Il cavallo di Torino รจ un film del 2011 diretto da Bรฉla Tarr e รgnes Hranitzky.
Il film, premiato con l'Orso d'argento al Festival di Berlino, prende spunto da un episodio della vita di Friedrich Nietzsche.
All'uscita dalla sua abitazione di Torino, il 3 gennaio 1889, il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche vede un vetturino frustare il suo cavallo estenuato, che rifiuta di muoversi. Nietzsche rimane impressionato dalla violenza dell'uomo e dalla sua volontร di dominare il mondo. Si precipita a fermare il vetturino e singhiozzando abbraccia il cavallo. Il proseguimento del film si collega a questo aneddoto, chiedendosi quale possa essere stato il destino dell'animale.
Un vetturino con un cavallo torna nella sua abitazione di campagna, dove lo aspetta la giovane figlia. Il vento incessante tormenta le loro giornate, che passano tra la monotonia e la pesantezza della loro misera esistenza. Sembra che i protagonisti siano rassegnati, non arriverร mai qualcosa che possa cambiare la loro vita. Un conoscente passa per la loro abitazione e dichiara che la cittร vicina รจ in rovina. Denuncia che gli uomini meschini e subdoli hanno corrotto il mondo con le loro azioni e hanno avvelenato la terra; gli uomini nobili e eccellenti si sono estinti, la loro esistenza non ha senso in un mondo in cui l'aviditร umana non ha limiti.
Un gruppo di Rom si avvicina alla casa, attinge dell'acqua dal pozzo e vorrebbe portar la ragazza via, con loro. Essi rappresentano la voglia di libertร , il desiderio di fuga verso un mondo migliore, ma non vi รจ alcuna speranza e il lento deperire di tutto quello che li circonda รจ una specie di ribellione della natura nei confronti dell'immoralitร dell'uomo. Il cavallo smette di nutrirsi, il pozzo si secca, la brace finisce, la luce del sole si spegne.
«Vi รจ un'insistenza patologica nel riprodurre costantemente le stesse azioni nell'attesa che qualcosa di nuovo accada. ร una tendenza tipica dell'essere umano. Quello che ho fatto nel mio film รจ stato riprodurre la vita.» (Bรฉla Tarr)
Secondo il regista Bรฉla Tarr il tema centrale del film รจ “la pesantezza dell'esistenza umana”. Non si concentra sulla mortalitร ma sulla vita quotidiana: «Volevamo vedere quanto รจ difficile e terribile quando ogni giorno devi andare a prendere l'acqua al pozzo, in estate, in inverno … sempre. La ripetizione giornaliera delle stesse azioni ci dร la possibilitร di mostrare che c'รจ qualcosa di sbagliato nel loro mondo. ร molto semplice e puro».
Tarr descrive anche Il cavallo di Torino come l'ultimo passo di uno sviluppo che ha attraversato la sua carriera: «Nei miei primi film sono partito dalla mia sensibilitร sociale e volevo cambiare il mondo. Poi ho dovuto capire che i problemi sono piรน complicati. Ora posso solo dire che รจ molto pesante e non so cosa succederร , ma vedo qualcosa di molto vicino. La fine. Prima di girarlo sapevo sarebbe stato il mio ultimo film».

Secondo Tarr, il libro che la donna riceve dai Rom รจ una “anti-bibbia”. Il testo รจ dello sceneggiatore del film, Lรกszlรณ Krasznahorkai, e contiene riferimenti a Nietzsche. Tarr descrive il visitatore nel film come “una sorta di ombra nietzschana”, ma sottolinea come questo differisce da Nietzsche poichรฉ non afferma che Dio รจ morto, ma biasima sia gli uomini che Dio: «Il punto รจ che l'umanitร , tutti noi, me incluso, siamo responsabili della distruzione del mondo. Ma c'รจ anche una forza al di sopra degli umani che agisce - il vento che soffia per tutto il film - e anch'essa sta distruggendo il mondo. Quindi sia l'umanitร che una forza superiore stanno distruggendo il mondo».
Il cavallo di Torino รจ la storia di un padre e sua figlia, due “umiliati e offesi” isolati in un luogo (forse) al di fuori dello spazio e del tempo: una sorta di ultimi rappresentati di un’umanitร sterile – non possono, almeno eticamente, procreare -, bloccata dall’accidia, condannata ad un’esistenza sempre uguale a se stessa. Fuori dalle porte della loro casa, il vento incessante corrode la materia ancora esistente. Se messo a confronto con l’episodio narrato dalla voce over nell’incipit del film, le due ore e mezza che seguono possono risultare l’ideale – e immaginifico – proseguimento.
– Perchรฉ non sei andato in cittร ? – Il vento l’ha spazzata via. – Come mai? – E’ andata in rovina. – Perchรฉ mai sarebbe andata in rovina? – Perchรฉ tutto รจ in rovina, tutto si รจ degradato, ma potrei dire che loro hanno rovinato e degradato tutto. Perchรฉ questo non รจ il tipo di cataclisma che avviene con l’aiuto per cosรฌ dire innocente degli uomini. Al contrario si tratta del giudizio dell’uomo, il proprio giudizio su sรฉ stesso, nel quale ovviamente Dio mette mano, o oserei dire: ne partecipa, e qualunque cosa di cui egli partecipa รจ la creazione piรน orribile che si possa immaginare. Perchรฉ vedi, il mondo รจ stato corrotto. Perciรฒ non importa cosa dico, perchรฉ tutto ciรฒ che hanno acquisito รจ stato corrotto, e dato che hanno acquisito tutto in una subdola, scorretta battaglia, hanno corrotto tutto. Perchรฉ qualunque cosa hanno toccato – e loro toccano tutto – lo hanno corrotto. Cosรฌ รจ stato sino alla vittoria finale. Sino al finale trionfante. Acquisire, corrompere, corrompere, acquisire. O posso mettertela in un altro modo, se vuoi: Toccare, corrompere e quindi acquisire o toccare, acquisire e quindi corrompere. ร andata avanti cosรฌ per secoli, avanti, avanti e avanti. Questo e nient’altro, a volte di nascosto, a volte bruscamente, a volte con delicatezza, a volte brutalmente, ma รจ andata avanti cosรฌ. Eppure, in un solo modo, come un assalto di ratti da un’imboscata. Perchรฉ per questa vittoria รจ necessario che l’altra parte, quella alta grande e nobile, non debba entrare in nessuna disputa. Non doveva esserci alcun tipo di lotta, solo l’improvvisa scomparsa di una parte, ossia la scomparsa dell’eccelso, del grandioso e del nobile. Cosรฌ che ora i vincitori che attaccano dall’imboscata comandano la terra, e non c’รจ un solo minuscolo angolo dove si possa nascondere loro qualcosa, perchรฉ tutto ciรฒ su cui posano le mani รจ loro. Anche ciรฒ che pensiamo non possano raggiungere – ma che loro raggiungono – รจ loro. Perchรฉ il cielo รจ giร loro, e tutti nostri sogni. Loro รจ il momento, la natura, l’infinito silenzio. Anche l’immortalitร รจ loro, capisci? Tutto, tutto รจ perso per sempre! E i tanti nobili, grandiosi ed eccelsi stettero lรฌ fermi, se cosรฌ si puรฒ dire. Si sono fermati a questo punto, e dovettero comprendere ed accettare che non ci sono nรฉ dio nรฉ dei. E gli eccelsi, i grandiosi e i nobili dovevano comprendere ciรฒ sin dall’inizio. Ma ovviamente, erano piuttosto incapaci a comprenderlo. Ci credevano e lo accettavano, ma non lo comprendevano. Se ne stettero lรฌ, disorientati ma non rassegnati, finchรฉ qualcosa – una scintilla dal cervello – finalmente li illuminรฒ. E d’un tratto si resero conto che non ci sono nรฉ dio nรฉ dei. D’un tratto videro che non esiste nรฉ bene nรฉ male. Poi videro e compresero che se cosรฌ era, allora nemmeno loro stessi esistevano! Vedi, secondo me questo potrebbe essere stato il momento in cui possiamo dire che si sono estinti, si sono spenti. Estinti, spenti come il fuoco lasciato bruciare nel prato. Uno perdeva costantemente, l’altro vinceva costantemente. Sconfitta, vittoria, sconfitta, vittoria, e un giorno – qui nei dintorni – ho dovuto realizzare, e ho realizzato, che mi sbagliavo, davvero mi sbagliavo quando pensavo che non c’รจ mai stato e non poteva esserci alcun cambiamento qui sulla Terra. Perchรฉ credimi, ora so che questo cambiamento si รจ davvero verificato. specchioscuro.it
