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venerdì 27 settembre 2019

Luna e gli amici del mare. Elena Auricchio,Francesco Lopez Visicchio

Luna Cagnolina incontra Chiaretta Tartaruga tornata a deporre le uova in un posto che sente accogliente. Luna la mette in guardia sui pericoli ambientali e le promette di accompagnare in mare le piccole. In quel tratto di spiaggia le difende dall'assalto di gabbiani e di un gruppo di granchietti. Arrivati al mare, sono Chiaretta Tartaruga e le tartarughine a dover soccorrere Luna intrappolata. Arriveranno assieme al mare e scopriremo con loro quanto importante è essere uniti... 
Età di lettura: da 4 anni.
Luna e gli amici del mare. Ediz. a colori
Elena Auricchio,Francesco Lopez Visicchio

Editore: Milena Edizioni
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 6 giugno 2019
Pagine: 32 p., ill. , Rilegato
EAN: 9788885459564
Età di lettura: Da 4 anni

“Luna e gli amici del mare” è un albo illustrato pensato per spiegare ai più piccoli quanto sia importante il rispetto per l’ambiente e quanto sia nocivo l’inquinamento dei mari e delle spiagge per i loro abitanti. Ma il significato più profondo del testo è da leggere invita i piccoli lettori a riflettere sull’importanza dello spirito di squadra perché davanti ai problemi essere uniti rende più forti. Le grandi illustrazioni a pagina piena e le frasi semplici rendono la lettura adatta ad un pubblico più giovane, perfetto da leggere nel periodo estivo per ricordare quanto sia importante lasciare tutto pulito dopo una giornata in spiaggia.

giovedì 26 settembre 2019

Georges Simenon Il testamento Donadieu

I Donadieu sono un possente clan della Rochelle. Vivono trincerati tra i ninnoli della loro vasta magione e fra i vani oscuri dei loro uffici. E, quando vanno a messa la domenica, formano «una processione dove l’unico assente era il buon Dio». A osservarli, i loro movimenti apparivano «predisposti in modo così rigido che avrebbero potuto scandire la vita della Rochelle con la stessa precisione delle lancette del grande orologio della Torre». Ma un giorno il capotribù, Oscar l’Armatore, scompare. Da allora ha inizio questa cronaca grandiosa e minuziosa, storia di una disgregazione che investe prima La Rochelle per diramarsi poi a Parigi, passando dal torpido ritmo di una città della profonda provincia battuta dal mare all’effervescenza avvelenata della metropoli. Con la stessa sicurezza con cui si manteneva, «l’ordine Donadieu» crolla. E trascina nel crollo non soltanto il clan, ma colui che era stato il freddo agente della rovina: l’arrivista Philippe, il cuneo che si era insinuato fra le giunture del clan.
Il testamento Donadieu è un romanzo di Georges Simenon, scritto tra luglio e agosto del 1936 nella villa "La Tamaris" di Porquerolles e pubblicato da Gallimard nel marzo 1937. È uscito poi a puntate su «Les feuillets bleus», dal 1° al 22 aprile 1939 (4 puntate, numeri 497-500) e in traduzione italiana di Alfredo Segre, presso Mondadori (“Libri arancio”) nel 1940. Nel 1988 è uscito con la traduzione di Paola Zallio Messori, nella collana “Biblioteca Adelphi” nº 192 di Adelphi.

Georges Simenon
Traduzione di Paola Zallio Messori
1988, 12ª ediz., pp. 393
isbn: 9788845902598

mercoledì 25 settembre 2019

Simona Sparaco Equazione di un amore

Dopo i successi di ''Nessuno sa di noi'' (2013) e ''Se chiudo gli occhi'' (2014), ''Equazione di un amore'' è l'ultimo attesissimo romanzo di Simona Sparaco. Singapore, una bolla luminosa a misura di gente privilegiata, dove Lea ha scelto di vivere, lasciando Roma. Ha sposato un avvocato di successo che nel tempio finanziario del consumo ha trovato le sue soddisfazioni. Anche se a tratti è punta da una nota di malinconia, la ragione le dice che non avrebbe potuto fare scelta migliore: Vittorio è affidabile, ambizioso, accudente. E' un uomo che prende le cose di petto e aggiusta quello che non va; come quando ha raccolto lei, sotto la pioggia, un pomeriggio londinese di tanti anni prima. Al cuore di Lea invece basta pochissimo per confondersi: l'immagine di un ragazzino introverso, curvo su una scrivania a darle ripetizioni di matematica. Si chiama Giacomo e Lea non ha mai smesso di pensare a lui. L'alunno più brillante, il professore più corteggiato, l'amante passionale, l'uomo codardo. Lea sa bene che deve stargli lontano, perché Giacomo può farle male: c'è un'ombra in lui, qualcosa che le sfugge, ma che lentamente lo divora. Quando una piccola casa editrice accoglie il romanzo che ha scritto, Lea è costretta a tornare a Roma, e ogni proposito crolla. Il passato con tutta la sua prepotenza li travolge ancora una volta, con maggior violenza e pericolo. Secondo i principi della fisica che Giacomo le ha insegnato, nulla può separare due particelle quantiche una volta che sono entrate in contatto. Saranno legate per sempre, anche se procedono su strade diverse, lontanee imprevedibili. Un romanzo sentimentale, una riflessione a tutto tondo sull'amore e sul destino. Emozionante e commevente ci lascerà senza fiato.
"Ci sono incontri che si portano dietro il peso degli eventi irreparabili, anche se cominciano con la volontà di correggere uno sbaglio".

sabato 21 settembre 2019

Konrad Lorenz L’anello di Re Salomone

Racconta la leggenda che un anello magico dava a Re Salomone il potere di parlare agli animali e di capire il loro linguaggio. Konrad Lorenz, uno dei fondatori e massimi teorici della etologia, ha trovato, si può dire, un equivalente di quell’anello studiando per molti decenni, con amorosa pazienza e acutezza di osservazione, il comportamento degli animali, di cui ha sempre voluto circondarsi, non solo nei laboratori universitari, ma anche nella sua vita privata. A lungo, Lorenz visse a Seewiesen, nell’Alta Baviera, in mezzo a una specie di paradiso terrestre dove animali numerosissimi, e tra loro difficilmente compatibili, si muovevano liberi insieme con lui, l’uomo saggio che aveva voluto stabilire con i suoi singolari ospiti una relazione di reciproco rispetto, fatta di mille sottigliezze psicologiche. La sua magnanimità venne peraltro ripagata da alcune fondamentali scoperte scientifiche, rese possibili soltanto dalla osservazione degli animali in libertà. I risultati si trovano nelle varie pubblicazioni che hanno fatto conoscere Lorenz come uno dei più grandi scienziati del nostro tempo.
Ma in questo libro noi vediamo soprattutto l’altra faccia delle sue ricerche, quella più segreta, legata al rapporto personale con gli animali, che ci offre il succo, lentamente condensato negli anni, di un’esperienza spesso sbalorditiva. Che i pesci possano essere estremamente passionali; che le tortore siano più feroci dei lupi con gli animali della propria specie; che le volpi siano molto meno furbe dei cani; che un’oca possa credere di appartenere alla specie umana, e in particolare di essere la figlia dello scienziato che l’ha «covata», queste sono solo alcune delle sorprese che avranno i lettori di questo libro. Perché, oltre ai fatti imprevisti, alle storie affascinanti, scritte con ironia felice e gusto del raccontare – e la materia è talora romanzesca – si troverà poi chiaramente delineato in queste pagine il pensiero di Lorenz su alcuni problemi capitali, che acquistano un aspetto del tutto nuovo se considerati in rapporto al regno animale: il rito, la cerimonia, il codice di comportamento, il territorio, il significato dell’aggressività, la natura degli istinti. Su tutti questi temi gli studi di Lorenz hanno aperto delle prospettive, hanno indotto a riconoscere sempre più l’enigmaticità, la compiutezza formale, la ricchezza di significati latenti anche nei fatti più elementari del comportamento animale, riuscendo così a rimuovere i più rozzi schemi behaviouristici o antropomorfizzanti. Non solo: anche la psicologia ha trovato uno stimolo e un ausilio prezioso in queste ricerche, che cominciano a permetterci di situare l’incredibile comportamento umano di fronte alla incredibile varietà di comportamenti animali.
L’anello di Re Salomone è stato pubblicato per la prima volta in Germania nel 1949.
Konrad Lorenz
L’anello di Re Salomone
Traduzione di Laura Schwarz
1967, 24ª ediz., pp. 274 , 1 tav.
isbn: 9788845900495
Temi: Etologia
“L’animale in libertà, che potrebbe fuggire e invece rimane perché mi è affezionato, costituisce per me una fonte di gioia ineffabile.”
“È impossibile rompere l'amicizia con un cane fedele, e darlo via equivale a un omicidio.”
“È vero che ogni animale costituisce un pezzetto di natura, ma non ogni animale è adatto a rappresentare la natura in casa vostra.”

giovedì 19 settembre 2019

La stanza di sopra di Rosella Postorino

Editore:Neri Pozza
Collana:Bloom
Data di Pubblicazione:febbraio 2007
EAN:9788854501652
ISBN:8854501654
Pagine:199
Una città di provincia, una casa in cima a una scalinata, una stanza al piano di sopra. Nella stanza c'è un uomo, immobilizzato in un letto. Ester studia poco, frequenta un gruppo di amici con cui passa pomeriggi e serate a fumare dentro un baretto sul mare o a bere nelle cantine dei ragazzi delle case popolari. A scuola ha una sola amica, diversa da lei, una ragazza che legge e disegna, che esce poco, perché il padre la preferisce in casa, seduta a cena con la famiglia, una sera dopo l'altra. Ester sembra libera e indipendente, è capace di baciare e farsi sfiorare, sa concedersi e poi ritrarsi, sa scatenare e trattenere il desiderio feroce di un uomo più grande. E invece si è perduta, si è smarrita nel silenzio insostenibile della sua casa, nel verde acido di un divano invecchiato, nell'impossibilità di comunicare con la madre se non attraverso frasi veloci e sprezzanti. È affondata nell'incapacità di nutrirsi, nel disperato sgomento di quella stanza di cui non si può parlare: li c'è il padre, da dieci anni, muto, congelato, sospeso tra la vita e la morte. "La stanza di sopra" è il primo romanzo di una giovane scrittrice italiana: cronaca della crudeltà e del desiderio, del possesso e della separazione, di chi non ha parole per misurarli ed esprimerli; anatomia emotiva del distacco doloroso e incolmabile che separa l'infanzia dalla maturità; ritratto di una ragazza che si guarda vivere, e che si getta nel mistero e nell'ambiguità dei rapporti umani.
Un romanzo dalla narrazione fluida e scorrevole pur se lacerante dal punto di vista umano, tagliente e cruda poiché lascia poco spazio all’immaginazione. Non è un racconto che parla di adolescenza ma, ciò nonostante, è una lettura che mi sento di consigliare non solo ai genitori ma a tutti coloro i quali per vari motivi si confrontano e si scontrano quotidianamente con un periodo particolare della crescita che necessita di attenzioni esclusive per poterne carpire tutte le dinamiche. Non basta essere stati adolescenti per cogliere i segnali che i ragazzi inviano, agli adulti, più o meno in maniera esplicita. La loro fragilità si scontra con l’ostilità e l’incomprensione da parte dei “grandi” che spesso sottovalutano quei campanellini d’allarme sfocianti sovente in profonde e incontrollabili solitudini che brancolano come oscure presenze alla ricerca di uno spiraglio di luce a volte sempre più lontano… Un romanzo ben scritto, intenso, fortemente evocativo e le cui urla silenziose stordiscono e riecheggiano nelle orecchie al pari di uno strumento musicale, cupo e profondo, capace di creare suoni inquietanti e al limite della sopportazione. Consigliata la lettura.
Teresa Anania

lunedì 16 settembre 2019

Giorni e notti d'amore e di guerra Eduardo Galeano

Strutturato come un diario, scarno e incisivo, "Giorni e notti d'amore e di guerra" è un libro in cui Eduardo Galeano ha raccolto, in ordine cronologico, avvenimenti, ricordi, esperienze e testimonianze di innumerevoli esistenze violate, legate dal filo conduttore dell'amore per il proprio Paese - in senso specifico, l'Uruguay, in senso lato, l'America Latina -, da secoli terra di selvaggia conquista, di soprusi, di diritti calpestati, di opposizioni stroncate con la tortura e il carcere. In una voluta commistione tra letteratura e giornalismo, crudi capitoli di storia si alternano a racconti toccanti, liriche evocazioni di paesaggi e laceranti testimonianze di dolore. Narrata con uno stile teso e vibrante, con un tono di lucida critica e implacabile denuncia, è un'opera che affascina anche per l'innegabile talento dell'autore, capace di suscitare, senza scadere nel sentimentalismo, forti emozioni, profonde riflessioni, indignate reazioni. Da un grande scrittore, acuto osservatore della realtà, un documento che non solo rappresenta una preziosa fonte d'informazioni storiche e sociali, ma che affonda le radici in un passato per certi aspetti dolorosamente vissuto in prima persona. Pagine che vanno meditate e distillate, per conoscere e per non dimenticare.
Giorni e notti d'amore e di guerra Eduardo Galeano
pubblicato da Sperling & Kupfer

sabato 14 settembre 2019

Perché inquadri i piedi?Perché inquadri i piedi? di Paolo Beldì


Editore:Zelig
Collana:Hellzapoppin
Data di Pubblicazione:maggio 1996
EAN:9788886471350
ISBN:8886471351
Il titolo si riferisce alla domanda che l'autore, regista televisivo, si sente più spesso rivolgere da chiunque incontri. Il libro raccoglie tutte le domande su Baudo, Alba Parietti, Berlusconi, Costanzo, sui diritti televisivi del calcio, su Fabio Fazio e altri, che gli vengono rivolte da chiunque incontri non appena viene riconosciuta la sua identità. A proposito di Fazio, la serie di domande e risposte viene introdotta da una prefazione del conduttore e autore di "Quelli che il calcio...", diretto appunto da Beldì.
Paolo Beldì (Novara, 11 luglio 1954) è un regista italiano.

Esordisce da giovane come comico radiofonico su Radio Azzurra a Novara dove poi dà vita ad Onda Novara. Dai primi anni ottanta diviene aiuto regista nel settore televisivo grazie al suggerimento del suo maestro Beppe Recchia, e ha modo di lavorare, fra gli altri, con Enzo Tortora, i Gatti di Vicolo Miracoli e Walter Chiari.
Negli anni ottanta è uno dei più attivi registi della neonata Fininvest, sia per programmi sportivi che di intrattenimento, come ad esempio Mai dire Banzai e Mai dire mundial. Nello stesso periodo firma come autore le musiche originali di Drive in per quattro anni con Roberto Negri. Deve il suo esordio nel varietà ad Antonio Ricci che lo chiama a dirigere prima Lupo solitario e dopo Matrjoska.
In seguito passa alla Rai, dove dal 1990 è il regista di Mi manda Lubrano e di altre trasmissioni, firmando Svalutation con Adriano Celentano e Su la testa di Gino e Michele con Paolo Rossi. Con Diritto di replica insieme a Fabio Fazio e Sandro Paternostro si fa notare per l'indugio sui dettagli, scarpe comprese. Dal 1993 al 2009 è stato l'ideatore e regista di Quelli che il calcio, prima condotto da Fazio e in seguito da Simona Ventura; nella trasmissione risulta evidente il tifo di Beldì per la Fiorentina[1] di cui infatti manda l'inno ad ogni rete segnata. Nel 1995 è il regista di Stelle di Natale con Nino Manfredi, Gigi Proietti, Lino Banfi, Anna Marchesini e Antonio Albanese con autori Castellano e Pipolo.
Nel 1996 e 1997 è il regista di Va ora in onda, trasmissioni estive di Rai 1 con Carlo Conti. Sempre nel 1997 dirige Anima mia, trasmissione musicale di Fabio Fazio e Claudio Baglioni. Nel 1998 scrive e dirige Qualcuno mi può giudicare sulla biografia di Caterina Caselli. Nel 1998 è il regista di Cocco di mamma, su Raiuno. Nel 1999 affianca di nuovo Celentano con Francamente me ne infischio ed ancora nel 2005 con Rockpolitik e nel 2007 con La situazione di mia sorella non è buona.
Beldì ha avuto l'incarico di curare la regia anche per tre edizioni del Festival di Sanremo: nel 1999 (Fabio Fazio), nel 2000 (ancora Fazio) e nel 2006 (Giorgio Panariello). Per Raidue dirige Gene Gnocchi ne La grande notte del lunedì sera e Artù. Con Cochi e Renato invece Stiamo lavorando per noi, con ospiti Enzo Jannacci e Renzo Arbore. Nel novembre 2009 è regista di Grazie a tutti, show in onda per quattro domeniche in prima serata su Rai 1, condotto da Gianni Morandi.
Nel 2010 dirige in marzo lo show di Gigi D'Alessio su Rai 1 dal titolo Gigi questo sono io e poi dal 27 aprile, sempre su Rai 1, Voglia d'aria fresca con Carlo Conti.
Nel 2011 torna a curare la regia della trasmissione Quelli che il calcio condotta da Victoria Cabello e sempre per Rai 2 cura la ripresa del concerto dal vivo di Zucchero da Reggio Emilia.
L'8 e 9 ottobre 2012 dirige lo show di Adriano Celentano trasmesso in diretta su Canale 5 dall'Arena di Verona dal titolo Rock Economy.
Nella stagione 2013-2014 Beldì è per la diciottesima volta al timone di Quelli che il calcio. Nel 2015 fa parte della giuria di esperti del Festival di Sanremo, condotto da Carlo Conti. Nello stesso anno torna a svolgere il ruolo di regista per il talk show Ballarò, condotto da Massimo Giannini.
Ha scritto 3 libri: Perché inquadri i piedi? (1996, Zelig), Un Beldì vedremo... tutto viola (2010, Romano editore) e Due Beldì vedremo... tutto viola (2014, Lampi di stampa).

EMANUELE FELICE Il Sud, l'Italia, l'Europa Diario civile

EMANUELE FELICE
Il Sud, l'Italia, l'Europa
Diario civile
Editore:Il Mulino
Collana:Contemporanea
Data di Pubblicazione:maggio 2019
EAN:9788815283634
ISBN:8815283633
Pagine:280
Formato:brossura
Il libro affronta dapprima il divario nord-sud come nodo cruciale e irrisolto nel nostro paese, poi l’evolvere della politica italiana negli ultimi quattro anni con i governi Renzi e Gentiloni, e quindi con quello M5S-Lega che - a giudizio dell’autore - rappresenta con la Brexit il maggior fattore di rischio della costruzione europea, fuori dalla quale l’Italia sarebbe probabilmente meno libera e meno democratica. Infine, guardando appunto all’Europa, Felice si concentra sulla crisi dell’umanesimo liberale che ne costituisce la sostanza, chiedendosi con preoccupazione se si sia spezzato quell’eccezionale colpo d’ala, nel benessere e nei diritti, che fin qui ha accompagnato l’emancipazione umana.
Emanuele Felice è professore ordinario di Politica economica nell’Università Gabriele d’Annunzio di Pescara. Con il Mulino ha pubblicato «Divari regionali e intervento pubblico. Per una rilettura dello sviluppo in Italia» (2007), «Perché il Sud è rimasto indietro» (nuova ed. 2016), «Ascesa e declino. Storia economica d’Italia» (nuova ed. 2018) e «Storia economica della felicità» (2017). È editorialista della «Repubblica».
Prof. Emanuele Felice, Lei è autore del libro Perché il Sud è rimasto indietro, edito dal Mulino: perché il Sud è rimasto indietro?
In sostanza per gli stessi motivi che a suo tempo erano stati individuati già da Salvemini e, in parte, anche da Gramsci. Quelle ragioni – l’assetto estrattivo delle istituzioni e un analogo orientamento delle classi dirigenti – vengono qui attualizzate alla luce di due elementi nuovi. Primo, un ampio quadro quantitativo, frutto di un lavoro di ricostruzione durato un decennio, che va dal reddito agli indicatori sociali, all’istruzione e alla speranza di vita e all’Indice di sviluppo umano, e parte dall’Unità d’Italia e arriva fino ai nostri giorni; e tenendo conto che ovviamente nel frattempo le stelle classi dirigenti sono cambiate, dagli agrari dell’epoca di Salvemini e Gramsci (fra Otto e Novecento) ai mediatori politici di epoca repubblicana. L’altra novità è il collegamento alla letteratura internazionale sui divari di sviluppo fra paesi e regioni, i lavori di Acemoglu e Robinson ad esempio, che negli ultimi decenni si è affermata su scala internazionale, e grazie alla quale, in fondo, è oggi possibile, e doveroso, guardare al Sud Italia “come un qualunque Sud del mondo”: vale a dire con quello sguardo lucido e comparativo che affina l’analisi, scevro di presunzioni (e leggende) localistiche. https://www.letture.org/perche-sud-rimasto-indietro-emanuele-felice/

venerdì 13 settembre 2019

Maurizio de Giovanni Dodici rose a Settembre

Maurizio de Giovanni
Dodici rose a Settembre
Collana: La memoria
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 29 agosto 2019
Pagine: 288 p., Brossura
EAN: 9788838938306
«Mi chiamo Flor, ho undici anni, e sono qui perché penso che mio padre ammazzerà mia madre».
Gelsomina Settembre detta Mina, assistente sociale di un consultorio sottofinanziato nei Quartieri Spagnoli di Napoli, è costretta a occuparsi di casi senza giustizia.
La affiancano alcuni tipi caratteristici con cui forma un improvvisato, e un po’ buffo, gruppo di intervento in ambienti dominati da regole diverse dall’ordine ufficiale. Domenico Gammardella «chiamami Mimmo», bello come Robert Redford, con un fascino del tutto involontario e una buona volontà spesso frustrata; «Rudy» Trapanese, il portiere dello stabile che si sente irresistibile e quando parla sembra rivolgersi con lo sguardo solo alle belle forme di Mina; e, più di lato, il magistrato De Carolis, antipatico presuntuoso ma quello che alla fine prova a conciliare le leggi con la giustizia.
Vengono trascinati in due corse contro il tempo più o meno parallele. Ma di una sola di esse sono consapevoli. Mentre Mina, a cui non mancano i problemi personali, si dedica a una rischiosa avventura per salvare due vite, un vendicatore, che segue uno schema incomprensibile, stringe intorno a lei una spirale di sangue. La causa è qualcosa di sepolto nel passato remoto.
Il magistrato De Carolis deve capire tutto prima che arrivi l’ultima delle dodici rose rosse che, un giorno dopo l’altro, uno sconosciuto invia.
Mina Settembre e gli altri sono figure che Maurizio de Giovanni ha già messo alla prova in un paio di racconti. In Dodici rose a Settembre compaiono per la prima volta in un romanzo. Sono maschere farsesche sullo sfondo chiassoso di una città amara e stanca di tragedie. Un mondo di fatica del vivere che de Giovanni riesce a far immaginare, oltre all’intreccio delle storie, già solo con il linguaggio parlato dai vari personaggi di ogni strato sociale: ironico, idiomatico, paradossale, immaginoso.

domenica 8 settembre 2019

Animali come noi Monica Pais

Animali come noi
ISBN 9788830452305
Autore Monica Pais
Collana NUOVO CAMMEO
Casa Editrice LONGANESI
Dettagli 208 pagine, Cartonato
«Avevo più o meno tre anni quando, possedendo appena l’uso della parola, comunicai con solennità ai miei che da grande avrei fatto il veterinario. Gli unici a non sorprendersene furono i miei protetti, che individuarono subito in me il porto sicuro dalle intemperie della loro vita randagia.»
 Animali come noi è il libro, scritto dalla veterinaria Monica Pais (nella foto di Filippo Angius) e pubblicato dalla casa editrice Longanesi, che racconta la storia della passione che l’autrice ha avuto fin da piccola per gli animali e per la scrittura, spinta da sua madre a mettere nero su bianco le storie che le dettava la sua immaginazione. Monica Pais è la veterinaria di Oristano, dove insieme al marito dirige la clinica Duemari, che è diventata famosa sui social insieme a Palla, la pitbull randagia che ha trovato un giorno per strada, con il muso gonfio a causa di un laccio di nylon intorno al collo. La storia di Palla ha commosso il web e ha dato inizio a una catena di solidarietà che ha portato alla nascita di una ONLUS che porta il suo nome, “Effetto Palla”. Adesso che è completamente guarita, Palla è rimasta al fianco di Monica, che continua a prendersi cura di lei e degli animali, non solo di quelli domestici, ma anche di quelli “di nessuno”, che hanno fatto della strada la propria casa.
In "Animali come noi" c'è una filosofia di vita; c'è anche la Sardegna selvaggia con i suoi profumi e la sua gente, al di là del mare caraibico del golfo di Oristano, e c'è la storia di una bambina cocciuta e inarrestabile, innamorata della natura, modello per tutte le bimbe che sognano di una carriera inconsueta.
ALESSANDRA QUATTROCCHI, IoDonna.it
Hai mai guardato negli occhi il tuo amico animali? L'autrice l'ha fatto ed ha scoperto un mondo nuovo e coinvolgente.

sabato 7 settembre 2019

La razza e la lingua. Sei lezioni sul razzismo di Andrea Moro

La razza e la lingua. Sei lezioni sul razzismo
Collana:I fari
Data di Pubblicazione:agosto 2019
EAN:9788893446778
ISBN:8893446774
Pagine:186
Formato:rilegato
Le idee sbagliate sono sempre pericolose, ma ne esistono due che sembrano resistere nel tempo e, se combinate, costituiscono una miscela deflagrante. Sono la convinzione che esistano lingue migliori di altre, lingue banali e lingue geniali, lingue musicali e lingue stonate, e quella che la realtà si veda in modo diverso secondo la lingua che si parla, come se potesse condizionare i nostri sensi e i nostri ragionamenti. Andrea Moro affronta questi pregiudizi, e ne scopre i limiti, con ogni arma a disposizione: dalla filosofia, alla linguistica, alle neuroscienze. Spiega in modo semplice come si è arrivati alla conclusione sorprendente che tutte le lingue sono variazioni possibili su un unico tema: da un punto di vista biologico, parliamo tutti la stessa lingua, da sempre. Non si tratta solo di una questione accademica, Moro ricostruisce anche il momento storico in cui la pretesa di una lingua migliore di tutte, di una lingua pura, di una lingua cioè ariana, fu utilizzata in funzione del più colossale delitto della storia. Un viaggio nell'evoluzione del pensiero - tra eulinguistica, scoperte sulle grammatiche ed esperimenti decisivi sul cervello - per guardare al futuro e imparare a riconoscere, dentro e intorno a noi, il razzismo più radicale e subdolo. https://www.libreriauniversitaria.it/razza-lingua-sei-lezioni-razzismo/libro/9788893446778

giovedì 5 settembre 2019

Marcello Veneziani Nostalgia degli dei

Nostalgia degli dei
Anno di pubblicazione: 2019
Editore: Marsilio
Una visione del mondo in dieci idee
Per la prima volta collegati in una compiuta visione del mondo, Marcello Veneziani propone in Nostalgia degli dei i temi affrontati nell’arco di quarant’anni di studio e ricerca. Nel corso dei secoli, le divinità si sono fatte idee, principi fondamentali per la vita e per la morte, amore per ciò che è superiore, permanente e degno di venerazione. Oggi una società schiacciata su un presente assoluto, in cui nessuna differenza è accettata, sembra aver spazzato via anche gli ultimi limiti necessari alla loro sopravvivenza: il confine che protegge, il pudore che preserva, la fede che è amore per la Luce. Come in una galleria di gigantesche figure di marmo, l’autore osserva e racconta le dieci divinità che hanno fondato il pensiero e l’esistenza dell’uomo. E nel tracciarne i profili ne svela il senso recondito, la loro necessità fuor di metafora per ricominciare a «pensare anziché limitarci a funzionare» nella vita di tutti i giorni. Attingendo a una costellazione di pensatori che da Platone e Plotino passa per Vico e Nietzsche, fino ad arrivare a Florenskij ed Evola, nel suo lungo percorso di scrittore Veneziani conserva quella nostalgia del sacro che consente agli uomini di uscire dal loro mondo e dal loro tempo, di riconoscere i propri limiti e trascenderli, di trovare orizzonti, tutori e aperture oltre la caducità della nostra esistenza.
Per propiziare il Ritorno è necessario recuperare uno sguardo di luce sul mondo, oltre il dominio della tecno-scienza, esito della metafisica dell’Occidente. Lo sguardo luminoso può fornirlo il dio Mito, custode del precedente autorevole cui ogni ethnos, al fine di aver contezza del proprio da- dove ma anche del proprio per-dove, deve tornare a guardare. Il Mito guarda il mondo sub specie aeternitatis, è occhio assoluto e risponde pienamente alla dea nella quale, neo-platonicamente, da sempre, in quanto corpi, abitiamo, l’Anima. Il suo tralucere è il filo aureo che ci ricongiunge al Principio, all’Uno, cui aneliamo eroticamente ritornare. Vogliamo le stelle: il nostro infinito de-siderare, come intuì magistralmente il genio italico di Leopardi, è nostalgia delle stelle. Plotino sostenne che la visione del cielo stellato: «rende celeste l’anima di colui che lo fissa e stellari i suoi occhi» (p. 19). Ecco, abbiamo bisogno di ritrovare nel caelum ermetico, nell’azzurro del firmamento, la rappresentazione vivente di una ragione cosmologica, metessica, quale sfondo sul quale gli dei torneranno ad essere le potestates di un mondo persuaso e sensato. Solo il Ritorno a tale visione del mondo consentirà, come comprese Jünger, di lasciarci alle spalle il disastro della modernità. Essa è fondamentalmente disancoraggio dalle dee-stelle. Questa la lezione che si evince dalle pagine di Veneziani.