Martedì 21 maggio alle 18,00 Libreria Vitanova, viale Gramsci 19
presentazione del libro “Chiamami Iris” (L’Erudita edizioni) di Enza Alfano.
Dopo l’introduzione di Piero Antonio Toma, ne parlerà con l’autore lo scrittore Lucio Rufolo.
La piccola Iris e zia Assunta si appartengono, la loro unione è forte e indissolubile. Una bambina e un'anziana ammalata che, sole al mondo, non riescono ad accettare la separazione imposta dall'assistente sociale. Iris cresce sola, nell'immobile ritmo del chiostro, combattendo tra costrizioni e desideri. Suor Irene è straziata da una vita che le sta stretta, divisa tra l'abito monacale e le pulsioni di un amore inconfessabile. Orizzonti passati e presenti si incrociano in un susseguirsi di analessi e prolessi del racconto, passando da una primitiva e fiabesca Scilla a una Napoli tinta di miserie e severità della vita in convento.
Chiamami Iris, messaggera propiziatrice di arcobaleno/speranza. Evoca il senso dell’intera narrazione il semplice quanto suggestivo titolo dell’ultimo romanzo di Vincenza Alfano, pubblicato da L’Erudita.
Giornalista e docente, sia di liceo chedi corsi di scrittura creativa, innamorata della letteratura «che
moltiplica le nostre possibilità di vivere all’infinito», l’autrice ha
iniziato a scrivere nel 2002 su «suggerimento/provocazione di uno
studente», dopodiché ha pubblicato varie raccolte di racconti, romanzi e
un manuale per aspiranti scrittori, oltre ad avere partecipato ad
antologie collettive anche come curatrice (basti pensare a Napoli in cento parole, da cui traspare tutto l’amore per la sua città, dalle «radici culturali profondissime, mai dimenticate»).
Chiamami Irissi presta a diverse possibili letture.
È in primis un romanzo di formazione,
che racconta la progressione della protagonista bambina verso l’età
adulta, il suo accidentato percorso per comprendere se stessa e cercare
di dare un senso al proprio stare nel mondo
In secondo luogo è una parabola sugli effetti devastanti della solitudine e della negazione di sé, frutto della repressione dei propri fisiologici impulsi, esulla difficoltà di rielaborare il lutto della perdita, soprattutto quando avviene nell’infanzia, ma anchesul potere salvifico dell’amicizia e dell’amore, già epicentrodel precedente romanzo Balla solo con me.
Chiamami Iris è da ultimo una storia di ribellione; malgrado
l’intermittente invidia per la capacità di omologarsi delle compagne si
tratta di una ribellione,oscuramente percepita come segno
identitario,alle regole ferree e spesso incomprensibili del convento,
che si fanno simbolo delladurezza della legge, umana o divina,in contrapposizione all’ancestrale richiamo della vita rappresentato dall’amore.
Dilaniata da tragici dissidi interiori, sospesa tra presente e passato, realtà e sogno, tensione verso il futuro e nostalgico attaccamento ai propri fantasmi, ma anche tra bisogno di riannodare «il legame carnale con la vita» e voglia di rispettare il voto monacale, ansia di buttarsi nella baraonda del mondo e desiderio di esserne protetta, la protagonista di Chiamami Iris è abitata dall’angoscia di infiniti abbandoni, un’angoscia che la spinge nel tunnel dell’anoressia, descritto con un realismo insieme crudo e poetico.
«La distanza
accresceva il desiderio di vicinanza. E il dolore era indomabile,
occupava tutti gli spazi, smagriva il suo corpo già esile.
[…] Il deperimento le
assottigliava la carne, lei si sentiva attraversata da un’ebbrezza
incosciente, l’avrebbe condotta alla morte. Aspettava paziente, convinta
che fosse solo questione di tempo».
«Toccami. Sono Iris. Sono l’orfana. Sono la bambina abbandonata. Sono la
bambina accolta nella casa di una zia troppo anziana. Sono la
deportata. Sono la monacata. Sono la condannata a non essere donna, a non essere madre. Adesso è il mio corpo che reclama la libertà che io ho ceduto senza nessuna costrizione.»
Chiamami Iris: un toccante cammino verso l’età adulta, attraverso la trasformazione del dolore in scoperta di sé e affermazione della vita. Giorgia Rovere http://www.sulromanzo.it/blog/dalla-sofferenza-alla-scoperta-di-se-chiamami-iris-di-vincenza-alfano
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