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mercoledì 26 febbraio 2025

Giampaolo Pansa - Ti condurrò fuori dalla notte

Nel centro di Parigi, in una grande casa da ricchi, vive Angela Mercier, una giovane donna dal corpo malizioso e dallo sguardo determinato. Un giorno del febbraio 1997, Angela apprende che in Italia è sparito all’improvviso il famoso giornalista Bruno Viotti. Molti lo danno per morto, ma la ragazza, spinta da una ragione che soltanto lei conosce, si mette in caccia per trovarlo e fargli pagare un conto che riguarda la propria vita. Viotti è ancora in grado di saldare il debito? Angela tenta di scoprirlo con un viaggio a ritroso nell’esistenza del giornalista, per capire quale uomo sia stato e sciogliere l’enigma che avvolge la sua fuga dal mondo. 
Una forza sconosciuta, nient’altro che il destino, la spinge ad approdare in Sardegna, sulla costa delle miniere scomparse. Un pianeta dalla bellezza intatta e anche un luogo di magie, di premonizioni e di fantasmi, che emergono dalle viscere di quell’Eldorado barbarico dove, un tempo, si celavano tesori d’argento, di piombo e di zinco e dove migliaia di uomini e di donne hanno lavorato e sofferto come schiavi. Fra le dune di Piscinas, un immenso altare di sabbia eretto dal vento, e il cupo castello di Ingurtosu, Angela risolve il suo problema, ma ne incontra un altro: la ferocia di una guerra che lei non ha conosciuto, quella del terrorismo che ha insanguinato l’Italia per vent’anni. Viotti è stato inghiottito da questa notte interminabile, piena di morti che ritornano, gonfia di ossessioni capaci di tormentare chi ha assistito impotente a tanti delitti... Più ancora che nei precedenti romanzi, Pansa sa fondere qui l’invenzione narrativa e la storia di una strage senza fine. Da piazza Fontana all’ultimo crimine delle Brigate rosse, le figure create dalla sua fantasia s’intrecciano con le persone vere che hanno sofferto per uno scontro folle, ingaggiato da una parte sola. Bisogna ricordare tutto o è più saggio dimenticare? Toccherà ad Angela rispondere al dilemma e condurre fuori dalla notte quel Bruno Viotti tanto cercato: un cinquantenne bizzarro, forte e debole, testardo e impaurito, al quale la ragazza di Parigi è legata da un segreto che neppure lui immagina. Sarà questo segreto ad aspettare al varco i lettori, per prenderli di soppiatto, come in un agguato. E qui, ad attenderli, troveranno una vicenda d’amore di un genere speciale, che tutti noi abbiamo in qualche modo vissuto. libreriabiellese.com
  • ISBN: 9788820027452
  • EDITORE: Sperling & Kupfer
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1998
  • COLLANA: Narrativa
  • Pag. 323 - Copertina rigida con sovraccoperta.

martedì 25 febbraio 2025

Rossano Astarita - “Tre racconti di architetture, vite e libri” | Giannini Editore

È il volume numero ventidue della celebre collana Sorsi, idea vincente della Giannini Editore che torna in libreria con “Tre racconti di architetture, vite e libri” di Rossano Astarita.
Questo Sorso è composto da tre racconti di architetture, matrimoni e libri ambientati in Campania. Scritti per gioco o per necessità, questi tre testi raccontano come le architetture e i libri siano contenitori di vite, e quindi di emozioni, di sentimenti a volte convergenti a volte contrastanti. Le architetture e i libri disegnano sempre, davanti a noi e dentro di noi, nuove geografie, panorami, quin-te sceniche della vita di tutti i giorni. E poi entrambi, sia le architetture sia i libri, spesso ci capitano addosso indipendentemente dalla nostra volontà, o proprio ci inseguono. Così è la fabbrica Olivetti di Pozzuoli per l’operaio Vincenzo Artiaco che vi trascorre la vita; così è il grande condominio dei Ponti Rossi per la giovane Marialivia che lì dentro non vuole andare ad abitarci; così è per il protagonista del terzo racconto, il quale, in un serrato botta e risposta con l’ex-moglie attraverso copertine di libri sul comodino, descrive il tempo della separazione e la prospettiva di una nuova vita, nella quale si troverà comunque a dover fare i conti con la casa e le cose del passato. Sullo sfondo, a tener insieme i tre racconti, c’è la figura dell’architetto che, tra certezze e irrisolutezze, come scrisse un poeta a metà degli anni ’50 del Novecento, prima di essere tale “deve saper essere tante altre cose”.
Rossano Astarita è di Meta di Sorrento (Na) architetto, dottore di ricerca in Storia e critica dell’architettura, è autore di libri e saggi su Alfonso Gatto, Anna Maria Mazzucchelli, Luigi Cosenza, Roberto Pane, Lamont Young, Adriano Olivetti, Dante O. Benini, tra i quali si segnalano Casa-bella Anni Trenta, Jaca Book, Milano 2010 e la nuova edizione (e-book) de Gli Architetti di Olivetti, Franco Angeli, Milano 2012. Ha collaborato a mostre e pubblicato in volumi collettanei sull’iconografia urbana. Ha insegnato per numerosi anni Storia dell’architettura all’Università di Napoli “Federico II” e Museologia all’Università degli Studi del Molise, prima di ottenere nel 2014 l’ abilitazione scientifica nazionale quale professore associato di Storia dell’architettura e Restauro. Da allora svolge la sola professione di architetto. Per i tipi della Giannini ha già pubblicato La Fabbrica Felice (Giannini, Napoli, 2013). Giannini Editore

sabato 22 febbraio 2025

Moni Ovadia - Oylem Goylem

La lingua, la musica, e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di Oylem Goylem. Si potrebbe dire che lo spettacolo ha la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte della cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica.Moni Ovadia e i suoi musicisti danno vita a una rappresentazione basata sul ritmo, sull’autoironia, sull’alternanza continua di toni e di registri linguistici, dal canto alla musica; una grande carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti e citazioni dotte, scherzi e una musica che fa incontrare il canto liturgico con le sonorità zingare.

Uno spettacolo che “sa di steppa e retrobotteghe, di strade e sinagoghe”. Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama il “suono dell’esilio, la musica della dispersione”: in una parola della diaspora.. La Moni Ovadia Stage Orchestra si rifà alla tradizione della musica klezmer nell’incrocio di stili, nell’alternanza continua dei toni e degli umori che la pervadono, dal canto dolente e monocorde che fa rivivere il clima di preghiera della sinagoga all’esplosiva festosità di canzoni e ballate composte per le occasioni liete.Oylem Goylem è un esempio di come in uno spettacolo di centoventi minuti si possono fondere umorismo e tradizione, intelligenza colta e gusto popolare in una formula linguisticamente internazionale.

  • OYLEM GOYLEM di e con Moni Ovadia
  • e con Moni Ovadia Stage Orchestra
  • Giovanna Famulari violoncello
  • Marian Serban cymbalon
  • Gian Pietro Marazza fisarmonica
  • Massimo Marcer  tromba
  • Michele Gazich violino
  • scene e costumi Elisa Savi
  • progetto sonoro Mauro Pagiaro
  • produzione Corvino Produzioni, CTB Centro Teatrale Bresciano

https://www.teatrodinapoli.it/evento/oylem-goylem/ 

Il libro "Oylem Goylem" racconta di un popolo intero che ha saputo vivere tra cielo e terra, di un popolo senza patria, senza confini, senza burocrazia, senza esercito, senza coltelli in tasca, eppure popolo. Un popolo che ha saputo vivere l’orrore senza perdere mai la santificazione della vita, e la vita l’ha santificata anche con un dirompente umorismo. Un umorismo che cercava di essere una risposta disarmata e sublime alla brutalità».Moni OvadiaIl libro: Oylem Goylem. Il mondo è scemo è il copione da cui lo spettacolo ha avuto origine. Un copione che nel tempo ha subito modifiche o aggiunte, e nel quale è possibile trovare i testi che si sono succeduti nel corso delle stagioni teatrali.

Con uno scritto di Claudio Magris.Il DVD: La registrazione di Oylem Goylem effettuata dal vivo al Teatro della Corte di Genova nel 2004. Con gli speciali inediti Genesi di Oylem Goylem, Il mondo di Oylem Goylem e il Backstage dello spettacolo.

Le scene: · Prologo · Il talento per le finanze · La dieta del ghetto · L’esilio · La lingva mama · La correttezza commerciale · Un rabbino su misura · Milioni di ombre · L’identità ebraica · Epilogo.

«Oylem Goylem è un vertice e insieme un momento germinale dell'arte di Ovadia» Claudio Magris www.einaudi.it/catalogo-libri/poesia-e-teatro/teatro/oylem-goylem-moni-ovadia-9788806179205 

mercoledì 19 febbraio 2025

U2 | Beautiful Day

Beautiful Day è un singolo del gruppo musicale irlandese U2, pubblicato il 9 ottobre 2000 come primo estratto dal decimo album in studio All That You Can't Leave Behind.

È stato il loro quarto singolo al numero 1 nel Regno Unito ed ha raggiunto la vetta delle classifiche di molti altri paesi. Il brano ha trionfato ai Grammy Awards 2001 in tre categorie: Registrazione dell'anno, Canzone dell'anno e Miglior performance rock di un duo o un gruppo.

You’re on the road
but you’ve got no destination
You’re in the mud,
in the maze of her imagination
You love this town
even if it doesn’t ring true
You’ve been all over
and it’s been all over you
Sei in strada
ma non hai nessuna meta
Sei impantanato,
nel labirinto della sua immaginazione
Tu ami questa città
anche se non suona vero
Sei stato dappertutto,
e c’è stato di tutto sopra a te

Beautiful Day venne composta in diversi fasi, prendendo forma da una composizione intitolata Always (successivamente pubblicata come lato B) che la band aveva provato agli Hanover Quay Studio.Tuttavia, gli U2 non erano completamente soddisfatti, come riferito dal chitarrista The Edge. Quando Bono arrivò con il testo di Beautiful Day, la canzone prese una direzione differente. Il coro di sottofondo eseguito da Edge fu improvvisato in studio una sera con il produttore Daniel Lanois.

Durante le fasi di lavorazione dell'album All That You Can't Leave Behind, la band decise di prendere le distanze dallo sperimentalismo degli anni novanta con la musica elettronica in favore di un "ritorno al tradizionale sound U2". Ciò portò a dei dissidi interni alla band quando The Edge si mise a suonare sul pezzo utilizzando la sua chitarra Gibson Explorer come ai tempi di War (1983). Bono era particolarmente restio a rispolverare quelle sonorità, ma alla fine fu Edge ad avere la meglio. Sebbene il gruppo fosse alla ricerca di sonorità più scarne e rock, uno dei momenti più caratteristici della canzone si ebbe quando il produttore Brian Eno aggiunse agli accordi una beat box e una parte d'archi al sintetizzatore all'inizio del brano.

Video musicale Il videoclip è interamente girato all'aeroporto di Parigi Charles de Gaulle, dove si vede il gruppo girare per buona parte dell'aeroporto e infine suonare su una pista con aerei che partono e atterrano alle loro spalle dopo averli sorvolati.

Un video alternativo per la canzone girato ad Èze in Francia è stato incluso nel DVD The Best of 1990-2000 ed in U218 Videos. Un mese prima dell'uscita dell'album, una versione dal vivo di "Beautiful Day" è stata girata a Dublino sul tetto dell'hotel The Clarence, ed è stato compreso fra i bonus del DVD Elevation 2001: Live from Boston. it.wikipedia.org

  • U2 - Beautiful Day (Official Music Video) 
  • Beautiful Day
  • Backing Vocals – Daniel Lanois, The Edge
  • Engineer [Additional] – Stephen Harris, Tim Palmer
  • Keyboards – Brian Eno
  • Lyrics By – Bono
  • Mixed By – Steve Lillywhite
  • Producer [Additional Production] – Steve Lillywhite
  • Programmed By – Brian Eno
Testi e musiche di Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen.

  1. Beautiful Day – 4:06
  2. Summer Rain – 4:06
  3. Always – 3:46

Formazione

Gruppo

  • Bono – voce
  • The Edge – chitarra, cori
  • Adam Clayton – basso
  • Larry Mullen Jr. – batteria

Altri musicisti

  • Brian Eno – sintetizzatore


domenica 16 febbraio 2025

Graham Greene - Brighton Rock

Traduzione dall'inglese di Alessandro Carrera
Titolo originale: 
A cura di Domenico Scarpa
Nota di Giorgio Fontana
Brighton, anni Trenta. Una lotta tra bande criminali infuria nell’oscuro mondo sotterraneo della cittadina, tra corse di cavalli, racket, sesso e povertà. Un omicidio spietato, un gangster da incastrare, una detective inconsueta e una testimone da proteggere in un thriller avvincente con una trama doppia e nerissima che racconta un mondo di solitudine e paura, di una vita vissuta sul «bordo pericoloso delle cose».
Hale, un piccolo giornalista prestato più alle campagne pubblicitarie che non ai reportage, sa di dover morire, una volta sceso alla stazione di Brighton – la Brighton colorata delle vacanze inglesi ma che qui diventa, grazie al tocco pittorico della penna di Graham Greene, un labirinto cupo e grigio, una perfetta «Greeneland».
La fine violenta di Hale è dettata da una lotta tra bande criminali, e diventa il motivo scatenante di una trama doppia e nerissima. Da un lato l’indagine della strana Ida Arnold che vuole svelare l’omicidio. Ida è una specie di materialista magica, è atea ma devota a piccoli rituali superstiziosi. Dall’altro lato c’è Pinkie, il Ragazzo, il vero protagonista, che si trova a essere un giovanissimo capobanda. Con tutti i mezzi, con nuove efferatezze agisce per coprire le tracce. A questo scopo seduce la piccola Rose, pericolosa testimone. Pinkie è un sociopatico, un ossessivo: un asceta del male cattolicissimo vocato a una terribile redenzione al contrario. E Rose è la vittima ambigua che lo accompagna nella sua visione, fino alla fine impensabile e inquietante.
Una delle grandezze della creatività di Graham Greene che attrae e turba, è quella di costruire polizieschi che sono anche spietate indagini morali. Forse più in questo che in altri suoi romanzi, che costò all’autore l’etichetta di scrittore cattolico e un poco eretico. Quello che gli interessa è avvincere il lettore nella storia costringendolo a guardare a cruciali opposizioni: come quella tra giusto-sbagliato contro bene-male, oppure quella tra la misericordia e i suoi misteriosi limiti. «Pubblicato nel 1938, che cosa è – anche – Brighton Rock in anni nei quali si può dire che ogni libro di Greene sia un presagio di quanto sta per succedere in Europa? La carriera di Pinkie si fa leggere anche come uno scongiuro, chissà se e fin dove inconsapevole, sulla resistibile ascesa di un Hitler in erba, che qui è cresciuto nelle scuole popolari inglesi e nello sprofondo della città più sbarazzina d’Inghilterra» (Domenico Scarpa nella Nota al volume).
  • 464 pagine
  • EAN 9788838945236
  • Formato e-book: epub
  • Protezione e-book: acs4
  • LIBRO 16,00 euro
  • E-BOOK 9,99 euro
Autore
Graham Greene (1904-1991), scrittore, giornalista, autore di reportage di viaggio, ma anche agente segreto di Sua Maestà Britannica, Sellerio ha già pubblicato Il console onorario (2019), Il treno per Istanbul (2019), Il fattore umano (2020), Una pistola in vendita (2020), Il terzo uomo (2021), In viaggio con la zia (2022), Un Mondo tutto mio. Diario dei sogni (2022), Brighton Rock (2023), Fine di una storia (2024) e sono in via di pubblicazione, tra gli altri: I commedianti, Il nocciolo della questione, L’americano tranquillo. www.sellerio.it
La roccia di Brighton (titolo orig. Brighton Rock) è un romanzo di Graham Greene, pubblicato nel 1938, in seguito adattato in film e per il teatro. Thriller omicida, ambientato nella Brighton degli anni Trenta del XX secolo, è il primo dei romanzi dell'autore a indagare i temi Cattolici e le questioni della morale, dei privilegi di classe e di come la natura del male sia ambivalente e paradossale. La storia si riallaccia a una precedente opera di Greene, Una pistola in vendita, in cui è menzionato il personaggio Kite. L'uccisione del capobanda Kite da parte di Raven permette a Pinkie di assumere il controllo della gang, il che dà l'abbrivio agli avvenimenti del romanzo.
Il titolo fa riferimento a un dolce venduto tradizionalmente nelle località di mare, usato come metafora del carattere umano.
  • Personaggi principali
  • Pinkie: l'antieroe del romanzo, spietato con le sue vittime, ossessionato e al contempo disgustato dal sesso e dai rapporti umani. È il capo della banda nonostante sia il più giovane (17 anni).
  • Dallow: il vice di Pinkie. È l'unico membro della banda di cui Pinkie si fidi.
  • Cubitt: un altro membro della banda che vive con Pinkie e Dallow. Lascia la banda quando Pinkie rivela di aver ucciso Spicer.
  • Spicer: un membro anziano della banda. Sin dall'inizio esprime disagio per la crescente violenza della gang. Pinkie non si fida di lui e lo uccide per paura che egli passi informazioni incriminanti a Ida Arnold o alla polizia.
  • Rose: una ragazza povera, modesta e ingenua che diventa la fidanzata e poi la moglie di Pinkie. Anche lei è cattolica come Pinkie e si innamora di lui, mentre Pinkie si interessa a lei solo per impedirle di rivelare prove incriminanti. Pinkie di solito prova repulsione nei suoi confronti tuttavia prova talora tenerezza per lei.
  • Ida Arnold: Ida assume il ruolo di detective dando la caccia a Pinkie per dare giustizia a Hale. Questo è il motivo originario, ma poi, quando scopre che Pinkie sta per sposare Rose, Ida dà la caccia a Pinkie anche per salvare la ragazza. In questo romanzo Ida rappresenta la forza della giustizia e, in contrasto con Pinkie e Rose, è dalla parte del "Bene" contro il "Male". Ida ottiene informazioni da Cubitt dopo che questi è stato cacciato dalla banda, fatto che aiuta moltissimo le sue indagini.
Teatro
  • Eric Linden interpretò Pinkie nella produzione alla Catholic University of America Theatre in Washington, D.C. scritta da Walter Kerr e Leo Brady. Lo spettacolo fu diretto da Kerr e della Dr. Josephine McGarry Callan. Andò in scena dal 4 al 10 febbraio 1942.
  • Richard Attenborough e Dulcie Gray furono i protagonisti della produzione drammatica teatrale originale al Garrick Theatre nel 1943. La performance della Gray nel ruolo della sfortunata cameriera Rose procurò all'attrice un contratto con la Gainsborough Pictures; invece, fu scartata per il ruolo di Rose nella versione cinematografica del romanzo, Brighton Rock, del 1947, e al suo posto fu scelta Carol Marsh.
  • Bryony Lavery ha adattato il romanzo in spettacolo teatrale, che debuttò al York Theatre Royal nel febbraio 2018, poi replicato nel Regno Unito.
Film
Brighton Rock, 1948.
  • Graham Greene e Terence Rattigan scrissero la sceneggiatura per l'adattamento cinematografico prodotto e diretto da John and Roy Boulting, e con Gerald Mitchell come assistente alla regia. Nel film Richard Attenborough aveva il ruolo di Pinkie, Carol Marsh quello di Rose, William Hartnell interpretava Dallow e Hermione Baddeley Ida. Il momento clou del film si svolge al Palazzo West Pier di Brighton, mentre nel romanzo il finale si svolge nella vicina città di Peacehaven. Negli USA il film uscì con il titolo Young Scarface.
Brighton Rock, 2010.
  • Rowan Joffe ha diretto La roccia di Brighton, del 2011, con gli attori Sam Riley e Andrea Riseborough rispettivamente nei ruoli di 'Pinkie' e Rose, e con Helen Mirren nel ruolo di Ida Arnold. Le scene del film sono state girate a Eastbourne nell'ottobre del 2009 (con Eastbourne Pier al posto del Palace Pier di Brighton). Le scene relative al Regency Cafe sono state girate a Page Street, Westminster, il 6 dicembre 2009. Il film è ambientato negli anni Sessanta, e non nell'Inghilterra degli anni Trenta del testo. Il film si è classificato al 54º posto al London Film Festival (ottobre 2010), nella sezione film a sorpresa. it.wikipedia.org

giovedì 13 febbraio 2025

Museo Irpino - “𝗜𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶 𝗶𝗻 𝗕𝗶𝗯𝗹𝗶𝗼𝘁𝗲𝗰𝗮” dal 15 Febbraio al 15 Novembre 2025.

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𝟭𝟱 𝗙𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼 - 𝟭𝟱 𝗡𝗼𝘃𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟱
𝗕𝗶𝗯𝗹𝗶𝗼𝘁𝗲𝗰𝗮 𝗣𝗿𝗼𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗦. 𝗲 𝗚. 𝗖𝗮𝗽𝗼𝗻𝗲
Si rinnova l’appuntamento con “𝗜𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶 𝗶𝗻 𝗕𝗶𝗯𝗹𝗶𝗼𝘁𝗲𝗰𝗮” dal 15 Febbraio al 15 Novembre 2025.
Presentazioni di libri, incontri, seminari e laboratori, coinvolgeranno autori locali, nazionali e case editrici.
𝟮𝟭 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 animeranno le sale della Biblioteca Provinciale , altre si svolgeranno presso il Museo Irpino nella sede del Complesso Monumentale
Carcere Borbonico.
Un programma ricco e diversificato promosso dalla Provincia di Avellino e ideato dalla Biblioteca provinciale S. e G. Capone di Avellino.
Per info 0825/790515
bibliotecaprovincialecapone@provincia.avellino.it

domenica 2 febbraio 2025

LILIANA, film documentario diretto da Ruggero Gabbai

  • LILIANA
  • ANNO 2025
  • DURATA 85'
  • REGISTA Ruggero GABBAI
  • DISTRIBUZIONE Rai Cinema
  • PRODUTTORE Forma International 

Liliana è un documentario di Ruggero Gabbai che ripercorre la testimonianza della senatrice a vita Liliana Segre legata all'arresto, alla deportazione e allo struggente addio al padre. Il film si basa su accostamenti, rimandi e contrasti tra il racconto storico e il ritratto contemporaneo di una delle donne più importanti del panorama italiano. Il film mette in luce gli aspetti meno conosciuti della senatrice, facendo scoprire una figura culturale e olitica moderna e appassionata nel trasmettere alle nuove generazioni un messaggio di libertà e uguaglianza. A raccontarla sono le voci delle persone a lei vicine: i figli, i nipoti, personaggi pubblici come Ferruccio De Bortoli, Mario Monti, Geppi Cucciari, Fabio Fazio, Enrico Mentana, i carabinieri della scorta, che permettono di avvicinarsi a una Liliana più familiare e privata.

Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma tra gli applausi commossi del pubblico, LILIANA, film documentario diretto da Ruggero Gabbai, racconta la straordinaria storia della senatrice a vita Liliana Segre.