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venerdì 29 marzo 2019

Il mondo delle api e del miele, Cinzia Scaffidi



Il mondo delle api e del miele
Le stagioni, i problemi, la vita dell'alveare 
e dei suoi prodotti
Scaffidi Cinzia
Tutto sull'affascinante mondo delle api e del miele. Sentinelle degli equilibri ecologici, questi insetti 
sono preziosi per l'agricoltura 
e ci donano prodotti straordinari. 

Il volume parte da loro, dalla loro zoologia e organizzazione sociale, dalle tipologie animali e dall'apicoltura in Italia, passando in rassegna il ruolo dell'apicoltore, le stagioni e i cicli produttivi. 
Accanto a cera, polline, propoli e pappa reale, il miele è il grande protagonista: le sue caratteristiche organolettiche e nutrizionali, le descrizioni delle principali varietà e della normativa che ne regola la produzione e la commercializzazione, l'etichetta, i derivati. Infine gli usi in cucina, più numerosi di quanto si creda, e tutti gli abbinamenti, con ricette della tradizione e di autori tra cui Niko Romito, Vittorio Fusari, Fabio Picchi, Ivan Milani... 
Un mondo che non avrà più segreti e vi aiuterà a scegliere o a produrre il miele migliore per voi e i vostri cari. https://www.giunti.it
  • Editore:Slow Food
  • Collana:Manuali Slow
  • Data di Pubblicazione:febbraio 2019
  • EAN:9788884995568
  • ISBN:8884995566
  • Pagine:256
  • Formato:brossura
  • 35 milioni di anni ogni 10% di aumento della superficie coltivata: è questo il tempo che, secondo uno studio dell’americana Cornell University pubblicato dalla rivista “Science”, l’agricoltura industriale sottrae alle api in termini di storia evolutiva delle specie, con gravi conseguenze non solo per le popolazioni di api, ma anche per le colture stesse, che presentano frutti malformati e dimensioni ridotte. E questo è solo il più recente bollettino che il mondo della ricerca ha lanciato per avvisarci che un servizievole insetto a noi molto vicino è in costante pericolo. 
    Ma quanto sappiamo in realtà delle api? 
    E del loro miele? 
    In aiuto, arriva “Il mondo delle api e del miele”, 
    nuovo manuale di Slow Food Editore, firmato da Cinzia Scaffidi 
    per conoscere le api, difendere il loro mondo ripensando il nostro rapporto con la natura, 
    imparare a scegliere il miele e ad apprezzarne gusto e benefici https://winenews.it
  • Blog: PST: ParoleSenzaTempo
  • Facebook Vesuvio, 365 giorni da raccontare

martedì 26 marzo 2019

Etgar Keret, Sette anni di felicità (Feltrinelli, traduzione di Vincenzo Mantovani)

Sette anni di felicità
di Etgar Keret 
Negli ultimi sette anni, Etgar Keret ha avuto molte ragioni per stare in pensiero. 
Suo figlio Lev è nato nel bel mezzo di un attentato terroristico a Tel Aviv. Suo padre si è ammalato. 
Tremende visioni del presidente iraniano Ahmadinejad che lancia invettive antisemite lo perseguitano. 
E Devora, l’implacabile venditrice di un call center, sembra determinata a seguirlo anche all’altro mondo. 
Con un’ironia fulminante e la sua speciale capacità di cogliere del buono dove meno te l’aspetti, Keret si muove con disinvoltura tra il personale e il politico, il faceto e il terribilmente serio, per raccontare i suoi ultimi sette anni a Tel Aviv: un condensato di vita, humour ed emozione. https://www.lafeltrinelli.it/libri/etgar-keret/sette-anni-felicita/9788807031342


Andrea Bajani
Tra i resti del passato che gorgogliano senza posa notte e giorno in quel sito archeologico permanente che è YouTube può capitare di incappare in una vecchia intervista a Primo Levi. Credo si tratti di una conversazione registrata nei locali della Siva, la Società Industriale Vernici e Affini di Settimo Torinese per la quale lo scrittore lavorò come chimico fino al 1977. In quell’intervista Levi indossa il camice bianco d’ordinanza, con sotto la cravatta, e se ne sta appoggiato a un armadietto metallico in laboratorio. Vestito da chimico, parla dell’esperienza del lager e del sedimento di parole rimaste sul fondo della storia del Novecento: Se questo è un uomo. C’è un momento, nel corso dell’intervista, in cui Levi, guardando in terra, dice, nel suo indimenticabile fraseggiare elegantemente monocorde: “Mi accade di trovare il bisogno di andare a cercare qualcun altro, per rinfrescare queste cose, per verificarle”.
Viene in mente questa vecchia intervista a Levi leggendo l’ultimo libro di Etgar Keret, Sette anni di felicità (Feltrinelli, traduzione di Vincenzo Mantovani). E non tanto per il fatto che Keret è uno scrittore israeliano “i cui allarmi giornalieri di Google – scrive il narratore – sono confinati all’esiguo territorio tra ‘lo sviluppo nucleare iraniano’ e il genocidio ebraico’” ma per qualcosa di molto più profondo e intrinseco al raccontare: l’idea stessa di andare a cercare qualcuno per condividere una storia o la Storia. “Ho scritto il mio primo racconto […] in una delle basi militari meglio difese di Israele – scrive Keret. Ritto al centro di quella stanza gelida, fissai quella pagina a lungo. Non sapevo spiegarmi perché l’avevo scritta e a quale scopo. Il fatto che avessi digitato tutte quelle frasi fatte era eccitante, ma anche molto allarmante. Era come se dovessi trovare subito qualcuno che leggesse il mio racconto, qualcuno che […] potesse calmarmi e dirmi che scriverlo era stato giusto e non un altro passo sulla strada della pazzia”. Il giovane Keret cerca disperatamente un lettore: prova con il sergente che deve dargli il cambio ma viene liquidato. Poi si rivolge al fratello. Si dirige a casa sua, lo tira giù dal letto, lo costringe a scendere in strada ad accontentarlo. https://www.doppiozero.com/materiali/etgar-keret-sette-anni-di-felicita

lunedì 25 marzo 2019

“Fra l’infanzia e il troppo tardi: là in mezzo. Là in mezzo c’è adesso.” Chiara Gamberale

Adesso
Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Pagine: 215 p., Brossura
EAN: 9788807031823
Esiste un momento nella vita di ognuno di noi dopo il quale niente sarà più come prima: quel momento è adesso. Arriva quando ci innamoriamo, come si innamorano Lidia e Pietro. Sempre in cerca di emozioni forti lei, introverso e prigioniero del passato lui: si incontrano. Rinunciando a ogni certezza, si fermano, anche se affidarsi alla vita ha già tradito entrambi, ma chissà, forse proprio per questo, finalmente, adesso... E allora Lidia che ne farà della sua ansia di fuga? E di Lorenzo, il suo "amoreterno", a cui la lega ancora qualcosa di ostinato? 
Pietro come potrà accedere allo stupore, se non affronterà un trauma che, anno dopo anno, si è abituato a dimenticare? Chiara Gamberale stavolta raccoglie la scommessa più alta: raccontare l'innamoramento dall'interno. Cercare parole per l'attrazione, per il sesso, per la battaglia continua tra le nostre ferite e le nostre speranze, fino a interrogarsi sul mistero a cui tutto questo ci chiama. 
Grazie a una voce a tratti sognante e a tratti chirurgica, ci troviamo a tu per tu con gli slanci, le resistenze, gli errori di Lidia e Pietro e con i nostri, per poi calarci in quel punto 
"sotto le costole, all'altezza della pancia" 
dove è possibile accada quello a cui tutti aspiriamo ma che tutti spaventa: cambiare. 
Mentre attorno ai due protagonisti una giostra di personaggi tragicomici mette in scena l'affanno di chi invece, anziché fermarsi, continua a rincorrere gli altri per fuggire da se stesso... https://www.ibs.it/adesso-libro-chiara-gamberale/e/9788807031823
“Fra l’infanzia e il troppo tardi: là in mezzo. Là in mezzo c’è adesso.”  Chiara Gamberale

domenica 24 marzo 2019

La stella di Andra e Tati. Alessandra Viola, Rosalba Vitellaro

La stella di Andra e Tati
di Alessandra Viola (Autore), Rosalba Vitellaro (Autore)


Illustrazione decorativa
Quando anche gli ebrei italiani cominciano a essere deportati nei campi di concentramento nazisti, Andra e Tati sono solo due bambine. D'improvviso, si vedono strappare via tutto ciò che hanno; perfino la famiglia è travolta e straziata da eventi inspiegabili. Troppo piccole per capire, Andra e Tati si ritrovano sole e piene di paura. 
Il mondo comincia a cambiare e diventa un incubo, un'ombra minacciosa che si diffonde ovunque e a cui sembra impossibile sfuggire. Andra e Tati sono solo delle bambine, sì. Ma non smettono di sperare e di farsi coraggio a vicenda, unite e salvate dall'amore l'una per l'altra. Nell'era più buia della storia dell'umanità, la forza e la speranza sono le uniche armi per sopravvivere. Con le immagini originali del primo film d'animazione europeo sull'Olocausto, la commovente storia vera di due sorelline sopravvissute alla Shoah. Età di lettura: da 10 anni.
La storia di Andra e Tatiana Bucci, deportate ad Auschwitz-Birkenau all’età di 4 e 6 anni e miracolosamente sopravvissute all'eccidio nazista, diventa un cartone animato grazie alla collaborazione fra MIUR, RAI e Larcadarte.
Andra sotto la neve

lunedì 18 marzo 2019

Me tapiro, Antonio Ricci - Luigi Galella

 
Me tapiro
by Antonio Ricci - Luigi Galella
pubblicato da MondadoriPagine 252

Antonio Ricci ha scoperto di essere un comico a tre anni, grazie a una caramella andata di traverso e al drastico sistema per fargliela sputare, in una "scena primaria" di assoluta e involontaria comicità.
Se fosse morto soffocato non avremmo "Striscia la notizia", "Drive in", "Paperissima", le veline e le velone, il Gabibbo e il tapiro. Ci saremmo persi più di trent'anni di risate, un imprinting di ironia e buonumore che ha accompagnato con leggerezza la vita di tutti noi.
Il libro racconta gli anni della formazione (la scuola dalle suore, le bacchettate sulle dita, le prime ribellioni all'autorità costituita), poi gli anni dell'impegno (a divertirsi e a divertire), le beffe, gli scherzi atroci, la scoperta di compagni di risata come Beppe Grillo e Fabrizio de André, in un perenne cabaret che, nel caso di Ricci, alla fine diventa un mestiere. Racconta anche il mondo dorato della televisione, spifferandone ghiotti retroscena e bersagliando i suoi protagonisti con una ferocia satirica proporzionale alla loro popolarità. Come un Giamburrasca munito di cerbottana o di fionda, Ricci spara proiettili a destra e a sinistra, soprattutto alla sedicente sinistra, smascherando conformismi e ipocrisie. "Striscia la notizia", la sua creatura più sorprendente, record assoluto di longevità e di ascolti, è un programma di satira, e la satira non è corretta, non è compiacente, attacca anche gli amici e non ha paura dei nemici. Una vita non proprio di tutto riposo, ma che Ricci vive con imperturbabile serenità. Forse anche grazie al suo essere un caso clinico di bipolarismo: le sue trasmissioni sono le più viste, ma lui è l'uomo più schivo della tv, è un impavido collezionista di cause (tutte vinte) ma anche di piante rare, che cura con passione maniacale. Forse è questo che da più di trent'anni gli permette di sopravvivere nella sua personale trincea. La satira è il mestiere che si è scelto, ma leggendo questo libro si capisce anche che era il suo destino. Ma "Me Tapiro" non è tanto (o non solo) un'autobiografia. Nella seconda parte, ispirata dalle domande del giornalista Luigi Galella, diventa un piccolo trattato sulla tv, su chi la fa e su chi la guarda, una lezione magistrale sulla nostra società dell'apparire.

Antonio Ricci (Albenga, 1950), laureato in Lettere e specializzato in Storia dell’arte con una tesi sulla tutela dei Beni culturali, ha fatto l’insegnante, il preside, il cantante, il musicista e il cabarettista prima di diventare il creatore di trasmissioni di successo come le prime tre edizioni di “Fantastico”, “Te la do io l’America”, “Te lo do io il Brasile”, “Drive in”, “Lupo solitario”, “Striscia la notizia”, “Paperissima”. Prima di questo libro ha pubblicato Striscia la tivù (Einaudi, 1998).

Luigi Galella è nato a Maiori e vive a Roma, dove frequenta un dottorato in Filosofia e lavora a una tesi sul riso e il comico nella società contemporanea. Si è lungamente occupato di critica televisiva sul “Fatto Quotidiano”. Per anni sulle pagine dell’“Unità” ha curato 
la rubrica di racconti Lotte di classe, ispirata al mondo della scuola, dove insegna.

domenica 17 marzo 2019

Harry Potter e la pietra filosofale J. K. Rowling

Harry Potter e la pietra filosofale (titolo originale in ingleseHarry Potter and the Philosopher's Stone) è il primo romanzo della saga high fantasy Harry Potter, scritta da J. K. Rowling e ambientata principalmente nell'immaginario Mondo magico durante gli anni novanta del XX secolo.
Ideato proprio nei primi anni novanta, Harry Potter e la Pietra Filosofale fu pubblicato poi nel 1997. Tradotto in 77 lingue, tra cui il latino e il greco antico, resta una delle più popolari opere letterarie del XX secolo con una vendita globale di 120 milioni di copie.
Nel 2001 ne è stato tratto un adattamento cinematografico distribuito da Warner Bros e diretto da Chris Columbus, che ha incassato più di 974 milioni di dollari al botteghino mondiale, inserendosi così al trentasettesimo posto nella classifica dei film di maggiore incasso della storia del cinema.
1º novembre 1981. A Little Whinging, in Inghilterra, il potentissimo mago Albus Silente, la strega Minerva McGonagall e il mezzo-gigante Rubeus Hagrid lasciano un neonato di un anno, di nome Harry Potter, rimasto orfano dei genitori, sulla porta di casa dei suoi zii Vernon e Petunia Dursley. Harry cresce per i suoi primi 10 anni di vita infelice in casa Dursley, tormentato dalle angherie del cugino Dudley e degli zii: dorme nel ripostiglio sotto le scale, veste solo con gli enormi vestiti smessi di Dudley e viene trattato come un servo. All'avvicinarsi del suo undicesimo compleanno, il ragazzo inizia a ricevere delle lettere (è la prima volta nella sua vita che qualcuno gli scrive), che vengono distrutte dallo zio Vernon prima che possa leggerle. Il giorno prima del compleanno di Harry, casa Dursley viene invasa da migliaia di lettere, al che lo zio Vernon decide di scappare con tutta la famiglia per nascondersi in una catapecchia su uno scoglio. La notte dell'undicesimo compleanno di Harry, Hagrid irrompe nella capanna per consegnare ad Harry una delle lettere, raccontandogli la verità: il giovane ragazzo è in realtà un mago e la lettera è un invito a frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Hagrid rivela ad Harry che i suoi genitori, Lily (sorella di Petunia) e James Potter, sono morti assassinati da Lord Voldemort (e non in un incidente d'auto, come gli raccontarono i Dursley), un mago potentissimo ed estremamente malvagio, che la comunità magica teme così tanto da non osare pronunciarne neanche il nome, preferendo chiamarlo "Tu-Sai-Chi", "Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato" o "Signore Oscuro". Voldemort, anni prima, aveva instaurato un regno di terrore durante il quale erano rimaste vittime moltissime streghe, maghi e Babbani (nome con cui i maghi indicano le persone sprovviste di poteri magici). Il Signore Oscuro, alla fine, uccise i Potter e, quando tentò di uccidere Harry, l'incantesimo mortale incredibilmente gli rimbalzò indietro, facendogli perdere i suoi poteri e costringendolo a sparire.
Il giorno dopo Hagrid accompagna Harry a Diagon Alley, una strada di Londra accessibile solamente alla comunità magica, dove il ragazzo scopre di essere molto conosciuto fra i maghi, che lo chiamano "il Bambino che è Sopravvissuto". Harry ritira un po’ del denaro lasciatogli dai genitori nella banca dei maghi, la Gringott, e con esso si procura tutto il necessario per il nuovo anno scolastico. Hagrid, come regalo di compleanno, gli regala una civetta delle nevi, che Harry chiama Edvige. Il giorno della partenza per Hogwarts, Harry si reca alla stazione di King's Cross di Londra, dove attraversa la barriera magica del binario 9 e 3/4 per poter prendere l'Espresso per Hogwarts. Sul treno il ragazzo fa la conoscenza di Hermione Granger, una ragazza molto intelligente ma dall'atteggiamento saccente, e di Ron Weasley, che diventeranno i suoi migliori amici, e di Neville Paciock, un ragazzo smemorato e pasticcione. Harry incontra anche Draco Malfoy, un ragazzo altezzoso ed antipatico, appartenente a un'agiata famiglia di maghi e convinto che il prestigio e l'antichità della sua famiglia lo pongano al di sopra di tutti gli altri.
Una volta arrivati al castello di Hogwarts, i ragazzi del primo anno vengono sottoposti allo Smistamento: un cappello magico, il Cappello Parlante, sceglie per ogni studente a quale delle quattro case della scuola è destinato. Le case sono: Grifondoro (dove finiscono gli studenti più coraggiosi), Corvonero (che predilige i più intelligenti), Tassorosso (che accoglie gli studenti leali e gran lavoratori) e Serpeverde (casa degli studenti ambiziosi e desiderosi di potere e, anche, storicamente, di quasi tutti i maghi malvagi). Harry, Ron, Hermione e Neville vengono assegnati a Grifondoro; Malfoy invece è assegnato a Serpeverde, insieme ai suoi sgherri Tiger e Goylehttps://it.wikipedia.org/wiki/Harry_Potter_e_la_pietra_filosofale
A poster depicting a young boy with glasses, an old man with glasses, a young girl holding books, a redheaded boy, and a large bearded man in front of a castle, with an owl flying. The left poster also features an adult man, an old woman, and a train, with the titles being "Harry Potter and the Philosopher's Stone".

venerdì 15 marzo 2019

A tazzullella ‘e cafè, Aneddoti e curiosità di Renato Ribaud

A tazzullella ‘e cafè, Aneddoti e curiosità
  • Editore: Adriano Gallina Editore
  • A cura di: G. Gallina
  • Data di Pubblicazione: 2018
  • EAN: 9788895142326
  • ISBN: 8895142322
  • Pagine: 112
  • Formato: brossura
La prefazione
Caffettando 
di Paola De Ciuceis
Risultati immagini per A TAZZULELLA 'E CAFÉ. Aneddoti e curiosità - Renato RibaudBevanda luminosa a dispetto del colore scuro, il caffè è magia pura. A Napoli, più che in qualsiasi altro luogo, è culto. E non solo perché con quel suo sapore cosi aromatico è alquanto seducente, ma per tutto l’universo mondo che si racchiude, forse meglio si schiude, attorno alla tazzina di caffè.
Al bancone o al tavolino, seconde le occasioni, ogni momento è buono per sorseggiarne uno. Dinanzi alla chicchera bianca con un solo manico laterale, d’altro canto, ci si riconcilia con se stessi e con l’umanità. Si sigla la necessità di una pausa, di un’iniezione di energia, di uno scarico di tensione come pure, in un bel caffè si annega un dispiacere o si celebra il piacere di un incontro casuale, il bisogno di rivedersi, il desiderio di una conversazione in intimità o il superamento di un dissidio tra amici.
Quanto al resto, si sa, il rito lo vuole caldo, cocente e, se in piedi al banco, rigorosamente zuccherato dal barista che sa esattamente come, quando e quanto caramellarlo; inutile provarci, nessuna rimostranza lo farà mai desistere…
A casa, invece, tutto gira intorno alla macchinetta per farlo: con l’espresso o con l’antica cuccumella? E questione di scuole di pensiero, talvolta, di fazioni familiari. E ci sarebbe da parlarne per ore, giorni, mesi e anni. Non ci sono tempi che basterebbero per venirne a capo, così come per passare in rassegna riti e miti, storie e leggende, abitudini e tradizioni (sempre personalissime) che da sempre ammaliano tutti indistintamente: poeti, commediografi e drammaturghi, cantautori e cantanti, filosofi e intellettuali, semplici consumatori...http://www.ponzaracconta.it/2019/01/12/a-tazzullella-e-cafe/
«Ah! Che bello cafè! / Sulo a Napule ‘o sanno fa’», cantava Domenico Modugno.
Domenico Modugno - 'O ccafè (Coffee)
Alfredo Giannini a sua volta eseguiva al Caffè Turco la canzone più in voga del momento: 
«Ma cu sti mode, oj Brigida / Tazza ‘e cafè parite». 
Eduardo Scarpetta, tra una commedia e l’altra, commentava: «Io che scrivo, nun piglio che cafè / e pozzo a tutte quante assicurà / che cafè meglio ‘e chisto / nun ce sta!». 
Raffaele Viviani poneva in risalto la figura «d’’o cafettiere ‘e notte».

#PasseggiArte2019PiccoleGrandiStorie

giovedì 14 marzo 2019

Va' dove ti porta il cuore, Susanna Tamaro

Va' dove ti porta il cuore è un romanzo scritto da Susanna Tamaro
pubblicato per Baldini e Castoldi nel 1994.
Questo best seller ha venduto 16 milioni di copie in tutto il mondo, ed è stato inserito fra i 150 «Grandi Libri» che hanno segnato la storia d'Italia in occasione delle celebrazioni del 2011 per l'unità nazionale al Salone del Libro di Torino. Incentrato sui sentimenti e gli affetti familiari, ha incontrato un grande successo di pubblico diventando un vero e proprio "caso" letterario: scritto in forma epistolare, ha il suo cuore nella confessione che una anziana signora fa alla propria nipote, facendo emergere una silenziosa menzogna che ha travolto la sua famiglia.
Dal libro è stato tratto nel 1996 l'omonimo film diretto da Cristina Comencini
ed interpretato da Virna Lisi e Margherita Buy.
Nel 2006 è uscito il sequel Ascolta la mia voce
Risultati immagini per va dove ti porta il cuore
Figlia unica di genitori rigidi e all'antica, Olga nasce a Trieste, in una famiglia della borghesia di origine ebraica, e cresce in semisolitudine senza sentirsi amata. Al momento di terminare gli studi al liceo, il padre le nega la possibilità di frequentare l'università. Olga, spirito inquieto e intelligente, trascorre la sua giovinezza a casa con i genitori senza riuscire a trovare un fidanzato, immersa in un'idea romantica dell'amore, ma senza neanche fare nulla per cercarlo.
Ormai quasi trentenne, viene corteggiata da Augusto, un uomo abruzzese più vecchio di lei, rimasto vedovo, e in contatto professionale con il padre. Subito dopo il matrimonio, avvenuto dopo soli sei mesi di conoscenza, tuttavia, Augusto non mostrerà alcun trasporto affettivo per Olga, preferendo invece dedicarsi al lavoro e alla sua passione per l'entomologia. Il matrimonio di convenienza porta Olga a un chiaro scetticismo nei confronti delle decisioni puramente razionali. La donna, trasferitasi a L'Aquila, diventa sempre più inquieta e depressa mentre il mondo è sconvolto dalla seconda guerra mondiale: alla fine della guerra apprende della distruzione 
della sua casa paterna e con il marito ritorna frettolosamente a Trieste, 
dove acquistano una villetta alla periferia della città per accogliere i suoi genitori, ormai vecchi. 
La coppia si trasferisce definitivamente nel capoluogo giuliano.
Prendendo come pretesto il mancato arrivo di un figlio (del resto non sorprendente, dato che fra Olga e Augusto non vi sono in genere rapporti sessuali), Olga si reca per due settimane alle terme di Porretta. Qui conosce un dottore di idee comuniste, Ernesto, con il quale inizia a intrattenere una relazione segreta. Olga inizia a sentire il sentimento amoroso che aveva cercato per tutta la vita.
Ritornata a Trieste, la donna scopre di essere incinta di Ernesto, ma decide comunque di tenere la bambina, che chiamerà Ilaria, facendo credere ad Augusto che il padre sia lui. Intanto prosegue la relazione segreta con Ernesto, con lettere e incontri clandestini, fin quando una notte il medico si schianta contro un albero con la sua automobile e muore. Olga scopre la morte dell'amante dopo qualche mese e cade in una profonda depressione, tanto da iniziare a trascurare la figlia Ilaria, che accusa il colpo e inizia a nutrire un profondo rancore verso la madre.
Con l'aiuto di padre Thomas, un gesuita tedesco, Olga inizia lentamente a riprendersi e avvia un percorso spirituale, ma deve scontrarsi con la sempre più crescente ostilità della figlia Ilaria. Quest'ultima, con il preciso intento di allontanarsi dalla famiglia, si iscrive alla facoltà di filosofia dell'università di Padova, dove inizia a frequentare assiduamente gli ambienti del Sessantottononché i collettivi femministi, imbevendosi delle nuove idee politiche con un preoccupante fanatismo.
In questo periodo muore Augusto, malato da diversi anni. 
In punto di morte, Augusto lascia capire ad Olga, con una mezza frase, di aver sempre saputo che Ilaria non era sua figlia, gettando la donna in un profondo sconforto. 
Dopo la morte del marito, Olga tenta di recuperare il suo rapporto con Ilaria. Quest'ultima lascia gli studi di filosofia, che peraltro aveva seguito malamente, 
e si affida alle cure di uno psicologo privo di studi regolari - in realtà una specie di santone, 
che rende ancora più instabile la già fragile psiche della ragazza. 
Ilaria rimane incinta e alla madre racconta di avere avuto un'avventura durante un viaggio in Turchia.
Ilaria è sempre più fragile, ha sperperato tutti i suoi soldi a causa del santone e fa uso di droghe e psicofarmaci. Sommersa dai debiti, si rivolge alla madre chiedendole un ennesimo aiuto finanziario. Ma la madre per la prima volta in vita sua dice di no alla figlia: quest'ultima esplode in un pianto isterico, nasce una lite violenta e Olga si lascia sfuggire il segreto sulla vera paternità di Ilaria; quest'ultima fugge via disperata, schiantandosi contro una quercia in auto, 
e morendo qualche giorno dopo all'ospedale.
La piccola figlia di Ilaria, rimasta orfana, viene affidata alla nonna Olga. 
Olga, anche se anziana, cresce la nipote sviluppando con lei un rapporto affettuoso, favorita anche da una certa affinità di carattere. Durante l'adolescenza però la nipote, travagliata da una dura inquietudine, si scontra sempre più violentemente con la nonna, 
giungendo spesso a provocazioni arroganti e volgari.
Superata la maturità e indecisa sul suo futuro, sceglie di partire per l'America. Olga è colpita da un ictus e ormai, comprendendo di essere alla fine della sua vita, scrive una lunga lettera-diario alla nipote con lo scopo di svelarle tutti i segreti della sua vita 
ed esortandola sempre ad andare dove la porta il cuore. 
«Un testo di alto spirito poetico, dove i segni della vita sono bene distinti e separati e la vocazione del bello e del puro ha la sua giusta parte. Sulla necessità del testo non possono esserci dubbi, la riprova sta nel fatto che la pagina ha sempre una sua interiore ragione spirituale e la musica generale una contenutezza singolare.»
( Carlo Bo, articolo su Gente, 1994)
“Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.”
#ascoltando
Big Time In The Jungle - Old Crow Medicine Show 

1974, Muhammad Ali: La sfida. Norman Mailer, Einaudi.


41vKoLR2k4L._SS500_ Recensione di La sfida di Norman Mailer Recensioni libri  
Titolo: La sfida Autore: Norman Mailer
Pubblicato: Giugno 2012 da Einaudi
Genere: Sport Collana:Stile libero big
Formato: BrossuraPagine: 260
1974 Zaire. George Foreman, 25 anni, giovane, grintoso e, soprattutto, imbattuto, disputa con Muhammad Ali, 32 anni, più anziano e più esperto, il match sul ring di Kinshasa per il titolo dei pesi massimi. Forza e tecnica, due rivali, due modi diversi di intendere la boxe, due personalità e due modi di intendere la vita.
Un solo vincitore.
Ne La sfida si fondono più livelli di narrazione: due campioni a confronto, due uomini diversi, il loro mondo della boxe e la cultura africana. Il racconto diviene un mezzo per far conoscere e apprezzare questo sport, generalmente e superficialmente conosciuto solo per la violenza e la brutalità, ma ricco di filosofia, tecnica e disciplina che lo avvicinano ad un’arte.
La narrazione, realizzata come un reportage, alterna momenti emozionanti a racconti un po’ confusi o complessi da seguire, forse più facilmente ricostruibili dai veri appassionati, ma che per il lettore medio risultano privi di un filo logico. La lettura diventa pertanto lenta e a tratti faticosa da seguire.
La parte più emozionante e carica di suspence per chi, come me, non ne conosceva la storia, inizia dal capitolo 12 in cui l’attenzione si sposta proprio sul ring del match finale: i due pugili, azioni, reazioni e pensieri.
Pur nella sua frammentarietà ho trovato interessante le descrizioni degli aspetti che ruotano attorno al match: gli allenamenti, i preparativi, il clima e la tensione che precedono un incontro ma troppo dispersivi i riferimenti antropologici del mondo africano…
Più accessibile per i veri appassionati di questo sport o dei protagonisti in particolare, La sfida sicuramente riesce nell’intento di incuriosire il lettore nei confronti di questa sfida, celebrandone i protagonisti da campioni, al di là della dualità di vincitore/vinto e trasmettendo la consapevolezza che “Se mai un pugile era stato in grado di dimostrare che la boxe era un’arte del XX secolo, quello era Ali”.

#ascoltando
George McCrae - Rock Your Baby
1974

Elisabeth Tova Bailey, Il rumore di una chiocciola che mangia

Il rumore di una chiocciola che mangia
Elisabeth Tova Bailey
Il rumore di una chiocciola che mangia
Editore: Marsilio
Pagine: 208
Traduttori: Ada Arduini
Illustratori:Kathy Bray
L’ospite inatteso: così una chiocciola può insegnarci a cambiare prospettiva
In questo libriccino che mescola deliziosamente scienza e letteratura, «una storia piccola su una creatura ancora più piccola», Elisabeth Tova Bailey racconta il suo singolare incontro con una Neohelix albolabris, ovvero una comune chiocciola dei boschi.
Costretta a letto da una malattia, riceve un giorno in regalo un vaso di violette selvatiche e, sotto le foglie, scopre una chiocciola. Totalmente affascinata, comincia a osservarla: il tempo non le manca. Incuriosita dall’anatomia del bizzarro mollusco, dai suoi criptici meccanismi di difesa, dalla sua determinazione nel prendere le decisioni, istante per istante, e dalle sue oscure attività di corteggiamento, ne diventa una studiosa acuta ed entusiasta. «Il suono minuscolo e intimo della chiocciola che mangia» le dà una sensazione di compagnia e spazio condiviso. Da questa singolare relazione con la misteriosa creatura, che diventa a tutti gli effetti la sua coinquilina, ricava un grande conforto e un profondo senso di meraviglia. Dopo un lungo anno di immobilità, scrive questo libro prezioso: un elogio della lentezza e un invito a scoprire la ricchezza – e la bellezza – della vita nei piccoli dettagli di quello che ci sta intorno. Il rumore di una chiocciola che mangia è uno straordinario viaggio di sopravvivenza e resilienza raccontato con grazia e stupore, e ci mostra come anche la più piccola parte del mondo naturale può illuminare la nostra umana esistenzaIl rumore di una chiocciola che mangia
#ascoltando
Scott Cossu / St. Croix

lunedì 11 marzo 2019

Quando un papa si dimette (la storia di Celestino V).

Quando un papa si dimette (la storia di Celestino V)
Collana misteri svelati
Anno 2019
Isbn
9788831164566
Pagine
120 - BROSSURA
Il testo descrive, in forma narrativa ma sulla base di documenti anche recentissimi 
– la pubblicazione del processo di canonizzazione – 
l’esperienza di vita di Pietro dal Morrone, divenuto papa con il nome di Celestino V.  
Dagli anni eremitici e monastici agli eventi tumultuosi che hanno portato alla sua elezione e poi al suo governo di cinque mesi. 
Si evidenziano le tensioni esterne e le “prove” interiori che lo hanno portato alla clamorosa rinuncia. 
Per poi seguire gli anni delle sue fughe e la prigionia onorevole e la fine nel castello di Fumone. 
Il testo chiude con la cerimonia della canonizzazione ad opera di papa Clemente V a Vienne, come “Confessore della fede”, ma non come pontefice. 
Una distinzione dovuta a cause drammatiche che vengono descritte. 
L’ultima parte del testo contiene la documentazione storica dei fatti. 
Celestinus quintus.jpg
painting of the pope celestinus V of 1294
Celestino V, nato Pietro Angelerio (o secondo alcuni Angeleri), detto Pietro da Morrone e venerato come Pietro Celestino (Isernia o Sant'Angelo Limosano, fra il 1209 e il 1215Fumone, 19 maggio 1296), è stato il 192º Papa della Chiesa cattolica dal 29 agosto al 13 dicembre 1294.

Eletto il 5 luglio 1294, fu incoronato ad Aquila (oggi L'Aquila) il 29 agosto, nella basilica di Santa Maria di Collemaggio da lui fatta costruire; è sepolto nella stessa basilica aquilana, all'interno del mausoleo realizzato ad opera di Girolamo da Vicenza.
Celestino V fu il primo papa che volle esercitare il proprio ministero al di fuori dei confini dello Stato Pontificio e il sesto, dopo Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX e Gregorio VI a rinunciare al ministero petrino.
È venerato come santo, con il nome di Pietro Celestino da Morrone, dalla Chiesa cattolica che ne celebra la festa liturgica il 19 maggio. È patrono dei due comuni che ne rivendicano i natali (Isernia e Sant'Angelo Limosano) e compatrono dell'Aquila, di Urbino e del Molise
Eremo di Sant'Onofrio al Morrone dove visse Pietro da Morrone.
La figura di Celestino V è stata trattata da:
  • due suoi discepoli, che hanno scritto la sua biografia, la più antica e accurata, nota come Vita C;
  • Jacopone da Todi, che al momento dell'elezione, gli dedicò una nota lauda, in cui si domandava cosa avrebbe fatto il nuovo papa e se fosse stato all'altezza del compito e che inizia così:
«Que farai, Pier da Morrone?
Èi venuto al paragone.
Vederimo êl lavorato
che en cell'ài contemplato.
S'el mondo de te è 'ngannato,
séquita maledezzone.»
  • Vincenzo Spinelli, che fu abate e procuratore generale dell'ordine, scrisse la Vita di S. Pietro del Morrone Papa detto Celestino V nel 1664;
  • Ignazio Silone, che alla vita di Celestino V ha dedicato il libro: L'avventura di un povero cristiano;
  • L. Ceccarelli e P. Cautilli, che hanno dedicato ai supposti segreti di Celestino V il libro: La Rivelazione dell'Aquila;
  • Angelo De Nicola, che alla sua figura e al suo messaggio di pace, nonché alla Perdonanza, ha dedicato il "romanzo storico virtuale": La missione di Celestino.
Il titolo di un famoso romanzo new Age degli anni novanta che sembra alludere a questo personaggio, La profezia di Celestino, è frutto in realtà di un errore di traduzione dall'inglese The Celestine Prophecy (letteralmente "La Profezia Celestiale").
https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Celestino_V
(LA) «Ego Caelestinus Papa Quintus motus ex legittimis causis, idest causa humilitatis, et melioris vitae, et coscientiae illesae, debilitate corporis, defectu scientiae, et malignitate Plebis, infirmitate personae, et ut praeteritae consolationis possim reparare quietem; sponte, ac libere cedo Papatui, et expresse renuncio loco, et Dignitati, oneri, et honori, et do plenam, et liberam ex nunc sacro caetui Cardinalium facultatem eligendi, et providendi duntaxat Canonice universali Ecclesiae de Pastore.»
(IT) «Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della Plebe [di questa città], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all'onere e all'onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale.»
(Celestino V - Bolla pontificia, Napoli, 13 dicembre 1294)