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advertise «fare pubblicità, reclamizzare»], usato in ital. al masch. – Settore economico che si occupa di studiare le tecniche di comunicazione pubblicitaria nella vendita di beni e servizî. Anche, l’insieme delle tecniche di comunicazione pubblicitaria.www.treccani.it


Giudaismo

IL MONOTEISMO


Religione del popolo ebraico e insieme della sua cultura. Il termine è usato dagli studiosi per definire l'ebraismo a partire dal 6° sec. a.C., cioè dal tempo dell'esilio babilonese e della restaurazione in Palestina, quando il popolo d'Israele fu ridotto alla tribù di Giuda, e fino al tempo presente. Secondo altri il termine g. si può usare più propriamente a partire dalla distruzione del secondo tempio nel 70 d.C www.treccani.it 

L'idea monoteistica, con la conseguente condanna di ogni forma di idolatria, è un fondamento permanente della cultura religiosa ebraica. La raffigurazione divina è sentita dall'ebraismo come il grado peggiore dell'eresia: in una sinagoga, pertanto, non si trovano immagini né di Dio stesso né delle sue creature.

  Il freeware è una categoria di software proprietario il cui utilizzo è concesso a titolo gratuito. 

Generalmente viene messo a disposizione (tipicamente scaricandolo da Internet) come pacchetto da installare o come file eseguibile, e con una licenza che ne consente esplicitamente a chiunque l'utilizzo gratuito e la ridistribuzione, ma non l'uso commerciale 


Il termine otaku entrò nel gergo dei media nei primi Anni Ottanta quando comparve in alcuni articoli del giornalista Nakamori Akio, seguiti da interventi, studi e saggi di sociologi, psicologi, massmediologi, che arrivarono perfino a parlare di «panico otaku». Indica gli adolescenti fanatici collezionisti di immagini e oggettistica attinenti i loro idoli della musica, della tv, del cinema. Giovanissimi asociali e individualisti, appassionati di fumetti e videogiochi, incapaci di relazionarsi con gli altri se non attraverso le tastiere dei computer, hanno comportamenti autistici e vite virtuali. (Angelo Z. Gatti, Stampa, 24 febbraio 2007, Tuttolibri, p. 5). www.treccani.it 

  • VORREI INCONTRARTI TRA CENT'ANNI
Vorrei incontrarti fra cent' anni
tu pensa al mondo fra cent' anni
ritrovero' i tuoi occhi neri
tra milioni di occhi neri
saran belli piu' di ieri
vorrei incontrarti fra cent' anni
rosa rossa tra le mie mani
dolce profumo nelle notti
abbracciata al mio cuscino
staro' sveglio per guardarti
nella luce del mattino
uoh questo amore
piu' ci consuma
piu' ci avvicina
uoh questo amore
e' un faro che brilla
eh eh eh
vorrei incontrarti fra cent' anni
combattero' dalla tua parte
perche' tale e' il mio amore
che per il tuo bene
sopporterei ogni male
vorrei incontrarti fra cent' anni
come un gabbiano volero'
saro' felice in mezzo al vento
perche' amo e sono amato
da te che non puoi cancellarmi
e cancellarti non posso (io voglio)
amarti voglio averti
e dirti quel che sento
abbandonare la mia anima
chiusa dentro nel tuo petto
chiudi gli occhi dolcemente
e non ti preoccupare (poi)
entra nel mio cuore
e lasciati andare
oh questo amore
piu' ci consuma
piu' ci avvicina
oh questo amore
e' un faro che brilla
in mezzo alla tempesta
oh
in mezzo alla tempesta
senza aver paura mai
vorrei incontrarti fra cent' anni
tu pensa al mondo fra cent' anni
ritroverò i tuoi occhi neri
tra milioni di occhi neri
saran belli più di ieri

  • Ron.
  • LASCIA CHE QUELLI…
  • Lascia che quelli che sono protetti dagli astri
    Si vantino di pubblici onori e titoli superbi,
    mentre io che gli astri escludono da tali trionfi,
    godo in disparte di ciò che più adoro;
    I favoriti dei principi esibiscono i loro petali
    Come calendule che li volgono sempre al sole,
    ma dentro di loro si seppellisce il loro splendore
    quando splendidi muoiono ad un semplice accigliarsi.
    L’affaticato eroe celebre per la sua possanza,
    sconfitto una volta dopo mille vittorie,
    è presto cancellato dal libro d’onore
    e si dimentica quello per cui ha combattuto.
    E dunque felice me che amo e sono amato
    Da chi non posso cancellare e cancellarmi non può. 
    (W. Shakespeare)
  • SONETTO LXXXVIII - QUANDO DECIDERAI…
Quando deciderai che io valgo ben poco
E guarderai con disprezzo cio’ che io sono,
Combettero’ dalla tua parte, contro me stesso,
E diro’ che hai ragione, anche se mi tradisci:
Ben conoscendo la mia debolezza,
Posso imbastire a tuo favore una storia
Di colpe segrete di cui sarei macchiato,
Cosicche’ nel perdermi tu risulti l’onesto:
In tal modo saro’ anch’io vincitore:
Volgendo a tuo favore ogni amoroso pensiero
Mi infliggero’ da me quelle ferite
Che ti fanno piacere – e quindi mi piacion due volte.
Tale e’ mio amore, cosi’ tanto ti appartengo,
Che per il tuo bene mi accollero’ ogni male.
(W. Shakespeare)
  • SONETTO 109
Non dire mai che il mio cuore ti è stato infedele
Sebbene la lontananza sembrasse attenuare la mia fiamma:
Potrei forse allontanarmi da me stesso? No, come non potrei
Abbandonare la mia anima che è chiusa nel tuo petto:
Quella è la casa del mio amore. Se ho vagato,
Come ogni viaggiatore alla fine torno a casa,
Giusto in tempo, dal tempo non cambiato,
Porto l’acqua nella fedeltà per lavare le sozzure del viaggio.
Non credere – benchè nella mia natura regni
La fragilità che assedia ogni tipo di sangue –
Che io possa stupidamente insozzare quell’acqua,
Che io lasci per un nulla la tua ricchezza di bontà:
Perchè nulla è per me l’intero l’universo…
Tranne te, mia Rosa: nell’universo sei tu il mio tutto.
(W. Shakespeare)
. Scrive William Shakespeare nelle ultime due righe del sonetto intitolato Lascia che quelli “… e dunque felice me, che amo e sono amato da chi non posso cancellarmi e cancellarmi non può”. E adesso confrontiamo il testo di Ron, che fa così: “Saro’ felice in mezzo al vento perché amo e sono amato da te che non puoi cancellarmi e cancellarti non posso”.
«Si arriva al sonetto dal titolo Quando deciderai – va avanti il giornalista -. Shakespeare ha scritto: “Combatterò dalla tua parte (…) tale è il mio amore, così tanto ti appartengo che per il tuo bene mi accollerò ogni male”. A Ron deve essere piaciuto molto, perché una strofa della canzone vincitrice fa proprio così: “… combatterò dalla tua parte perché tale è il mio amore che per il tuo bene sopporterei ogni male”».www.ilgiunco.net
Vice Chi fa le veci di un superiore assente o nella momentanea impossibilità di esercitare le proprie funzioni. Vicario Che fa le veci di un superiore di grado. La distinzione che il dizionario sembra fare è nella momentaneità della funzione, esplicita nel caso del vice: una sfumatura, direi. Perché allora definire un vice anche vicario? Ecco la mia, personalissima, opinione: tutte le volte che, in un’organizzazione, troviamo un solo vice non troviamo il vice-vicario; il vice-vicario si materializza quando ci sono più vice, evidentemente per distinguerli. Che differenza c’è fra il vice e il vice-vicario, alla fine della storia, quando un’organizzazione li ha entrambi? Difficile dare una risposta generalmente valida, poiché a volte a queste posizioni sono assegnate deleghe precise altre volte no. Tuttavia possiamo ragionevolmente affermare che di solito il vice-vicario è il vice autentico, mentre il semplicemente-vice ha un titolo che permette di indentificarlo come persona vicina a posizioni di potere.
  • Azioni e obbligazioni: qual è la differenza? - blog.moneyfarm - Cosa sono le azioni? Le azioni sono emesse da società quotate in borsa e di fatto rappresentano la proprietà di una percentuale di un’azienda. Questo vuol dire che l’investitore ha diritto di partecipare, in quota proporzionale, agli utili aziendali. Le azioni vengono acquistate e vendute prevalentemente in borsa (sebbene possano esserci anche vendite private) e sono alla base dei portafogli di molti singoli investitori. Il valore delle azioni viene aggiornato in modo costante durante gli orari di apertura delle negoziazioni di borsa ed è determinato, nel breve, dalla domanda e dall’offerta, ovvero dal prezzo per cui gli investitori sono disposti a comprare e a vendere il titolo. Questo prezzo è a sua volta influenzato da numerosi fattori tutti più o meno legati alla percezione degli investitori riguardo alle attività di un’azienda.
Cosa sono le obbligazioni? Le obbligazioni, al contrario, sono effettivamente prestiti di cui l’investitore è il creditore. L’azienda che emette un’obbligazione sta di fatto chiedendo al mercato del capitale in prestito. In cambio di questo prestito, l’investitore riceve un reddito annuo (che varia a seconda del tasso di interesse concordato al momento della sottoscrizione). Alla data di scadenza del titolo, l’investitore riceve in toto l’importo prestato a meno che l’emittente non sia insolvente. A differenza delle azioni, le obbligazioni possono essere emesse sia da società sia da governi
A seconda della strada intrapresa dall’investitore, i suoi diritti, le prospettive di rendimento e l’esposizione al rischio varieranno. In questo articolo discuteremo alcune delle caratteristiche chiave e delle differenze tra azioni e obbligazioni e consideriamo i modi più efficienti per investire.
Differenza tra azione e obbligazioni: diritti dell’azionista contro i diritti dell’obbligazionista
Una delle principali differenze tra azioni e obbligazioni riguarda i diritti dell’azionista e dell’obbligazionista, che sono strettamente correlati con la tipologia di rendimento che queste due tipologie di titoli possono rendere all’investitore. Ma quali sono le differenze tra azioni e obbligazioni in questo senso?
Quando gli investitori acquistano azioni di una società, diventano uno dei tanti proprietari (shareholders) dell’azienda. Questa proprietà comporta sia diritti, sia responsabilità: la maggior parte delle azioni garantiscono diritto di voto in senso proporzionale per quanto riguarda l’assemblea degli azionisti che esprime il consiglio di amministrazione dell’azienda. Questa tipologia di diritto interessa poco ai piccoli azionisti, ma gli azionisti più grandi possono plasmare la strategia dell’azienda e avere il diritto di indirizzare la strategia e la direzione che il management dell’azienda prende.
Per quanto riguarda l’investitore e il piccolo azionista, ciò che interessa è che il prezzo delle azioni può aumentare (o diminuire) di valore nel tempo, consentendo agli investitori di vendere la propria partecipazione a un prezzo superiore di quello di acquisto e realizzare un profitto. Ma, ovviamente, non c’è alcuna garanzia che ciò accada perché il valore delle azioni si può anche svalutare nel tempo.
I consigli di amministrazione delle aziende possono anche distribuire i propri profitti attraverso il pagamento di dividendi agli azionisti. Bisogna ricordare che la distribuzione dei dividendi non è garantita ed è soggetta all’approvazione del board.
Lo svantaggio dell’acquisto di azioni è che agli azionisti non viene promesso alcun ritorno economico. I prezzi delle azioni possono scendere in modo significativo. E nel caso la società vada in fallimento, gli azionisti sono gli ultimi a essere compensati. In questo scenario, l’investitore potrebbe perdere l’intero investimento.
Gli obbligazionisti, al contrario, si trovano in una posizione più sicura se la società fallisce. Questo perché rientrano nella categoria dei creditori e quindi vengono rimborsati prima degli azionisti. Inoltre, anche se l’emittente è inadempiente sui suoi debiti, c’è molto spesso una possibilità di recupero, anche se a un livello ridotto. Diciamo che, a meno di casi estremi di default, il rendimento delle obbligazioni è slegato dalle performance dell’azienda. Questo per l’investitore può essere una fonte di sicurezza, ma può trattarsi di un’arma a doppio taglio in caso di performance aziendali negative. “continua”

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