen
Ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio
Alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma
Questa linea d'ombra non me la fa incontrare

sabato 21 marzo 2020

Peppe Lanzetta "TROPICO DI NAPOLI" - (2000)

Peppe Lanzetta
FELTRINELLI
Data d’uscita: Gennaio, 2000
Collana: I Canguri
Pagine: 200
Prezzo: 12,91€
ISBN: 9788807701207
Genere: Narrativa
L'anima, il dolore, la rabbiae gli odori, le folle e il caldo torrido dell'estate senza fine di carmine Santijanni, il cattivotenente, stritolato dai debiti, dagli assegni a vuoto, dai prestiti per riparare prestiti, dalla tensione e dall'angoscia. Il denaro, filo conduttore della sua storia, è il deux ex machina che intreccia, lega, sovrappone quelle di tanti altri: del vecchio e stimato usuraio Don Antonio; di Tonini detto Jonnybigud, il cantante devastato dalla cocaina; di Umberto, laido portiere di un albergo a ore; degli inseparabili Scintillone e Vincenzo, piccoli spaccaitori schiacciati da una vita fatta di furti, trucchi, fughe e poi le storie tristi, esasperate ma vive e carnali dei travestiti, dei femminellio Sciaronst", Evakant, Prettivumen, la signora Tàccer. Nella scrittura ossessiva, incalzante, senza pace di Peppe Lanzetta il grido e la pietas si fondono: nei bassi dei Quartieri Spagnoli, dove si sogna l'America, si muore per uno sgarro e si lotta per una vita decente che non arriva mai, in una Napoli che diventa la casbah del Cairo, i ghetti di Los Angeles, le favelas di Rio de Janeiro.
Mattoni, calce, putrelle,pale,betoniere, terreno, piastrelle, carriole, cemento, mattoni, cemento, caldo, cantiere, macchina nuova,Punto,blu o rossa, cemento, blu più bella, cemento, Annuccia, gradini Gesù e Maria e lui vicolo olivella a monte santo un po’ più in là, cemento, calce, mattoni, capomastro, vestiti sporchi, Annuccia incinta, la macchina nuova, la fatica non la sente Gennaro, pensa all’auto nuova, calce, cardar elle, pietre, pietre, mattoni, sant’anna, gesù e maria, una doccia, le paste,i babà, Gennaro e Annuccia seduti fuori al basso sulle scale,”ti amo ti amo non ti lascerò mai e chi ci potrà dividere, e come lo chiamiamo e se è femmina? No sarà maschio me lo sento… sarà maschio…”
Lanzetta, un quarantenne nella citta' - pentola
Lanzetta, un quarantenne nella citta' - pentola Lanzetta proviene dalla pressione di una citta' - pentola, con folla insaccata nella piu' alta densita' abitativa. A lei puo' applicarsi la formula di assedio che si legge in Ezechiele: "Lei (la citta' ) e' la pentola e noi siamo la carne" (II, 3). Lanzetta da vari libri e anni scrive la folla che gli brulica intorno e lascia nelle sue pagine l' unto del loro strusciarsi. In quest' ultima storia, "Tropico di Napoli", affiora una schiuma di facce, di esistenze fissate in poche righe, un arrembaggio di miserie scosse da desideri. Insieme producono l' energia termica aggiunta a un suolo gia' vulcanico di suo. Non provo nemmeno a dar conto della varieta' umana prelevata da Lanzetta nella zona della ferrovia napoletana, dove campeggia la piu' triste e la piu' ignorata del mondo tra le statue di Garibaldi. Per traccia continua si segue l' ansia di un quarantenne sgangherato dai debiti, addentato da strozzini e truffatori. Con colpi di forbice da montatore di pellicole, Lanzetta smuove intorno al suo minimo eroe un popolo illegale, clandestino, sessuale per ossessione di esaudirsi almeno in quello. Il sesso qui e' un antinfiammatorio, una spremuta ormonale che deve dare al corpo in guerra l' armistizio di uno svuotamento. Sesso e' l' accordatura dei nervi dei vivi e causa piu' o meno diretta di mortalita' . Lanzetta sa che un romanzo e' una raccolta di biografie, ma a lui non bastano, lui deve da esse estrarre la biologia, la meccanica nuda della vita. Nella sua citta' - pentola gorgogliano gli umori corporali, una furia di ghiandole e secrezioni endocrine di esseri umani che si cercano per amarsi, uccidersi, spremersi fino all' ultima risorsa. Lanzetta racconta ma non ha l' aria di essere il supponente padrone delle storie, al contrario il loro servo che le accompagna con fedelta' anche se sono losche, infami, perche' lui a nessuno dei suoi nega una striscia di tenerezza. E si arriva alla fine del libro che si e' rimasti in pochi: le facce emerse vengono sommerse da una mortalita' brusca e fantasiosa, perche' la morte nella citta' di Lanzetta non e' una vecchia che si trascina per ospedali, ma una ragazza che va per la strada e afferra in mezzo al mucchio della vita fresca, guizzante come dentro la vasca dei capitoni. Lanzetta puo' pure sbandare forte dietro la sua scrittura, picchiata piu' da un batterista che da un dattilografo, ma si salva con l' estremismo dei sentimenti che lo perseguitano a scrivere. Finche' non si addomestichera' a scrittor da allori, le vene della citta' avranno come liquido di contrasto il suo inchiostro che ne restituisce la cupa luminescenza.
Erri De Luca 
(16 febbraio 2000) - Corriere della Sera 
Risultato immagini per peppe lanzetta tropico di napoli
Maledetto di un cattivo tenente, sempre più sudamericano che vedevi la tua America lontana, lontana e non ti più i Platters di Only You e di Smoke gets in your eyes, no, non ti bastano più i balli per salutare gli anni scolastici, l’ingresso ai college, dove cazzo sta questa tua America del cazzo, te la sei persa in un attimo in questa notte fatta di rumba di solitudine e di te, che non hai nessuna voglia di essere nostalgico anche se lo sei, lo sei maledettamente e abbassi la testa sul volante della tua macchina che vuole essere americana ma non lo è e nemmeno tu sei americano, sei solo un disperato che cerca di accendere la miccia della sua fantasia e farsi compagnia con i tuoi fratelli di celluloide, pieni di gelatina, muscoli, bicipiti primi baci, carezze promesse di non lasciarsi mai più e pomiciate in una macchina infinita mentre Lupo Solitario ti manda la sua musica inconfondibile…

venerdì 20 marzo 2020

The Beatles. L'opera completa Ian McDonald


The Beatles. L'opera completa
Editore: Mondadori
Collana: Oscar saggi
Anno edizione: 1996
Formato: Tascabile
In commercio dal: 11 febbraio 1997
Pagine: 492 p.
EAN: 9788804423003
L'esame, meticoloso e accurato, dell'opera completa dei Beatles - una discografia ufficiale che conta 211 brani incisi, di cui ben 186 firmati dai componenti del quartetto -, aperto da un'approfondita introduzione che colloca i "brani di Liverpool" nel quadro più generale dell'evoluzione storica del loro decennio. Di ogni singolo brano MecDonald fornisce un'impressionante quantità di informazioni e dettagli: la strumentazione, le date di emissione, le circostanze in cui fu ideato, la metodologia di composizione, il procedimento di registrazione (stesura, arrangiamento, esecuzione, mixaggio). Uno studio sintetico, rigorosamente scientifico - completato da un'interessante sezione sinottica, da un'ampia bibliografia e da un ricco glossario di termini tecnici e specialistici - che non tralascia di considerare la complessa rete di rapporti che univa John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, Ringo Starr ai loro collaboratori e agli aspetti più controversi della storia di uno dei miti del nostro secolo.
« Il rock'n'roll era reale. Tutto il resto era irreale. Quando avevo quindici anni era l'unica cosa, tra tutte, che potesse arrivare a me. »
John Lennon, 1970

venerdì 13 marzo 2020

Donne (Un respiro di sollievo) Terry McMillan. Donne - Waiting to Exhale (Waiting to Exhale)

Donne (Un respiro di sollievo)
Traduttore: P. F. Paolini
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Anno edizione: 1993
In commercio dal: 17 settembre 1993
Pagine: 448 p., Rilegato
Donne (Un respiro di sollievo) - Terry McMillan - copertina
EAN: 9788830411593
Quattro donne nero-americane, come l'autrice, sono le protagoniste del romanzo. Catastroficamente innamorate della vita, le quattro amiche affrontano con energia e con fiducia la loro esistenza di "donne degli anni Novanta", portando senza lamenti la croce priva di delizie che è il tentativo di avvicinare l'altro sesso. In dialoghi ironici e impietosi si confidano paure e inquietudini contemporanee e alla fine trovano il coraggio di rivelarsi una comune speranza sempre occultata ma mai sopita: quella di un rapporto d'amore romanticamente pieno ed appagante grazie al quale tirare un liberatorio "respiro di sollievo". fonte: https://www.ibs.it
Donne - Waiting to Exhale (Waiting to Exhale) è un film del 1995 diretto da Forest Whitaker, tratto dal romanzo omonimo di Terry McMillan.
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A Phoenix si ritrovano quattro amiche: 
Savannah Jackson, una avvenente segretaria di produzione; 
Bernardine Harris, sposata con due figli, abbandonata dal marito John, che le preferisce dopo anni la segretaria; 
Robin Stokes, una brillante assicuratrice con una vita sentimentale alquanto turbolenta; 
Gloria Johnson, la meno avvenente è decisamente la più formosa, una parrucchiera.
 Savannah ha un appuntamento telefonico con l'affascinante Lionel, che però viene requisito da un'altra donna. La frustrazione per essere soppiantata dopo tanti anni di matrimonio fa scattare l'ira di Bernardine, che fa un solo falò dell'automobile e del guardaroba del marito. Robin sembra aver trovato finalmente qualcuno che la capisce nel grassoccio e bonario Michael. Gloria, che ha un rapporto critico col figlio giovanetto, Tarik, riceve le sporadiche visite del marito, David, che le confida di essere gay. Poi Lionel riappare per un effimero incontro con Savannah; Bernardine si prepara allo scontro in tribunale col marito; Gloria deve calmare il figlio che ha saputo che il padre è gay; Robin incontra Troy, un bellimbusto con un debole per la droga. Successivamente Savannah, consigliata dalla madre, accetta di rivedere un vecchio amico, l'unico che la capisca, Kenneth; Robin ha un rapporto sentimentale con Russell; Troy vuole presentare Robin ai genitori; Gloria ha un nuovo vicino, Marvin, vedovo e simpatico. Il processo di Bernardine va male: lei è affranta al bar quando incontra un avvocato, James, che ha la moglie malata di tumore. L'uomo va a casa di lei, ma tra i due per ora è solo amicizia. Intanto Kenneth promette a Savannah di lasciare la moglie, ma la donna lo allontana. Poi Marvin convince Gloria a mandare il figlio Tarik in Europa, mentre il processo si conclude a favore di Bernardine che riceve una casta lettera d'amore da James. Robin, che ha avuto un bimbo da Russell, anche lui sposato, se lo tiene ma allontana l'uomo. Gloria, che ha colpevolizzato Marvin per l'allontanamento di Tarik, si rende conto che l'uomo l'ha solo aiutata a crescere. 
Malgrado tutto durante il nuovo capodanno le quattro amiche si ritrovano sulla spiaggia accanto al fuoco. fonte: https://www.cinematografo.it

Il mondo di Sofia. (Sofies Verden) - Jostein Gaarder

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Il mondo di Sofia. Romanzo sulla storia della filosofia (titolo originale Sofies Verden. Roman über die Geschichte der Philosophie) è un romanzo filosofico scritto da Jostein Gaarder e pubblicato nel 1991. È sia un romanzo sia un breve trattato sulla storia della filosofia.

Nel 1999 è stata realizzata anche una versione cinematografica, Il mondo di Sophie. Il film è stato trasmesso in Australia sotto forma di miniserie in otto parti. Esiste anche un videogioco per PC CD-ROM prodotto da Learn Technologies nel 1998.
Il giardino dell'Eden 
Sofia Amundsen, una ragazza di 15 anni, un giorno riceve delle lettere anonime in cui ci sono domande tipo:
Chi sei?
Da dove viene il mondo?
Nonostante si sforzi Sofia non riesce a trovare risposta a queste insolite domande e si chiede chi abbia scritto quelle lettere. Sofia riceve anche una cartolina da un maggiore dell'ONU in Libano, Albert Knag, in cui questo fa gli auguri di compleanno a sua figlia Hilde Moller Knag però mandando la cartolina a Sofia. Così Sofia deve risolvere due misteri: scoprire chi è il misterioso filosofo e perché quel maggiore manda a lei le cartoline mentre le dovrebbe mandare a Hilde.
Il cappello a cilindro 
Poco dopo Sofia riceve un'altra lettera che spiega che cos'è la filosofia. Finita la lettura Sofia è sconvolta. Quando sua mamma torna dal lavoro le chiede se a lei non pare strano il fatto di vivere, se non le pare strano il mondo e le parla anche del coniglio bianco dell'universo citato dal misterioso filosofo nella lettera. La madre, sentendo la figlia fare questi discorsi strani, si preoccupa e le chiede se ha mai fatto uso di droghe.
I miti 
Il misterioso filosofo spiega a Sofia come gli uomini abbiano tentato di rispondere alle domande filosofiche attraverso i miti. Ovviamente, essendo l'autore del romanzo un norvegese, il misterioso filosofo spiega a Sofia la mitologia nordica.
I filosofi della natura 
Sofia riceve un'altra lettera dal misterioso filosofo che tratta dei filosofi della natura e quindi di Talete, Anassimandro, Parmenide, Anassagora, Empedocle e altri. Vengono affrontati in modo sintetico i vari problemi della filosofia presocratica, dall'archè al divenire. Al termine della lettura, Sofia dopo una riflessione giunge alla conclusione che la filosofia non è qualcosa che si impara: ciò che si impara è invece come pensare filosoficamente.
Sofia riceve un'altra lettera da Alberto che tratta di Democrito, il filosofo che, precorrendo i tempi, ha ipotizzato che la materia fosse fatta di atomi. Alberto nella lettera paragona gli atomi ai Lego perché hanno in comune molte cose: sono eterni, indivisibili e con essi è possibile costruire ogni cosa.
Il destino 
Sofia riceve un'altra lettera di Alberto che tratta del destino. Alberto quindi le parla dell'oracolo di Delfi e della Pizia, la sacerdotessa per mezzo della quale il Dio Apollo rivelava il destino.
Sofia, attraversando il bosco per arrivare alla casetta del maggiore, incontra la piccola fiammiferaia e Ebenezer Scrooge. Sofia, impietosita per le condizioni della piccola fiammiferaia, chiede a Ebenezer se può mantenerla ma lui risponde che sarebbe uno spreco di denaro. Allora la piccola fiammiferaia professatasi comunista incendia l'erba. Giunta alla casetta Alberto le racconta di Karl Marx e del comunismo che si oppone al capitalismo.
Alberto parla di Charles Darwin, il "padre" dell'evoluzionismo.
Alberto parla di Freud, il "padre" della psicanalisi. Ancora una volta il maggiore fa apparire nel libro dei personaggi fantastici, in questo caso la Banda Disney.
Il nostro tempo
Sofia riceve una telefonata da Alberto che la invita a bere un caffè in un bar. Sofia quindi arriva all'appuntamento e trova Alberto che le parla di Sartre e dell'esistenzialismo ma anche della New Age e dei libri che parlano di Ufo e fantasmi e poteri paranormali. Dopo di che Alberto fa vedere a Sofia su uno scaffale di una libreria un "corvo bianco": il suo libro scritto dal maggiore.
Mentre il Maggiore spiega a Hilde il Big Bang, Sofia sale sulla barca. E Hilde, che ha intuito che Sofia e Alberto sono lì anche se in spirito (e Alberto stupendosi ha detto che forse è sensitiva), dice "La barca a remi sta andando alla deriva!", il padre: "Uno di noi due deve buttarsi in acqua", infine Hilde: "Facciamolo tutti e due, papà".
A causa del successo del romanzo si pensò di produrre una versione cinematografica. Il 30 gennaio 1995 venne trasmesso sul canale inglese BBC Two all'interno del programma The Late Show una versione per la TV. Quattro anni dopo, nel 1999, il regista norvegese Erik Gustavson realizzò il film Il mondo di Sophie. Questo film però è uscito solo in Norvegia. Esiste comunque la versione tedesca, Sofies Welt, che è disponibile in DVD. Il film è stato trasmesso anche in Australia sotto forma di miniserie in otto parti.
La trama del film è simile a quella del libro: Sofia Amundsen un giorno riceve delle lettere misteriose che contengono domande filosofiche a cui non riesce a dare risposta. In seguito conosce il misterioso filosofo che le mandava quelle lettere, Alberto Knox, che inizia a insegnarle filosofia. Sofia scopre studiando Berkeley che loro non esistono ma vivono le loro esistenze in un libro scritto dal maggiore Albert Knag per insegnare a sua figlia Hilde la filosofia. Sofia e Alberto, finito il corso di filosofia, riescono a scappare dal libro e si ritrovano nel mondo reale dove però sono una specie di fantasmi che non possono essere visti e sentiti da nessuno.
Essendo un film di sole due ore molti filosofi sono stati tagliati e la storia della filosofia viene spiegata in maniera molto meno dettagliata che nel libro. Inoltre il film è più fantasy del libro, infatti avvengono molti avvenimenti fantastici (la metamorfosi di Alberto, Sofia e Alberto che attraversando una breccia giungono nel rinascimento ecc.). La pellicola è stata la più costosa del panorama cinematografico norvegese. https://it.wikipedia.org/wiki/Il_mondo_di_Sofia
Esiste un mondo. In termini di probabilità ciò sfiora il limite dell'impossibile. Sarebbe stato molto più degno di fede se casualmente non vi fosse stato alcunché. In tal caso, nessuno avrebbe domandato perché mai non vi è nulla.»
(da Maya dello stesso autore).