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mercoledì 30 aprile 2025

Jean Giono - L'uomo che piantava gli alberi.

L'uomo che piantava gli alberi. Durante una delle sue passeggiate in Provenza, Jean Giono ha incontrato una personalità indimenticabile: un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Nonostante la sua semplicità e la totale solitudine nella quale viveva, quest’uomo stava compiendo una grande azione, un’impresa che avrebbe cambiato la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future. Una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia esemplare che racconta «come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione». salani.it/libri

L'UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI (Jean Giono) Film d'animazione di Frédérick Back tratto dal romanzo di Jean Giono. Vincitore del premio Oscar per il miglior cortometraggio d'animazione nel 1988. Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l'idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce

La storia ha inizio nel 1913, quando il giovane narratore intraprende un'escursione a piedi sulle pendici provenzali delle Alpi. Il narratore finisce le scorte d'acqua mentre si trova in una vallata deserta e senza alberi, dove cresce solo lavanda selvatica, senza alcun segno di civilizzazione, eccetto un villaggio ormai abbandonato, con strutture diroccate e la fonte secca. Il ragazzo incontra un pastore assieme al suo gregge di pecore, che gli offre l'acqua dalla sua borraccia. Tale pastore viene descritto come un individuo piuttosto silenzioso, e ospita il giovane narratore nella sua casa. Nella giornata successiva il narratore lo segue nelle sue attività. Scopre che egli pianta ogni giorno 100 ghiande e ne ascolta la storia: divenuto vedovo, ha deciso di migliorare il luogo desolato in cui vive facendovi crescere una foresta, un albero per volta. Il suo nome è Elzéard Bouffier, ha cinquantacinque anni, si è ritirato sui monti e ha piantato in tre anni 100.000 ghiande. Si aspetta che ne nascano 10.000 querce. Dopo questo incontro, il narratore combatte come soldato di fanteria nella prima guerra mondiale.

Dopo il congedo, torna negli stessi luoghi nel 1920, sorprendendosi alla vista della trasformazione del paesaggio, con alberi ormai alti, non solo querce ma anche faggi e betulle, nelle zone più umide. L'acqua scorre nuovamente nei ruscelli una volta secchi, e la foresta raggiunge ormai un'estensione di 11 km. Ritrova anche Elzéard Bouffier, divenuto apicoltore, che continua a visitare ogni anno. Elzéard Bouffier continua a piantare alberi e la foresta continua negli anni successivi ad estendersi. Le popolazioni vicine si accorgono della trasformazione, ma la attribuiscono a fattori naturali. Nel 1935 la nuova foresta viene visitata da una delegazione governativa e viene messa sotto la protezione dello Stato. Dopo la seconda guerra mondiale, in seguito alla trasformazione del paesaggio, anche il villaggio abbandonato viene nuovamente popolato e sorgono nuove fattorie e coltivazioni nei dintorni, e la gente in zona deve gran parte della sua felicità a Elzéard Bouffier. Il racconto si conclude con la notazione della morte serena in una casa di riposo di Elzéard Bouffier nel 1947.

L'autore ha spiegato, in una lettera del 1957 a un rappresentante della città di Digne:
Mi dispiace deludervi, ma Elzéard Bouffier è un personaggio inventato.
L'obiettivo era quello di rendere piacevoli gli alberi,
o meglio, rendere piacevole piantare gli alberi.

Nel 1990 il sassofonista Paul Winter 

ha pubblicato il lavoro The Man Who Planted Trees col gruppo Paul Winter Consort.

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