Archivio blog

venerdì 16 aprile 2021

#ParoleSenzaTempo. La stanza dello scirocco film diretto da Maurizio Sciarra, tratto dall'omonimo romanzo di Domenico Campana.

La stanza dello scirocco è un film del 1998 diretto dal regista Maurizio Sciarra. La pellicola è tratta dall'omonimo romanzo di Domenico Campana del 1986.
Con Giancarlo Giannini, Paolo De Vita, Tiziana Lodato, Francesco Benigno, Tony Sperandeo, Valentina Biasio, Lucia Sardo, Maria Terranova, Paola Pace, Maria Rosa Sapienza, Mimmo Cuticchio, Nino Cuticchio, Giorgio Guerrieri, Santo Pennisi, Antonello Puglisi, Pasquale Spadola, Anfleo Milazzo, Giorgio Sparacino, Ignazio Pappalardo, Antonello Grimaldi. Musiche composte da Eugenio Bennato.
Un anziano marchese, perseguitato dal fascismo, ritorna in patria per poter vendere una proprietà. Al suo arrivo nell'incendio del suo palazzo muore il suo maggiordomo. Per non subire le persecuzioni, il Marchese di Acquafurata decide di sostituirsi a lui per poter portare a termine indisturbato il suo piano. Il Partito fascista vorrebbe appropriarsi del palazzo. Ma invece il Marchese, complice il notaio Spatafora, fa ritrovare un falso testamento in cui si regala il palazzo alla coppia più povera del paese.
Entrano in possesso del palazzo due giovani sposi, Vincenzo Labate e sua moglie Rosalia. La bellezza e la ritrosia della giovane donna fanno innamorare l'anziano marchese, che dopo la partenza del marito, confessa il suo amore a Rosalia. La casa ha nel sottosuolo una stanza dello scirocco, sulla quale aleggia una leggenda. Costruita da architetti arabi, si dice che gridando tre volte al suo interno, tutto il palazzo crollerà, senza lasciare scampo ai nemici. Nella stanza si consuma il folle amore tra i due, fino a che i genitori di lei, che hanno subodorato i sentimenti della figlia per il Marchese, non la costringono a lasciare il palazzo per tornare a casa loro. Il Marchese la insegue, le dice che l'aspetterà nella stanza dello scirocco, e da lì la porterà con sé a Parigi, dopo aver beffato i suoi inseguitori fascisti. Ma l'attesa è vana. Al Marchese, in preda al deliro, sembra di sentire la voce della giovane, le urla il suo amore per tre volte, e il palazzo gli crolla addosso. Oramai disilluso, l'uomo va verso la fuga, al mare lo aspetta un motoscafo che lo porterà in salvo. Ma proprio lì troverà Rosalia, e insieme fuggiranno verso la libertà.
La stanza dello scirocco - quasi una leggenda, quasi una metafora - è una particolarità dell'architettura diciamo nobiliare della Sicilia: la stanza in cui trovare riparo e ricreazione nelle ore in cui il vento di sud-est dissecca, come dice l'antico poeta, la mente e le ginocchia. La si può anche immaginare come al centro di un labirinto, con dentro un Minotauro nato da ogni capricciosa e ardua promiscuità. A riparo del tempo meteorologico, la stanza dello scirocco è anche al riparo del tempo storico: per cui traslucide sovrapposizioni di epoche e di eventi vi si possono ricreare o, convergendo in un solo punto, dissolvervisi. Qualcosa di simile e con tentacolari significati, si ha il senso che accada in questa «storia» di Domenico Campana: quasi che la metafora del racconto di Nathaniel Hawthorne, cui l'autore fa ad un certo punto riferimento, venisse a calarsi in altra metafora: siciliana, «gattopardesca».
  • Domenico Campana
  • La stanza dello scirocco
  • 1986

  • La memoria n. 127
  • 124 pagine
  • EAN 9788838902895

Nessun commento:

Posta un commento