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#ParoleSenzaTempo. Libri

  1. L'ultima preda (A Time to Die) è un romanzo d'avventura di Wilbur Smith del 1989.
  2. Gustave Flaubert - Un cuore semplice  - Alberto Bini (Traduttore) Elliot, 2019
  3. Luce D'Eramo  - Racconti quasi di guerra – 13 aprile 1999 
  4. Le mie preghiere (Grandi tascabili economici) di Giovanni Paolo II - Newton Compton, 1995
  5. Romeo e Giulietta si fidanzarono dal basso. L'amore e il sesso: nuovi temi dei bambini napoletani. Marcello D'Orta (Curatore) Mondadori -
  6. Fanny Stevenson – Alexandra Lapierre. 
  7. L' occhio di Cibele Condividi di Daniel Chavarría (Autore) S. Ossola (Traduttore) Net, 2005
  8. Autosole - Carlo Lucarelli 
  9. Una sola volta di Tony Parsons (Autore)  G. Carraro (Traduttore)  M. Pareschi (Traduttore) Mondadori, 2002 -  
  10. CONFESSIONI DI UN BORGHESE di Sandor Marai  
  11. Cyclops di Clive Cussler (Autore)  Giuseppe Settanni (Traduttore) Longanesi, 1996
  12.  L' ebreo che ride di Moni Ovadia Einaudi, 1998
  13. Vincenzo Consolo - Lo spasimo di Palermo 
  14. Tanamera di Noel Barber Sperling & Kupfer, 1982 - Una terra misteriosa, un amore proibito, quello di John e Julie, appartenenti a due mondi differenti e incompatibili.
  15. #RACCONTAMIUNASTORIA. FIGURACCE, antologia a cura di Niccolò Ammaniti
  16. L' Italia di Allah. Storie di musulmani fra autoesclusione e desiderio di integrazione di Cristina Giudici (Autore) Mondadori Bruno, 2005
  17. Finché c'è Fede di Emilio Fede (Autore) Mondadori, 1997
  18. 1996 - La spia improbabile di Daniel Silva, Mondadori
  • Antonio Spagnuolo - La mia amica Morel e altri racconti  Kairòs, 2008
  • Pagine: 177 p., Rilegato
  • EAN: 9788895233291 
  • Recensione di Giuliano Brenna ...I diciotto racconti che, insieme a “La mia amica Morel”, compongono la raccolta, scorrono veloci sotto gli occhi del lettore, che gusta questa piccola opera d’arte quasi col rammarico di vedersela finire tra le mani. Oltre a deliziarci con una scrittura attuale, ma dalla radice antica, Spagnuolo, si diverte a dare a ciascun racconto una coloritura di fondo particolare, in modo che oltre a scrivere i vari racconti con stili diversi, adattati alla trama degli stessi, in alcuni infonde il gusto tipico degli stili narrativi italiani che si sono succeduti, nel corso degli anni dal dopoguerra ad oggi, tra le pagine dei romanzi nazionali. Questo libro sicuramente si staglia e brilla sulla massa della maggior parte dei libri che vediamo esposti nelle librerie, soprattutto in questo periodo natalizio, non ha quel retrogusto di “scrittura automatica”, ma ha una sua precisa ed elegante personalità, è ben pensato e ben scritto, e, soprattutto, molto ben curato, lasciando trasparire tra le righe l’amore dell’autore per la scrittura.
  • L'ultima preda (A Time to Die) è un romanzo d'avventura di Wilbur Smith del 1989.
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Siamo nel 1987. Sean Courteney, figlio di Sasha Courtney e Tara Malcomess e pronipote dell'omonimo Sean Courtney protagonista de "Il destino del leone", è scappato dal Sudafrica per evitare l'arresto dopo una serie di piccoli reati; dopo aver militato nel corpo antiguerriglia degli Scout di Ballantyne, si è messo a fare il cacciatore di professione e organizza safari per ricchi in una riserva nello Zimbabwe, ai confini con il Mozambico.  Accompagnato dal fedelissimo Matatu, sua guida ndorobo, Sean si trova nella valle dello Zambesi con Riccardo Monterro, multimilionario americano di origine italiana, e sua figlia, la bellissima Claudia La ragazza sa che quello sarà per il padre l'ultimo safari, essendo Riccardo minato da un male incurabile, e soltanto per questo motivo lei - da sempre in prima linea nelle battaglie per la salvaguardia della natura - lo ha accompagnato in quella caccia. Inseguendo Tukutela, il gigantesco elefante che nel romanzo assurge a simbolo di un'Africa sul punto di scomparire per sempre, il gruppetto sconfina in Mozambico, dove è in corso una sanguinosa guerra fratricida tra gli eserciti del Frelimo e del Renamo. Presi tra i due fuochi degli opposti eserciti, ben presto i cacciatori si trasformeranno in prede, e ciò varrà soprattutto per Sean, che la sorte oppone a un nemico uscito dalle brume del suo avventuroso e burrascoso passato. t.wikipedia.org
Due sono i luoghi attorno a cui ruota la vicenda del romanzo: l'Anagrafe e il Cimitero Generale di una città senza nome. Nel primo sono ospitati tutti, vivi e morti, i cui nomi sono lì raccolti assieme, rispettivamente negli schedari dei viventi e dei defunti. Trasferire i nomi da un archivio all'altro in caso di trapasso è compito degli impiegati dell'Anagrafe, nei cui uffici tutto viene fatto ancora a mano e il lavoro è organizzato secondo una rigida burocrazia e gerarchia. Al Cimitero, invece, stanno i soli defunti con tutti i loro nomi incisi sulle lapidi. Protagonista della storia è il Signor José, l'unica persona ad avere un nome proprio nel romanzo, uno scapolo cinquantenne che lavora come scritturale ausiliario della Conservatoria Generale dell'Anagrafe. Oscuro impiegato ligio al dovere, ama collezionare articoli o schede anagrafiche di personaggi famosi, ma un giorno si imbatte nella scheda di una donna sconosciuta che cattura la sua attenzione e gli muta radicalmente la vita. Il Signor José inizia infatti a indagare sul conto di lei, mosso dall'oscura ossessione di saperne tutto... In questa sobria e lucida descrizione di una parabola esistenziale, Saramago si serve dell'allegoria e dell'assurdo per dare corpo e consistenza a identità sfuggenti, imprigionate nei ruoli e sospese tra passato e presente, tra vita e morte.
  • Gustave Flaubert - Un cuore semplice  - Alberto Bini (Traduttore) Elliot, 2019  «Un racconto dove regna lo stile impersonale tanto caro all'autore» – Renzo Paris, Il Venerdì E' la storia di Felicité, la domestica della signora Aubain. 
  • Una ragazza dedita alla casa, alla cucina, ai figli della Signora e ai suoi animali. Tutto questo, nonostante il carattere difficile della Signora. Felicité è una ragazza dal cuore di un'umiltà unica, che difende dai pericoli la famiglia per cui lavora, che si affeziona ai bambini di cui si occupa, e in più assiste i bisognosi anche se estranei. Vittima di una prima delusione d'amore, ella resta comunque ferma con la sua fede fino all'ultimo momento di vita, pur non avendo da piccola ricevuto un insegnamento religioso. Ciò che i pastori spiegano durante la messa, è per lei verità assoluta. Non è il frequentare assiduamente la Chiesa che la rende una buona cristiana, ma il suo modo di comportarsi ogni giorno, che la caratterizza come l'antitesi della rapacità borghese. Una cosa importante da considerare, è che l'autore non ride alle spalle della protagonista, non parla di lei in modo ironico come si potrebbe erroneamente pensare. Questo è proprio ciò che successe all'epoca dell'autore, in cui la fede autentica era considerata appannaggio del popolo. Vi è una forte relazione tra la stesura di questo racconto e la vita dello scrittore francese, Flaubert. Si tratta della storia di una vita oscura, in cui le persone care vengono meno e la strada da percorrere è sempre più ardua, ma più di una volta la povera ragazza riesce a trovare il piacere nelle piccole cose che la circondano, come il pappagallo che le viene donato. Solo in questo modo, ella riesce a uscire dal vortice dei pensieri della sua vita passata. E' il racconto della vita di una persona dal cuore immenso, dal cuore semplice. Ben scritto, è stato per me una breve ma piacevole lettura, in cui ogni descrizione che all'inizio può sembrare superflua, è invece ben correlata allo svolgersi della storia.
  • Luce D'Eramo  - Racconti quasi di guerra – 13 aprile 1999 
Quasi tutti i racconti di questa raccolta narrano l'atroce periodo di caos nella Germania nazista del '44-45. In "Idilli", due giovani operai vivono la guerra approfittando della confusione per compiere piccoli furti; tutto è al di là del bene e del male, quando la necessità sono trovare un lavoro, mangiare, avere un tetto. Ne "Il convoglio dei Lituani" e "Dietro il colle della BMW" troviamo i bombardamenti americani, la fame dei tedeschi atterriti, i milioni di stranieri sbattuti da una fabbrica distrutta all'altra. MANGIONE, Lucette [Luce d’Eramo] Negli anni Cinquanta l’attività narrativa – inaugurata con Idilli in coro (Milano 1951) – si intensificò, accanto a un crescente impegno pubblicistico. Intanto conobbe e frequentò Elsa Morante e soprattutto Alberto Moravia, al quale dedicò un’intervista che ne restituisce il critico e l’uomo, in un ‘incontro’ raccontato nel 1967 ma pubblicato dopo quasi trent’anni. Fu inoltre Moravia che nel 1956 pubblicò su Nuovi Argomenti (la rivista fondata insieme ad Alberto Carocci e diretta fino al 1964) un suo racconto, Thomasbräu, poi confluito in Deviazione (Milano 1979). Nel 1954 vinse il premio per la narrativa dell’editore Gastaldi che le pubblicò La straniera (ibid.), seguito dalla raccolta di racconti Il convoglio dei Lituani (ibid. 1958), poi inserito in Racconti quasi di guerra (cit.). Al 1959 data l'esordio nella saggistica con Raskolnikov e il marxismo. Note a un libro di Moravia (ibid.; nuova ed., Catania 1997). Nel 1999 Luce d’Eramo riunì per Mondadori i Racconti quasi di guerra, scritti tra il 1943 e il 1956 e all’epoca ancora parzialmente inediti. In quello stesso anno uscì Io sono un’aliena, che può considerarsi il vero ‘testo ultimo’, che smentisce ancora una volta la sua reticenza all’autorappresentazione, intesa quest’ultima come lucida auto-analisi. L’opera, che contiene preziose indicazioni di poetica e fa luce sul suo scrittoio e sulle ragioni segrete dell'ispirazione, raccoglie una lunga intervista e tre scritti che restituiscono, a quasi vent’anni dall’autobiografia ‘storica’ – si direbbe – di Deviazione, quello che può considerarsi un testamento spirituale e artistico, oltre che morale.
La sua ricerca, mai conclusa, si traduce anche in un preciso metodo di scrittura. Sul piano strutturale, infatti, la narrazione si costruisce spesso come intarsio di testi, quasi a tematizzare una ricerca filologica, condotta intorno alla centralità della scrittura e alla sua sopravvivenza nel «rammendo». FONTE: Treccani
  • Le mie preghiere (Grandi tascabili economici) di Giovanni Paolo II - Newton Compton, 1995 Le preghiere di Karol Wojtyla, vibranti di fervore umano e di convinzioni profonde, di intensità interiore e di straordinarie risorse espressive, abbracciano certezze soprannaturali e un ampio ventaglio di argomenti teologico-sociali. Riecheggiando alcuni Padri della Chiesa come S. Agostino o S. Tommaso d'Aquino, Giovanni Paolo II ritiene la preghiera, nella quale si affida a un ampio periodare, a una grande varietà di immagini, simboli e figure retoriche, un colloquio con Dio, una ricerca di Dio che è al tempo stesso la Sua rivelazione più alta.
  • Romeo e Giulietta si fidanzarono dal basso. L'amore e il sesso: nuovi temi dei bambini napoletani. Marcello D'Orta (Curatore) Mondadori -
    Anche i bambini parlano di sesso. A modo loro, naturalmente, interpretando i discorsi degli adulti, rispondendo alle continue provocazioni erotiche dei giornali, del cinema e della televisione. Ma che cosa dicono? Che cosa pensano di questo argomento che quasi nessuno, né in famiglia né a scuola, osa affrontare con chiarezza? Il maestro Marcello D'Orta, con l'aiuto di amici e colleghi, si è preoccupato di scoprirlo. Con risultati che strappano sorrisi e, insieme sollecitano a riflettere. Il divorzio, la verginità, l'AIDS, il controllo delle nascite: le questioni più scottanti, le realtà più scabrose... I bambini capiscono e ci sorprendono.
  • Fanny Stevenson – Alexandra Lapierre. 
  • Prima Edizione febbraio 1995.
  • Le Scie – Mondadori.
  • Traduzione: Sergio Atzeni.

    Quella di Fanny Stevenson è la storia di una donna che ha vissuto mille esperienze. Lasciata la tranquilla e solida famiglia borghese d’origine per seguire il primo marito, cercatore d’oro nel deserto del Nevada, Fanny conobbe giovanissima l’indigenza morale e materiale, l’isolamento e la lotta per la sopravvivenza nei grandi spazi di una natura ostile. Disgustata dalla vita americana, lasciò il marito e si trasferì, senza denaro e senza conoscenze, in Francia. Nel cuore della vecchia Europa rappresentò l’incarnazione di un nuovo ideale femminile, the american girl, e diventò una delle prime donne pittrici nella Parigi degli impressionisti. Ma l’evento fondamentale della sua vita fu l’incontro con Robert Louis Stevenson, di undici anni più giovane di lei.
  • L' occhio di Cibele Condividi di Daniel Chavarría (Autore) S. Ossola (Traduttore) Net, 2005 -
    Atene, sotto il governo di Pericle, è nel periodo del suo massimo splendore. Ati, mendicante e stregone giunto dall'Asia, in combutta con Cleide, danzatrice sacra devota ad Afrodite, fonda una setta religiosa clandestina fondata sul culto della triade divina formata da Cibele, Afrodite e Dioniso. Grazie alla personalità carismatica di Ati nasce un movimento che accoglie prostitute, ruffiani e schiavi, capace di sfidare il governo della città. La setta sottrae dal Partenone l'occhio di Cibele, una preziosa ametista che anticamente ornava il simulacro della Madre degli dèi: un furto che sconvolge l'aristocrazia di Atene, provata dalle lotte di potere tra Pericle e Nicia, e preoccupata per l'imminente guerra contro i macedoni. “continua
  • Autosole - Carlo Lucarelli -
    «Lucarelli?» «Sì» «Mi chiedevo: ma quanto ci hai messo a scrivere questo libro?» «Non so. Era estate e "l'Unità" mi aveva incastrato a fare un raccontino ogni giorno per sostituire Serra, era in ferie e allora avevano bisogno di un raccontino al giorno. Ci ho messo poco tempo, ogni giorno, tutti i giorni. Anche a Ferragosto che poi ho scoperto dopo che nemmeno lo facevano il giornale, quel giorno lì.» «Sono tutte storie ambientate in una coda micidiale dell'autostrada.» «Sì.» «Ti è venuta l'idea una volta che sei cascato in una coda del genere?» «Io VIVO in una coda del genere. Viaggio molto, ci sono molte code, io vivo nelle code.» «Ogni racconto è un personaggio, e in un certo senso una vita.» «Sì, l'hai letto Scerbanenco?» «No.» «Be', è un po' come Scerbanenco, tutta una vita in cinque minuti, a me piace Scerbanenco». «Qual è il racconto che ti piace di più?» «Di Scerbanenco?» «No, tuo, un racconto di questo libro.» «Mi piace la storia del bambino con la pistola.» «Anche a me.» «Quella mi piace.» «E ce n'è una che non ti piace?» «No, quelle che non mi piacevano le ho tolte.» «Secondo te quanto ci deve mettere un lettore a leggere un libro come questo?» «Bella domanda. Non so.» «Prova.» «Non so, un'ora, qualcosa come un'ora. Però magari poi dovrebbe rileggerlo. Ci sono molte cose che non sono quasi dette, che scopri dopo. Mi ricordo che quando l'ho scritto, questo libro, stavo molto attento a non dire le cose più che a dirle.» «Secondo te è un bel libro?» «Sì, a me piace, è una raccolta di racconti, insomma, è quello che è, ma a me piace. Lo consiglio.» «Grazie» «Ciao.» Autosole è una catena di racconti, incolonnati come automobili in file. Ritratti completi e magistralmente compiuti, nella loro "perfetta" brevità. La raccolta, uscita per la prima volta nel 1998 ? e ancora straordinariamente attuale nella sua capacità di rispecchiare l'incubo della Grande Coda -, viene oggi riproposta con una nuova prefazione dello stesso Lucarelli. Già alla sua prima uscita, Autosole aveva conquistato Alessandro Baricco, che così aveva intervistato l'autore.
  • Una sola volta di Tony Parsons (Autore)  G. Carraro (Traduttore)  M. Pareschi (Traduttore) Mondadori, 2002 -  
    Alfie, un insegnante di inglese che sogna di diventare scrittore, si trasferisce ad Hong Kong dove incontra e sposa la donna della sua vita. Dopo un paio d'anni la giovane moglie muore in un tragico incidente subacqueo e Alfie torna a Londra profondamente infelice e incapace di rifarsi una vita, convinto di avere perso l'unica possibilità di amare davvero qualcuno. Ricomincia svogliatamente ad insegnare e si imbarca senza impegnarsi in una serie di storie sentimentali che non gli fanno cambiare idea. Solo con l'aiuto di un saggio maestro di Tai Chi, Alfie inizia ad interrogarsi sulla vera natura dell'amore e dopo aver incontrato una donna molto diversa dalle altre finirà per ricredersi.
  • CONFESSIONI DI UN BORGHESE di Sandor Marai  -
    La narrazione si apre con la descrizione del caseggiato in cui vive la sua famiglia, nella cittadina cosmopolita di Kassa, all’inizio del ‘900, mentre la civiltà danubiana tramonta per sempre. Si tratta di un palazzone dotato della vecchia corte interna, sulla quale si affacciano le vite di tutte le famiglie che vi risiedono. Vuoi o non vuoi, la corte diventa un luogo di confronto, nel quale si manifestano le differenze fra le varie etnie e fra chi è cattolico, chi protestante, chi ebreo e chi ebreo ortodosso. E se tali differenze non sfociano mai, per fortuna, nel cosiddetto “clash of civilization”, definito in tempi più recenti dal politologo Huntington, conducono comunque alla stigmatizzazione del diverso. Così, per i borghesi alla Marai, il protestante è un miscredente, un “pagano”, mentre l’ebreo è un miserabile, un po’ strano, un po’ maligno. L’antisemitismo c’è ma rimane sottaciuto, e Marai non si lascia mai scappare l’occasione per imputarlo alla sua famiglia. Vive nell’abbondanza, questa famiglia, si nutre copiosamente, soprattutto a colazione, indossa capi di foggia più fine rispetto alla media, ed ha un rapporto tutto speciale con il denaro. Un rapporto di idolatria, immancabilmente, che il lettore può individuare (forse sorridendone) nella descrizione della banca:  “I matrimoni sono quasi sempre delle mesalliances (sposalizio con persona considerata inferiore per nascita, rango o disponibilità patrimoniale, ndr). I coniugi stessi ignorano che cosa abbia finito per dividerli con il passare del tempo. Non sapranno mai che l’odio latente che pervade la loro convivenza non è dovuto soltanto al fallimento dei rapporti sessuali, ma più semplicemente a un particolare antagonismo di classe. Vagano per decenni sulle distese di ghiaccio della noia e dell’abitudine e intanto si odiano, si odiano perché uno dei due è più distinto dell’altro, perché ha ricevuto un’educazione più raffinata e tiene il coltello e la forchetta in maniera più elegante, o perché ha conservato lo spirito di casta inculcatogli sin dall’infanzia . Quando il legame sentimentale si allenta, allora non tarda a scoppiare la lotta di classe tra due persone che dormono nello stesso letto, si servono dallo stesso vassoio, e, il più delle volte, non si rendono minimamente conto di che cosa le spinga a covare quel sordo rancore, mentre in apparenza la loro vita scorre tranquilla e serena. Ciò che detestano, invidiano o disprezzano nell’altro è la classe alla quale appartiene. Ovviamente, nel caso in cui il coniuge di estrazione più elevata sia l’uomo, alle donne non dispiace starsene al sole e insediarsi in pubblico, con tutti gli onori, sul podio offerto dalla posizione altolocata del marito, mentre in privato, a tavola e a letto, si vendicano con conseguente caparbietà di quella specie di affronto originario che hanno subito. Sono rarissimi i matrimoni in cui uno dei coniugi non si senta frustrato a causa del patrimonio dissipato o delle cariche prestigiose del bisnonno dell’altro, mentre di tanto in tanto il coniuge più distinto si sente in dovere di ripetere: “A casa nostra si faceva così e così”. La lotta di classe affiora sempre in seno alla famiglia.
  • Cyclops di Clive Cussler (Autore)  Giuseppe Settanni (Traduttore) Longanesi, 1996
  • 1918: la carboniera Cyclops che trasporta trecento passeggeri e un prezioso carico affonda in circostanze misteriose al largo delle coste cubane... 1988: Raymond LeBaron, un finanziere con la passione per l'avventura, decide di recuperare la Cyclops, ma l'uomo muore, lasciando una vedova molto disposta a essere consolata. Dirck Pitt, nella veste di direttore dei Progetti Spaciali della NUMA, predispone un piano per il recupero della nave. E presto capisce che quel naufragio è solo un particolare di uno scenario complicato che vede coinvolte le massime potenze mondiali in lotta per la conquista di qualcosa che va al di là delle più sfrenate ambizioni umane. Una storia che si proietta nel futuro, fino alla prima battaglia per la conquista di una base lunare. ibs.it
  • La grande tradizione dell'umorismo ebraico ha trovato in Moni Ovadia una voce inconfondibile. Come scrisse Giovanni Raboni, «ci sarebbe impossibile ormai fare a meno di tutto ciò che Ovadia è riuscito in pochi anni a renderci, da remoto e straniero che era, famigliare e quasi nostro».
Il mondo che Ovadia attraversa nei suoi spettacoli, con la leggerezza e il pathos di un moderno cantastorie, viene in questo libro raccontato nella sua genesi e nel suo significato. Variando tra il racconto sapienziale talmudico e il fulminante motto di spirito, tra I'excursus storico sullo shtetl e le storielle sulle ineffabili nevrosi materne della yiddish mame trapiantata a New York, Ovadia ci guida alla scoperta di un umorismo profondamente dialettico che racconta la precarietà e la naturale diversità di un popolo che nasce esiliato da se stesso e dagli altri, che coltiva le proprie radici senza una terra in cui riconoscersi. Mostrando il legame inestricabiie tra il riso ebraico e il divino, Ovadia mette in luce l'irresistibile carica anarchica e liberatrice dell'umorismo yiddish. Un umorismo che scardina l'intero patrimonio di certezze, di ideologie, di pregiudizi, in cui una comunità riconosce se stessa.  L' ebreo che ride di Moni Ovadia Einaudi, 1998
  • Vincenzo Consolo - Lo spasimo di Palermo Lo spasimo di Palermo è un nostos, il racconto di un ritorno, quello del protagonista lo scrittore Gioacchino Martinez, ai luoghi amati e odiati della sua infanzia e della sua giovinezza, Palermo e la Sicilia. Ambientato in un periodo che va dalla fine della guerra ai giorni nostri, la memoria del protagonista scandaglia eventi, tragedie, illusioni e personaggi che hanno costellato la sua storia individuale.
    Il flusso della memoria prende avvio dall’interruzione, causata dai bombardamenti, di Judex, un film del 1916 di Feuillade visto all’oratorio da bambino, e si conclude con la tragedia dell’assassino di un giudice, ricalco della strage in cui rimasero vittime Borsellino e la sua scorta. E’ un doloroso riandare con la memoria tra i mali della storia individuale e collettiva. Così dice sinteticamente Vincenzo Consolo: “è un libro in cui vengono registrate le sconfitte, è soprattutto la memoria degli innocenti sopraffatti dai delinquenti.” Inevitabile appare dunque a Consolo fare i conti con la storia lacerante della sua terra fatta di interruzioni violente di sopraffazioni e sebbene questo romanzo abbia la forma del romanzo storico nulla ce lo fa ricondurre alla tradizione canonica del genere letterario. E’ assente lo schema narrativo lineare del romanzo, nessuna unità organica spazio-temporale, solo frammenti giustapposti che si ricompongono lentamente. Più volte l’autore ha dichiarato la sua avversità alla forma romanzo e di questo c’è traccia anche in quest’ultima opera: “Aborriva il romanzo, questo genere scaduto, corrotto, impraticabile. Se mai ne aveva scritti erano i suoi in una diversa lingua, dissonante, in una furia verbale ch’era finita in urlo, s’era dissolta nel silenzio.” Ed il silenzio rappresenta il limite, il filo del rasoio, quell’attrazione repulsiva in cui vive costantemente il protagonista ed anche l’autore, terrorizzato com’è da un lato dal vuoto dell’azione e dall’altro dall’inefficacia delle parole. - Sono passati quattro anni dal suo ultimo libro L’olivo e l’olivastro, e Consolo, con il suo recentissimo Lo Spasimo di Palermo, sembra aver dato ulteriormente impulso alla trattazione di temi storico-civili.  30 giugno  1999, scritture variegate Vincenzo Consolo Sciacca, Chiesa di Santa Margherita , 1999 Abbiamo incontrato lo scrittore siciliano di recente a Sciacca in occasione della presentazione del libro tenutasi nella chiesa di Santa Margherita, nell’ambito del ciclo promosso dall’Assessorato alla Cultura dal titolo Lettura con l’autore. Consolo ha parlato a lungo ma più che del suo libro ha preferito soffermarsi sulla polemica che si è generata a partire da un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa nella quale fa cenno della realtà socio-culturale di quella parte della Sicilia, il Ragusano, che proprio qualche settimana fa è stata teatro di un’ennesima strage mafiosa. “E’ venuta meno l’educazione alla legalità” afferma, “ci si è scordati dell’orgoglio di essere onesti”.
  • Tanamera di Noel Barber Sperling & Kupfer, 1982 - Una terra misteriosa, un amore proibito, quello di John e Julie, appartenenti a due mondi differenti e incompatibili. -
    Tanamera è una terra lussureggiante, affascinante e misteriosa, nel cuore dell’Asia. Due famiglie, due dinastie: i Dexter e i Soong. La prima è britannica, la seconda cinese. Due capisaldi, a loro modo. Due culture che non possono, anzi, non devono mischiarsi. Ma l’amore, si sa, è un elemento unico e non bada a queste ridicole etichette che servono soltanto a complicarci la vita… John e Julie. Lui erede di un impero economico, lei appartiene alla famiglia più ricca di Singapore. Si conoscono da quando erano bambini, da quando le famiglie intrattenevano affari. Loro giocavano liberi e i grandi si occupavano di giochi chi facevano girare migliaia di banconote. Fin qui tutto bene. Poi l’adolescenza, i primi turbamenti… E il divieto che diviene imperativo: questo amore deve cessare immediatamente. Anzi, non doveva nemmeno nascere! Purtroppo (per fortuna?) i due giovani non ascolteranno le rispettive famiglie e decideranno di divenire amanti clandestini. I segreti, soprattutto quelli troppo belli, non durano mai a lungo. E poi la guerra… La guerra uccide gli uomini, è vero. Ma non i sentimenti.
  • #RACCONTAMIUNASTORIA. FIGURACCE, antologia a cura di Niccolò Ammaniti - 
    Durante una cena estiva, dopo aver bevuto un po’, otto scrittori cominciano a confessarsi le peggiori figuracce della loro vita. Cose che il giorno dopo, da sobrio, vorresti non solo non aver raccontato, ma soprattutto mai aver vissuto. E invece dopo qualche tempo Niccolò Ammaniti li chiama e dice: avete il coraggio di scriverle? Da qui nasce un’antologia divertente, autodelatoria e un po’ folle. Sono storie di lavoro, d’amore, di incontri sbagliati in cui viene fuori che le figuracce sono svolte esistenziali e come le cicatrici ci ricordano chi eravamo e cosa siamo diventati. Autori: Niccolò Ammaniti, Diego De Silva, Paolo Giordano, Antonio Pascale, Francesco Piccolo, Christian Raimo, Elena Stancanelli, Emanuele Trevi.  Francesco Piccolo // Tutta la vita a Berlino – …tu sei in un angolo della festa e speri che almeno qualcuno si ricordi di salutarti, prima di sparire nelle notti di amore ed euforia.
  • Da qualche anno oggetto privilegiato di studi, analisi e dibattiti, la questione islamica non cessa di suscitare interrogativi, generando molteplici letture e divergenti prese di posizione.
    Al di là delle controversie, delle invettive o delle lodi che spesso ci spingono a elaborare giudizi sommari e a cadere nei facili dualismi privi di sfumature tra buoni e cattivi, moderati e fondamentalisti, predicatori della pace e dell'integrazione e convinti sostenitori del jihad, resta però aperta la domanda: di chi parliamo ricorrendo alla vaga definizione di "comunità musulmana in Italia"? Chi sono in realtà questi uomini, e quali le loro storie? Come sono mutate le loro usanze, le loro credenze, le loro abitudini a contatto con il nostro paese?  L' Italia di Allah. Storie di musulmani fra autoesclusione e desiderio di integrazione  di Cristina Giudici (Autore) Mondadori Bruno, 2005
  • Per la prima volta Emilio Fede vuota il sacco. E lo fa senza reticenze, senza complimenti, senza risparmio d'ironia né verso se stesso né verso gli altri. Racconta la sua carriera televisiva, i suoi tempestosi racconti con la redazione del TG4, i personaggi che ha conosciuto e frequentato in trent'anni di professione; ma anche i suoi vizi privati, i suoi gusti, i rapporti con le donne, la sua leggendaria dedizione a Berlusconi.  Finché c'è Fede di Emilio Fede (Autore) Mondadori, 1997 
  • 1996 - La spia improbabile di Daniel Silva, Mondadori - VITA DA SPIA SULLO SFONDO DELLA GUERRA MONDIALE Una spy-story mozzafiato - La spia improbabile - uscita dalla penna di Daniel Silva, ora pubblicata in Italia per i tipi della Mondadori, con traduzione di Piero Spinelli, dopo il grande successo di best-seller in America. Giornalista e poi executive producer di celebri programmi d'attualità politica presso la CNN, l'autore ricorre alla sua preziosa esperienza professionale per dare vita alla struttura narrativa di questo romanzo d'azione, ambientato durante la seconda guerra mondiale, ma scritto a pannelli scorrevoli, quasi quinte teatrali che - con sapienti salti di scena - portano il lettore dagli Stati Uniti alla Germania e poi ancora in una Londra martoriata dai bombardamenti tedeschi.
    Silva descrive l'atmosfera dei luoghi, il paesaggio, ci fa udire il brusio della folla e il tono delle voci protagoniste, introducendoci nel suo romanzo vissuto quasi in "stereofonia", tanto ci è dato di entrare con naturalezza nella pagina. 

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