Angelo D'Arrigo, campione mondiale di volo libero, è stato un pilota, un maestro, un appassionato della natura e degli animali, ma è stato anche un fratello, un padre, un amico. Attraverso le parole della sorella Giusy, Angelo ritorna a parlare di sé, mostrando come sia possibile sconfiggere le proprie paure, superare gli ostacoli apparenti della vita, raggiungendo infine, di nuovo, le porte dell'impossibile. Da Parigi fino al suo gravissimo incidente a Bassano del Grappa, per poi ritornare sulle correnti ascensionali del cielo in mille e una sfida contro l'impossibile. Prefazione di Giuse Rogolino. Presentazione di Ultimo Sergio De Caprio.
Al di là delle nuvole. Sulle ali del mio Angelo - Giusy D'Arrigo - Armando Curcio Editore
– Il libro “Al di là delle nuvole, sulle ali del mio Angelo” sta riscuotendo un grande successo fra i lettori e la critica lo sta apprezzando parecchio: infatti lei è sempre in giro per la sua promozione. Quali sono le emozioni che a lei come autrice il libro le produce? Ogni volta riesce a raccontarlo in un modo diverso?<<Ogni libro che si rispetti è un viaggio, nello specifico, questo è un racconto biografico che si muove tra meravigliosi ricordi e aneddoti che aprono spunti di riflessione sul perché di tante cose a cui spesso non diamo una razionale spiegazione. Un pezzo di vita vissuta con un fratello speciale, che fu Angelo D’Arrigo, il cui nome evoca subito il volo, il sogno e la vita, quella vera, quella fatta di tanto impegno e determinazione nel raggiungere gli obiettivi prefissati. “La paura non è un sentimento da abolire, ma da controllare”…ed è proprio su questa linea serafica che ho costruito il mio impegno verso la mia vita artistica. Ho camminato lungo il sentiero luminoso che ho avuto il privilegio di perseguire in questa incarnazione con un fratello come Angelo. Un destino nel nome. Oggi lui è davvero il mio “Angelo”, un teatro di emozioni che si prolunga all’infinito. “Caduta dell’aereo, risalita dell’angelo”… lui era tante energie: è nato speciale ed è vissuto nella consapevolezza di esserlo, come se già conoscesse delle cose. Le cose che a tutti sfuggivano, a lui erano già note: tutti i fratelli contavano su di lui. Egli amava il cielo, cercava le vette più alte del mondo perché quella forza propulsiva che lo coniugava col suo elemento che era l’Aria era il suo stesso essere. “Il folle scientifico”, che se fosse ancora vivo chissà fino a dove si sarebbe spinto…>> “continua”
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