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martedì 22 febbraio 2022

Il cacciatore di aquiloni (The Kite Runner) romanzo dello scrittore statunitense di origine afghana Khaled Hosseini │film diretto da Marc Forster

Il cacciatore di aquiloni (The Kite Runner) è il primo romanzo dello scrittore statunitense di origine afghana Khaled Hosseini, pubblicato nel 2003 ed edito in Italia dalle Edizioni Piemme nel 2004 con la traduzione di Isabella Vaj.
Verso il 1970, a Kabul, Amir è un ragazzo afghano di etnia pashtun; Hassan è di etnia hazara e dimostra una grande lealtà verso Amir, suo grande amico. Hassan lavora come domestico con suo padre Alì nella casa di Baba, amico di Alì e padre di Amir. Egli è un uomo ricco, intelligente e coraggioso, che riesce sempre a cavarsela grazie alle sue doti. Nonostante Amir sia il figlio di Baba, spesso il padre dimostra di voler più bene ad Hassan, come quando fa di tutto per far curare il labbro leporino di Hassan, senza badare a spese. Amir, accorgendosene, soffre incolpandosi per la morte di sua madre, che forse gli avrebbe voluto più bene, e immaginandosela prima della sua morte di parto. Dunque Amir ha un rapporto molto sofferto col padre, ma riesce a trovare conforto in Rahim Khan, altro amico del padre, con cui condivide la passione per la letteratura.
Amir e Hassan crescono assieme nella città di Kabul; la loro maggiore aspirazione è vincere l'evento del quartiere: la caccia agli aquiloni. Lo scopo di questo gioco è tagliare, per mezzo del proprio aquilone, il filo di quello degli altri giocatori. Gli aquiloni diventano di proprietà di chi li recupera: chi taglierà il filo del penultimo aquilone rimasto in aria vincerà la competizione e se poi riuscirà a recuperarlo potrà tenerselo come trofeo. Nonostante il talento di Hassan nel fabbricare gli aquiloni i due bambini non riescono mai a vincere la competizione finché Amir, proprio il giorno del suo dodicesimo compleanno, si guadagna il primo posto nella gara.
Alla vittoria, suo padre Baba si mostra fiero di lui per la prima volta; resta tuttavia da recuperare l'aquilone di cui Amir ha tagliato il filo al momento della vittoria. Hassan corre a cercarlo ma si imbatte in 3 bulli, che già tempo prima avevano infastidito Amir ed Hassan. Hassan in quell'occasione li aveva minacciati con una fionda riuscendo a metterli in fuga. Ma ora i bulli, vedendo Hassan da solo, ne approfittano per vendicarsi. Dopo averlo picchiato, violentato e stuprato lo abbandonano in un vicolo lasciandogli in cambio l'aquilone che aveva abilmente trovato per il suo amico. Amir assiste casualmente al fatto ma è troppo pavido per intervenire. A trattenerlo non è la paura della violenza quanto il timore di vedersi sfuggire quell'aquilone che ha tanto desiderato e con cui spera di conquistare finalmente la stima di suo padre.
In seguito a questo episodio, il rapporto tra Amir e Hassan si raffredda. Amir si sente colpevole verso l'amico di cui in qualche modo non si sente degno ma in lui prevalgono la gelosia e l'egoismo. Amir fa di tutto per allontanare Hassan da sé e da suo padre arrivando ad inscenare un falso furto in casa. Hassan e suo padre vanno via dalla residenza di Amir, con grande rammarico di Baba, che sembra soffrirne sinceramente. Nel 1981, dopo lo scoppio della guerra in Afganistan, Amir e suo padre sono costretti a lasciare Kabul. Trasferitisi negli USA, ricominciano una nuova vita, non senza difficoltà e disagi. Amir cresce e si laurea in lettere. Molto spesso però deve alternare lo studio al lavoro per aiutare il padre che si è riciclato come commerciante al mercato delle pulci dopo l'espatrio forzato. Proprio qui Amir si innamora di Soraya, una giovane benestante, figlia dell'ex-generale afghano Taheri. Amir e Soraya decidono di sposarsi ma il padre di lei si oppone alle nozze. Baba, che intanto si è ammalato di cancro ai polmoni, in un ultimo gesto di affetto verso Amir, convince il generale a lasciare che i due giovani celebrino il matrimonio. Un mese dopo il matrimonio, a causa del tumore ai polmoni, egli morirà completamente in pace con il mondo per avere visto suo figlio sposarsi.
Trascorrono diversi anni. Amir, ormai un uomo maturo, ha visto pubblicati diversi suoi libri ed è uno scrittore di successo. Tuttavia non è felice in quanto non riesce ad avere figli con la moglie Soraya, nonostante la coppia non presenti sintomi di infertilità. Nel 2001 Rahim, il vecchio e saggio amico di Baba, telefona ad Amir dal Pakistan, dicendogli che c'è qualcosa che potrebbe fare per il suo amico d'infanzia Hassan. Amir, da 20 anni preso dai sensi di colpa nei confronti di Hassan, torna in Oriente e a Peshawar incontra Rahim, che gli racconta la storia di Hassan. Il bambino, una volta cresciuto, si è sposato ed ha avuto un figlio, Sohrab. Hassan e la sua famiglia hanno vissuto nell'ex-abitazione di Baba, una volta che loro se n'erano andati. Purtroppo Hassan e la moglie sono stati uccisi dai talebani per puro odio razziale e Sohrab è finito in un orfanotrofio. Amir scopre inoltre che Hassan era nato da una relazione tra Baba e l'ormai defunta moglie di Alì, la sua domestica Sanaubar, e che quindi il suo amico d'infanzia era in realtà il suo fratellastro. INFO
In Afghanistan esistono tanti bambini, ma non esiste più l'infanzia.
Ma io l'ho accolto. A braccia aperte. Perché la primavera scioglie la neve fiocco dopo fiocco e forse io ero stato testimone dello sciogliersi del primo fiocco. Correvo. (Amir)
Autore: Khaled Hosseini
Anno: 2004
Editore: Piemme
ISBN: 9788838481727
Tornare a Kabul era come imbattersi in un vecchio amico e scoprire che la vita era stata impietosa con lui, privandolo di tutto
IL CACCIATORE DI AQUILONI: PERSONAGGI
  • Amir, il protagonista del romanzo che durante l’infanzia tradisce il suo migliore amico Hassan;
  • Hassan, migliore amico di Amir che poi si scopre essere suo fratellastro
  • Baba, il papà di Amir e Hassan;
  • Rahim, l’amico di Baba che chiede ad Amir di aiutare il figlio orfano di Hassan;
  • Soraya, la moglie di Amir;
  • Assef, l’assassino di Hassan e della moglie;
  • Sohrab, il figlio orfano di Hassan, vittima di violenza da parte di Assef. LINK
Il cacciatore di aquiloni è un film diretto da Marc Forster, tratto dal romanzo di Khaled Hosseini, ed interpretato da Khalid Abdalla, Zekeria Ebrahimi, Ali Dinesh, Homayoun Ershadi, Atossa Leoni.
La pellicola fotografa la vita di Amir, un ragazzino benestante di Kabul e del suo fedele amico e servo di famiglia, Hassan. Questi due bambini sono molto uniti e trascorrono le giornate giocando a cacciare aquiloni, un noto e antico gioco, un vero sport nazionale in cui si tenta di tagliare gli aquiloni degli avversari, finché non ne rimane solo uno a vincere sugli altri. Un giorno Amir, sperando di rendere il padre orgoglioso, partecipa a questa manifestazione e vince tagliando tutti gli aquiloni. Allora Hassan, andando a cogliere simbolicamente l’ultimo aquilone caduto dal cielo per Amir, si imbatte in tre ragazzi, con idee sulla razza molto ristrette ed estreme, che lo minacciano tentando di portagli via l’aquilone. Hassan, devoto e amico di Amir, non si lascia spaventare e, inerme, si ritrova inesorabilmente a subire i peggiori abusi e pestaggi da parte dei tre bulletti, sotto lo sguardo nascosto e codardo dell’amico Amir. INFO

giovedì 3 febbraio 2022

#iColoridelTempo - Monica Vitti

Monica Vitti, pseudonimo di Maria Luisa Ceciarelli, è stata un'attrice italiana.
La sua caratteristica voce roca e l'innata verve l'hanno accompagnata per quasi quarant'anni di carriera cinematografica, dalle sue interpretazioni drammatiche nella "tetralogia dell'incomunicabilità" di Michelangelo Antonioni (L'avventura, La notte, L'eclisse e Deserto rosso) che le diedero fama internazionale, a quelle in ruoli brillanti (da La ragazza con la pistola a Io so che tu sai che io so) che la fecero considerare l'unica "mattatrice" della commedia all'italiana, tenendo ottimamente testa ai colleghi uomini Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni
Ha ottenuto numerosi premi, tra cui cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), tre Nastri d'argento, dodici Globi d'oro (di cui due alla carriera), un Ciak d'oro alla carriera, un Leone d'oro alla carriera a Venezia, un Orso d'argento alla Berlinale, una Concha de Plata a San Sebastián e una candidatura al premio BAFTA.
Nel 1953 si diplomò all'Accademia nazionale d'arte drammatica, allora diretta dal suo maestro Silvio D'Amico e intraprese quella che sarà una breve ma formativa attività teatrale, in cui diede prova della sua versatilità recitando in Shakespeare e Molière. Particolarmente significativa fu la sua esperienza accanto a Sergio Tofano - suo insegnante in Accademia - negli allestimenti delle commedie sul personaggio di Bonaventura, firmate dallo stesso Tofano con lo pseudonimo "Sto"; qui offrirà le sue prime prove di versatilità nella comicità, che contraddistinguerà gran parte della sua carriera.
Su consiglio di Tofano, in quegli anni fu invitata ad adottare un nuovo nome e cognome, più artistico. Allora si mise a tavolino, e scelse metà del cognome di sua madre, Vittiglia, alla quale fu molto legata e che perse in giovane età. Al cognome associò il nome "Monica", che aveva appena letto in un libro e le suonava meglio. Nel 1955 esordì come Mariana ne L'avaro di Molière con la regia di Alessandro Fersen al Teatro Olimpico di Vicenza. e l'anno seguente, sempre sulla scena palladiana, sostenne il ruolo di Ofelia in Amleto di Riccardo Bacchelli. Nel 1956 fu anche protagonista di Bella di Cesare Meano al Teatro del Convegno di Milano con la regia di Enzo Ferrieri. A Roma si esibì in una serie di atti unici comici al Teatro Arlecchino (ora Teatro Flaiano).
Gli ordini sono ordini è un film del 1972 diretto da Franco Giraldi e interpretato da Gigi Proietti e Monica Vitti. Il soggetto è tratto dal racconto omonimo di Alberto Moravia.
Giorgia è una casalinga infelice, stanca del matrimonio con il marito Amedeo, quando inizia a sentire una voce che le ordina di compiere azioni fuori dall'ordinario e trasgressive. Un giorno la voce le ordina di graffiare la macchina del marito e andare sul lungomare e di fare l'amore con un bagnino. Dopo la sua confessione del tradimento, ma soprattutto del danno alla vettura, lo porterà su un molo per spingerlo in mare, dopo di che lui la mette fuori di casa.
Giorgia si ritrova così da sola e deve riorganizzare la propria vita. Dopo aver fatto visita alla madre, che le consiglia di ritornare con il marito, va invece a vivere in albergo. Qui conosce Nancy, una ricercatrice che lavora per una importante casa discografica , che si occupa di registrare musica tradizionale con il proprio registratore.
Camera d'albergo è un film del 1981 diretto da Mario Monicelli.
Tre giovani cineasti, Guido Bollati, Tonino Accrocca ed Emma Crocetti hanno formato il gruppo "La Svolta", che vorrebbe proporre un nuovo genere di film, "un nuovo neorealismo" come lo chiamano loro, e per far ciò nascondono delle cineprese in una camera dell'albergo Luna di proprietà del padre di una di loro (Emma), riprendendo tutto ciò che vi accade.
Si rivolgono ad uno scassato produttore cinematografico, Achille Mengaroni detto il "Menga", proprietario della Ursus cinematografica, sempre in bolletta e asfissiato dai creditori, a cui propongono di far uscire i risultati delle loro riprese, durate diversi mesi, sino al momento in cui tre giovani turiste polacche, accortesi delle cineprese, rompono tutto. Nel visionare le riprese in sede di montaggio, saranno contattati gli ignari interpreti per la necessaria liberatoria, e per alcuni di loro cambierà la vita.
Francesca è mia è un film italiano del 1986 diretto da Roberto Russo, con Monica Vitti e Corrado Pani.
Un'antiquaria di mezza età viene lasciata dal marito, andato a vivere con la sua migliore amica. Una sera per caso, raccoglie per strada un ragazzo gravemente ferito e lo porta al più vicino ospedale. Lo assiste finché la situazione non migliora. Ma una volta rimesso, il giovane si innamora di lei. I due fanno l'amore ma lei, subito pentitasi, tenta di evitare i continui approcci di corteggiamento del ragazzo, essendo ancora legata al marito. Il giovane allora comincia a perseguitarla ma lei non cede, fino a giungere ad un tragico epilogo: lui la uccide.

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