In occasione della 62° 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙖𝙩𝙖 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙩𝙚𝙖𝙩𝙧𝙤, abbiamo deciso di donare un momento d'incontro con l'arte teatrale aperto a tutti da vivere con la famiglia, con gli amici e con chi si vuole.
Mercoledì 27 marzo dalle 18:00 alle 20:00, il nostro teatro apre le porte con una 𝗹𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗼𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 per chiunque desideri approcciarsi al teatro Alla fine dell'incontro sarà data lettura del messaggio internazionale scritto da Jon Fosse Pan Teatro
il 27 marzo 2024 alle 21 a Savignano sul Rubicone, presso la sala Allende in corso Vendemini 18, un evento culturale per i festeggiamenti della 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗠𝗼𝗻𝗱𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 VolontaRomagna - Forlì Cesena
Il 21 marzo, alle ore 16,00, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, il Comune di Salento, il Centro Contemporaneo delle Arti, la Provincia di Salerno, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, l’Associazione UNI in Strada, con il Patrocinio del Comune di Salerno, del Comune di Roccadaspide, dell’Università degli Studi di Salerno/DISPS e della Fondazione della Scuola Medica Salernitana, organizzano una visita guidata lungo le strade e le piazze di Salento, piccolo borgo cilentano denominato “Paese della Poesia”, alla scoperta delle poesie inedite scritte dai poeti premiati a Salento in occasione del Premio Nazionale Cilento Poesia e incise su mattonelle di ceramica vietrese, affisse lungo i muri del paese. Sosta a Tempetella il luogo panoramico da cui si possono ammirare i paesini cilentani incastonati tra il verde del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ed il mare cristallino.
Saranno presenti le scuole del territorio coordinate dalla Prof.ssa Milva Scarpa.
Il Premio Nazionale Cilento Poesia, nato a Salento nel 2017 da un’idea di Menotti Lerro, fin dalla prima edizione si è distinto per l’altissimo prestigio dei poeti premiati: Davide Rondoni, Milo De Angelis, Franco Loi, Roberto Carifi, Vivian Lamarque, Giampiero Neri, Elio Pecora, Dacia Maraini, Valerio Magrelli e Tiziano Rossi.
A partire dall’VIII edizione il Premio Cilento Poesia diventa Internazionale grazie al finanziamento concesso alla Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino dal Ministero della Cultura/DG ABAP, a valere sul Fondo per il potenziamento della cultura e della lingua italiana all’estero.
L’Edizione del Premio 2023 svoltasi nella Sala Pasolini di Salerno e che ha raggruppato le edizioni 2022/2023, si è caratterizzato per la presenza di quattro Sezioni, con due riconoscimenti per ogni Sezione, per un totale di otto premiati,
Poesia / Maurizio Cucchi e Najwan Darwish
Musica / Bernardo Lanzetti e Franco Mussida
Narrativa / Diego De Silva e Maria Rita Parsi
Arte Visiva e Design Artistico / Omar Galliani e Antonello Pelliccia.
Del Cilento e dell’edizione 2024 del “Premio Internazionale Cilento Poesia” ne parleranno, nel corso dell’open forum che si terrà presso la Biblioteca Comunale di Salento al termine della visita guidata:
Gabriele De Marco, Sindaco di Salento,
Raffaella Bonaudo, Soprintendente ABAP di Salerno e Avellino,
Francesco Alfieri, Presidente della Provincia di Salerno,
Giuseppe Coccorullo, Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni,
Menotti Lerro, ideatore del Premio, Rosa Maria Vitola, Funzionario della SABAP di Salerno e Avellino, Attilio Dursi, Vice Presidente del Centro Contemporaneo delle Arti.
Salento, il cui nome in origine era Sala di Gioi, sorge su di un colle che affaccia sulla valle percorsa dal fiume Alento e si raggiunge attraverso una strada ripida dalla quale ci si immette in un paesaggio rurale di bellezza primitiva. Il paese si trova in collina a 420 metri sul livello del mare, collocato tra Agropoli e Vallo della Lucania e a 20 km circa da Ascea Marina, ed è incastonato tra il Monte Stella e il monte Gelbison. La bellezza dei luoghi, unitamente alla tranquillità, ha permesso a Salento di essere ribattezzato anche “Il paese della tranquillità”.
Leonardo Sinisgalli è noto come Il poeta ingegnere o Il poeta delle due muse, per il fatto che in tutte le sue opere ha sempre fatto convivere cultura umanistica e cultura scientifica. Per la sua versatilità è stato narratore, pubblicista, art director, direttore di riviste, documentarista, autore radiofonico, disegnatore. Come tante famiglie italiane sono costretti ad emigrare, prima a Brooklyn poi in un paese della Columbia.
Il padre esercita l’attività di sarto mentre Leonardo studia presso la scuola di don Vito Santoro che vedendo le grandi potenzialità del ragazzo insiste la famiglia a fargli continuare gli studi. E cosi sarà. Prima frequenta un collegio Salesiano a Caserta e poi uno a Benevento. Quando prende la licenza sarà il ragazzo con la più alta media dell’intera regione. Si iscrive a Matematica a Roma, ma l’ultimo biennio avrà una crisi personale e cambierà la sua facoltà con ingegneria. Enrico Fermi lo chiama per averlo tra i suoi allievi di Fisica ma lui rifiuterà preferendo la poesia alla fisica atomica.«continua - talentilucani.it»
In cerca di orizzonti, oltre gli abissi, tra natura e cultura, dentro le guerre, in mezzo alle persone, gli alberi, le macchine, gli animali, cosa significa restare umani?
Dal 22 al 24 marzo, i libri al centro.
Per l’edizione numero XV, Libri Come, prodotto da Fondazione Musica per Roma, ha scelto come bussola dei suoi molti incontri la parola Umanità. Prima la pandemia, poi le guerre in Europa, con l’invasione russa dell’Ucraina, e nel Medio Oriente, con l’ennesima e più cruenta fase del conflitto arabo israeliano, hanno reso quotidiano il ricorso a questa parola. Il concetto di umanità è sfidato da nuove sensibilità, verso il vivente animale e vegetale, e da nuovi scenari, come quello dell’IA. Restano poi, ancora e da sempre, a interrogare questa parola i migranti, cacciati da guerre e carestie, e tutte le categorie oggetto di sopraffazione, su tutte le donne, schiacciate da veri stati antifemministi e da uomini violenti.
È intorno a questi temi che Michele De Mieri, Rosa Polacco e Marino Sinibaldi, curatori di Libri Come, hanno disegnato il calendario di questa quindicesima edizione e dei suoi circa cento incontri. Come sempre, il tutto si svolgerà sotto forma di lezioni, di dialoghi, di tavole rotonde, di reading, di spettacoli, di mostre. Anche quest’anno l’inaugurazione è doppia: una la mattina in otto scuole superiori della città, dove andranno a presentare i loro libri otto scrittori e scrittrici (Caterina Bonvicini, Laura Buffoni, Annalisa Camilli e Giulia Caminito, Mauro Covacich, Piero Dorfles, Paolo Pecere, Romana Petri, Licia Troisi), incontrando insegnanti e studenti; nel pomeriggio di venerdì 22 marzo si continua nelle sale dell’Auditorium con i primi incontri che ci accompagneranno per tre giorni, fino a domenica sera. Molti gli autori internazionali: Asmaa Alghoul, Julian Barnes, Elif Batuman, Boris Belenkin, Àngeles Caso, David Grossman, Gohar Homayounpour, Raphael Krafft, Etgar Keret, Andrej Kurkov, Bjorn Larsson, Alex Mar, Ottessa Moshfegh, Selim Nassib, Sofi Oksanen, Selby Wynn Schwartz, Tamar Weiss-Gabbay.
Della situazione israelo palestinese, in particolare dopo l’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas e della reazione di Israele, parleranno Etgar Keret, David Grossman, Tamar Weiss-Gabbay, Asmaa Alghoul e Selim Nassib (autori di "La ribelle di Gaza"). Il conflitto tra Russia e Ucraina e la vicenda di Navalny saranno invece al centro degli interventi di Andrej Kurkov e Boris Belenkin. Della persecuzione e uccisione delle donne si occuperanno gli incontri con la psicanalista iraniana Gohar Homayounpour, con la scrittrice e drammaturga finlandese Sofi Oksanen, e quello con la scrittrice americana Selby Wynn Schwartz, "Le figlie di Saffo" (Libro dell’anno per il New York Times Book Review). In questo contesto Libri Come accoglie anche la presentazione del libro che Gino Cecchettin ha dedicato alla figlia, "Cara Giulia". Da non perdere poi gli incontri con Elif Batuman e Ottessa Moshfegh e con la spagnola Àngeles Caso, autrice di un romanzo imperniato sulle vicende delle sorelle Brontë.
Le lezioni sono parte portante della proposta che caratterizza da sempre il programma di Libri Come. Tra i nomi chiamati in cattedra: Massimo Recalcati, Roberto Saviano, Paolo Benanti, Elena Stancanelli e Paolo Nori. Tantissimi i dialoghi intorno al tema del festival e su alcuni importanti libri in uscita: Zerocalcare con Jacopo Zanchini, Chiara Valerio con Serena Dandini, Gianrico Carofiglio con Francesca Schianchi, Diego Bianchi e Marco Damilano, Emanuele Trevi e Andrea Cortellessa, Ermanno Cavazzoni e Vinicio Capossela, Lea Melandri con Chiara Valerio, tra gli psicanalisti Gohar Homayounpour e il presidente della SPI (società italiana di psicanalisi) Sarantis Thanopulos, tra Francesca Archibugi e Francesco Piccolo, tra le campionesse di vendita Francesca Giannone e Felicia Kingsley, tra Francesco Costa e Francesco Piccolo, tra Donatella Di Pietrantonio e Massimo Giannini, tra Bjorn Larsson e Giordano Meacci, tra Sandro Portelli e Lutz Klinkhammer, tra Antonio Franchini e Mario Desiati, Paolo Pecere e Nicola Lagioia, Giorgio Manzi e Edoardo Camurri. Oltre a Paolo Benanti segnaliamo tra i filosofi presenti Maurizio Ferraris e Donatella Di Cesare, in dialogo, rispettivamente, con Pietro Del Soldà e Marco Filoni. Molti degli autori e delle autrici più importanti presenteranno le ultime uscite: Antonio Franchini, Chiara Valerio, e poi Daria Bignardi, Claudia Durastanti, Ilaria Gaspari, Valeria Parrella, Federica Manzon, Davide Orecchio, Tommaso Giartosio, Marco Lodoli, Giorgio Fontana.
OMAGGI
Sabato tre omaggi di Libri Come: un ricordo di Franco Basaglia a cent’anni dalla nascita; un reading omaggio alla scrittrice Fleur Jaeggy (con Chiara Valerio, Elena Stancanelli, Teresa Ciabatti, Antonio Gnoli, Paolo Di Paolo e Leonardo G. Luccone), e poi ad Alberto Arbasino con Andrea Cortellessa e Michele Masneri. A Basaglia è dedicato anche il libro e l’incontro di domenica con Valentina Furlanetto e Teresa Ciabatti.
LIBRI COME PER FRANZ KAFKA
Intorno all’opera di Franz Kafka, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte, si snoda l’incontro di venerdì 22 con "Una serata Kafka" divisa in tre momenti che vedrà alternarsi il germanista Luca Crescenzi, Mauro Covacich, accompagnato dalla musica composta da Francesco Antonioni, e terzo atto, il finale teatrale di il "Circo Kafka (dal Processo)" con Roberto Abbiati per la regia di Claudio Morganti. Si continua a parlare ancora dello scrittore praghese sabato col Kafka di Giorgio Fontana, in dialogo con Adriano Sofri.
Agli eventi di Libri Come parteciperanno anche Emma Bonino, Annalisa Camilli, Lea Melandri, Corrado Augias, Sigfrido Ranucci, Maurizio Landini, Marcello Veneziani, Massimo Giannini, Antonello Caporale, Salvatore Merlo, Edoardo Camurri, Christian Rocca, Giorgio Zanchini e molti altri. All’evento finale, "Tra Umanità e disumanità", domenica 24 alle 18.30, dedicato ai due fronti dove si combatte in questi mesi, prenderanno parte Andrej Kurkov, Etgar Keret e Francesca Manocchi, insieme a Marino Sinibaldi. Gli spazi dell’Auditorium ospiteranno le seguenti mostre: "Gli scarabocchi", mostra di fumetti che esporrà il lavoro di Maicol&Mirco; "Buongiorno Hospice", un audio documentario sul “fine vita” di Germano Scurti e, infine, in AuditoriumArte "SantuarioMobile" di Franco Biagioni a cura di Simonetta Bellotti.
Ernesto Assante è stato un giornalista, critico musicale e blogger italiano.
Intraprende la sua attività giornalistica nel 1977, collaborando con il Quotidiano dei lavoratori. Nel 1978 collabora come critico musicale a Il manifesto, per il quale scriverà fino al 1984. Nel 1979 comincia a scrivere per La Repubblica, dove è stato critico musicale e caporedattore. Attualmente lavora come inviato. È stato direttore di McLink e Kataweb. È collaboratore dell’Enciclopedia Italiana Treccani, per le voci che riguardano la musica popolare.
È stato collaboratore negli oltre trent'anni della sua attività con numerosi settimanali e mensili italiani e stranieri, tra i quali Epoca, L'Espresso, Rolling Stone. Ha ideato ed è stato responsabile dei supplementi Musica, Computer Valley e Computer, Internet e Altro di Repubblica.
Ha scritto libri di critica musicale, alcuni dei quali insieme con il collega Gino Castaldo, con il quale dal 2005 tiene delle "Lezioni di rock. Viaggio al centro della musica" con lo scopo di approfondire, grazie anche a un ascolto guidato e ai video mostrati, la storia di coloro che sono entrati nella leggenda del rock.
Dal 2003 al 2009 ha insegnato "Teoria e tecnica dei nuovi media" e in seguito "Analisi dei linguaggi musicali", alla facoltà di Scienze della comunicazione dell'università La Sapienza a Roma.
È stato autore del Cantagiro per RaiDue nel 1993. È stato autore nel 1989 e nel 1990 di Tam Tam Village, settimanale musicale di RaiUno con Carlo Massarini. È stato autore della prima edizione del Pavarotti & Friends nel 1992 e ha condotto con Renzo Arbore, nel 1994, la diretta degli American Music Awards su Telemontecarlo. Come autore ha firmato molte prime serate di RaiUno con conduttori come Fabrizio Frizzi, Eleonora Brigliadori, Renzo Arbore, Milly Carlucci, Elisabetta Gardini, Loretta Goggi.
Ha realizzato, come ideatore e autore, dal 1996 al 2002, sette edizioni del Pim, Premio Italiano della Musica, andate in onda su Italia 1, prodotte da Repubblica e condotte da Serena Dandini e Linus.
Dal 2013 è ideatore, autore e conduttore, con Gino Castaldo, di Webnotte, trasmissione dal vivo che è on line su Repubblica.it e su Facebook, e in onda su Radio Capital Tv.
Nel 2016 è stato consulente del programma di RaiUno L'importante è avere un piano condotto da Stefano Bollani, e poi è stato consulente, ospite e selezionatore dei concorrenti per Rischiatutto condotto da Fabio Fazio, e autore di Fan Car-aoke, sempre su RaiUno.
Nel 2017 è stato autore e conduttore di Celebration, un prima serata il sabato su RaiUno, con Neri Marcoré e Serena Rossi. Nello stesso anno è autore e conduttore, con Gino Castaldo, di My Generation, in onda su Real Time.
Nel 2019 e nel 2020 è autore di due stagioni di Una storia da cantare, condotto da Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero, in prima serata il sabato su RaiUno.
Nel 2022 è autore di Ci vuole un fiore, condotto da Francesco Gabbani e Francesca Fialdini, in prima serata su RaiUno.
Other [Credits 1979], Mixed By [Assistente Al Missaggio, Febbraio 1979] – Pietro Pellegrini
Other [Credits 1979], Mixed By [Febbraio 1979] – Franco Mussida
Other [Credits 1979], Mixed By [Fonico, Febbraio 1979] – Pietro Bravin
Other [Credits 1979], Other [Un Ringraziamento Particolare A] – Bruo Russo, Fernando Scarpa, Gino Lazzaroni, Mario Lavecchia, Mike Henley, Patrick Germanini, Patrizia, Sergio, Tutto Lo Staff Tecnico, Zoo Records
Other [Credits 1979], Realization [Realizzazione A Cura Di] – Fabrizio De André, PFM*
Other [Credits 1979], Technician [Assistenti Alla Registrazione] – Chris Blake, Ken Capper
Other [Credits 1979], Technician [Tecnico Di Registrazione] – Peter Greenslade*
Other [Credits 1979], Violin, Percussion – Lucio “Violino” Fabbri*
Other [Credits 1979], Voice, Guitar – Fabrizio De André
Other [Credits 2007], Mastered By – Antonio Baglio
Other [Credits 2007], Other [Grazie Anche A] – Emanuela Cipelletti, Francesca Cominelli, Iaia De Capitani, Leandro Leandri, Maria Brindisi
Other [Credits 2007], Photography By – Guido Harari
Other [Credits 2007], Remix [Remixato Da] – Paolo Iafelice
Other [Credits 2007], Supervised By [Supervisione “Cooperativa” Di] – Dori Ghezzi, Franco Mussida, Franz Di Cioccio, Patrick Djivas
Other [Credits 2007], Technician [Della Sony BMG Germania Sonopress GmbH], Other [Grazie A (Per Aver Collaborato Nel Fornire Le Tracce Originali Delle Registrazioni Live)] – Yukio Takahashi
Other [Direttore Responsabile (L'Espresso)] – Daniela Hamaui
Other [Direttore Responsabile (La Repubblica)] – Ezio Mauro
FRANZ DI CIOCCIO, PATRICK DJIVAS, FRANCO MUSSIDA e FLAVIO PREMOLI appaiono per gentile concessione della ZOO Records. LUCIO “VIOLINO” FABBRI appare per gentile concessione della CRAMPS Records.
Edizione non in vendita separatamente da una testata del Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A.
Contains insert.
Includes two previously available releases: Fabrizio De André , Arrangiamenti Premiata Forneria Marconi - Fabrizio De André In Concerto and Fabrizio De André - Fabrizio De André In Concerto (Arrangiamenti PFM) Vol. 2°.
Domenico Modugno (Polignano a Mare, 9 gennaio 1928 – Lampedusa, 6 agosto 1994) è stato un cantautore, chitarrista, attore, regista e politico italiano.
È considerato uno dei padri della musica leggera italiana e uno tra i più prolifici artisti in generale. Ha scritto e inciso circa 230 canzoni, interpretato 38 film per il cinema e 7 per la televisione, nonché recitato in 13 spettacoli teatrali e condotto alcuni programmi televisivi. Ha inoltre vinto quattro Festival di Sanremo, il primo dei quali, nel 1958, con la canzone Nel blu dipinto di blu (di cui era anche autore, cosa che lo rende il primo cantautore in gara nella storia della manifestazione), universalmente nota anche come "Volare" e destinata a diventare una delle canzoni italiane più conosciute, se non la più conosciuta e dalla quale gli derivò il soprannome di Mr. Volare. Modugno è anche uno dei due cantanti italiani, insieme a Renato Carosone, ad aver venduto dischi all'epoca negli Stati Uniti senza inciderli in inglese. Nei suoi ultimi anni fu anche deputato e dirigente del Partito Radicale. È tra gli artisti italiani che hanno venduto più dischi, con oltre 70 milioni di copie.
Secondo i dati riportati dalla SIAE, Nel blu dipinto di blu è stata la canzone italiana più eseguita al mondo dal 1958 a oggi.
La sua prima parte come comparsa cinematografica risale al 1949 nel film I pompieri di Viggiù; poi nel 1951 appare in Filumena Marturano. Nel 1952 è attore giovane in teatro ne Il borghese gentiluomo di Molière con la Compagnia Tatiana Pavlova e prende parte ai film Cameriera bella presenza offresi... del 1951, Anni facili del 1953, e all'episodio La giara del film Questa è la vita del 1954. Ottenuto l'attestato del Centro Sperimentale nel 1953, continua la sua attività cinematografica e nel frattempo si esibisce come musicista e rumorista alla radio.
Nel film Carica eroica del 1952, dovendo interpretare il ruolo di un soldato siciliano che deve far dormire un bambino, Modugno canta una canzone popolare del suo paese, Ninna nanna meglio conosciuta come Ulìe ci tene ulìe, grazie alla quale viene chiamato alla trasmissione Trampolino per presentarla; l'esibizione è apprezzata dal direttore del secondo canale, Fulvio Palmieri, che gli propone di ideare e condurre una trasmissione musicale in quattro puntate. Modugno coinvolge la Gandolfi e così, all'inizio del 1953, conduce Amuri...amuri..., trasmesso dal secondo programma radiofonico alle 22, in cui interpreta una canzone in ogni puntata, proponendo brani che inciderà in seguito, come La cicoria o La barchetta dell'amore.
Nel 1957 partecipa al Festival di Napoli in coppia con Aurelio Fierro, con Lazzarella, scritta insieme con Pazzaglia, che riscuote un buon successo come del resto la canzone inserita sul retro del disco, Strada 'nfosa, che gli viene ispirata da un venditore ambulante parigino in una giornata di pioggia. Alla fine dell'anno ha un altro problema con la censura a causa di alcuni versi di Resta cu' mme giudicati non adeguati: «Nu' me 'mporta dô passato, nu' me 'mporta 'e chi t'ha avuto», li dovrà perciò cambiare in «Nu' me 'mporta si 'o passato, sulo lagreme m'ha dato».
Diviene uno dei protagonisti della musica leggera italiana e internazionale quando, con la canzone Nel blu dipinto di blu, trionfa al Festival di Sanremo 1958 insieme con Johnny Dorelli. Il testo di questa canzone fu scritto insieme con Franco Migliacci, con il quale cooperò in molti momenti della carriera, giungendo ad altri risultati di successo come Addio... addio.... Il brano tradotto successivamente in ben 13 lingue ha successo in tutto il mondo. I racconti sulla nascita del testo da parte degli autori sono contrastanti e variano a seconda della ricostruzione del momento: Gianni Borgna li ha raccolti, e così si scopre che i primi tempi Modugno sosteneva che l'idea del ritornello Volare, oh oh gli era venuta una mattina osservando il cielo azzurro dalla finestra della sua casa di piazza Consalvi a Roma, mentre Migliacci invece affermava che l'idea era venuta a lui, osservando il quadro Le coq rouge di Marc Chagall, e che solo in seguito ne aveva parlato al cantautore pugliese. In seguito, poi, Modugno affermò che, trovandosi a passeggiare nei pressi di Ponte Milvio, uno dei due avrebbe pronunciato il verso «Di blu m'ero dipinto» e da lì si sarebbe poi sviluppato il resto del testo. Ultimamente, però, Migliacci ha cambiato versione, sostenendo che la canzone sia nata dopo un incubo notturno. La storia era questa: "Migliacci una giornata sarebbe dovuto andare al mare con Modugno, ma quest'ultimo non veniva a prenderlo; allora Migliacci disse addio alla giornata del mare, si richiude in casa, un po' per il caldo si addormenta, sognando lui che vola nel cielo e si dipinge di blu". È evidente che è quasi impossibile capire quale sia la verità sulla nascita del testo, ma sulla musica, scritta dal solo Modugno, tutti sono d'accordo nel riconoscerne la carica innovativa e di novità, almeno col senno di poi, visto che, subito dopo l'esibizione sanremese alcuni musicisti non esitarono a criticarne la melodia (Gorni Kramer, ad esempio, affermò: «Ma che pazzia è questa canzone? Non ha stile, non esiste!»).
In generale, però i pareri dei critici musicali sono unanimi: «Quella di Modugno è senza dubbio la canzone più nuova, più originale e più estrosa di questo Festival: estrosa nella musica, dove la caratteristica vera e propria è data dalla frase iniziale del ritornello, ed estrosa nel soggetto»; «La vittoria di Modugno può significare finalmente una rottura di quel clima di artificio nel quale naviga, grazie agli interessi delle case discografiche ed editrici, e alla scarsa preparazione di buona parte di autori e cantanti, la canzone italiana: Modugno ha dimostrato che una bella canzone, cantata bene, può essere apprezzata dal pubblico, e ha dimostrato che due cantanti seri e preparati come lui e il giovane Johnny Dorelli hanno la possibilità di imporsi sui "divi" costruiti e artificiosi, dai milioni in banca e dalle lacrime nel fazzoletto».
La fortuna della canzone è dovuta, comunque, anche ad altri aspetti, non solo al testo o alla melodia: in particolare è da citare l'arrangiamento, opera di Alberto Semprini, e l'interpretazione di Modugno che, durante l'esibizione a Sanremo, accompagna con la mimica la sua voce per arrivare, nel celebre ritornello, a una liberatoria apertura delle braccia.
Dopo Sanremo, la canzone arrivò terza all'Eurovision Song Contest e vinse nel 1958 tre Premi Grammy (fu per molti anni l'unico a vincere un tal premio per una canzone italiana), uno come disco dell'anno, uno come canzone dell'anno e uno come miglior interprete del 1958.
Anche il Cash Box Billboard gli conferì l'Oscar per la migliore canzone dell'anno e ricevette in dono dalle industrie musicali tre dischi d'oro, uno per il migliore cantante, uno per la migliore canzone e uno per il disco più venduto.
Ecco come il cantante racconta la nascita del suo successo negli Stati Uniti:
«In una stazione radio del Michigan o dell'Indiana, chi si ricorda, arrivò un signore con il disco mio e lo mandò in onda: il giorno dopo si ebbero duemila telefonate di gente che voleva risentirlo. Lo rimandò in onda: il giorno appresso altre duemila telefonate. L'exploit di Volare nacque così.»
Per il cinema realizzò come autore-attore il film autobiografico Tutto è musica (1963), con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Per la televisione recitò nel 1965 nello sceneggiato Scaramouche di Daniele D'Anza, insieme con Carla Gravina, la sigla di questo telefilm, L'avventura, divenne una delle sue canzoni più celebri.
Collaborò anche con i poeti Salvatore Quasimodo, che dopo averlo conosciuto gli diede l'autorizzazione per mettere in musica le sue due poesie Ora che sale il giorno e Le morte chitarre, e Pier Paolo Pasolini, che scrisse il testo della canzone Che cosa sono le nuvole.
Ecco come Modugno racconta l'esperienza con Quasimodo:
«Quando gli chiesero il permesso per questa operazione, lui rispose che non lo aveva mai concesso a nessuno, ma che per Modugno non ci sarebbero stati problemi. Poi ci siamo incontrati e conosciuti a casa sua: era una persona molto strana, chiusa, vulnerabile, che ispirava tenerezza.»
Racconta la generazione dei millenials con ritmo e ironia, mettendo a fuoco il disagio di uomini e donne, lo spettacolo ‘L’appartamento 2B’, scritto e diretto da Andrea Cioffi, che sarà in scena sabato 28 ottobre 2023 alle ore 19:00, in replica domenica 29, ore 18:30, sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli.
Presentato da Teatro di Napoli – Teatro Nazionale ed Elledieffe, l’allestimento, vincitore del ‘Premio Leo de Berardinis 2022’ e del ‘Mario Fratti Award 2022’, vedrà interpreti in scena Andrea Cioffi, Vincenzo Castellone, Sara Guardascione, Fortuna Liguori, con il performer Ciro Grimaldi nel ruolo della Visione. ‘L’appartamento 2B’ racconta la generazione dei nati negli anni 80 e 90, mettendo a fuoco con lucida ironia il disagio di uomini e donne non più giovani, ma considerati tali, che non riescono a trovare spazio e ruolo sociale nella vita degli adulti.
Secondo uno studio dell’OMS del 2019, il tasso di suicidi tra i giovani e i giovanissimi, negli ultimi anni, è aumentato di circa 20 volte. Ricerche più recenti hanno registrato un ulteriore incremento del 75% a partire dalla pandemia.
Tale statistica è da attribuirsi, tra le altre cause, a quello che lo psicologo Adam Grant, definisce languishing, ‘languore’, uno stato mentale caratterizzato dall’incapacità di agire e da frequenti picchi d’ansia, che si riscontra soprattutto nei millennials. La frustrazione di non riuscire ad aderire a un modello di vita che è stato pianificato per loro genera una sottile ombra, un dolore costante, un codardo essere o non essere – to be or not to be – 2B or not 2B.
Così il regista in una nota: Abbiamo provato a mixare il dubbio di Amleto, con quello di un giovane della nostra generazione. Un giovane senza la responsabilità di una corona, ma costretto a misurarsi con la frustrazione delle bollette insolute, con la solitudine generata dallo smartphone, con la totale sordità e mancanza di empatia del mondo.
Il protagonista, Aimo è un trentenne come tanti altri: un lavoro precario, un appartamento in affitto, bollette insolute e un’inquietante visione dalle fattezze umane ma dalle proporzioni mostruose, che continua ad apparire intorno a lui, pillole alla mano, suggerendogli la strada da percorrere: il suicidio.
Il suo unico contatto con l’esterno è una pioggia di messaggi vocali che lo ossessiona con scadenze e responsabilità sociali, lavorative e morali. Nulla sembra distoglierlo dal suo languishing, finché la porta dell’appartamento 2B non si apre, lasciando entrare nuove persone, afflitte dalla sua stessa mania, nel monolocale e nella sua vita.
Fuggito da Napoli in seguito a un incidente che vorrebbe dimenticare, l’ex agente dei servizi segreti sotto copertura Vincenzo Tagliente approda a Trieste, dove la vita scorre lenta e pacifica. Pur con una punta di amara nostalgia, trascorre il suo tempo senza preoccupazioni apponendo timbri all’ufficio comunale. Finché un evento inaspettato incrina il nuovo, fragile equilibrio: mentre è in visita al campo profughi di Padriciano, si imbatte nell’enigmatica Anna Kostoric, settantenne slovena trasferitasi negli Stati Uniti. Da quel momento Tagliente non smette di ripensare all’incontro. Poi all’improvviso comincia a ricevere da Anna messaggi drammatici e richieste di aiuto. Con l’intraprendenza e l’avventatezza dell’agente segreto, decide allora di investigare su di lei e su Padriciano: sotto la superficie calma di Trieste si delinea allora un passato torbido e inquietante, che riporta Tagliente indietro nel tempo, a uno dei fatti più importanti della storia del nostro Paese. Un poliziesco intenso e complesso attraversato dalla voce ironica del suo protagonista, che cancella la linea sempre illusoria che divide il presente dal passato, unendo i tasselli scomposti di esistenze dolorose che chiedono di essere testimoniate.
FRANCESCO DE FILIPPO - Giornalista, scrittore e saggista, vive a Trieste. È stato inviato all’estero per «Il Sole 24 ore» e lavora all’Agenzia ANSA dal 1986. Nel 2001 ha vinto il Premio Paris Noir con il romanzo L’Offense (Métailié, 2011). Fra le sue ultime opere Filosofia per i prossimi umani (con Maria Frega – Giunti, 2020), e per Castelvecchi La nuova via della seta (2019), No vax: il grande sogno negato (2022) e i romanzi Le visioni di Johanna (2019), Prima sterminammo gli uccelli… (2020). castelvecchieditore.com