Il desiderio di maternità è un insieme di forze contrastanti che non riguarda solo la procreazione, la famiglia, il padre e la madre, i figli, ma uno spazio emotivo più ampio in cui convivono infelicità e speranza, realizzazione di sé e smarrimento. Ed è da questo assunto, a tratti paradossale, che scaturisce uno degli sguardi più originali e potenti degli ultimi anni su un tema che suscita prese di posizione sempre più inconciliabili.
In questo racconto che oscilla tra il romanzo autobiografico e il saggio intimo, il pamphlet provocatorio e un’umoristica indagine filosofica, la narratrice Sheila si avvicina ai quarant’anni, e accanto a sé ha la maggioranza delle amiche che sta considerando la possibilità di avere un figlio o già l’ha avuto. La donna si ritrova a ponderare una scelta che le appare difficilissima, pone a se stessa domande continue e feroci, interroga l’I Ching, si affida al caso beffardo di un lancio di dadi. Il dubbio si insinua come un tarlo, cresce a dismisura, svanisce e ricompare monopolizzando il suo quotidiano, il suo lavoro, la sua relazione sentimentale. «Dovrei fare un figlio con Miles? No. In generale, dovrei avere un figlio? Sì. Allora devo lasciare Miles? No». Ma esiste davvero una soluzione?
Sheila si informa, parla con medici, amici, parenti, si confronta con il compagno, non arriva mai ad una risoluzione e fatica a trovare una risposta che le sembri giusta, saggia, moralmente accettabile. Sogni ricorrenti dovuti all’ansia, un insistito scrutinio del proprio corpo, tutto le appare iniquo. Soprattutto la sconvolge il destino già scritto in ogni giovane donna, quello di un imperativo culturale e naturale a cui è impossibile sottrarsi.
Heti si aggira in un territorio ostile e poco esplorato, alla ricerca di una nuova maturità come artista e come donna. Maternità è un libro tutto giocato sull’ironia e sull’eccentricità del candore. È una disamina della procreazione dal punto di vista etico, sociale e psicologico, è la cronistoria di un’illuminazione esistenziale che si fa strada faticosamente, e insegue, consapevole della difficoltà della sfida, la possibilità di una nuova stesura delle regole della femminilità.
Sheila Heti, nata a Toronto nel 1976, è autrice di una raccolta di racconti e del romanzo Ticknor, tradotto in diversi paesi. È editor presso la rivista di letteratura The Believer, alla quale contribuisce con interviste ad artisti e scrittori, e scrive sul New York Times, The London Review of Books e altre testate. Ha collaborato con le artiste Leanne Shapton e Margaux Williamson, con quest’ultima segue The Production Front, un progetto di collaborazione e produzione artistica. Con Sellerio ha pubblicato La presona ideale, come dovrebbe essere? (2013), tra i migliori libri del 2012 per il New Yorker, e Maternità (2019), incluso tra le maggiori opere dell'anno da testate quali il Times Literary Supplement e il New York Times.
Sheila Heti - Maternità
Traduzione dall'inglese di Martina Testa
Titolo originale: Motherhood
«Se voglio figli o meno è un segreto che nascondo a me stessa: è il più grande segreto che nascondo a me stessa». Una intensa e provocatoria riflessione sul desiderio, il dovere e il rifiuto di procreare. www.sellerio.it - Libreria ELI
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