Il bell'Antonio è un film del 1960 diretto da Mauro Bolognini, liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Vitaliano Brancati.
Rispetto al romanzo di Brancati (che, deceduto nel 1954, ebbe comunque attribuito postumo il soggetto del film), la vicenda è spostata di una trentina d'anni, ovvero nella Catania dei primi anni sessanta, e i fatti narrati nel libro sono sintetizzati e accorpati, quando non omessi del tutto; inoltre viene sorvolata la critica antifascista, che svolgeva un ruolo predominante nell'opera di Brancati, e la vicenda si svolge con tempistiche molto più ravvicinate.
Il giovane catanese Antonio Magnano torna a casa dei genitori dopo aver studiato e vissuto a Roma. Bello ed elegante, Antonio è assai ambito dalle ragazze; per di più la sua famiglia ha fama di avere componenti molto "virili". Il padre chiede ad Antonio, prossimo ai trent'anni, di abbandonare la vita da scapolo e di prender moglie, indicando Barbara, la figlia del notaio Puglisi, quale donna ideale in quanto "ben fatta, onesta e ricca".
A una festa suo cugino Edoardo gli mostra per la prima volta la fotografia di Barbara Puglisi: Antonio viene immediatamente conquistato dalla sua bellezza. Tornato a casa, Antonio sveglia i genitori e annuncia loro immediatamente la sua intenzione di sposarla. I genitori, Alfio e Rosaria si congratulano per la scelta di una ragazza seria e di buona famiglia. Un ruolo di prima importanza per questo matrimonio combinato dalle famiglie è lo scambio di favori tra le due parti, che siano legali oppure no.
Nei primi mesi gli sposini si dimostrano grande affetto, anche se non vanno oltre baci appassionati, ma dopo un anno dal matrimonio si presenta a casa Magnano il padre di Barbara, che si lamenta con don Alfio del fatto che la figlia sia ancora vergine. Incredulo, il cavaliere lo scaccia e subito telefona al figlio per sincerarsi che quelle del consuocero siano solo basse insinuazioni. Antonio conferma da parte sua che le cose vanno bene.
La famiglia di Barbara era venuta a sapere parecchi mesi prima che il matrimonio non era stato consumato, ma non aveva ritenuto opportuno intervenire. Solo in un secondo tempo, quando si presenta l'occasione di combinare un matrimonio finanziariamente più vantaggioso, il padre di Barbara, senza che né Antonio né la sua famiglia sappiano niente, procede presso la Sacra Rota per far annullare il matrimonio in quanto non consumato; per di più con il consenso di Barbara, per la quale si è anche trovato un nuovo pretendente di ricca famiglia, il duca di Bronte.
Antonio è in collera con il suocero e ora si trova respinto anche dalla moglie, che gli rivela tutta la sua ostilità. Sconvolto, non può far altro che sfogarsi con Edoardo, al quale rivela le sue prime infelici passioni a Roma, vanificate dall'impotenza, che un tempo non si verificava; con Barbara, di cui si era subito innamorato, era convinto che le cose avrebbero funzionato. Arriva comunque il giorno in cui il matrimonio viene annullato e Barbara sposa il ricco duca, lasciando Antonio nello sconforto e Alfio nella rabbia. Quest'ultimo, per orgoglio virile e familiare, si intrattiene quella sera stessa con una prostituta, e proprio in tale frangente muore d'infarto.
Antonio è ancora innamorato di Barbara e non può che vivere nel suo struggente ricordo. Poco tempo dopo Santuzza, la giovane servetta di casa Magnano, rimane incinta e Rosaria, interrogandosi su chi possa essere il padre, si volta verso Antonio, che non le risponde, lasciandola pertanto credere quello che desidera. Rosaria, colma di gioia, annuncia le prossime nozze del figlio con la ragazza, anche e soprattutto per ristabilire l'onore della famiglia. Si tratta di una gravidanza che arriva al momento opportuno: la servetta avrà un marito, il figlio avrà un padre, Antonio e la famiglia godranno di un improvviso salvataggio del loro onore di fronte alla società.
Nella sequenza finale, Antonio riceve una telefonata di Edoardo, che si congratula col cugino ma gli dice anche, con tono risoluto, di voler essere lui il padrino di battesimo: tutto lascia dunque pensare che sia Edoardo (peraltro in passato già interessato a Santuzza) il vero padre del bambino. it.wikipedia.org
Il bell'Antonio è un romanzo di Vitaliano Brancati pubblicato nel 1949. Per questo romanzo Brancati riceverà, nel 1950 il Premio Bagutta.
1930. Il protagonista è il bellissimo giovane Antonio Magnano, che vive a Catania in pieno periodo fascista. Ha la fama di seduttore e per questo è invidiato dagli uomini e ambito dalle donne. Ma sarà proprio questa fama a rovinarlo. Si sposa con Barbara, la figlia di un ricco notaio della città, ma dopo tre anni di matrimonio emerge, con tutta la sua infamia, l'incapacità di "farsi onore" con una donna, colpa gravissima per la cultura siciliana degli anni trenta. Quando ammette la sua impotenza la sua vita cambia radicalmente, e da persona invidiata passa allo stato di uomo deriso. Lorenzo Calderara, la figura del federale fascista, è ispirata a Vincenzo Zangara che diverrà vice-segretario nazionale del Partito nel 1937.
Con il romanzo lo scrittore riprende i motivi del "Don Giovanni" producendo un romanzo corale. Nel descrivere un ambiente cittadino, effettivamente riconoscibile nella Catania di quegli anni, delinea un contesto che assomiglia a una grande commedia antica e che rappresenta, in fatto di "orchestrazione", un grande progresso nei confronti del Don Giovanni.
Il romanzo utilizza il tema dell'impotenza sessuale come opposizione verso la mentalità che incarna nella virilità un valore assoluto o, più in generale, un dissenso verso una società che nasconde sotto il fanatismo politico e sessuale un vuoto profondo.
Nei media
Celebre adattamento cinematografico è l'omonimo film del 1960 di Mauro Bolognini, con protagonisti Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale.
Il bell'Antonio è anche una miniserie televisiva del 2005 per la regia di Maurizio Zaccaro.
Nel 2005 è stata fatta una riduzione teatrale a cura di Antonia Brancati e Simona Celi. it.wikipedia.org
Viaggiano. Per terra, cielo, mare. Per riprodursi, cercare cibo, trovare un ambiente più pulito e sopravvivere. Per tornare dove sono stati bene. Per trovare acqua o per concludere il loro ciclo vitale. Per andare a trovare un amico, anche umano. Per cercare l’amore. Per sfuggire alla nostra cattiveria. Lo fanno in modo sorprendente, per tutta la vita, con migrazioni o semplici e brevi spostamenti.
Vagabondiamo tra le pagine di questo libro con i nostri amici animali per arricchire la nostra vita. Per scoprire e crescere. Per sviluppare empatia. Per connetterci con il mondo e noi stessi.
“Per leggere questo volume è necessario disporre la clessidra in posizione orizzontale. Solo così ci si potrà godere storie del mondo animale di una bellezza universale”. (Paquito Catanzaro)
“Eunice dà voce ai sentimenti umani, così come è capace di dare credibilità alla speranza nel volo di un lamantino che mira allo spazio, dalle profondità del mare, per interrogare un’astronauta”. (Roberto Di Giovannantonio)
Con il patrocinio di: Federazione nazionale Pro Natura, Gaia Onlus. Consigliato dal WWF Teramo.
Il grande Lebowski (The Big Lebowski) è un film del 1998 scritto, prodotto, montato e diretto dai fratelli Coen.
Caratterizzato dalla scrittura e regia dei fratelli Coen e da un cast molto ricco che comprende Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi, Julianne Moore, Ben Gazzara, Philip Seymour Hoffman e John Turturro, il film inizialmente fu accolto tiepidamente sia dal pubblico che dalla critica; tuttavia, nel tempo, fu rivalutato positivamente divenendo un film di culto.
Nel 2008 è stato inserito al quarantatreesimo posto tra i 500 migliori film della storia secondo Empire. Nel 2014 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Trama Los Angeles, 1991. Jeffrey Lebowski, detto "Drugo" (in inglese The Dude), è un hippy fannullone, assiduo fumatore di marijuana e appassionato di White Russian, che conduce una pigra e piacevole esistenza condita da frequenti partite di bowling. La sua vita disimpegnata è improvvisamente sconvolta dalla visita di due scagnozzi del magnate del porno Jackie Treehorn, che gli ingiungono, senza mezze misure, di pagare i debiti che sua moglie avrebbe accumulato nei confronti del loro boss. Durante l'aggressione i due tirapiedi si rendono conto di aver sbagliato persona, a causa di un bizzarro caso di omonimia col signor Jeffrey Lebowski, un miliardario locale. Prima di andarsene, però, uno dei due aggressori urina sul tappeto dell'ingresso della modesta abitazione di Drugo.
Drugo incontra successivamente al bowling i suoi amici e compagni di squadra, Donny e il veterano della guerra del Vietnam, Walter Sobchak, ai quali racconta il recente spiacevole accaduto. Incoraggiato da Walter, Drugo incontra l'altro Jeffrey Lebowski per chiedergli un indennizzo per il tappeto, irreparabilmente rovinato dal teppista. L'omonimo è un attempato e borioso miliardario, costretto su una sedia a rotelle da una seria ferita subita in gioventù durante la guerra di Corea. Visto che la sua richiesta viene più volte fermamente respinta dall'arrogante padrone di casa, Drugo decide sul momento di rubare uno dei magnifici tappeti persiani della lussuosa villa, riferendo a Brandt, il non troppo sveglio segretario del signor Lebowski, che il suo capo lo ha autorizzato a prendere un qualsiasi tappeto a sua scelta.
Nell'uscire dalla villa, Drugo s'imbatte in Bunny, la giovane e provocante moglie del miliardario, impegnata a dipingersi le unghie dei piedi ai bordi della piscina in compagnia di un losco figuro, a mollo e privo di sensi nella vasca della piscina. Durante il breve incontro Bunny gli propone i propri servigi sessuali a pagamento, che lui declina, seppur divertito. Tornato nella propria abitazione e sistemato il nuovo tappeto all'ingresso, Drugo può tornare a godersi il suo stile di vita, ma, mentre è intento ad ascoltare una delle sue musicassette sdraiato sul suo nuovo tappeto, è oggetto di una seconda violenta aggressione da parte di sconosciuti, nel corso della quale viene tramortito e derubato del nuovo tappeto.
Qualche giorno dopo, l'omonimo miliardario Jeffrey Lebowski contatta Drugo e gli riferisce che sua moglie Bunny è stata rapita. Il miliardario, sospettando che i rapitori siano gli stessi teppisti che hanno aggredito Drugo, desidera ingaggiarlo affinché consegni come riscatto una valigetta contenente un milione di dollari ai rapitori, in cambio di una lauta somma per i suoi servizi. Drugo tuttavia, avendo visto la giovane età di Bunny e la sua fame di denaro, sospetta che in realtà la ragazza abbia organizzato il suo rapimento per costringere il marito a darle ancora più soldi. Nel frattempo Drugo, Donnie e Walter passano alle semifinali del torneo di Bowling e il loro prossimo avversario sarà Jesus Quintana, un giocatore di origine sudamericana dai modi eccentrici e bizzarri (Walter rivela che è un pederasta finito in galera per crimini sessuali) che si prende gioco di loro.
L'incontro viene fissato per sabato con grande disappunto di Walter che, essendosi convertito all'ebraismo per sposare la ex-moglie, e volendo osservare lo Shabbat, insiste perché la lega sposti la data. La stessa sera i rapitori, che si fanno chiamare i Nichilisti, chiamano Drugo per comunicargli le disposizioni riguardanti la consegna del riscatto e il suo amico Walter, che nel frattempo gli aveva spontaneamente offerto di assisterlo nel compito, suggerisce di consegnare ai malviventi una falsa valigetta, riempita con biancheria sporca, al posto di quella contenente il riscatto e liberare loro stessi la donna per tenersi il riscatto tutto per loro.
Al momento dell'incontro tuttavia il piano non va a buon fine e i rapitori prendono la falsa valigetta, fuggendo subito dopo in motocicletta. Nel corso di quella stessa notte la sgangherata auto del Drugo viene rubata nel parcheggio del bowling, con all'interno del bagagliaio la vera valigetta contenente il milione di dollari del riscatto.
La stessa sera Maude Lebowski, la figlia di Jeffrey Lebowski, annoiata miliardaria, pittrice d'avanguardia e accesa femminista, contatta Drugo e lo incontra il giorno dopo nel proprio appartamento-atelier; gli rivela che è stata lei a riprendersi il tappeto (un regalo di sua madre) e che Bunny è una delle attrici porno della scuderia di Jackie Treehorn, sposatasi con suo padre al solo scopo di ottenere il denaro necessario per pagare il debito col magnate. Bunny avrebbe a suo dire inscenato il suo rapimento e chiede dunque a Drugo di recuperare la valigetta con i soldi del riscatto offrendogli anch'essa una ricompensa. Nel frattempo Jeffrey Lebowski è notevolmente arrabbiato con Drugo perché questi non è riuscito a consegnare il denaro del riscatto e, nel corso di un teso incontro, gli mostra un dito del piede tagliato, che dovrebbe appartenere a Bunny, speditogli dai rapitori. Quella sera Drugo viene nuovamente aggredito mentre si trova in vasca da bagno dai Nichilisti, i quali lo minacciano di castrazione, se non gli verrà consegnato il riscatto pattuito.
L'auto del Drugo viene nel frattempo ritrovata dalla polizia, ma della valigetta non c'è traccia. Drugo ritrova però all'interno dell'auto un compito in classe assegnato a uno studente quindicenne di nome Larry Sellers. Walter e Drugo riescono a scoprire dove abita l'adolescente e si recano alla sua abitazione, convinti che Larry abbia rubato l'auto e di conseguenza anche la valigia. Messo alle strette dai due, Larry non risponde a nessuna delle loro domande, e Walter, convintosi che stia facendo il furbo, esce dalla casa e danneggia con una spranga una Chevrolet Corvette nuova fiammante, parcheggiata di fronte alla casa, pensando che Larry l'abbia recentemente comprata con i soldi del riscatto. In realtà, però, il proprietario dell'auto si rivela essere un ignaro vicino di casa che, fuori di sé, si vendica danneggiando rovinosamente, con la medesima spranga, la già malridotta auto di Drugo.
Drugo viene poi ricevuto da Treehorn, che gli chiede dove si trovi Bunny, nella speranza di ottenere il denaro che lei gli deve. L'uomo, sentendosi dire per tutta risposta che il suo denaro è in mano a un ragazzino, mette della droga nel White Russian di Drugo, causandogli un trip psichedelico. Quando Drugo torna in sé, viene arrestato, redarguito e malmenato dal capo della polizia locale. Rilasciato, prende la strada di casa, ma viene costretto a procedere a piedi, dopo che il conducente del suo taxi lo butta fuori per aver criticato i suoi gusti musicali. Senza saperlo, viene sorpassato da Bunny che si scopre essere sana e salva e che non le è stato mozzato alcun dito. In un bar lì vicino, i Nichilisti sono seduti a un tavolo e l'unica componente femminile della banda ha un piede bendato e insanguinato (il dito mandato a Lebowski era quindi il suo, un espediente per convincerlo a pagare il riscatto).
Tornando a casa, Drugo trova il suo appartamento distrutto dai tirapiedi di Treehorn, venuti inutilmente a cercare la valigetta coi soldi. Successivamente viene sedotto da Maude e, dopo aver avuto un rapporto sessuale con lui, la donna gli rivela che vorrebbe avere un bambino e che suo padre in realtà non ha soldi: sua madre era quella ricca e ha donato i suoi soldi a una fondazione di beneficenza e Lebowski prende un sussidio mensile, fingendo, per pura vanità, di essere lui a gestire la fondazione. A quel punto Drugo si fa venire a prendere da Walter e gli spiega tutta la storia: Bunny era effettivamente scomparsa e i rapitori, suoi conoscenti, ne avevano approfittato per estorcere un milione di dollari al signor Lebowski. L'uomo tuttavia era in realtà stufo della moglie che gli chiedeva soldi in continuazione e, credendo che fosse stata rapita davvero, ha deciso di approfittarne. Con la scusa del riscatto ha ottenuto il milione dalla fondazione della figlia, dopodiché ha ingaggiato Drugo per consegnarlo. Tuttavia la valigetta che lui e Walter avrebbero dovuto consegnare era, a loro insaputa, anch'essa falsa, in quanto Lebowski tramava di tenersi il milione per sé e di far irritare i rapitori con il mancato riscatto sperando che uccidessero Bunny, per poi far ricadere la colpa della consegna fallita su Drugo. Drugo e Walter si dirigono alla villa dell'uomo, scoprono che Bunny era partita in visita da alcuni amici senza avvisare e affrontano il grande Lebowski, rivelandogli che hanno capito il suo piano. Quando quest'ultimo li minaccia di sbatterli fuori Walter, convinto che l'uomo finga anche la paralisi, lo solleva di forza dalla sedia a rotelle e lo butta a terra per smascherarlo. Con suo grande imbarazzo si scopre tuttavia che la sua disabilità è effettivamente vera.
Tornati al Bowling, Drugo, Walter e Donny vengono insultati da Jesus Quintana che crede che il rinvio dell'incontro per via dello Shabbat sia solo una scusa. Dopo il consueto allenamento, vengono affrontati nel parcheggio dai Nichilisti che chiedono comunque i soldi del riscatto, anche se Drugo ha scoperto la verità sul finto rapimento. Nonostante il trio non abbia praticamente più nulla, i Nichilisti decidono di rapinarli ugualmente. Nel corso della colluttazione che segue, Walter riesce a mettere in K.O. i tre aggressori, ma Donny, spaventato dall'agguato, viene colto da un infarto e muore. Dopo il funerale e la successiva cremazione, Drugo e Walter si recano su una scogliera sull'Oceano Pacifico con l'intenzione di spargere le ceneri dell'amico. Walter però, dopo aver iniziato il suo discorso funebre per l'amico, si perde in un confuso e prolisso discorso incentrato sulla guerra del Vietnam, che poco o nulla ha a che vedere con Donny o con la loro lunga amicizia; successivamente sparge maldestramente le ceneri che, a causa del vento contrario, finiscono addosso sia a lui sia a Drugo invece che in acqua. Esasperato, Drugo perde le staffe e rimprovera l'amico per i suoi modi di fare e Walter, anziché arrabbiarsi, ammette per la prima volta la propria inadeguatezza. Consolandosi a vicenda per la scomparsa di Donnie decidono di andare al bowling.
Lì, il narratore della vicenda (lo Straniero, un vecchio cowboy amico di Drugo) chiude il film rivolgendosi al pubblico. Rammaricandosi per la recente tragica scomparsa di Donny, suggerisce che Maude aspetta un "piccolo Lebowski" e si augura infine che Drugo e Walter possano vincere il torneo di bowling.
La colonna sonora del film, pubblicata in CD il 10 febbraio 1998 con il titolo The Big Lebowski (Original Motion Picture Soundtrack), è composta da una miscela di vari genere musicali, comprendenti musica operistica, folk, pop, jazz, exotica e rock. Tra gli altri compaiono brani di Elvis Costello (My Mood Swings), Bob Dylan (The Man in Me), Nina Simone (I Got It Bad and That Ain't Good), Yma Sumac (Ataypura), Kenny Rogers (Just Dropped In), Piero Piccioni (Traffic Boom, brano tratto dalla colonna sonora di Tutto a posto e niente in ordine), Henry Mancini (Lujon).
Riconoscimenti
1998 - European Film Awards
Candidatura per il miglior film internazionale a Joel Coen
1998 - Festival internazionale del cinema di Berlino
Candidatura per l'Orso d'oro a Joel Coen
1998 - Golden Aries Awards
Miglior film straniero
1999 - Empire Awards
Candidatura per il miglior film
1999 - Nastro d'argento
Candidatura per il regista del miglior film straniero a Joel Coen
1999 - Satellite Awards
Candidatura per il miglior attore in un film commedia o musicale a Jeff Bridges
Candidatura per il miglior attore non protagonista in un film commedia o musicale a John Goodman
Candidatura per la migliore attrice non protagonista in un film commedia o musicale a Julianne Moore it.wikipedia.org
Nata a Buenos Aires il 28 febbraio 1972, in un periodo storico difficile per l’Argentina che segnerà la vita di molti connazionale ed italiani. Italia - Argentina hanno un legame indissolubile e condividono una ferita ancora aperta e sanguinante: attraverso questa saga l’autrice catapulta il lettore in quella epoca, in quei momenti terribili di una dittatura senza precedenti. 1145 è la chiave di lettura per conoscere ed approfondire uno dei momenti più crudele della storia latinoamericana. Il progetto si sviluppa in tre libri attraverso due continenti ( Europa e Sudamerica) e due generazioni, la nostra protagonista Cameron, quindicenne, scoprirà involontariamente il mistero dei bambini scomparsi, “niños desaparecidos”. Un romanzo che ripercorre con grande sensibilità una delle pagine più significative di un regime senza precedenti nella storia argentina: La tripla A - Desaparecidos. L’intera saga è ambientata in Argentina ai giorni d’oggi, tra Buenos Aires ed una località della costa Atlantica, coinvolgendo anche l’altra parte del mondo - Italia.
Il racconto del primo libro: 1145 - La Scoperta, nella prima parte mostra la protagonista con tutte le sue certezze ed i suoi dubbi da adolescente, una quasi quindicenne con il pensiero rivolto ad organizzare la festa per il proprio compleanno; descrizione di abitudini personali e familiari, di amicizie e di luoghi frequentati, scoprirà una Buenos Aires parallela, la quale cela una verità nascosta al mondo i Desaparecidos ed i figli dei Desaparecidos. La seconda parte del libro si svolge in un unico fine settimana, molto speciale per Cameron, la nostra protagonista, pieno di nuovi incontri ed avventure. Dopo aver fatto casualmente la conoscenza di Prescott, scoprirà la verità circa la propria famiglia e questo la proietterà con mille difficoltà nel proprio futuro. Anche il passato non sembrerà più lo stesso.
Il secondo libro: 1145 - La Ricerca mostra come la protagonista riprenderà apparentemente la propria vita, così come l’aveva lasciata prima del fine settimana trascorso sulla costa, dopo aver aperto questo vaso di Pandora: i niños desaparecidos. Tutto risulterà difficile nonostante avrà al proprio fianco i nuovi amici ed i ‘nuovi’ parenti.In questo volume verrà organizzato e portato a termine un viaggio in Europa alla ricerca del padre di Prescott. Non mancheranno incontri inaspettati e situazioni pericolose in cui Cameron rischierà la vita.
Il terzo libro: 1145 - L’Inizio è sostanzialmente basato sulla ricerca di risposte riguardanti il perché qualcuno vorrebbe Cameron morta e quale sarebbe questo secreto di famiglia da celare per l’eternità. Due generazioni si metteranno in gioco, per arrivare a svelare i segreti più nascosti di queste bambini scomparsi, di questo genocidio conosciuto come Processo di Riorganizzazione. Fondamentale sarà per la protagonista, a livello emotivo, conoscere la vera dinamica di quei tempi bui, l’orrore vissuto all’interno delle famiglie, il significato di sopravvivere sotto una dittatura ricca di sfumature crudeli.
Il razzismo spiegato a mia figlia è un saggio scritto in forma di dialogo domanda-risposta dallo scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun. Il libro è stato pubblicato nel 1998 ed è stato tradotto in oltre 25 lingue. Ben Jelloun è convinto della possibilità e del dovere di educare i giovani ai valori del rispetto e della tolleranza.
Il saggio è strutturato nella forma di un dialogo tra l'autore e la figlia di circa dieci anni. Si tratta di domande che la bambina rivolge al padre per cercare di chiarire a se stessa il significato della parola razzismo. L'opera è stata scritta nel 1998 poco dopo la manifestazione contro il progetto di legge Debré, tenutasi in Francia il 22 febbraio 1997. La legge, approvata il 24 aprile 1997, ha permesso la confisca del passaporto a stranieri irregolari e ha autorizzato la registrazione delle impronte digitali di chi richiede un permesso di soggiorno. Alla manifestazione l'autore ha partecipato con la figlia di dieci anni, Mérième, la quale, colpita dagli slogan e dalle sfilate di protesta, ha cominciato a porre al padre domande sul razzismo. Queste domande sono state lo stimolo per la stesura del saggio scritto sotto forma di dialogo tra padre e figlia. La scelta del dialogo è dettata dalla necessità di rendere più semplice e immediata la comprensione di un argomento così difficile. Infatti destinatari del saggio sono ragazzi tra gli otto e i quindici anni, pur essendo una lettura istruttiva per tutti. La finalità è soprattutto pedagogica. La prima definizione fornita dallo scrittore è quella di razzismo che è la tendenza a manifestare diffidenza e disprezzo per le persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre. Pertanto il razzista è colui che pensa che tutto ciò che è troppo differente da lui lo minacci nella sua tranquillità: ha paura dello straniero senza una ragione valida. In particolare il razzista ha paura di uno straniero, soprattutto se è più povero di lui: non teme infatti l'emiro arabo che trascorre le vacanze in Costa Azzurra perché in tal caso ha stima del ricco che è andato lì a spendere soldi. Il razzismo è un comportamento istintivo: l'uomo, come gli animali, tende a demarcare il suo territorio, la sua terra, i suoi beni e solo con l'intervento della ragione e soprattutto attraverso l'educazione e la cultura impara a vivere insieme e si convince che non è solo al mondo e che esistono vari modi di vivere e culture tutte ugualmente valide. Tuttavia l'uomo, a differenza degli animali, spesso ha pregiudizi e tende a giudicare gli altri prima di conoscerli e questo provoca atteggiamenti razzisti. Il razzismo non ha alcuna base scientifica, ma gli uomini nel corso della storia hanno provato a servirsi della scienza per giustificare forme di discriminazione. Così hanno cominciato a considerare di livello più basso alcuni gruppi umani, come è accaduto ai neri dell'Africa, agli aborigeni australiani e agli indiani d'America che tra XVIII e XIX secolo sono stati considerati inferiori in base ad una presunta e infondata superiorità della razza bianca. Il razzista, nel momento in cui discrimina le persone diverse, non considera che una società multirazziale è sempre una fonte di arricchimento personale. Costui per giustificare le proprie azioni tira in ballo anche le religioni.
L'autore sottolinea, però, che le religioni non sono razziste. Sono i fondamentalisti, i fanatici religiosi che le fanno diventare tali nel momento in cui interpretano a modo loro i testi sacri e sono pronti ad uccidere e a sacrificare se stessi, morendo per quello che credono essere un comandamento divino. Invece tutti i libri sacri sono contro il razzismo perché tutte le religioni predicano la pace tra gli uomini. L'autore Tahar Ben Jelloun tratta anche argomenti riguardanti lo sterminio, ossia la volontà di far sparire in modo radicale e definitivo un'intera comunità. Questo è accaduto durante la Seconda guerra mondiale, quando Adolf Hitler, capo della Germania nazista, ha deciso di sterminare gli ebrei, compiendo un vero e proprio genocidio. A questo tipo di razzismo si dà il nome di antisemitismo ed è rivolto contro gli ebrei considerati “razza negativa”. La forma più diffusa di razzismo, però, rimane quella contro i neri, comportamento questo che veniva ampiamente giustificato dalle grandi potenze negli anni del colonialismo. Oggi le lotte per i loro diritti, nonostante l'assassinio a Memphis nel 1968 di Martin Luther King, un uomo che si è battuto per l'uguaglianza tra bianchi e neri, non è ancor finita.
tratto dal libro omonimo di Tahar Ben JellounVoci: Paolo Cutroni; Carolina Gonnelli
Quindi la lotta contro il razzismo deve essere un interesse quotidiano ed essa deve cominciare nei luoghi deputati all'educazione come la scuola, la famiglia e la casa.-_- it.wikipedia.org
L'alchimista è un libro di Paulo Coelho la cui prima edizione risale al 1988. Pubblicato in Brasile, è stato successivamente tradotto in cinquantasei lingue, tra cui l'italiano, e ha venduto oltre cento milioni di copie in più di centocinquanta paesi.
Per questa opera l'autore ha vinto il Premio Grinzane Cavour nel 1996.
«Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose.» (Paulo Coelho, L'alchimista, dalla quarta di copertina)
Forse ambientato a cavallo fra '800 e '900, il romanzo racconta la vicenda del giovane pastore Santiago. La fabula si snoda in un arco temporale di due anni: scopo apparente del viaggio è, per il giovane Santiago, l'inseguimento di un sogno ricorrente, che viene interpretato da una zingara con la quale si indebita, secondo cui, ai piedi delle Piramidi egizie, vi sarebbe un ricchissimo tesoro nascosto. In realtà l'avventura che lo porterà dall'Andalusia, sua terra natale, fin sotto le Grandi Piramidi d'Egitto finirà per rappresentare un viaggio iniziatico scandito da durissimi banchi di prova, allegoria della sua crescita e realizzazione personale.
Tra i personaggi più importanti nell'economia del romanzo vi è una figura che caratterizza alcune delle primissime pagine: il vecchio e saggio Re di Salem, Melchisedek. La stranezza più grande di questo savio è il fatto che egli conosca a menadito qualsiasi dettaglio della vita di Santiago, anche se il ragazzo giurerebbe di non averlo mai visto prima. Il vecchio incita il ragazzo a vendere le sue pecore e ad intraprendere il viaggio facendogli dono di Urim e Tummim, due pietre che indicano il cammino da compiere poiché una indica il no e l'altra il sì, oltre a dispensargli una serie di utili consigli.
La prima tappa di Santiago è Tangeri, la città-ponte dell'Europa verso l'Africa. Il giovane, molto ottimista e un po' ingenuo, viene immediatamente derubato da un suo coetaneo di tutto il denaro che possiede ed è costretto a rimboccarsi subito le maniche per riguadagnarsi quanto perduto: entra così nella bottega di un mercante di cristalli malinconico e sull'orlo del fallimento; nel volgere di un anno, grazie al suo spirito d'iniziativa e anche ad una strana magia che lo accompagna in ogni dove, riesce a far diventare l'emporio uno dei più prosperi della città e a riprendere il suo cammino, forte di un bel gruzzolo e di un'esperienza nuova.
«Il giovane Santiago imparerà, o meglio, riconoscerà quel linguaggio simbolico e universale che gli permetterà di penetrare l'Anima del Mondo, ovvero l'unico in grado di cogliere e interpretare tutti quei “segnali” che l'universo invia a tutti coloro che desiderano con tutto il cuore realizzare la propria Leggenda Personale.»
Santiago si unisce quindi ad una carovana diretta nel deserto dove incontra un uomo di nazionalità inglese che, dopo aver passato la sua vita a studiare l'alchimia, ha intrapreso a sua volta un viaggio per incontrare un saggio alchimista nell'oasi di El Fayum. Insieme incontrano finalmente l'alchimista, che insegnerà al ragazzo a «parlare al sole e al vento» e a poter compiere la sua Leggenda Personale, cioè la propria missione di vita. Da quanto emergerà dal romanzo, l'alchimista non sta aspettando che Santiago, per dispensargli aiuto e consigli utili ad arrivare al suo tesoro. Ad El-Faiyûm Santiago sconfigge dei guerrieri che, impegnati in una lotta tra clan, attaccano l'oasi (zona tipicamente franca), e incontra una ragazza araba, Fatima, di cui s'innamora corrisposto.
Il suo percorso verso le Piramidi, però, deve proseguire: lasciata la ragazza con la promessa di ritornare al più presto va in cerca del tesoro, scortato per un pezzo dall'alchimista. Arrivato alle piramidi troverà un gruppo di predoni che lo catturano e lo derubano nuovamente. Prima di essere lasciato andare, tuttavia, Santiago rivela loro il motivo del suo viaggio, e viene schernito dal capo dei predoni il quale gli confida di aver anch'egli fatto anni prima un sogno analogo, ma senza dargli importanza, riguardante un tesoro nascosto nei pressi di una chiesa diroccata in Andalusia.
Santiago riconosce il luogo in cui pascolava le sue pecore, comprendendo che il tesoro era sempre stato con lui, ed il viaggio era servito soltanto a fargliene prendere coscienza. Ritorna in Spagna e, diventato ricco, paga il debito con la zingara e torna dall'amata Fatima, finalmente cresciuto. it.wikipedia.org
“Se io sono qui è perché qualcuno ha detto sì.” In queste poche parole si racchiude il senso profondo della mia seconda vita, di una rinascita resa possibile grazie al gesto di straordinaria generosità di chi ha scelto la donazione degli organi. Mi chiamo Felice Peluso, sono un trapiantato renale e vivo da oltre trent’anni grazie a due trapianti di rene: il primo nel 1988 al II Policlinico di Napoli, il secondo nel 2004 all’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, dopo nove lunghi anni di dialisi.
Chi meglio di me può raccontare l’importanza vitale di un “sì”? Ed è proprio da questa consapevolezza che nasce “Spalle al Muro… e una vita davanti”, la mia seconda raccolta di testimonianze, che vuole dare voce a chi, nel momento più tragico della propria esistenza – la perdita di una persona amata – ha avuto il coraggio di guardare oltre il dolore e donare speranza.
Il libro raccoglie storie autentiche, profonde, che parlano di vite salvate grazie al consenso alla donazione degli organi. Sono racconti che trasformano il lutto in luce, la fine in inizio. Non si tratta solo di parole, ma di vite vere, di seconde possibilità, di amore che si moltiplica.
Ora il libro è disponibile su Amazon, con l’augurio che possa continuare a diffondere consapevolezza e cultura della donazione. Ogni copia acquistata è un piccolo passo in più verso un’Italia dove sempre più persone possano avere, come me, una seconda occasione.
“Spalle al Muro… e una vita davanti” è più di un libro: è un ponte tra dolore e rinascita, tra chi ha perso e chi ha ritrovato la vita Comunicato Stampa
Dopo il successo del suo romanzo d’esordio, Mattia Benedetti torna in libreria con "Il fiore tra i binari", pubblicato da Il Seme Bianco, un’opera intensa e profondamente umana che scava tra le pieghe del dolore e le possibilità di riscatto emotivo.
Ambientato in una Milano malinconica e pulsante di vita, il romanzo racconta le storie parallele di Chiara e Lorenzo, due anime spezzate che cercano, ciascuna a modo proprio, di sopravvivere alla perdita e alla memoria. Lei ha perso il marito senza avere il tempo di un vero addio. Lui, prigioniero di un amore finito, continua a camminare accanto al ricordo di una donna che non riesce a lasciar andare. Con uno stile autentico e una sensibilità rara, Benedetti costruisce un racconto che parla delle crepe invisibili che ci portiamo dentro, quelle che spesso scegliamo di nascondere.
Ma Il fiore tra i binari è anche – e soprattutto – una storia di speranza: un invito a lasciarsi sorprendere ancora dalla vita, a credere nella possibilità di fiorire anche quando tutto sembra perduto. “Non importa perché resti in piedi. L’importante è che continui a fiorire.” Questa frase racchiude in sé l’essenza dell’intera narrazione: un messaggio universale di resilienza e amore per la vita, anche quando il dolore sembra soffocarci.
Mattia Benedetti, classe 1984, vive a Milano e lavora nel settore assicurativo. Scrivere, per lui, è sempre stato un bisogno viscerale, nato tra i banchi del liceo e maturato nel tempo. Il fiore tra i binari è il suo secondo romanzo, conferma di una voce narrativa capace di toccare corde profonde con autenticità e delicatezza.
Disponibile in tutte le librerie e store digitali "La Stanza Illuminata" (IlViandante Edizioni), emozionante romanzo d'esordio di Marianna Meles, scrittrice originaria di Scano di Montiferro e residente a Cagliari. Un'opera profonda e toccante, destinata a conquistare i lettori con la sua intensa narrazione.
Il libro ci immerge nella vita di Nella, la cui esistenza, inizialmente serena, viene sconvolta dal padre dispotico e dalla debole opposizione della madre. La vita della protagonista si dipana tra sfide e successi professionali, culminati nell'affermazione della sua sartoria. Tuttavia, la scomparsa del padre riaccende un passato irrisolto, minando le conquiste raggiunte. Intrappolata nelle proprie paure, Nella scivola in una spirale di fragilità mentale. Di fronte alla gravità del suo stato, Maria Luisa - amica e socia dell'atelier, con cui ha condiviso gli orrori dei bombardamenti su Cagliari del 1943, si vede costretta a farla ricoverare nel manicomio di Villa Clara. Il romanzo della Meles si concentra sulla figura di Nella, la cui storia è un luogo di accoglienza, ma anche di sofferenza. Il lettore è invitato ad esplorare un'ambientazione che muta al ritmo delle vicende della protagonista. L'autrice delinea con minuzia un percorso emotivo che affronta confusione e sopraffazione.
Le donne sono le assolute protagoniste di questa storia. Si confrontano con una realtà difficile che, riga dopo riga, mette in luce la forza inestimabile dell'amicizia e della solidarietà che le unisce. Questi sentimenti le spingono a superare la malattia e i pregiudizi sociali, affermando la propria identità e indipendenza. Nonostante il peso del ricovero, la loro connessione trascende le mura, offrendo un commovente ritratto di affetto e sostegno reciproco, permettendo loro di trovare la forza per respirare una nuova speranza.
"Il titolo è una metafora con la quale ho inteso denominare una qualsiasi passione che porta a motivare la vita di un individuo”, spiega la Meles. “Ognuno di noi ha una sua stanza illuminata che ogni giorno gli dà la forza e l'entusiasmo per affrontare la quotidianità".
Marianna Meles, laureata in Scienze dell'Educazione presso l'Università degli Studi di Cagliari, dove vive con il marito, ha sempre nutrito una profonda passione per i libri, affinata attraverso corsi di scrittura creativa all'Accademia di Giorgio Binnella. Già nel 2017, due suoi racconti sono apparsi nell'antologia "Giochi, giocattoli e giorni lontani". "La Stanza Illuminata" segna il suo debutto nel mondo del romanzo.
L'autrice ha espresso la sua gratitudine a coloro che l'hanno sostenuta in questo percorso: "Un ringraziamento speciale a Giorgio Binnella, per avermi incoraggiato e supportato nella stesura di questa storia; a Franco, mio marito, la cui presenza costante e paziente mi ha aiutato a superare i momenti di incertezza. E un ringraziamento particolare a Francesca Sabbagh, che con la sua generosa disponibilità mi ha introdotto nel mondo dei cappelli, svelandomi gli affascinanti segreti della loro lavorazione."
“Ho detto no tante volte, e ho perso tutto. Tranne me stessa”. Alessandra Hropich rompe il silenzio: un libro e una testimonianza sulla discriminazione di genere per aver detto “no” a uomini potenti
— Dopo oltre trentacinque anni di silenzio, Alessandra Hropich, scrittrice ed esperta di comunicazione sociale, racconta la propria esperienza di discriminazione professionale: esclusioni, porte chiuse e umiliazioni subite per aver rifiutato avances e richieste inopportune da parte di uomini potenti incontrati sul lavoro.
«Per anni — scrive — ho lavorato a stretto contatto con uomini famosi e rispettati, chiedendo solo una firma, una liberatoria, la disponibilità a partecipare a eventi. Ma troppo spesso, in cambio, mi veniva chiesto altro: amore, sesso, disponibilità immediata. Ho sempre risposto no. E quel no è stato pagato carissimo».
Il suo racconto descrive un mondo ipocrita: uomini ammirati in pubblico che, a porte chiuse, si spogliavano delle maschere rivelando una parte piccola, abusante, squallida. «Ho taciuto per anni, convinta che fosse la cosa giusta, temendo di non essere creduta. Ma il prezzo è stato altissimo: isolamento, perdita di opportunità, cicatrici profonde. È una violenza invisibile, difficile da dimostrare ma devastante», afferma.
Con il libro “La doppia vita (segreta) dei VIP e non solo…”, Hropich rompe il silenzio e restituisce dignità alla propria esperienza e a quella di tante altre donne. «Racconto le doppie vite di uomini che in pubblico predicano valori e in privato vivono tra contraddizioni, manipolazioni e abusi di potere. Racconto ipocrisie, compromessi taciuti, debolezze nascoste. E soprattutto racconto la mia verità: fatta di no, di resistenza, di coraggio, di grandi umiliazioni».
L’autrice denuncia una realtà ancora troppo diffusa: donne emarginate e umiliate solo per aver detto no. «Mi hanno esclusa da ciò che amavo di più: organizzare eventi, costruire connessioni culturali e sociali. Hanno tolto tutto a me, tranne me stessa», racconta.
E aggiunge una riflessione amara: *«Un rifiuto a un VIP famoso, ma anche a un uomo comune, non è mai un gesto perdonato. Il maschio che vuole conquistare subito la “preda” non tollera il no e punisce, in qualsiasi modo, la donna che osa rifiutare. Nessuna ne parla, perché dire certe cose — soprattutto se riguardano il mondo del lavoro — è considerato come qualcosa di imperdonabile. Un uomo comune avverte il rifiuto come un affronto alla sua virilità, un uomo noto, si sente doppiamente mortificato, perché tanti personaggi vip, sentono di essere su un piedistallo e di aver diritto a fare sesso quando, dove e con chi vogliono loro senza dover aspettare o corteggiare una donna, già dal primo incontro, bisogna concedersi al vip famoso (secondo lui) perché la notorietà fa sentire gli uomini più in alto dei comuni cittadini. Il vip non chiede, vuole e basta, in tanti casi è esattamente così. Con un vip bisogna trombare in fretta, perché lui ha l’ immagine specchiata di marito innamorato e padre modello, lui non può permettersi i paparazzi sotto l’ ufficio. Bisogna fare tutto di nascosto.
La doppia vita (segreta) dei VIP e non solo… è un viaggio nel lato nascosto di uomini potenti, personaggi noti e uomini comuni: tutti, allo stesso livello, quando si tratta di vivere di nascosto il sesso tra ipocrisie, abusi e contraddizioni. Un racconto autentico e coraggioso, che apre gli occhi su quanto poco gli uomini sappiano accettare un rifiuto e quanto invece siano pronti a punirlo.
Alessandra Hropich è scrittrice, esperta di comunicazione efficace e sensibile ai diritti umani, con una solida formazione giuridica. Laureata in legge, ha scelto di accantonare l’aspirazione di diventare avvocato per dedicarsi completamente alla scrittura e alla comunicazione sociale.
Da oltre quindici anni racconta storie vere e affronta con coraggio temi delicati e spesso trascurati. Attraverso libri, articoli e interviste, tratta argomenti profondi come disabilità, disagi psicologici, difficoltà affettive, traumi relazionali, bullismo, discriminazioni. Lo fa con uno stile diretto, empatico e autentico, capace di raggiungere il cuore del lettore, offrendo conforto, consapevolezza e verità.
Per il suo impegno nella diffusione di messaggi di solidarietà, speranza e sostegno alle persone in difficoltà, ha ricevuto un riconoscimento speciale dall’Accademia Culturale Internazionale Cartagine.
È curatrice della rubrica “La posta del cuore” sul giornale online www.cavalierenews.it, dove da anni accoglie le confidenze più intime dei lettori. Le sue risposte rappresentano uno spazio sicuro di ascolto, confronto e riflessione, in cui si affrontano anche temi legati all’identità, al rispetto, alla libertà personale e al rifiuto di ogni discriminazione.
Alessandra partecipa regolarmente come relatrice a convegni su tematiche sociali e umanitarie, distinguendosi per la capacità di comunicare senza filtri e con profonda umanità.
Le sue pubblicazioni, vere e toccanti, aiutano chi legge a sentirsi meno solo e più compreso. Attraverso ogni pagina, ogni rubrica e ogni incontro, Alessandra Hropich si conferma una voce autorevole e profondamente umana nel panorama della comunicazione sociale, capace di aprire gli occhi e il cuore di chi la incontra. Comunicato Stampa
Il libro dell’estate. Condiviso, commentato, citato sui Social, sta conquistando lettori e lettrici di tutte le età, grazie al suo stile diretto e alle frasi provocatorie che stanno facendo discutere.
"La bellezza oggi non è libertà: è dovere. È prestazione. È guerra quotidiana contro sé stessi." Con questa frase d’apertura, l’autrice inaugura un viaggio lucido e spietato attraverso i meccanismi psicologici, sociali ed economici che trasformano la bellezza in una prigione. La bellezza a tutti i costi è un saggio potente che scava sotto la superficie dell’apparenza e interroga senza sconti i miti dell’estetica contemporanea. Attraverso un linguaggio incisivo e appassionato, l’autrice analizza fenomeni come la chirurgia estetica di massa, i filtri dei social, il dismorfismo corporeo e il capitalismo dell’identità. Chi decide oggi cosa significa essere belle? Quanto vale la nostra immagine? Cosa siamo disposti a sacrificare per piacere? Perché continuiamo a sentirci “sbagliati” anche quando raggiungiamo la perfezione? “Il like non è più un gesto. È un verdetto.”
Scritto con un tono crudo ma profondamente empatico, La bellezza a tutti i costi è un manifesto culturale che denuncia le derive dell’apparenza e rivendica il diritto alla fragilità, all’imperfezione, alla verità. Contro il terrorismo degli Haters. Una lettura fondamentale per chi cresce sui Social.
Carlotta Del Principe professionista di origine abruzzese, dal profilo multidisciplinare, unisce competenze cliniche, sensibilità estetica e talento comunicativo. Chirurgo orale, patologo e specialista in medicina estetica e rigenerativa, vanta una solida esperienza nella chirurgia implantare e nel trattamento di pazienti oncologici e osteometabolici. Svolge attività accademica come tutor presso l’Università di Bologna, affiancando alla didattica un’intensa attività libero-professionale nel campo della medicina estetica avanzata, con un approccio centrato su benessere, armonia e salute. Oltre alla pratica medica, è Content Creator, apprezzata per il suo stile autentico e la capacità di coniugare moda, scienza e riflessione culturale. Appassionata di scrittura, utilizza la parola come strumento per ispirare e raccontare una visione evoluta e consapevole della bellezza. Una voce contemporanea, elegante e competente nel panorama della medicina estetica, della comunicazione e dei Social. Radio ParcoCOMUNICATO STAMPA